lunedì 16 aprile 2018
IL FINALE: CAOS, LINCI CANADESI, MORBILLO
Abbiamo già incontrato Lord Robert May parlando di caos.
Su Proceedings of the Royal Society of London. Series B, Biological Sciences, Vol. 228, No. 1252 (Aug. 22, 1986), pp. 241-266, comparve un suo articolo a titolo "When two and two do not make four: Nonlinear phenomena in ecology".
Gianfranco Bangone, in "Gli ordini del caos", 1991, così ne riassume i punti fondamentali:
"Secondo May l'aperiodicità non governa solo i meccanismi di crescita di alcune popolazioni animali, ma anche la diffusione di infezioni batteriche e virali. Malattie infantili come il morbillo hanno infatti una frequenza che tende ad aumentare o diminuire con un particolare periodo. Secondo una convenzione comune una campagna di vaccinazione avrebbe dovuto smorzare queste oscillazioni, ma May ha sostenuto pubblicamente il contrario: il numero dei contagiati sarebbe diminuito nel tempo, ma i picchi della malattia sarebbero stati sorprendenti. La previsione si è avverata con la campagna per estirpare la rosolia in Gran Bretagna, e non diversamente è accaduto nelle epidemie di morbillo a New York. Questo andamento non differiva dai dati relativi alla fluttuazione della popolazione della lince canadese, in cui si verificava lo stesso andamento"
Ed ecco una possibile chiave intepretativa dell' outbreak di morbillo in Mongolia (2015-2016), vivisezionato da molti in moltissimi modi senza mai tirare in ballo May o le dinamiche caotiche (May chi, quello dei Queen? Che roba è?). Ma c'è chi abbastanza recentemente ha incorporato il lavoro di May per riconsiderare modelli corretti della pluricitata herd immunity, con risultati ovviamente in controtendenza: la soglia richiesta potrebbe essere più bassa di quel che si pensa (mentre sui nostri media mainstream avete sempre sentito dire che l'asticella va alzata e basta, senza se e senza ma, fino al magico 95 % - per qualsiasi malattia, tetano compreso, come qualcuno scrisse su Repubblica) (Bonds e Rohani, J R Soc Interface. 2010 Mar 6; 7(44): 541–547, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2842798/) (ovviamente non solo Lord May è citato più volte, ma è anche ringraziato negli Acknowledgments).
In conclusione, vi ricorderete chi ha detto che entro la fine del 2017 saremmo arrivati oltre i 6000 casi di morbillo in Italia. E forse vi ricorderete anche di chi diceva "aspettate che ricominci l'anno scolastico e vedrete". Finora non abbiamo visto. C'è tempo, fino alla fine dell'anno. Ma forse, e dico forse, le considerazioni di Lord May non erano così peregrine e L'outbreak 2017 in Italia sembra essersi conformato alla natura propria del fenomeno. Poi magari qualcuno dirà che è tutto merito del decreto.
(Ho volutamente inserito come immagine il grafico casi di morbillo vs copertura vaccinale in UK tra 90 e inizio del millennio)
P.S.:
Notare che nel 1991 il morbillo può esser definito malattia infantile senza che la cosa provochi chissà quali alzate di scudi (perché la vaccinazione di massa non aveva ancora modificato la dinamica della malattia).
L'"Enciclopedia del novecento", varata nel 1978 e conclusasi nel 1984, è un'opera i cui contenuti in materia di scienze sono in buona parte superati (non conteneva un articolo sui vaccini, il che la rende inattuale senza speranza). Ma tanti altri articoli non lo sono affatto.
Nel manifesto dell'opera si leggeva "La scienza è feconda di problemi, anzi è come l' "arte poetica" del trarre problema da problema e dell'aggiungere problema a problema, discoprendo sempre meglio la creatività dell'intelligenza e dell'alta fantasia, a specchio della creatività universale"
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