mercoledì 13 giugno 2018

SCIENZE, INNOVAZIONE E HYPE

Era un convegno. Non dirò il tema, ma avevo accompagnato un mio amico accademico che, come tanti, all'epoca, aveva messo su una spin-off universitaria. Nel tempo libero lo avevo aiutato a sondare il sito catalitico (poco mappato) di un enzima di una certa importanza a cui lui aveva dedicato svariati anni. Erano venute fuori cose interessanti, una "fluorophenyl pocket" di cui nessuno si era mai accorto. "Articolo?" gli avevo chiesto. "Soldi, basta articoli, altrimenti non ho di che pagare un altro anno a X". X era il biologo che lavorava ai progetti della spin off. La spin off aveva per le mani qualcosa che non era un diagnostico e non era una piattaforma tecnologica, ma era un po' l'uno e l'altro. Ovviamente non riuscì a vendere gran che e la spin off è chiusa da un pezzo (è dura trasformare un accademico italiano in entrepreneur delle life sciences). Comunque, nelle pause tra una sessione e l'altra conobbi un biologo, giovane. Era il socio "scientifico" di una startup che lavorava sui siRNA (Small Interfering RNA, https://en.wikipedia.org/wiki/Small_interfering_RNA). Al bar del centro convegni, dopo il quarto vino bianco, sparò la sua "Voialtri, con le vostre piccole molecole, con gli anticorpi monoclonali e quei tre o quattro peptidi, tra cinque anni sarete obsoleti. Noi silenziamo i geni."
Inutile dire che una decina e più di anni dopo la sua startup è morta (ma non senza lasciargli soldi in tasca, ritengo) e "nel giro" non sta gran che bene parlare di siRNA: miliardi e miliardi bruciati, ottenuto il nulla più liscio che si possa immaginare. Hanno avuto più successo quelli che lavoravano su antisense drugs basate su DNA chimerici, il che è tutto dire.
Gli hype cycle sono come le bolle finanziarie (e le alimentano): alla fine sono state bruciate risorse, ma qualcuno che ci ha guadagnato c'è sempre. Da noi, non da ultimo un qualche Innovation Manager (di solito ingegnere gestionale), o un qualche Tecnologo (gente spesso pagata dal pubblico, di solito per farsi raccontare idiozie di cui il decisore politico ha sentito parlare - per via dell'hype - ma che non ha idea di cosa siano o come funzionano).
Perché piace la startup dell'IT, alla finanza e ai finanziatori? Perché paghi niente (una manciata di migliaia di euro e i due soci ragazzini vanno avanti per mesi) e potenzialmente guadagni molto se tirano fuori la app figa. E' un po' come un gratta e vinci da un euro.
Il sistema del finanziamento dell'innovazione biotech, nel privato e prevalentemente fuori dai confini, funziona in modo assai diverso. Ci sono Venture Capitalist (di fatto fondi specializzati) che cercano il segmento di massimo aumento di valore per una nuova società con un progetto. Ormai il punto di arrivo è sempre meno la quotazione in borsa, e il più delle volte la vendita di un brevetto o dell'intera società ad una grande farmaceutica interessata a sviluppare la tecnologia. I gestori intelligenti di VC sanno che ne andrà bene una ogni dieci o giù di lì. Quindi se la possono giocare, per esempio, entrando con uno o due milioni complessivi su una startup che è nella fase hit to lead (ovvero in quella di ottimizzazione destinata all'ottenimento del candidato clinico) e vendendo tra i 6 e i 10 milioni il candidato clinico (o la società). Oppure possono giocare sull'hype e cercare di far cassa su tecnologie di cui si parla molto, cercando qualcuno che dice di averne una molto più sexy delle altre. E poi rivendendo il pacchetto a caro prezzo a qualche grande con manager sufficientemente scemi, avidi, carrieristi.

Chimica combinatoriale, siRNA, sirtuine, farmaci antisense, Computer Aided Drug Design. Oggi è il momento di Artificial Iintelligence Aided Drug Design e CRISPR: guardate la capitalizzazione al NASDAQ delle società basate su queste tecnologie e che non hanno ancora uno straccio di prodotto pronto per il mercato, e chiedetevi quando la bolla scoppierà (perché scoppierà) se sia stata fatta innovazione o se sia stata solo un'altra speculazione finanziaria.

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