domenica 29 marzo 2020

COVID-19: OFF LABEL RAZIONALE E MENO RAZIONALE





COVID-19: L'OFF LABEL RAZIONALE E I SUOI RISULTATI

JAK, alias Janus Kinase: piuttosto popolare ancora una quindicina di anni fa in oncologia, sembrava un bersaglio promettente. L'esplorazione dell'albero delle chinasi aveva già dato risultati rilevanti in oncologia: EGFR, VEGFR, BCL-ABL, RAF/BRAF (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/12/i-passi-avanti-della-farmacologia.html)
Invece l'inibizione JAK ha dato risultati prevalentemente nell'area delle patologie autoimmuni, artrite reumatoide in primis.
Quando sono venuti fuori i primi risultati con tocilizumab era abbastanza chiaro che un inibitore JAK avrebbe potuto funzionare allo stesso modo.
Il perché lo vedete nell'immagine: invece di "spegnere" il recettore si blocca il "segnale" che rilascia all'interno della cellula.
Per pietà, nessuna replica di studiatissimi che arrivano alzando il ditino a dire "E' infiammazione, non è reazione immune", Chiamatela come vi pare, è questo, quello che vedete nell'immagine.




REGOLAZIONE FARMACEUTICA E EMERGENZA 2 - IL LIVELLO E' QUESTO


Che poi, se uno si chiede com'è possibile, le risposte le trova pure: Il livello è questo, propro questo qua. Far prescrivere ai medici di famiglia terapie che non funzionano:
Il NJEM è ormai questione abbastanza vecchia:

e non fa che confermare quello che era ovvio per chiunque ne capisse qualcosa: i farmaci anti HIV non funzionano su COVID (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/03/covid-19-gli-antiretrovirali-non.html )

Ora vi renderete conto che il "non disturbare il guidatore", "pensiamo a combattere uniti questa guerra" e via dicendo è piatta retorica tesa a distogliere dai danni di questo tipo di gestione. "Eh, ma gli AntiRetroVirali li sta testando anche OMS". E con questo? Cambia qualcosa? Continuano a non funzionare. Ma viene il sospetto che lo sappiano, e lo sappiano molto molto bene...


DA TWITTER: COVID-19, UN MINITHREAD

#covid19italia il grillismo sanitario ereditato da Speranza
l'idea eccellente di Ascierto era: con tocilizumab è off label, non sperimentazione, e invece niente (al di là dei problemi di scorte)

questo preciso off label messo al guinzaglio come sperimentazione dal ministero col decreto Cura Italia del governo (su parere CTS AIFA? probabile, leggendo in giro)

mentre l'off label generalizzato di anti HIV, clorochina, idrossiclorochina etc va benissimo, si faccia pure
tanto sono generici, mica c'è dietro Big Pharma.



Nell'immagine il commento di uno studente di medicina piuttosto sveglio che mi segue, e si parla dell'associazione Lopinavir-Ritonavir, cioè degli anti HIV per AIDS. i numeri tradotti per chi non parla la lingua significano: il trend posivo sulla mortalità se c'è è meno che esiguo, ed estremamente incerto. Il link è qua https://www.aifa.gov.it/-/aggiornamento-sui-farmaci-resi-disponibili-per-covid-19-al-di-fuori-delle-indicazioni-terapeutiche .

PPS: remdesivir, tocilizumab, inibitori JAK sono tra i trattamenti disponibili o di vicina disponibilità i più promettenti (e con un solido razionale): sono tutti farmaci evoluti, sviluppati in questo millennio o in questo decennio. Appartenenti a classi terapeutiche diverse, sono tutti espressione di quel che si chiama "lo stato dell'arte". E in due casi si tratta di piccole molecole. Sarebbe bello se problemi nuovi e complessi come la pandemia COVID-19 fossero risolvibili con vitamine, decotti d'erbe, vecchi generici, ma non è così. Sarebbe ancora più bello se i molti si rendessero conto che per fortuna abbiamo strumenti evoluti e utili, e dell'immane quantità di lavoro che è servita a svilupparli.

sabato 28 marzo 2020

LA PICCOLA COREA DEL NORD EST (MA SENZA IL GRANDE FRATELLO)



Zaia non mi sta simpatico. Dalle uscite sui pipistrelli alla rincorsa di pulsioni securitarie, fino al voler cavalcare al volo la vicenda avigan, non mi piace.
Ma in questo eccellente articolo Cristina da Rold fotografa il modello veneto di gestione dell'epidemia, e stando ai dati disponibili è ad oggi il migliore del nord (nessun ospedale collassato).
Il tutto basato su quella politica "quanti più tamponi possibili" che è stata presa a bersaglio da quasi tutti, e non piace all'OMS. Ma è la politica alla base del modello coreano del sud, abbinata con un controllo digitale dell'individuo che non risparmia nessuno.
C'è chi vorrebbe in Italia una gestione Cina+Corea (lockdown militare E controllo capillare degli individui ma niente tamponi a tappeto).
La piccola Corea del nord est invece potrebbe offrire un esempio di gestione ottimale dell'epidemia, andando contro quel che si dice delle prescrizioni OMS, contro il ministero e i grandi nomi della comunicazione medica. https://www.infodata.ilsole24ore.com/2020/03/24/43572/?fbclid=IwAR2mFzTZMkmZ1vbq4STFvBToEolmekCjr3GRhIcDevLcg3NqJvxcaaimtmQ

venerdì 27 marzo 2020

L'INNOVAZIONE FARMACEUTICA FA SCHIFO




Quanti sanno che dal 2012 l'influenza grave è curabile con una singola endovena che ti ripulisce dal virus?
Quanti sanno che l'epatite C prima del 2014 non era curabile? E chi sa cosa è successo nel 2014 per capovolgere la situazione?
(Ovviamente i lettori storici di questa pagina lo sanno)
Nell'autunno 2014 la notizia non fu "L'epatite C è diventata curabile". La notizia fu "un farmaco contro l'epatite C costa un'esagerazione".
Era vero, che costava un'esagerazione. Ma quale stato avrebbe mai messo sul piatto i circa due miliardi di dollari necessari allo sviluppo clinico? Nessuno. Chi li ha messi, quei soldi? Banche e finanza. E secondo voi chi c'era dentro con il capitale quando nel 2014 sofosbuvir fu approvato si accontentò di meno del 20% di ritorno sull'investimento? No di certo. Rendimenti più bassi si ottengono con investimenti molto meno rischiosi.
Sì, perché la ricerca e sviluppo farmaceutica è un'attività altamente rischiosa e molto costosa, con chance di successo dell'ordine del 10%.
Per questo piace sempre meno. 

Non piaceva ad Sir Andrew Witty, l'allora CEO di GSK, una decina di anni fa, quando parlò di fine del modello blockbuster (blockbuster è un farmaco che fattura una miliardo o più all'anno). Il fatto che dopo 10 anni di ristrutturazioni della propria ricerca mondiale GSK non aveva tirato fuori un ragno dal buco non c'entrava nulla, ovviamente. In effetti quando qualcuno di loro ci riusciva (vedere Tykerb) prima disperdevano il gruppo di ricerca, seguendo la dottrina (idiota) che nella sua vita un gruppo non può avere successo più di una volta,
e poi neanche riuscivano a vendere il prodotto "perché non avevano capacità commerciale in oncologia" (GSK ha finito per cedere la propria oncologia a Novartis, ricevendo in cambio i loro vaccini). 

Inciso, parlando fuori dai denti: l'insostenibilità del modello blockbuster era predicata verso il 2010 da chi aveva ri-ri-ri-ri-ristrutturato le ricerche o da chi dopo un passato glorioso "trattava i ricercatori come funghi" ("leave them in the dark and feed them shit").

Non piace alla finanza (https://www.fiercepharma.com/financials/car-t-and-other-gene-therapies-may-not-be-sustainable-businesses-for-pharma-analyst). Salveen Richter, analista di Goldman Sachs, in una nota agli investitori, indicava Gilead come esempio di una azienda che che aveva sofferto finanziariamente per aver curato i pazienti. Il successo del franchise epatite C dell'azienda, che include gli ormai ex megablockbuster Sovaldi e Harvoni "ha gradualmente esaurito la popolazione dei pazienti trattabili", diceva, e il cash flow era calato.

Non piace neanche a certi MBA (Master In Business and Administration) che lavoravano per una delle poche multinazionali con un modello di business reasearch oriented. Kelvin Stott, portfolio manager di Novartis, parlava di corda a casa dell'impiccato, prevedendo per questo anno, il 2020, l'azzeramento del ritorno sull'investimento nella ricerca farmaceutica (https://www.linkedin.com/pulse/pharmas-broken-business-model-industry-brink-terminal-kelvin-stott/)

Non piace alle ONG, che da sempre fanno la guerra ai prezzi dei farmaci, in modo anche grottesco.(https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/02/epatite-c-medecins-sans-frontieres-vs.html).

Non piace a molti medici, perché viene dall'industria farmaceutica. Le polemiche sui costi dei nuovi antitumorali sono una nota costante, e quelle sulla loro inefficacia pure (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/nuovi-farmaci-oncologici-e-benefici.html). Uno come Vinay Prasad s'è fatto un nome andando contro l'industria farmaceutica, spesso con argomenti surrettizi (sviluppare un nuovo farmaco non costa certo una cinquantina di milioni) e recentemente con uscite in tono (non ci saranno antivirali efficaci contro COVID-19.

Lungi da me difendere l'industria farmaceutica nel suo insieme: diverse grandi negli ultimi 15 anni hanno avuto performance penose, alcune hanno collezionato class action e multe per un totale di miliardi per pratiche scorrette.

Ma in giro c'è una corrente di pensiero che partendo da giuste e sacrosante considerazioni sul conflitto di interesse in medicina, poi insiste sul tema della sostenibilità...
E magari alla fine si diventa fan di Vinay Prasad, e si sposa l'ideologia delle ONG: farmaci a basso costo e accessibili, abbasso l'industria - che è come dire: uova gratis per tutti, abbasso le galline.

Quindi tutti quelli che parlano di "Salvare vite" la dicono a metà: manca sempre "Ma solo a prezzi modici".

CI FOSSERO STATI INCENTIVI; LA CURA PER COVID-19 ERA GIA' LI'



"Se ai ricercatori farmaceutici fossero stati offerti incentivi adeguati a metà anni 2000, probabilmente ci sarebbe stato un farmaco disponibile per COVID-19 oggi" (https://www.nature.com/articles/d41586-020-00888-7?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=62eef63063-briefing-dy-20200326&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-62eef63063-44112225)

Ah, non si parla di accademia. Se ve lo ricordate l'accademia ha prodotto poco o niente (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/01/antivirali-contro-i-coronavirus-come.html).
Si parla di industria farmaceutica, visto che nel 99% dei casi i farmaci vengono da lì.
L'articolo merita la lettura, ma traduco un passo chiave:
" Gli economisti lo chiamano fallimento del mercato. Senza prospettive chiare di ricavi dall'investimento in farmaci per future epidemie, la maggior parte delle aziende si focalizzano su potenziali blockbusters. Questo è il motivo per cui i settori pubblico e privato devono lavorare assieme"

L'autore fa l'esempio di collaborazioni tra aziende e associazioni, ma a parte rare eccezioni abbiamo ben visto come l'approccio NON funzioni. Anche perché il più delle volte si tratta di iniziative straccione che portano a niente: caso eclatante la TBC. Otsuka ha fatto un eccellente lavoro con delamanid. TBC Aliance in 20 anni ha prodotto solo pretomanid, farmaco con un profilo peggiore che è stato usato per ottenere da Otsuka prezzi più bassi (meccanismi che incentivano da matti, vero?).

No, serve lo stato. Gli USA hanno le loro idee su ciò che è strategico, e la collaborazione che porterei ad esempio è quella che in risposta all'epidemia AH1N1 del 2009 portò allo sviluppo di peramivir IV (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/lo-stato-e-lo-sviluppo-farmaceutico-un.html),

Però sistemi sanitari come quelli europei attuali non sono interessati a nuovi farmaci, ma di base solo a nuovi farmaci sostenibili (cioè economici, molto economici o estremamente economici).
Per questo il tedesco che era andato a Wuhan non aveva in mano niente (https://www.nature.com/articles/d41586-020-00190-6).


giovedì 26 marzo 2020

DENUNCE E OSCURAMENTI, IL RITORNO DEL BULLSHIT DEATH MATCH


DENUNCE, OSCURAMENTI, BOOMERANG

Che PTS avesse in mente di questi tempi di fare qualcosa contro l'infodemia mi è apparso chiaro con la vicenda Sgarbi.
Video virale con una sequela di boiate, ne è stata chiesta la rimozione. Non mi è sembrata una vicenda rilevante. Il video di Sgarbi avrà anche avuto più di un milione di visualizzazioni, ma non è che dopo la sua pubblicazione c'erano un milione di violazioni della quarantena, o centomila (e sfido a mettere in correlazione video e denunce per la violazione delle norme vigenti).
Ma qua sopra non si fa in tempo a parlare di ritorno del bullshit death match, et voilà, è di nuovo 2017, PTS contro Montanari. Un deja vu pauroso.
Come andò tre anni fa?
Eh... tre anni fa fu l'innesco della polarizzazione sulla faccenda vaccinale, e venne dato il la per la creazione della mitologica figura dei nanocosi perseguitati dal potere.
Effetto boomerang clamoroso, che si pensò di contrastare evocando ogni tre per due azioni della magistratura (che andando a memoria non furono prese se non in un paio di casi)

E a questo giro si ripete, con l'aggravante, quanto a effetto boomerang, di tirar dentro la denuncia Byoblu, il canale complottaro più seguito in Italia (perché limitarsi a creare un martire, quando ne puoi creare due?).

Inutile che io ripeta quel che penso di Montanari? Forse no: un pataccaro nato che non ha alcun interesse a cambiare ramo (nanopatologia=ircocervologia, sugli effetti del nanoparticolato lavorano patologi senza che ci fosse bisogno di creare una pseudodisciplina usata unicamente come brand per vendere conferenze ed attirare donazioni).
Ma avendo di recente vissuto una vicenda di oscuramento, come non ho esultato per la chiusura di pagine fb tipo quelle collegate a Casa Pound, per una questione di principio, ritengo questa iniziativa molto più pericolosa della ritrovata visibilità del nanocoso. Una faccenda di democrazia, per metterla rasoterra.

IL RITORNO DEL BULLSHIT DEATH MATCH


Cos'è che viene riportato a galla dalle piene (e dalle epidemie)?
Indovinate.
Ne consegue che il solito gruppetto di soliti noti ha trovato l'occasione per ricominciare la sua produzione (di minchiate), e che questa roba ha iniziato a circolare, avvalendosi anche dell'occasionale convergenza (!) con fonti ufficialissime e certificatissime. E spesso, qui e altrove, mi arrivano domande su queste cose.
Qua un veloce elenco.

1) E' solo un'influenza, anzi, un raffreddore

L'influenza fa decine di migliaia di vittime, molte più di COVID-19.
Su questa cosa c'è stata convergenza tra medicina ufficiale che più ufficiale non si può (Gismondo) e la corte dei miracoli, con D'Anna in testa.
Il paragone con l'influenza è sballato
le migliaia di morti per influenza sono una stima, il cosiddetto eccesso di mortalità, le morti "certificate" per influenza (meno di 300, in questa stagione) non sono morti direttamente e unicamente collegabili all'influenza ma decessi di pazienti ricoverati positivi al virus influenzale, esattamente lo stesso criterio usato per il coronavirus. Facendo il paragone tra dati paragonabili, in un mese COVID ha fatto più di dieci volte i morti dell'ultima stagione influenzale. I decessi per influenza registrati con questo criterio li vedete nel grafico dell'immagine, fonte ISS/Epicentro.



2) L'inquinamento

Che in zone dove l'inquinamento è maggiore la gente abbia i polmoni messi peggio e che quindi COVID-19 possa avere un decorso peggiore è abbastanza ovvio.
Ma il virus che "coagula" sulle particelle di PM10 e così viaggia e si diffonde no, per pietà. Anche perché, come velocemente osservato da Starbuck, c'era chi sperava nelle piogge (che abbattono PM10) per vedere un calo di contagi, invece con le piogge i casi sono aumentati.
Ma il virus che viaggia via PM10 ignaro di confini e limiti di zona di quarantena è un cavallo di battaglia della corte dei miracoli, nanoaggeggi in testa, come della ricerca medica e accademica 
Ovviamente nessuno l'ha mai visto o rilevato, il virus adsorbito su PM10, ma questi sono dettagli. Dov'è finita "correlation is not causation"? Passata di moda.

3) Il delirio

Quando pensi che la situazione dell'infodemia sia pessima, c'è sempre margine di peggioramento. E cos'è venuto fuori?
Dalla frazione più schizzata in circolazione è uscita la tesi "Le campagne vaccinali in Lombardia hanno provocato l'epidemia di COVID-19", accompagnata dal solito pacchetto di articoli capiti al contrario e altri con correlazioni che tali non sono (quelle tipiche, con il Confidence Interval largo come un'autostrada a sei corsie).
Occhio, malocchio, prezzemo, finocchio, antinfluenzale e antimeningococco e hai il coronavirus made in Lombardia, oppure dilagato in lombardia dopo esser stato sintetizzato in un laboratorio (cinese, o americano, o boh, magari anche alieno... sì, moccolone, ho avuto pure uno scambio non abbastanza corto con uno che ha tirato fuori i rettiliani).
L'unica reazione ad uscite di questo genere può essere: meno social e più rehab. Vorrei capire da dove origina questa bestialità ma non ci sono ancora riuscito.

4) I nomi

Montanari, Gatti, Bolgan, D'Anna: hanno deciso di riavviare la loro bullshit machine, cogliendo l'occasione della pandemia, per ritrovare visibilità. Qualsiasi cosa esca da loro è pura deiezione taurina, perché questa è la loro ragione sociale, e hanno uno sparuto gruppo di affezionati clienti che quello vogliono, quello chiedono: tossici dell'informazione funzionale.
Quindi non chiedetemi "che ne pensi di questo?" linkando un loro post o un loro video o qualcosa dei loro accoliti (i fulminati cronici dispersi in giro per la rete). Se il marchio di fabbrica è quello, il prodotto è quello: minchiate, minchiate purissime. E di tempo per discutere delle uscite di professionisti della minchiata e casi umani assortiti non ne ho.

mercoledì 25 marzo 2020

REGOLAZIONE FARMACEUTICA E EMERGENZA


 

Praticamente subito dopo Codogno più di una volta ho notato l'assenza di iniziativa ministeriale riguardo ai protocolli farmacologici per COVID-19, in un'ottica di preparazione alla riduzione del danno. D'altra parte alcuni miei contatti, medici ospedalieri, mi hanno confermato che il ministero si è dimostrato estremamente riluttante a prendere misure riguardo problemi assai più semplici di gestione del paziente (e quindi si continua ad andare a sentimento di ospedale in ospedale, perlopiù)

Quando ho invocato un intervento del genere sicuramente qualcuno avrà pensato: "Eh ma mica si può fare, non lo fa nessuno".
In realtà no, non è vero, non solo lo fanno, ma si sono preparati a farlo e da tempo:

"L' autorità dell' Autorizzazione all'Uso di Emergenza (EUA) permette a FDA di aiutare il rafforzamento delle misure di protezione della salute pubblica contro minacce chimiche, batteriologiche, radiologiche e nucleari facilitando la disponibilità e l'uso di iniziative mediche di contromisura durante le emergenze di salute pubblica...
Il Commissario di FDA può permettere l'uso di prodotti medici non approvati o l'uso non approvato di prodotti approvati da usarsi nell'emergenza per diagnosticare, trattare o prevenire malattie gravi o potenzialmente letali quando non ci siano alternative adeguate, disponibili o approvate".
Inutile dire che Il Commissioner di FDA ha un potere un poco diverso dal presidente di AIFA. Ma se guardo questo video, che parla senza nominarlo di tocilizumab (https://www.youtube.com/watch?v=ekico64Stcg&feature=emb_logo) mi dico che qua anche se sei un medico con un nome e anche se ti appoggia il portavoce per l'estero del ministro della Sanità nonché membro del comitato esecutivo OMS, di speranze di introdurre in emergenza il tuo protocollo ce ne sono poche Che sono poi quelle previste dal decreto "Cura Italia", che ha ricondotto al solo ministero l'iniziativa di sperimentazione di farmaci, di fatto riducendo le autorizzazioni all'uso compassionevole.
E da noi tra off label e compassionate il confine è mobile. L'uso di tocilizumab sarebbe off label, ma sembra esser stato riportato nell'area del  "solo trial e solo iniziativa ministeriale".
Al tempo stesso una settimana di video virale che parla del miracoloso farmaco giapponese, e tac, uno schiocco di dita e parte un trial su avigan, suscitando le perplessità dell'originatore (https://www.ilsole24ore.com/radiocor/nRC_23.03.2020_16.23_48945692). E tra l'altro nel trial non sarà usato il prodotto giapponese, che non è in commercio, ma una cosa cinese che, ovviamente, costituisce una tripla eccezione carpiata: "generico" di un farmaco mai approvato, e quindi lo stesso generico mai approvato, senza DMF registrati o altro (non si può registrare il generico di un farmaco non approvato, perché è l'approvazione del prodotto dell'originatore che garantisce efficacia e sicurezza). Ok che siamo in emergenza, ma questa è parecchio grossa, se non enorme.
Ma ritorniamo all'off label. Il protocollo alla sperindìo (Hail Mary Protocol, per chi segue la pagina) a base di ARV è/è stato una immensa e inutile iniziativa di off label, ma su questo neanche mezza parola da parte di AIFA. L'idrossiclorochina idem, viene largamente usata off label ma anche qua non c'è da fare sperimentazioni. L'idea di tocilizumab era buona proprio per la possibilità dell'off label, ma è stata messa al guinzaglio dal ministero.
Poi se personaggi in vista si producono in dichiarazioni dal tono "non esistono antivirali che funzionano, extra vaccino nulla salus" non è che aiutino gran che, anzi  (https://www.globalist.it/news/2020/03/23/covid-19-lopalco-chi-pensa-che-si-potra-tornare-a-vivere-come-prima-si-sta-illudendo-2054941.html?www-globalist-it-pub=sunltshjg7afk8ch8g84lr6lth&fbclid=IwAR3klk0Wk-xCE0TlBMEI9Cr42JxhFhzleZBoNstScgTs4eTH1GXitN8N_qQ).
In breve l'inumano sforzo dei medici e del personale sanitario in prima linea è stato largamente penalizzato dalla completa assenza di iniziative ministeriali di contenimento del danno . Che avrebbero richiesto, evidentemente, impulso politico che non si è voluto trovare, o una forza che non si ha.
Quindi responsabilità non solo ministeriale, ma governativa, come per la gestione fallimentare della fase di allerta OMS.
Sempre che non pensiate che le immagini dei camion militari che portano via le bare da Bergamo siano state un indice di riduzione del danno.


lunedì 23 marzo 2020

SCARPE ROTTE, EPPUR DOVETE ANDAR


SCARPE ROTTE, EPPUR DOVETE ANDAR

By Starbuck

I pompieri russi che andarono a buttare acqua del fiume per placare il mostro che ribolliva e sputava in aria i propri veleni stavano andando a fare il loro lavoro. Armati di guanti di gomma e di visiere di plastica erano solo gli ultimi. Gli ultimi a tamponare alla bell'e meglio un disastro che partiva da lontano,da molto sopra di loro. Come finì la storia lo sappiamo bene: corpi tumulati in bare di cemento fuori dalla città. Qualcuno aveva sbagliato, molti altri ben lontano da lì avevano pagato, alla fine. Un prezzo alto e salatissimo.

Mi sono occupata, a ritmi alterni, di sicurezza su lavoro. Non è un lavoro popolare, sei visto nel migliore dei casi, dai colleghi, come un incrocio tra un paranoico ed un rompicoglioni, soprattutto quando dici che un lavoro da BSL2 non lo autorizzerai maaaaai in un BSL1: vadano a farlo altrove se è “un eccezione” e “devono proprio”. E non è stata tra le mie uscite più popolari quella di sconsigliare le riunioni in flesh and bones previste per questo mese: mi è stato chiesto se ne ero proprio proprio sicura. Ma eravamo a fine febbraio, per tutti mi stavo preoccupando un po’ trooooooppo per una banale influenza.

Mi preoccupo sempre troppissimo. Ad esempio, quando avevo visto la serrata Cinese del loro maggior comparto produttivo, visto e considerate il loro “spassionato amore” per il rispetto dei più alti standard di sicurezza del lavoro anche a scapito della produttività, mi si erano rizzati i capelli in testa ed avevo sussurrato un “cazzo”, seguito da un “speriamo bene”. Ma… io non sono una che nutre grandi speranze e difatti uno scenario di “cosa facciamo se arriva qua?” solo così, per deformazione professionale, me lo ero fatto, in testa… Certo, nulla di particolare livello, solo un’accozzaglia di accorgimenti dettata dal buon senso miscelata a quanto visto accadere in Cina: sicuramente, mi dicevo, quelli ai piani altri l’avranno pensata meglio.

Certo capisco che bisogna essere fedeli alla tradizione, lì, ai piani alti, in termini di lungimiranza ed ottimizzazione delle forniture … ed arriva da lontano e parla di Russia, di scarpe di cartone e di un inverno troppo rigido per una divisa estiva. “Sulla via del ritorno quelli che erano contadini tra i cumuli di neve individuavano quello che era la montagna dei resti per concimare ed andavano a scavare per ricavarne una mezza carota, una cipolla marcita”. Storie epocali, da far rizzare i peli sulle braccia, che raccontavano gli amici di mio nonno.

E ad osservare come viene gestita la situazione odierna, noto che non ci sono stati miglioramenti nell’ultimo secolo, a livello gestionale, sempre lì, ai piani alti. Vedo, e non so se ridere o piangere, sul sito di regione lombardia, l’appello a “fabbriche in grado di produrre mascherine” a contattare la regione (e a donazioni per gli ospedali…). Oggi, Marzo 2020. Ma quando dalla Cina arrivavano notizie preoccupanti, quando l’OMS lanciava I primi allarmi, a nessuno è venuto in mente di fare “una piccola scorta”? un piano di riserva, in caso si avverasse, foss’anche per colmo di sfiga, the worst case scenario?

E mi chiedo cosa racconteranno un domani ai loro nipoti, i medici, gli operatori sanitari, dipendenti pubblici, mandati in ospedale ogni mattina ed ogni sera, senza DPI neanche lontanamente adeguati, senza pause, senza tregua o riposo.

Certo loro continueranno ad andare. Andrà al lavoro anche la cassiera del supermercato con la mascherina a cui magari ha rinuciato il capo reparto, che è fuori e regola la fila. Ed il corriere che continua a distribuire pacchi, senza guanti. E tanti altri, figure fondamentali, spesso dipendenti pubblici, a maggior contatto col “pubblico”, senza l’ombra di un DPI.

Si indubbiamente si può, si può fare. Si può rischiare. Si può uscire dalle mura, con l’ascia in mano, spaccare la botte piena di polvere e ricoperta di pece, appiccare il fuoco. Far saltare le armi d’assedio, dare respiro agli assediati: che si procurino cibo abbastanza per sopravvivere alcuni mesi, fino all’arrivo degli aiuti. Si può fare. Se riesci a tornare dentro le mura sano e salvo sarai dimenticato. Se invece salterai insieme alle armi d’assedio ed al bidone di polvere e pece sarai un eroe.

Come quei semplici pompieri. Come quelli con le scarpe di cartone

Ma forse, stavolta, l’assedio si poteva e si doveva evitare.

Ci rivedremo, spero tutti, quando la città tornerà libera.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...