venerdì 16 ottobre 2020

ORA BASTA (REMDESIVIR)

Mi sono strarotto di quelli che IMPERTERRITI continuano a parlare di efficacia estremamente limitata di remdesivir. Non volevo neanche postarlo, l'ultimo NEJM, perché di fatto non aggiungeva gran che a quello che si sapeva DA MESI. Per non ripetermi cedo la parola a Derek Lowe, che su remdesivir è sempre stato decisamente critico (https://blogs.sciencemag.org/pipeline/archives/2020/10/09/hard-data )

"Il New England Journal Of Medicine oggi (9 ottobre, NdCS) pubblica il report finale dal team che ha studiato remdesivir in un trial controllato e randomizzato su più di mille pazienti.
Questo gruppo è stato randomizzato e diviso all'incirca a metà tra standard of care più remdesivir e standard of care più placebo, in doppio cieco. Quindi è il panorama più solido che abbiamo sull'efficacia del farmaco in pazienti con il coronavirus
Le buone notizie sono che i pazienti che hanno avuto il farmaco hanno un tempo di guarigione più corto , da 9 a 11 giorni, 95% CI, contro da 13 a 18 giorni con il solo standard of care.
Questo è sostanzioso, ma non realmente eccezionale, che è quello che ci si può aspettare realisticamente da un singolo farmaco antivirale a largo spettro. Non parliamo di sofosbuvir che ripulisce dall'epatite C, e anche sofusbuvir non ha fatto tutto da solo.
E per l'endpoint più difficile di tutti, mortalità al giorno 29 all'11% per i pazienti trattati con remdesivir, contro il 15% di quelli trattati con il solo controllo.
Questo è un autentico passo avanti, è un farmaco meritevole di essere usato ma, ancora, non il farmaco miracoloso.
Gli eventi avversi sono stati più bassi nel gruppo trattato, e queste sono ottime notizie...
Quindi remdesivir è un farmaco meritevole, specialmente se somministrato a pazienti ad alto rischio."

Ergo la riduzione della mortalità su cui tanto si è discusso c'è, ed è del 26.6% a 29 giorni. La diminuzione del tempo di guarigione è tra 30.7% e 38.8%.
Nella peggiore delle ipotesi erano 9.310 morti in meno, a cui chi voleva salvare vite a botte di lopinavir e idrossiclorochina non è riuscito a risparmiare il passaggio in una tomba.
Mi immagino l'obiezione "Eh, ma allora non lo potevamo sapere" Certo, in compenso potevamo sapere che i farmaci anti HIV non c'era verso che funzionassero, e quindi sono stati tra i più somministrati.

(E ancora si parla di movida agostana e di mascherine sempre ed ovunque, perché il gran lavoro di istituzioni impeccabili è stato rovinato dalla cittadinanza cialtrona...)

PS. Il trial OMS... 1) Open label 2) Si è fatto con quel che c'era: "Study drugs were Remdesivir, Hydroxychloroquine, Lopinavir (fixed-dose combination with Ritonavir) and Interferon-β1a (mainly subcutaneous; initially with Lopinavir, later not). COVID-19 inpatients were randomized equally between whichever study drugs were locally available and open control (up to 5 options: 4 active and local standard-of-care). The intent-to-treat primary analyses are of in-hospital mortality in the 4 pairwise comparisons of each study drug vs its controls (concurrently allocated the same management without that drug, despite availability)." quindi quello che può sembrare un unico gruppo di controllo di circa 4000 pazienti per un totale di circa 11.000 arruolati in realtà è la somma di gruppi controllo piccoli usati qua e là vs gruppi di trattati con il farmaco o i farmaci disponibili. Nessun regolatore (occidentale) accetterebbe mai un trial con questo disegno per approvare un farmaco.

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