giovedì 15 aprile 2021

VACCINI J&J e AZ, PRODUZIONE E IL TAGLIARE LE CURVE

Gli eventi si succedono davvero con una velocità impressionante. Ieri viene fuori che i due vaccini a vettore adenovirus, Johnson & Johnson e Astrazeneca, sarebbero a rischio di ritiro dal mercato (https://www.lastampa.it/.../vaccini-astrazeneca-e-johnson...), ma giusto una settimana fa anche sulla stampa italiana veniva fuori il pasticcio successo a Emergent Biosolutions, dove milioni di dosi proprio dei due vaccini ad adenovirus sarebbero state "mescolate", notizia che aveva generato la solita mole di reazioni e commenti inconsulti.
Quelle dosi non sarebbero comunque uscite dallo stabilimento, perché FDA non aveva ancora approvato le specifiche produzioni. Niente di strano che l'azienda fosse sotto esame di FDA. Perché in realtà a Emergent non si infiala, si fa la vera e proprio produzione del vaccino, e non erano state "mescolate le dosi", quello che è successo era un po' più serio. Un operatore, non rispettando i protocolli di disinfezione previsti, era passato dal reparto AZ a quello J&J , contaminandolo con il vettore virale dell'altro vaccino.
Le produzioni di biologici sono cose così: si usano batteri e virus, i rischi di contaminazione incrociata vanno esclusi da rigide procedure e lo stesso dicasi per i rischi di contaminazione da altri virus e microorganismi. Ricordo distintamente che la fine di Genzyme come azienda autonoma fu proprio provocata da una contaminazione virale del loro impianto, che non riuscirono a risolvere (finirono a gambe all'aria e arrivò Sanofi a rilevare tutto).
Ma un articolo del NYT ci racconta che il problema di contaminazione incrociata a Emergent non poteva essere definito un evento inatteso. Al NYT mettono le mani sul rapporto di un'ispezione avvenuta appena dopo che l'azienda aveva firmato con il governo USA nel quadro di Operation Warp Speed un contratto da 628 milioni per la produzione di vaccini anticovid. E a leggere l'articolo forse avrebbero fatto bene a mandare l'ispezione prima di firmare il contratto. Poi nei mesi successivi sono venute fuori testimonianze di ex dipendenti, che parlavano di prodotti promessi con scadenze irrealistiche e di corse affannose per rispettarle a scapito degli standard produttivi richiesti: contaminazioni di superfici da parte di batteri o muffe erano eventi frequenti, ma la necessità del rispetto di tempi di consegna ultracompressi faceva passare questi problemi in secondo piano. Il tutto veniva immortalato nella frase di un responsabile di produzione:
“Vuoi che io produca farmaci o che risolva i problemi (di contaminazione, NdCS)? Non ho tempo per fare tutte e due le cose” (https://blogs.sciencemag.org/.../vaccine-manufacturing...).
Pensateci quando qualcuno parla di problemi di volumi di produzione di un vaccino risolti da mattina a sera o giù di lì

 

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