domenica 1 luglio 2018

VACCINI: I GRANDI CLASSICI 3 - ALLUMINIO


Nota di metodo: i dati della miniserie "Grandi Classici" vengono da toxnet, database del National Institute of Health (NIH). Quindi il primo titolato o non titolato che arrivasse a commentare sotto questi post con le parole "cherry picking" sarà spernacchiato.

Alluminio, ovvero la nota dolente. Se sul Thimerosal ormai il consenso è diffuso e può essere eliminato dalle formulazioni, se la formaldeide residua entro i limiti dichiarati non è un problema, con l'alluminio si arriva al punto ineludibile. Anche certi vaccine advocates lo usano come argomento: i vaccini polivalenti per loro sono meglio dei monovalenti perché in questo modo si limita il dosaggio di alluminio. Sull'alluminio quindi il nervosismo è alto, la tensione costante, e la polemica ha dato il peggio di sé, producendo una quantità imponente di ciarpame e idiozie.
Non parleremo qua di Al(0), ovvero alluminio metallico, né di allume di potassio (a quelli che "con l'alluminio in genere non c'è problema" farei acquisire familiarità con AlCl3, Litio Alluminio Idruro, DIBAL-H e soprattutto con il composto più amato, si fa per dire, nella sintesi chimica, il Trimetilalluminio).
Qua parleremo di Alluminio Idrossido, Al(OH)3, ovvero il più diffuso adiuvante usato nella formulazione di vaccini, e quello di cui non si può fare a meno.
E sappiamo bene che, assunto per via orale, ha una tossicità di fatto nulla (ma ci sono casi interazioni con assunzione di alcuni farmaci).
Partiamo ancora una volta da LD50, che ricordo è il dosaggio che provoca la morte nella metà delle cavie usate per il test di tossicologia acuta.
LD50 nel ratto per os è superiore a 5g/Kg. Il che vuol dire che a far mangiare a un ratto idrossido di alluminio è più facile ucciderlo per indigestione o blocco intestinale che per effetti tossici della sostanza.
E la cosa non dovrebbe stupire, date le migliaia di tonnellate di Maalox che gli esseri umani hanno consumato negli ultimi 50 anni.
Quindi non c'è problema? No, non c'è problema a mangiarlo, l'alluminio idrossido. Perché somministrato per iniezione intraperitoneale LD50 nel ratto è 1.1g/Kg. Tossicità sempre molto bassa, ma non paragonabile a quella dell'assunzione orale.
E poi parliamo di LD50, cioè di effetti letali. E quanto agli effetti non letali?

Qui le cose si complicano un poco, e forse qua stanno i motivi del nervosismo di molti.

[Gherardi RK et al; Brain 124 (Pt 9): 1821-31 (2001)]: Miofascite Macrofagica (conseguenze diffusi dolori muscolari e articolari, affaticamento): 40 casi esaminati, in tutti rilevate inclusioni citoplasmatiche di idrossido di alluminio, tutti i soggetti erano stati sottoposti a una o più vaccinazioni e l'insorgenza della malattia in media si è verificata 11 mesi dopo il vaccino.
[Gherardi RK; Rev Neurol (Paris) 159 (2): 162-4 (2003)]  Review riguardo la MMF.

(Gherardi è un caso curioso: il paper del 2001 è un lavoro ben fatto che non mi risulta sia mai stato confutato o simili. In tempi più recenti invece si è messo a fare review insalata mista e meta review di dati vetusti di spessore assai più esiguo)


Pubblicazioni originate largamente dal campo degli studi sulla Sindrome della Guerra del Golfo.
E considerato che i soggetti, oltre che a una massicia serie di vaccinazioni, sono stati tutti esposti in proporzioni variabili ad una serie di altri fattori (da particolato di uranio impoverito a tracce di gas nervini), si tratta di studi significativi ma non estrapolabili a condizioni "normali". In più, per vedere un qualche genere di correlazione, andrebbe capito quanto Al(OH)3 fu somministrato nei singoli individui. Altro punto: dal 1990 ad oggi le formulazioni dei vaccini sono cambiate consistentemente, ricordo lo snodo 99-2001 per l'uso di thymerosal.

Ci sono tre articoli su effetti neurotossici in modelli animali, tra cui questo
[Shaw CA, Petrik MS.; J Inorg Biochem. 103 (11): 1555-62 (2009)]. Ma occorre notare che il dosaggio di Al(OH)3 in questi casi è estremamente alto (anche nei dosaggi etichettati "bassi"), oppure si tratta di iniezioni intracraniche. Di scarsa estendibilità per quel che riguarda dosaggi molto bassi nell'uomo.
Shaw è ormai un marchio e una garanzia. Dopo anni di risultati vagamente indiziari, statisticamente non significativi e non conclusivi, ha provato ha ottenere di più ed è stato beccato: falsificazione dei dati, articolo ritirato (https://retractionwatch.com/2017/10/09/journal-retract-paper-called-anti-vaccine-pseudoscience/).

Ovviamente c'è chi, confondendo le carte, fa apparire le conoscenze attuali conclusive, eccome. Prendiamo il fronte vaccinista.
Ormai avrete capito che mediamente a un medico è rimasta addosso poca farmacologia, e quasi niente di chimica e tossicologia.
Un caso di scuola in questo senso è la Dr.ssa Leila Bianchi, pediatra del Meyer di Firenze citata da Iovaccino:
"Se il mercurio non è praticamente più utilizzato - ha spiegato Bianchi - l'alluminio, usato come adiuvante, è difficilmente eliminabile ma è presente in quantità minime: quello assunto con un vaccino è al massimo 4 mg, mentre quello ingerito in un giorno con il latte materno ammonta a 10 mg, che salgono a 40 se il bambino è alimentato con i latti formula e a 120 con il latte di soia. In quanto alle reazioni allergiche, il rischio di svilupparne una con un vaccino è inferiore a quello di diventare presidente degli Stati Uniti"

Che assumere alluminio per os non costituisce un problema lo abbiamo visto, ma abbiamo anche ribadito quel che dovrebbe essere scontato: la modalità di somministrazione cambia l'effetto della sostanza, iniettare e dar da mangiare sono cose assai diverse...

(Mi rendo conto che per la sua onnipresenza nelle formulazioni l'alluminio è un bersaglio attraente per chi contesta i vaccini, ma per inconclusivo intendo proprio che non si può concludere niente in un senso o nell'altro, per i dosaggi attualmente presenti, sulla base dei dati disponibili. Dove andare a cercare? A costo di annoiare chi legge, nei dati di farmacovigilanza).

https://toxnet.nlm.nih.gov/cgi-bin/sis/search/a?dbs+hsdb:@term+@DOCNO+575

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