giovedì 11 aprile 2024

SISTEMI SANITARI E MORTALITA'

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/06/aumenta-la-mortalita-giovane-in-usa-dove-vince-il-profitto-la-salute-perde-terreno/

Consiglio la lettura del pezzo di Gandini e Bartolini, e condivido in toto l'analisi finale:


Durante la pandemia in Italia abbiamo avuto un record di mortalità perché eravamo già in precedenza in una crisi strutturale, e ora siamo gli ultimi tra i Paesi del G7 e tra gli ultimi Paesi dell’Ocse per finanziamento sanitario pro capite: meno di 3.000 euro l’anno a fronte dei 7.300 euro della Germania e dei 6.115 della Francia (fonte Kff Health System Tracker). Inoltre, se da una parte la pandemia ha contribuito ad aumentare la povertà assoluta (9.7% di italiani nel 2022 in crescita dal 9.1% in un anno), per il 2024 l’Italia decide di spendere in armi ben 29 miliardi, mentre basterebbe un finanziamento di 5 miliardi l’anno per 5 anni per riportare il nostro Ssn alle performance pre pandemia.

Sembra evidente che noi europei, stritolati da propaganda ed economia di guerra, dobbiamo urgentemente chiederci quale modello di sanità vogliamo seguire e come ripensare alla radice la nostra subalternità ideologica agli input d’oltreoceano.


Figuratevi non ho contezza delle dinamiche della grande farmaceutica multinazionale: le ho sperimentate direttamente sulla mia buccia. C'è però un particolare: l'inflazione medica di cui si parla di fatto nell'articolo è il primo motore della crescita del prezzo dei nuovi farmaci: E' il meccanismo per cui i costi di sperimentazione clinica in venti anni sono cresciuti da alcune centiaia di milioni di dollari a circa due miliardi. Quanto a costi ricordiamo che quel che è costo per uno è introito per altri, ed è un costo che continua a crescere più dell'inflazione:


Ho navigato per quasi quattro anni nella retorica del salvare vite garantendo l'accesso ai trial per nuovi farmaci destinati a unmet medical needs. Una retorica che alza i suoi toni quanto più il flusso si denaro dimuinuisce (chissà perché). Però...

... però il punto resta: se i costi per tutto il resto sono andati avanti con la normale inflazione, a parte il fatto che l'ultimo che paga è il solito (cioè il paziente), chi, a differenza di Big Pharma, guadagna su ogni farmaco sperimentale, anche quando fallisce nei trial clinici? La risposta è facile: il sistema medico, specialmente quello privato. Perché Big Pharma guadagna sui i farmaci approvati, sui farmaci sperimentali falliti perde. E il rapporto tra farmaci sperimentali falliti e approvati rimane 10/1 (nelle valutazioni ottimistiche). Ma le strutture mediche che hanno realizzato la sperimentazione clinica guadagnano sui 10, mentre la farmaceutica guadagna su 1. Curioso? Niente affatto. E, considerati i costi complessivi della sperimentazione di un farmaco , tutto quello che è preclinico e chimica pesa per alcune decine di milioni, mentre i costi della sperimentazione clinica sono di centinaia di milioni, fino a un miliardo. Quindi dovrebbe essere abbastanza facile, nel caso di un farmaco sperimentale fallito, chi è ingrassato di più. E aggiungerei che c'è chi ingrassa sempre e chi viene ristrutturato ogni volta che tocca (i ricercatori dello sviluppo farmaceutico).

Poi voglio capovolgere il punto di vista, passando alla fiction americana. Quali sono i settori più critici , malfunzioanti e disastrati, negli USA? Cure mediche, forze di mantenimento dell'ordine pubblico (polizie), sistema legale. E guarda caso da anni siamo seppelliti da serie americane poliziesche, mediche e legali. In cui l'industria farmaceutica è ogni tanto il cattivo di turno.

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