martedì 27 aprile 2021

COVID, FARMACI: MOLNUPIRAVIR E NICLOSAMIDE


 
 
COVID, NICLOSAMIDE: IL DIAVOLO E' NEI DETTAGLI
 
Ci deve essere qualcosa nell'aria che spinge sulle pagine dei giornali e oltre alcuni antielmintici in funzione anticovid. Sorvoliamo sull'ivermectina e veniamo all'ultimo arrivato, cioè la niclosamide, che questo mese ha trovato spazio nei titoli di molti giornali, repubblica compreso.
La fusione cellulare indotta da SARS-CoV-2 nei polmoni è un fenomeno il cui ruolo nella patologia è da indagare, e da indagare in modelli animali. Ma, nonostante la buona attività in vitro a cui si associa un'altrettanto buona attività antivirale (https://www.nature.com/articles/s41586-021-03491-6), un modello animale non lo vedremo mai, e per il più banale dei motivi:
la niclosamide non viene assorbita nel tratto intestinale, tanto che né il farmaco né i suoi metaboliti sono mai stati trovati nel plasma o nelle urine, cosa che può decisamente tornare comoda se lo scopo è far fuori tenie, e infatti... (https://go.drugbank.com/drugs/DB06803...). Ma se L'intenzione è vedere un effetto nei polmoni di un macaco infettato con SARS-CoV-2 aspetta e spera... Forse con uno spray nasale, chissà, ma l'idea di riusare tal quali le compresse dell'antielminico già in uso in funzione anticovid, che è cominciata a girare, nasce morta e sepolta.
 
 
MOLNUPIRAVIR, FINITA LA STORIA DEL GAME CHANGER?
 
(per i più distratti, molnupiravir era "quello dei furetti")
"Quello che sto vedendo è un tentativo di fare il possibile in fase III per individuare i pazienti in cui molnupiravir davvero mostrerà un effetto utile. E va bene, ma dobbiamo capire cosa questo significhi: la storia "molnupiravir game changer" adesso è probabilmente morta
Onestamente non c'è mai stata troppa speranza fin dall'inizio - ad oggi non esistono terapie antivirali ad agente singolo, per quanto si possa sempre sperare. Le sole malattie virali che possiamo battere con piccole molecole sono quelle per cui abbiamo diversi farmaci con bersagli diversi, distinti dal punto di vista del meccanismo, che possano essere somministrati simultaneamente. E' il caso dell'epatite C e dell' HIV. Così se possiamo utilizzare un antivirale a largo spettro dobbiamo aspettarci che non sia eccezionale per nessun virus particolare"
In questa chiave è importante che Merck continui la sperimentazione di molnupiravir , perché se Pfizer avrà un qualche successo con il suo inibitore di proteasi avremmo finalmente i due farmaci diversi per meccanismo da sperimentare in combinazione.

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