domenica 19 novembre 2023

LA FINE DELLA SCIENZA

 

https://www.wired.it/article/evoluzione-sistemi-non-viventi-nuova-legge-natura-incremento-informazione-funzionale/

Personalmente quando leggo o sento "termodinamica dell'informazione" o passo oltre o ho una smorfia di disgusto. Perché si parte dalla buonanima di Boltzmann per arrivare a un impalcatura teorica che pur avendo avuto i propri momenti fighi (Feynman), alla fine ha potuto contare su un paio di conferme sperimentali molto tirate per i capelli in qualcosa come un'ottantina di anni (https://en.wikipedia.org/wiki/Entropy_in_thermodynamics_and_information_theory). Qualcuno poi avrà capito che quanto a discorsi sull'entropia sono estremamente sensibile, quindi quando sento o leggo certa roba posso reagire pure molto male. Tipo quando si parla di una seconda legge dell'infodinamica che va in senso contrario al secondo principio della termodinamica: per qualcuno sarà tutto molto bello, ma forse è meglio lasciare la termodinamica fuori dal quadro, perché non c'entra una tubo (https://www.wired.it/article/matrix-universo-simulazione-nuova-teoria-fisica-infodinamica/).

Ma non c'è stato chiacchericcio solo sul' "univeso simulazione" e questa seconda legge dell'infodinamica. Qualcuno ha deciso di andare oltre e propone una nuova legge dell'universo (https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2310223120). Il riassunto lo potete trovare nel link di Wired sotto l'immagine all'inizio del post. L'articolo espone una congettura, ma fondamentalmente più che proporre una nuova legge dell'universo propone un nuovo criterio di descrizione dei sistemi naturali: l'informazione funzionale come funzione del grado di funzionalità (non vi preoccupate, suona orrendo anche in inglese), I(Ex). Questa nuova descrizione viene dall'analisi di un qualsiasi set di dati sperimentali, fossero pure inerenti un singolo specifico sistema? No. Ci si augura che qualcuno ci lavori.

La velocità di evoluzione di alcuni sistemi può essere influenzata artificialmente. Il formlaismo dell'informazione funzionale suggerisce che la velocità di evoluzione di un sistema può essere aumentata in tre modi: 1) aumentando il numero o la diversità degli agenti che interagiscono agents, 2) aumentando il numero delle diverse configurazioni del sistema e/o 3) migliorando la pressione evolutiva sul sistema (per esempio nei sistemi chimici da più frequenti cicli riscaldamento/raffreddamento o di inumidimento/essiccamento) Futuri esperimenti sull'evoluzione chimica e simulazioni di sistemi a evoluzione artificiale possono essere capaci di ottenere misure quantitative riguardo a quanto la velocità di evoluzionepossa essere aggiustata variando parametri importanti e driving forces.

Se la cosa vi sembra oscura, quando parlano di "evoluzione di sistemi chimici" hanno in testa l'abiogenesi.

Porre l'evoluzione verso la complessità come legge dell'universo sarà anche sexy, per qualcuno, ma tanto per cambiare ci si scontra con leggi con fondamenta solide come il granito: un processo quale che sia, quindi anche un processo evolutivo verso la complessità, deve portare a una differenza entropia dell'universo uguale o maggiore di zero. Al che quale sarebbe la driving force del processo evolutivo? L'infodinamica? Ma per favore... Next step più probabile? 0 dati sperimentali ma qualche simulazione al computer molto colorata.

Tutto questo, praticamente, è Prigogine ignorando Prigogine e lasciando fuori le basi della termodinamica (fu Prigogine, 70 anni fa, a descrivere l'ordine ottenuto dal caos, ovvero strutture dissipative la cui organizzazione massimizza la produzione di entropia). E quindi? E quindi  si va a mode, ragazzi, non è che si scherza (citando qualcuno).

Questa è fenomenologia da fine della scienza: le grandi leggi della natura le abbiamo già trovate, il resto è al momento fuori portata, quindi ci si diletta in congetture e pinzillachere. Il video di Sabine Hossenfelder è perfetto, al riguardo e ha pure un rapidissimo riferimento a questa storia della nuova legge dell'universo.

Per anticipare le proteste: una missione con equipaggio umano su Marte non sarebbe scienza, ma tecnologia. Cioè non aggiungerebbe nulla a quello che sappiamo sulle leggi della natura. Ma questo sarà l'argomento di un altro post.



Quindi sì, la scienza sta morendo e pure piuttosto male.

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