mercoledì 6 febbraio 2019

SCHEDATURA




Ormai non si sta parlando più di una specifica politica sanitaria nazionale. La questione vaccinale è diventata un paradigma politico internazionale. "No jab, no play" e poi "No jab, no pay" in Australia (quali emergenze epidemiche in oceania?), obbligo in Argentina, l'esitazione vaccinale dichiarata uno dei dieci problemi della sanità mondiale da OMS.
Al che quel convegno in senato del 6 ottobre 2018, "Global Health: l'Italia driver di best practices" (https://www.facebook.com/1971621999723344/photos/a.1971629826389228/2264080347144173/?type=3&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22O%22%7D), davvero era l'indicatore che il tema è diventato un tema globale e gepolitico. Che viene spesso declinato su scala locale in modo gratuitamente coercitivo.
A questo punto la mia impressione che ci sia dietro un'idea globale "più prevenzione, meno cure" non appare così peregrina (anche perché ho perso il conto dei documenti che l'hanno declinata negli anni). In questo quadro si inserisce l'incresciosa posizione ONU su "Noncommunicable diseases " e alimentazione, con l'allegata polemica su parmigiano e prosciuttto.
La nuova conduzione del ministero della salute non mi piace. Non mi è piaciuto come è stato trattato il tema delle immunizzazioni, non mi è piaciuta la nuova AIFA all'opera (nuova governance farmaceutica, verrà rimborsato solo il farmaco meno costoso, due miliardi di minore spesa stimati). La netta impressione è che il ministero abbia sposato con entusiasmo la linea "più prevenzione meno cure" (e meno spesa per cure) - poco simpatico anche il triplicare la somma del contributo per le ispezioni AIFA.
Ma con le modalità di creazione dell'anagrafe vaccinale nazionale, beh, qui siamo un pezzo in là.
Qua la patologia non è più il morbillo, l'epatite B o l'influenza. Qua la patologia diventa la critica/dissenso nei confronti di un qualsiasi vaccino, e contemporaneamente si prende a calci nei denti qualsiasi principio di privacy dei dati sanitari individuali e si registra la difformità di opinione di ogni cittadino anche al di fuori dell'attuale fascia di età dell'obbligo vaccinale. Dovremo spiegare le motivazioni delle mancate vaccinazioni antiinfluenzali, antipneumococciche, anti zoster, che rimaranno registrate in un database pubblico?




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