domenica 2 febbraio 2020

CORONAVIRUS: L'HAIL MARY PROTOCOL




Oseltamivir: cioè Tamiflu. Inibitore di neuroaminidasi dei virus influenzali (avete presente N nelle sigle?). Si sa che non funziona in pazienti ospedalizzati con infezione progredita (vedi review Cochrane) ma soprattutto 2019-nCoV ha delle neuroaminidasi? (unica possibile ratio: evitare che i pazienti prendessero anche l'influenza - mentre erano in isolamento? - e sperando che non ci fossero in giro ceppi resistenti)

Ganciclovir: vecchio antivirale approvato negli anni 80 per DNA virus. 2019-nCoV è un RNA virus. Ma hai visto mai...

Ritonavir e Lopinavir: due inibitori di proteasi dell'HIV. 2019-nCoV non è neanche un lontano parente di HIV, e con le sue proteasi ad ora siamo ancora indietro. Strutturalmente neanche affini al miglior hit esistente per le proteasi di 2019-nCoV . Uno sparo nel buio.

Non cercate un razionale in questo protocollo perché non esiste (e infatti il 10% dei trattati ci ha lasciato le penne).

Ah, sto parlando nel protocollo dell'ormai citatissimo articolo di Lancet (https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30211-7/fulltext ) "Epidemiological and clinical characteristics of 99 cases of 2019 novel coronavirus pneumonia in Wuhan, China: a descriptive study"

(Ringrazio Stefano Cervigni che avendo qualche dubbio al riguardo me l'ha fatto notare)

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