giovedì 25 giugno 2020

E QUI SI CONCLUDE LA SETTIMANA DELLO SCIOLISTA


Premessa: al solito la faccenda ha a che fare con l'informazione funzionale, i drogati della medesima e le bolle o echo chambers (https://theconversation.com/the-problem-of-living-inside-echo-chambers-110486). E' politica travestita da scienza o da sua promozione . Ricordate che qualcuno ebbe a dire che ogni totalitarismo ha bisogno di una base di idioti militanti, perché è di questo che parlo, a questo giro.

Avete voglia di dire "metodo scientifico", si è fatta divulgazione, si è promossa la scienza.
E' stata gettata un'esca, qualche anno fa, i boccaloni l'hanno fiutata e se la sono ingoiata: gente che non non sa né capisce un beep di questo e di quello ha preso come sacre scritture le parole di chi troppo spesso non sapeva né capiva un beep di questo e di quello.
Il risultato è stato anche un mettere il booster a gente proveniente dalle retrovie delle discipline più soft (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/08/hard-science-hard-life.html) che si è sentita in dovere di pontificare sulla natura della scienza.
Ma chi è lo sciolista? Un praticante dello sciolismo, parola che non esiste nel vocabolario italiano, ma ha cittadinanza in quello inglese: "sciolism (countable and uncountable, plural sciolisms) The practice, or an instance, of expressing opinions on something which one knows only superficially or has little real understanding of." (https://en.wiktionary.org/wiki/sciolism).
Sembrerebbe che la latinità abbia coniato il sostantivo sciolus, diminutivo dispregiativo di sciens, nella sua età più tarda, nella sua decadenza. Significativo.
Il frontista proscienza medio di solito non interviene sui post tecnici, ma piglia il via sotto quelli ordinari. Non se la sente neanche di intervenire quando si parla di attività in vitro (e un EC50 è roba semplice, mica si parla di esponenti di Lyapunov).
Poi arrivano gli sciolisti, o se volete i piccoli theologi in munere alieno: l'ingegnere aeronautico che pretende di discettare di regolazione dello sviluppo farmaceutico, il nutrizionista e l'informatico che si sentono in dovere di parlare di Dispositivi di Protezione Individuale (del resto li usano e ne prescrivono l'uso ogni tre per due) o di nuovo l'informatico, che parlando di modelli produce questa assoluta perla : "limitarsi ai dati è uno stop alle capacità di analisi" (giusto, perché mettere freni alla fantasia?). Tutta bella gente convinta di parlare di scienza, anzi, in nome della Scienza.

Perché questa spinta al commento a casaccio o capzioso (o tutti e due), tra l'altro spesso su post commentati e/o condivisi da professionisti che lavorano o hanno lavorato sul tema di cui si parla?
Perché si toccano argomenti ideologizzati, e un loro esame laico urta certe sensibilità .
E gli argomenti sono stati ideologizzati dalla narrazione prevalente.
Esiste in tante questioni inerenti la sanità, COVID compreso, un blocco di opinione che è o vorrebbe restare unico, egemonizzare la narrazione, e reagisce male alle critiche pur se circostanziate. Se non credete all'anonimo scrivente leggete nelle parole di Sara Gandini cosa può succedere a chi esprime valutazioni critiche (https://www.facebook.com/sara.gandini/posts/10223283583220602)
Nel mio piccolo posso solo dire che "a bocce ferme", cioè nell'autunno dell'anno scorso, il blog collegato a questa pagina è stato oscurato su fb e tutti i post che lo linkavano sono stati cancellati dalla piattaforma: e non fu un effetto di una violazione dei termini o di nuovi algoritmi (gli autori dell'operazione si sentirono in dovere di metterci la firma, di fatto). La cosa durò circa tre mesi.
Per scambiarmi (o volermi scambiare) per nanocontatori e simili occorre essere idioti. Idioti militanti, appunto.

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