mercoledì 12 febbraio 2020

CORONAVIRUS E MEDICINA TRADIZIONALE CINESE




Ovviamente non sono un medico, ma trovo sensata la posizione FNOMCEO sulle medicine complementari che possono affiancare ma non sostituire la medicina "ufficiale".
Ma quando OMS ha avallato la medicina tradizionale cinese sono rimasto perplesso come altri (https://www.nature.com/articles/d41586-019-01726-1), anche perché il fatto testimoniava un peso politico senza precedenti della Cina nell'OMS.
Abbiamo visto che sul fronte terapie in Cina si insiste con gli antiretrovirali (e Cuba ha inviato interferone, che sicuramente sarà usato e con risultati pessimi). Abbiamo visto che sul fronte della terapia sperimentale più promettente è in atto un braccio di ferro con il produttore (Gilead).
Ora viene fuori questa cosa francamente allucinante: l'ufficio per il controllo dell'epidemia di Hubei trasmette agli ospedali una nota urgente perché sia usato un protocollo della medicina tradizionale cinese, con l'uso di una miscela di 14 erbe.
Il produttore delle capsule, Yiling Pharm, finanzia ricerche sulla medicina tradizionale cinese in occidente, e sono ricerce che a Cardiff hanno prodotto in primis una mole ragguardevole di dati manipolati e immagini photoshoppate (https://forbetterscience.com/2018/02/09/cardiff-investigates-two-cancer-research-professors-for-data-manipulation/).

Vorrei far notare che questo procollo è esattamente sullo stesso livello dell'Hail Mary Protocol, e che probabilmente otterrà gli stessi risultati. Questa cosa è un'altro indice del fatto che è decisamente futile considerare la Cina come un qualcosa diventato fondamentalmente simile ai paesi occidentali - per esempio sarebbe impensabile che in un paese occidentale un'azienda si mettesse a produrre un generico prima della scadenza dei brevetti dell'originatore, c'è chi per molto meno è stato portato in tribunale, ha perso e ha chiuso bottega, invece è esattamente quello che sta succedendo in Cina con remdesivir (https://www.fiercepharma.com/pharma-asia/chinese-firm-copies-gilead-s-remdesivir-most-promising-drug-against-new-coronavirus).
Detto ciò non è impossibile che dentro la miscela di 14 erbe ci sia qualcosa che funzioni contro il virus. Le erbe usate dalla medicina tradizionale cinese sono una miniera ancora largamente inesplorata da parte della nostra farmacologia (ricordo il debito della farmacologia occidentale nei confronti dell'etnomedicina, vedere "IL SERPENTE E LA TETRODOTOSSINA").
Ma il lavoro da fare non è neanche parente di quello fatto a Cardiff: ci sarebbe da frazionare gli estratti delle erbe, testare le frazioni in vitro una per una, determinare la struttura dei composti attivi ed eventualmente studiarli dal punto di vista delle relazioni struttura/attività (SAR).
All'incirca quel che successe con Tu Youyou (lei individuò l'erba, a Merck venne fatto il lavoro sull'identificazione dell'attivo, e il risultato fu l'ultimo grande passo nel trattamento della malaria anche grave).

Ci dobbiamo fidare dell'azione delle istituzioni mediche cinesi e delle loro informazioni? Ma sì, fidiamoci. E gli arresti di blogger e privati cittadini che postano sulla situazione in Cina non sono altro che la frontiera avanzata della lotta alle fake news (https://twitter.com/WilliamYang120/status/1227510301458722816),

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