domenica 31 agosto 2025

"NE PARLA LANCET" (BIS), VACCINI E OBBLIGO

https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(25)01744-1/abstract

No, signori, non "ne parlano su Lancet".
Esattamente la stessa autrice italiana ha rielaborato per Lancet il tema su cui già aveva scritto per BMJ. Il che è un poco diverso, sempre che si abbia un minimo di sensibilità per queste cose.

Ancora:

"E' sul BMJ!"
"E' su Lancet!"

Ma continuano ad essere italiani (in questo caso la stessa italiana, per di più) che parlano al dibattito italiano (oddìo, a chiamarlo dibattito ci vogliono chili di pelo sullo stomaco). E lo fanno con editoriali/comunicazioni/pezzi di opinione su giornali anglosassoni.

E... ta-dah! Che si scriveva qua sopra qualche giorno fa? Ecco Giovanni Rodriguez, firma fissa di Quotidiano Sanità, che piazza in un articolo sul Foglio lo stato delle cose:

https://www.ilfoglio.it/salute/2025/08/27/news/il-tema-non-e-cancellare-l-obbligo-vaccinale-ma-farlo-per-mera-ideologia-8034556/
 

In soldoni? Si potrebbe discutere di obbligo vaccinale, ma visto che chi ha aperto la discussione lo ha fatto per ideologia, questo è un problema insormontabile (ergo è bene non discuterne).

Ci sono stati tempi in Italia in cui il tema è stato discusso nonostante le ideologie e l'obbligo fu abolito. Ma visto che si parla di una trentina di anni fa, è storia morta e sepolta.

Rimuovere un tema dal dibattito perché inquinato dalla ideologia... Quindi non ci sarebbero dovuti essere i dibattiti che portano ai referendum sul divorzio e sull'aborto? Io me li ricordo e anche lì, quanto a ideologia, non si scherzava per niente.

E qui ci sarebbe da fare un distinguo molto serio: una legge impatta materialmente sulla vita dei cittadini ed è una cosa, la battaglia per il monopolio sulla narrativa, cioè quella per il simulacro, no (per definizione i simulacri - Baudrillard - hanno perso qualsiasi rapporto con la realtà). Trasformare l'obbligo vaccinale in un segno è semplicemente aberrante: aumenta la reazione contraria e garantisce le piccole fortune mediatiche delle starlette complottiste di turno (a cui quasi dieci anni di storia italiana hanno insegnato che le battaglie è meglio perderle mantenendo un'identità forte che vincerle, con la conseguente diluizione della stessa identità).

Anteporre il simulacro alla vita degli individui non è purtroppo una novità, anzi, sembra essere la norma dell'eccezione emergenziale nel momento in cui l'emergenza non diventa più eccezione ma la modalità standard delle politiche (cfr Carlo Galli, Democrazia Ultimo Atto, 2023). E pare che da questa impasse non si riesca a uscire. E soprattutto sembra che non lo si voglia.


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