mercoledì 8 maggio 2019

L'APPROCCIO DEMENZIALE ALL'ANTIBIOTICO-RESISTENZA ...





... se lo doveste cercare, dove andreste a frugare?

Volete andare sul sicuro? Documenti della Commissione Europea.

Ma se proprio non volete sbagliare il colpo c'è EU_Health su twitter.
Le ONG per la lotta all'antibiotico resistenza. Era ora! Facciamo Europeo il modello spendi bruscolini, lanci la campagna stampa, ottieni il nulla liscio (Carb-X). Ah,no, basta spendere in promozione sociale della stewardship - stretto controllo consumo e prescrizioni, come fa WAAAR. Già, infatti WAAAR si è vista assegnare l'EU Helth Award (il terzo premio, in effetti) nel 2016 (https://www.combacte.com/news/eu-health-award-ngos-fighting-antimicrobial-resistance-2016/). Se vi chiedete le motivazioni di primo e secondo premio, beh, me le sono chieste anche io. Ma ho deciso che neanche valeva la pena indagare.
La promozione della stewardship è efficace? Mah. Investire correttamente in programmi che la implementino invece sì:
Notare che in questo caso si è ridotto massicciamente il problema, ma non si è eliminato. L'infezione resistente, per quanto ridotta, rimane. La prevenzione non la elimina.

Quindi sarà la stewardship delle ONG a curarvi (Dio ve ne scampi) la polmonite da klebsiella, o l'infezione da MRSA? No, per quello non serve l'azione delle ONG. Servono nuovi antibiotici, che non verranno dai modelli innovativi di finanziamento dell'EU o dagli spiccioli di Carb-X. Nuovi antibiotici per cui pare nessuno sia disposto a pagare davvero. Mentre invece si è più che ben disposti a investire nella lotta alla antibiotico-resistenza tramite i vaccini. Detta così sembra troppo stupida, visto che non c'è sovrapposizione tra vaccini disponibili e infezioni resistenti più importanti. Ma il lobbismo ovviamente promuove questa linea (https://www.vaccineseurope.eu/media-center/vaccines-europe-paper-on-antimicrobial-resistance/) che finisce ben rappresentata negli atti (http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/A-8-2018-0257_EN.html).

Ho provato a far notare come di fatto le politiche sanitarie non siano affar nostro perché la loro linea di base, in un modo o nell'altro, viene stabilita altrove. Ma le linee guida della sanità europea quali sono?
Un tempo la Commissione si preoccupava essenzialmente di accesso ai servizi sanitari, lo si vede bene dai documenti prodotti da DG Santè.
Ma parlare di accesso alle cure mentre in osservanza al dettato economico europeo lo si diminuisce da anni in varia misura con i tagli ai budget sanitari suona ipocrita. E ad occhio si direbbe che le vicende italiane del 2017 abbiano ispirato un paradigm shift. Basta occuparsi dell'accesso ai servizi sanitari, che è un tema deprimente visto l'andazzo generale. Passiamo dalla triste contabilità sanitaria a una spumeggiante *propaganda* sanitaria su cui possano convergere stakeholders "pesanti".
E così da due anni a questa parte la musica è cambiata, e linee della politica sanitaria europea sono essenzialmente due: vaccini e agenda digitale (E-Health). E anche qua l'esperienza italiana 2016-2017 direi che è stata il punto di riferimento: le policy sanitarie definite da igienisti e economisti - e a questo punto perché non far gestire il CERN da elettrotecnici e ingegneri gestionali? Sarebbe una scelta di una linearità parabolica.
Notevole, visto che in tutto il continente qualche mese fa si gridava all'apocalisse da antibiotico resistenza, il fatto che l'UE abbia voluto trattare il tema in linea con gli indirizzi in essere.

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