venerdì 18 dicembre 2020

H-INDEX, REGOLAZIONE FARMACEUTICA E CULTURE CLASH

https://www.ilriformista.it/scienziati-italiani-bocciati.../

Non ho mai dato peso particolare a H-Index e Impact Factor.
In primis perché non sono un accademico. In secondo luogo perché quella che per anni è stata la mia rivista di riferimento, Organic Process Research And Development, aveva un Impact Factor molto basso e pubblicava autori con H-Index bassissimi. Ma a cavallo tra fine anni 90 e primo decennio di questo secolo era una risorsa irrinunciabile, a cui contribuivano con una certa regolarità quei gruppi che nell'industria mondiale costituivano l'eccellenza assoluta della chimica di processo.
Quindi queste metriche non mi entusiasmano, anzi probabilmente sono un elemento distorsivo della produzione di ricerca scientifica.
Con ciò in ambito biomedico contano, molto, mi e mi pare che in tempi recenti l'H-index logori chi non ce l'ha.
Poi, ad essere cattivi ci sarebbe da chiosare che non c'è niente come l'accoppiata tra H-Index basso e grande esposizione mediatica per screditare una disciplina...

Detto questo, a giocare al "grande scienziato" con numeri bassi ci si espone ad effetti boomerang di tal fatta. E un bagno di realtà ogni tanto è il benvenuto.

 

Ovviamente sul blog di Derek Lowe si parla di quello di cui tutti parlano. E questo scambio nei commenti mi ha colpito, perché esemplifica molto bene uno scontro di mentalità/culture.
Un chimico (dell'industria) dice che ha seguito il panel FDA in cui Pfizer chiedeva all'agenzia di vaccinare tutti i soggetti del ramo di controllo del trial sul suo vaccino. FDA ha detto: no, i dati di medio lungo termine sono più importanti.
Il medico risponde: fanculo FDA, a meno che la cosa non fosse specificata nel consenso informato non possono obbligarti a farlo.
Quando parlo di insofferenza dei medici nei confronti della regolazione farmaceutica non parlo a caso (troppe ne vedi e ne senti in più di 20 anni).
Chiaramente la cosa non è uniforme, i ricercatori clinici (e quelli davvero bravi sono abbastanza rari) non la pensano così, per esempio. Ma nella maggioranza dei medici troverete atteggiamenti di questo genere. Approvato, non approvato, on o off label: inutili dettagli. E i regolatori? Sono servi dell'industria.
Però se l'industria mette mano al portafoglio improvvisamente va tutto bene...


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