mercoledì 21 dicembre 2022

DOMANDE CHE NON AVRANNO RISPOSTA (SENSATA)

 


 

Ricevo e pubblico

 

DODICI DOMANDE SUI LOCKDOWN
Ogni giorno che passa la valutazione dei lockdown diventa più negativa. La loro efficacia si è rivelata limitata a fronte di una assoluta insostenibilità, al punto che l'idea di ZERO-Covid è naufragata ovunque. Questo mentre i danni da lockdown si sono palesati in tutta la loro gravità, soprattutto a carico di giovani e poveri (locali e globali).
Tutti sappiamo che un breve lockdown nel caos sanitario della fase iniziale della pandemia ci stava, ed io stesso ne proposi l'adozione. Ma quello che si è verificato dopo, cioè la costruzione di un vero e proprio "culto dei lockdown", deve essere approfondito rispondendo a domande specifiche, che valgono in linea generale e per l'Italia:
1. Perché i politici di area governativa hanno fatto scelte basate quasi esclusivamente sul criterio della "prudenza a tutti costi" nei confronti del virus senza manifestare simile prudenza verso i rischi dei lockdown?
2. Perché molti esperti di salute pubblica hanno usato due pesi e due misure nella loro comunicazione, allertando il pubblico ed i politici in modo energico sui rischi causati dal virus ma non altrettanto su quelli causati dai lockdown?
3. Perché i media mainstream hanno sostenuto una linea editoriale per cui i lockdown erano (i) efficaci e (ii) giustificati in base all'assioma per cui in loro assenza il virus avrebbe fatto danni immani, mentre minimizzavano i danni dei lockdown stessi?
4. Perché, con poche eccezioni, si è dato peso scarso o nullo ai pareri di quei giuristi, costituzionalisti ed altri intellettuali, spesso di grandissima esperienza e spessore accademico, che esprimevano dubbi "filosofici" sull'uso dei lockdown?
5. Perché c'è stato uno sforzo organizzato da parte di vari soggetti (tra cui, ahimé, anche diversi scienziati) per spacciare l'ipotesi che i lockdown funzionassero come un "dato scientifico assodato ed incontrovertibile" quando non lo era?
6. Perché riviste scientifiche di grande impatto (i.e., Nature e Science) hanno pubblicato articoli sulla diffusione del Covid e sull'efficacia dei lockdown con metodologia ed assunzioni molto discutibili, così fornendo la base al punto #5 qui sopra?
7. Perché si è spinta ad oltranza la fake news di una "catastrofe svedese" da Covid quando la mortalità in quel paese è chiaramente inferiore a paesi dai lockdown durissimi, Italia in primis, e solo del 30-35% superiore a quella di Danimarca e Finlandia?
8. Perché si è scelto di "politicizzare" la discussione sui lockdown per cui ogni opinione critica sulla loro efficacia veniva appiattita e/o sminuita equiparandola a idee "pseudo-scientifiche" come quelle di no-vaxx, no-mask e "negazionisti" della pandemia?
9. Perché è stato e rimane così difficile fare chiarezza medica e scientifica su quante delle morti di persone molto anziane e/o con patologie pregresse avvenute dopo infezione con SARS-CoV-2 siano effettivamente dovute al Covid?
10. Perché si sono creati nei social gruppi di troll e cyberbullies che insultavano e/o minacciavano chiunque esprimesse dubbi sull'efficacia dei lockdown e/o ne enfatizzasse gli effetti collaterali, anche se si trattava di scienziati famosi?
11. Perché social media come Twitter hanno censurato o marchiato come "pericolosi" post ed accounts in cui si esprimevano dubbi e perplessità sui lockdown anche se questi venivano da scienziati di valore internazionale?
12. Quali soggetti hanno diffuso e propagandato la narrativa pro-lockdown per ottenere obiettivi personali, come ad esempio incarichi politici (punto #1), progressioni di carriera accademica (punto #2) o visibilità mediatica (vedi punto #3)?
Credo che rispondere a queste domande in modo pacato, oggettivo e "data-driven" possa rappresentare uno sforzo di "truth and reconciliation" necessario per il Paese intero, affinché si possa definitivamente uscire dalla grande crisi della pandemia avendo imparato tutto quello che si poteva imparare, cosi da non commettere mai più gli stessi errori in futuro.

Guido Silvestri, M.D.

Georgia Research Alliance Eminent Scholar in Comparative Pathology

Professor & Chair, Department of Pathology and Laboratory Medicine
Executive Associate Dean for Research Strategy
Emory University School of Medicine

 


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