https://mattinopadova.gelocal.it/.../universita-di-padova... |
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In tutto ciò non
cé'alcuna metafora. Se qualcuno vuole un insight: oggi non avevo niente
di attuale da postare. E neppure ne avevo voglia. Ma ho una certa
quantita' di bozze mai pubblicate. Quindi ho scelto questa. Questo
farebbe di CS un progetto editoriale? Non credo. Come non credo nell'uso
istintivo dei social. Nel senso che se credessi nella creazione di una
pagina fb come operazione narcististica, sfogatoio o simili,
probabilmente ben pochi sarebbero qua a leggere e commentare. Come
diceva qualcuno certi post servono apparentemente ad altro, rispetto
alle intenzioni della pagina (che sono sempre state politiche - e non
partitiche, anche se la differenza ai piu' sfugge). Ma servono.
Ovvero le cronache di una galassia lontana lontana.
Ve li ricordate gli abitanti di Z reticoli? Uguali a noi ma con
l'accento un po' strano e la fissa per le passeggiate in montagna?
Eccoli, vi volevo dire che...sono ancora lì...ci sono, ecco.
Dopo
aver trascorso l'inverno sciante - cosa che verosimilmente faranno anche
quest'anno in maniera analoga, esibendo nient'altro che uno skypass per
accedere ai comprensori - e dopo aver trascorso le vacanze estive in
qualche modo, ad agosto circa sono tornati chi al lavoro e chi a scuola.
A scuola. Un posticino dove nessuno esibisce certificati colorati per
lavorare. Senza obbligo mascherine sotto i 12 anni (senza obbligo
mascherine da nessuna parte sotto i 12 anni, come è sempre stato). Certo
qualcosa è cambiato anche lì: "eh ma ce l'hanno anche loro il
certificato per mangiare al chiuso nei bar e ristoranti, eventi teatri,
cin...ecc..." Sì sì, indubbiamente, e da quando la cosa ha coinciso con
la sospensione della gratuità dei tamponi (ebbene sì prima erano
gratuiti) gastroswisse, pardonne, Gastro-Z-reticoli lamenta un calo del
25% di fatturato (https://www.tio.ch/…/gastrosuisse-ristorazione-sondaggio-fa…): mica come da noi, dove il GP ha rilanciato il settore della ristorazione! Ma si sa, i Z reticolesi sono un po' differenti....
Hanno una genetica diversa: quando ti rilasciano un certificato,
l'immunità da malattia dura 12 mesi, come quella da vaccino, e stanno
valutando se rilasciare certificati (della validità di 90 giorni) anche
in base a test sierologico. E' recente la notizia dell'approvazione di
Z-Reticol-Med (alias Swissmed) della terza dose, annuciata dai giornali
con un "Raccomandata dai 65 anni, alla maggioranza non serve" ( https://www.rsi.ch/…/Richiamo-raccomandato-agli-over-65-148…).
La cosa della terza dose, si apprende, non avrà impatto sul certificato
anzi "ci sono indicazioni che la protezione di una vaccinazione
completa possa estendersi anche oltre l’anno". UaU.
Il paragone...il
paragone...volete che ve lo faccia? Lo avete notato anche voi che in
Italia, dai 6 anni in su, in tutti i luoghi chiusi, c'è obbligo di
mascherina...da almeno un annetto? Volete che vi riporti che Sileri
suppone una "terza dose per tutti" a partire "verosimilmente" da gennaio
mentre su Z-Reticoli "alla maggioranza non serve"?
Una genetica
invidiabile, questi Z-reticolesi! A cui non serve neanche un QR code per
andare al lavoro! Addirittura, lasciano degli umanoidi-italiani - dalla
genetica molto più triste, che necessita di un QR code per lavorare su
suolo patrio - sciamare nelle loro terre ed entrare addirittura
giornalmente nei loro luoghi di lavoro senza neanche un GP! Incredibile!
E... e bon fine delle domande retoriche e fine anche forse dell'ironia.
Tenetevi stretti i vostri pass verdi, sedetevi più sicuri al tavolino
del bar sotto casa e mi raccomando, non andate su Z-reticoli neanche con
la fantasia: lo dice di sicuro una qualche scienza che sono pericolosi i
salti iperspaziali.
https://www.milanofinanza.it/news/niente-green-pass-niente-cig-2537365?fbclid=IwAR0PN2cpNBLHqiqwUkW_ufmxR0u6_Etw1JPpOuA4gIXpnMY6Cj3AH656HxA | |
"Il possesso del green pass diventa da oggi necessario anche per il diritto a malattia, maternità, assegni per il nucleo familiare e cassa integrazione. Da oggi al 31 dicembre, infatti, i lavoratori privi di «certificazione verde» sono «assenti ingiustificati» al lavoro e, come tali, non godono di alcun diritto né tutela garantiti dal rapporto di lavoro, eccetto quello della conservazione del posto di lavoro."
La
natura strettamente sanitaria della disposizione emerge appieno, come
quando si parlava di green pass obbligatorio per gli studenti
universitari in DAD.
Qua sopra ci sarebbe da parlare dell'anticorpo AZ, o delle possibili
vittorie di pirro di Lilly in oncologia, o del mezzo flop dell'inibitore
RdRp di Atea/Roche. Temi importanti, molto.
Ma...
Ma
l'attualità italiana presenta tutt'altre urgenze: quelle di un
provvedimento (il "nostro" green pass) che non ha precedenti nella
storia del paese. Niente a che vedere con le vaccinazioni obbligatorie
sempre esistite in varie professioni: quante volte è successo che la non
ottemperanza implicasse la perdita dello stipendio o della possibilita'
di lavorare? Ora, la cosa sarebbe al limite comprensibile (non
giustificabile), se fosse una risposta indotta dal panico causato da
coperture vaccinali inesistenti a fronte di una protratta emergenza
pandemica. Piccolo particolare: così non è, perché le nostre coperture
vaccinali sono alla pari con la media europea - e in buona parte del
continente a nessuno è venuto in mente qualcosa del genere, anzi,
ricordo la contrarietà al green pass (in versione ben più blanda del
nostro) dei partiti socialdemocratici nordeuropei (UK inclusa).
E
poi c'è la questione di principio. La "ragione sanitaria" (determinata a
piacere) che travalica qualsiasi altro diritto, compreso quello al
lavoro e quello allo studio, che gli vengono subordinati. Nel nome
dell'emergenza epidemica, come se non ne esistessero altre.
Ci sono paesi in Europa dove si vive e si lavora normalmente con una quantità di casi (casi, non ospedalizzazioni o decessi) che in Italia farebbero gridare all'apocalisse e chiudere tutti in casa con l'esercito nelle strade. Qualcuno dirà: il GP serve proprio a questo, ad evitare nuovi lockdown. Staremo a vedere. Questo potrebbe anche essere un assioma politico (visto che c'è il GP, non ci saranno nuovi lockdown, qualsiasi cosa succeda). Potrebbe però rivelarsi un assioma insostenibile, e in ogni caso sacrificargli il diritto al lavoro...
P. litiga con la sedia della sedia riunioni, ergonomica ma non troppo
visti i suoi chili in più. "L'immobilità forzata a casa dello scorso
anno ha peggiorato la situazione", commenta sconsolato.
Quando era
rientrato fisicamente al lavoro l'estate scorsa, dopo lo smartworking a
cui da bravo analista di dati era stato relegato, entrando nel mio
ufficio aveva esordito con un "Sto diventando complottista". Ed aveva
argomentato che la gestione pandemica, i modelli ed i numeri non gli
quadravano. "Sai ho avuto tempo, e due modelli li so fare anche io...".
Superfluo dire "certo caro, è il tuo mestiere", superfluo aggiungere
"non sei il primo che me lo dice", o meglio, non sei il primo che me lo
sussurra, convinto che il suo pensiero "alternativo" sia al sicuro con
me.
Non pago P. aveva insistito, "ma senti io ne ho provato a
parlare, ma qui, non se ne rendono conto? cioè voglio dire...son tutti
PhD, ci lavorano anche loro con i dati...?". Io avevo allargato le
braccia e consigliato di tenere un profilo basso perché quando sei
dentro un sistema la prima regola è sopravvivere: "Sai alle volte è più
semplice leggere La Repubblica e attenersi alla linea: qua la maggior
parte fa così...".
Passato un anno siamo ancora allo stesso punto e
P. non si consola, mentre lotta con le leve della sedia. "Ma scusa
questi hanno studiato, c'hanno i dottorati, ma le domande non se le
fanno?".
La risposta è d'obbligo, con le dovute spiegazioni: no,
proprio perché hanno studiato le domande non se le fanno. Il percorso
scolastico, gli studenti quelli bravi, questo fanno: danno le risposte
giuste e passano esami. "Per passare un esame, non devi capire,
devi...dare le risposte giuste. E questo vale per tutto il percorso
scolastico. Quanti esami invece che la materia studiavi il professore?
Quante volte gli rispondevi quello che voleva sentirsi dire? Dì la cosa
giusta, fa la cosa giusta, rispetta le regole nel sistema e vai avanti.
Vai avanti anche contro il senso logico. Vuoi una visione disincantata
di cosa sta succedendo? Parla con il meccanico, con i macellaio, gente
che da una vita, nella loro piccola officina o bottega, prende decisioni
che hanno una conseguenza pratica e immediata. A loro le favole
interessano poco quando cozzano con la realtà dei fatti"
Già perché
"quelli studiati" spesso e volentieri si trincerano dietro i loro titoli
e smettono di elaborare. Titoli. Attestati, Esami passati. Idoneità. La
pila di carta che si alza senza necessariaemnte un contenuto dietro.
Ed lo dico perché ho una discreta abilità nella "collezione dei pezzi
di carta", e con l'andare degli anni ho collezionato sempre di più
investendo sempre di meno, stante un costante abbassamento del livello
generale.
La borghesia contemporanea, il perbenismo, l'ipocrisia di
una classe media si basano su questo, si auto sostengono sulla base
della pila di carta che spesso si autoconferiscono, senza porsi troppe
domande. Anzi, ponendosi meno domande possibili. I servizi rivoluzionari
sono quelli di Report e delle Iene, e tu ti chiedi come facciano a
parlare di quello senza riuscire a trarre mezza considerazione dal
lavoro che fanno giornalmente.
Con questi occhi qui osservo le
dichiarazioni, di una semplicità disarmante, di una logica scevra da
compromessi di chi mette in gioco il poco che ha in uno sciopero a
oltranza per chiedere la rimozione del green pass.
Serviva qualcuno con un lavoro reale, fatto di carichi sospesi, turni massacranti, conti da far tornare a fine mese.
Un lavoro che si tocca, condiviso con persone in carne ed ossa, che
hanno una vita simile alla tua, per riportare il discorso dal virtuale
al piano della realtà.
Perché a loro di una propaganda del vaccino
fatta a scapito del loro lavoro non importa un granché. Vedono già cosa
c'e' oltre, cosa c'e' dietro.
E così nella roulette del passaporto
verde, dove c'è in ballo molto più di "farsi un vaccino", non si trova
posto per scommettere né sul Nero né sul Rosso. Per necessità non ci
resta che provare a puntare quello che ci resta sullo 0.
Il fatto è che qualche tempo fa si poteva constatare con costernazione che la destra politica si stava appropriando dei temi fondanti della sinistra (diritto al lavoro, presenza dello stato in economia etc), ma oggi un'area che si definisce sinistra fa propri temi che storicamente appartenevano alla destra (reazionaria od estrema).
Nel mondo fantastico della retei può capitare che uno (chi scrive) passi parte della domenica con
un cineforum a tema Costa Gavras (da "Z - l'Orgia del Potere" a "Music
Box", passando per límprescindibile "Missing"), e che due giorni dopo
venga accusato di essere collaterale a Forza Nuova.
Perché il green pass è "ordine pubblico".
Ecco, quando sento "ordine pubblico" sparato in questo modo a me viene
in mente Junio Valerio Borghese che parla "per l'ordine pubblico" (e i
critici del suffragio universale ricalcano Pino Rauti, che a loro
piaccia o no, se ne facciano una ragione una volta per tutte). Guardate
questo video: https://www.youtube.com/watch?v=4-SwIjI7I_A
. "Dagli all'untore!", in purezza, e siamo sullo stesso piano di "dagli
al nero", "dagli all'ebreo" - l' odio per il diverso, in questo caso
coperto e legittimato dal politicamente corretto.
Se c'è stata un'opera di grande significato nella storia della RAI si tratta de "La notte della Repubblica", di Sergio Zavoli. Questo è un mio piccolo contributo all'alfabetizzazione degli analfabeti politici che in giro sparano giudizi e sentenze.
E arriviamo velocemente alle conseguenze
Chiariamo
un punto fondamentale: il green pass è una misura normativa, inerente
la politica sanitaria. In quanto tale è intrinsecamente dibattibile e
opinabile.
Il professore oggetto del procedimento disciplinare non si
è prodotto in apologia del terrorismo o dell'eversione dell'ordine
democratico. Ha spiegato la sua contrarietà al green pass. E poi avrebbe
detto che i vaccini sono un'arma di sterminio di massa (sigh). Quindi
la reazione di molti sarà: "E' un novax-duro-e-puro, è giusto il
provvedimento disciplinare".
A parte lo sterminio e simili
delirii, contrariamente a quello che si vuole far credere, essere
contrari al green pass non implica essere renitente al vaccino anticovid
o novax o negazionista della pandemia o fascista o altro, a meno che in
tali categorie non rientrino tutti i mille e passa firmatari dell'
appello dei docenti universitari contro il green pass, Barbero compreso (https://www.lastampa.it/.../l-appello-dei-docenti...).
Il
discorso di Ioannidis (vedi post precedente) sulla militarizzazione
della scienza si applica anche al contesto più ampio: c'è chi cerca di
colpire in ogni modo chi non marcia al passo - no, non il modo migliore
per condurre una campagna di vaccinazione di massa, per usare un
eufemismo. E se questo andazzo si estende all'operato dello stato nelle
sue varie articolazioni allora ci deve preoccupare.
Per quale motivo?
Perché alla fine si arriva a un interrogativo non banale:
proteggere la liberta' di espressione di novax (quelli veri) e fascisti è proteggere la liberta' di espressione di tutti?
Io
sono propenso a rispondere di sì (basta che non vengano a rompere qua
sopra). Se non altro perché so fin troppo bene quanto le etichette siano
estensibili a piacere, secondo il comodo del primo che passa (quando
hai sentito definire fiercepharma sito novax e endpoints sito di fake
news le hai viste tutte e sai cosa ti puoi aspettare