sabato 14 novembre 2020

CARO CS TI SCRIVO... - By Starbuck

Caro Chimico Scettico, che ogni tanto bisogna pure iniziarle così le missive...

Dicevo, carissimmo Chimico Scettico, lunedì mattina mentre distribuivo la sveglia per casa, addocchiavo la pagina per vedere come era la ripartenza. Il “Ricominciamo” ...e sotto una fila di commenti, che te li aspetti tutti in stile “hold on, hold the line”, che non deludono. E seppure era avvolto dal silenzio il caffè delle 6:45, quello che stavo bevendo, in testa avevo l'eco di un tumultuoso chiacchiericcio.

Febbraio 2019, buio fuori, neanche troppo freddo. Si era chiacchierato un pò, avevo buttato quattro o cinque sentenze su personaggi e personaggetti da social, da rete. “Tu dici?”, non mi sembravi convito, ma a me non interessava aver ragione. Normalmente non mi interessa che mi si dia ragione, mi piace al massimo fare una disanima, il gusto della dialettica, vedere se le mie logiche reggono o meno. “E quindi che ne facciamo della pagina?” mi avevi chiesto quando eravamo già ai teorici saluti. Avevo nicchiato dietro un - la pagina è tua, ed io che centro - . “Seriamente”, avevi insistito.

“Seriamente...”. Ogni tanto rispondo anche seriamente, o per lo meno sinceramente. E lo avevo fatto anche quella volta lì: secondo me la pagina non avrebbe cambiato le sorti del mondo, e neanche le politiche sanitarie del paese Italia. Se c’era un treno da prendere per cambiare qualcosa, a mio avviso qualcuno aveva preferito farlo deragliare col tritolo qualche mese prima, piuttosto che provare a salirci su. Per cui...per cui qualcuno avrebbe domani magari esaltato la pagina perchè gli tornava comoda, e l’avrebbe biasimata 3 giorni dopo perchè rimaneve invisa in quel momento. Conclusione “se vuoi andare avanti, vai avanti, ma fallo così come si scrive un diario, se ti va lo fai, se non ti va, lo lasci lì e poi magari lo riprendi: tutto qua. Nella vita c’è sempre altro da fare”. ...e personalmente mi ero data un limite: un picco di contributi da lì alle elezioni europee e poi, quello che veniva veniva, se veniva, ma con ancor meno pretese di prima.

Lo so, sono una pessima fan, una pessima groupie, ma ho sempre avuto il difetto di dire quello che penso e fare quello che dico. E là fuori il “dibattito intellettuale” giace sotto talmente tante spanne di terra e concime che la vanga e l’olio di gomito di quattro sfigati che provano a spalare per risollevarlo fuori dalla tomba non serve a molto, mentre gli altri intorno si affannano a guardare e commentare coi vestiti candidi e le mani sotto le ascelle, e alla fine non credo ne valga la pena. Però io sono io: estremamente cruda e realistica, pragmatica al midollo....anche se qualcuno dice “malinconica”.

Dopo il capitolo vaccini, c’è stato il capitolo COVID, che è ora arrivato allo stesso punto del precedente, solo su più vasta scala perchè qua il gioco tocca la vita di tutti: come vuoi che lo commenti? Con le parole del mio collega P., che mi informa che se li è guardati anche lui due numeri (“sai, il lock down ha lasciato tanto tempo per studiare”) e che mi informa che i medici non sanno la matematica? O con quelle di S., che qualcosa l’abbiamo pubblicata insieme ai tempi andati, che “due cose di modelli previsionali le so pure io” e che ha preso questo evento come occasione per ripulire la lista dei contatti? Che vuoi che ti dica, quando sai perfettamente come esco dagli “uorcsciop” con quelli del mio settore? Cosa potrei aspettarmi che succeda negli altri, di settori?

Per cui caro Chimico Scettico, come dicesti una volta, siamo uomini e donne di mondo e se vuoi possiamo anche stare qui a contarcela, in assenza di coprifuoco, anche dietro un caffè più o meno silenzioso. Ma con lo spirito che comunque rimarranno chiacchiere tra di noi, seppur dietro ad un ottimo caffè.

 

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