martedì 26 settembre 2023

ORWELL NON ERA UN MANUALE DI ISTRUZIONI. PERO'...

La frase l'ho letta scritta da qualcuno, non ricordo dove né quando, e l'ho trovata significativa. 

Per fare un esempio, la faccenda dei due minuti di odio sembra qualcosa di perfettamente attuale

 

(Il film uscì nel 1984 - ovviamente - ed era una trasposizione piuttosto fedele del romanzo di Orwell. Fu l'ultima apparizione di Richard Burton in un film e Winston Smith fu interpretato da un immenso John Hurt).

A parte i due minuti di odio, non si sono visti negli ultimi anni tentativi di riscrivere la storia?

Per esempio la maggior parte dei giornalisti italiani, per tacere di fact checkers e debunkers, sembrano dipendenti modello del Ministero della Verità.

Poi più di una volta mi è capitato di scrivere che se i vari no-qualcosa non ci fossero sarebbero stati inventati. Non sono forse una perfetta incarnazione volontaria di Goldstein e non hanno forse esercitato la medesima funzione? Rendetevi conto del livello: identificarsi nell'essere funzionali credendo fermamente di essere antagonisti.

E' la forza delle distopie classiche. Direi che il discorso è largamente allargabile a "Il tallone di ferro" di Jack London (romanzo che conobbe una versione cinematografica russa, film muto del 1919).

E' bene ricordare che un'esperienza determinante per Orwell, che influirà molto sulla sua opera, è stata la sua militanza nel POUM (Partido Obrero de Unification Marxista https://en.wikipedia.org/wiki/POUM) ai tempi della guerra civile spagnola. E in questa esperienza particolarmente importanti furono gli eventi del 1937-38 a Barcellona, dove gli stalinisti approfittarono della situazione di guerra ormai persa per regolare i conti in casa, dichiarando fuorilegge sia gli anarchici che i troskisti del POUM, con una triste coda di arresti ed esecuzioni sommarie. L'episodio più infame fu forse l'assassinio di Andrés Nin, cofondatore del POUM, seguito al suo arresto (https://it.wikipedia.org/wiki/Andr%C3%A9s_Nin). Di film in film se qualcuno si definisce "di sinistra" Terra e Libertà di Ken Loach se lo potrebbe pure rivedere. E magari si potrebbe leggere (o rileggere) Storia della guerra civile spagnola di Hugh Thomas, che ai tempi fu tradotto e pubblicato da Einaudi (pensate un po').



I comunisti, socialisti, anarchici  o altro che combatterono per la Repubblica, se sopravvissuti, ebbero storie alterne. Perché l'avevano vissuta, fino alla fine, e avevano visto tutto, compreso quel che alla fine successe . E quindi spesso furono guardati con odio (dai nemici) o con estremo sospetto (dai supposti amici). Ormai dimenticata dai più, al di fuori della Spagna, resta uno dei momenti salienti della storia del XX secolo. E la storia del come e del perché di una lunga serie di sconfitte. 

Nella vicende recenti la guerra civile spagnola è citata in Oppenheimer di Nolan, ma è largamente presente nella grande storia della letteratura del 900: a parte Hemingway, mi piace ricordarla come elemento di sfondo in Under the volcano di Malcom Lowry: nel romanzo Hugh, il fratello del Console, è in procinto di contrabbandare armi per la Repubblica.


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