mercoledì 5 settembre 2018
DI HELA IN MFC7
Della diffusa contaminazione con HeLa di svariate linee cellulari usate nella ricerca biomedica ho già dato brevemente conto tempo fa (https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2042360442649499&id=1971621999723344). Ora vengono fuori altri fatti fino ad ora ignoti/ignorati che mi ricordano esperienze personali e dirette.
"I tumori non sono monoclonali, a differenza delle linee cellulari", mi disse il biologo senior la prima volta che mi trovai coinvolto in un progetto oncologico. Questo voleva dire che mentre le cellule di una determinata linea cellulare tumorale sono tutte uguali tra loro, le cellulle di un tumore esprimono una certa variabilità. Poi poteva capitare che una linea cellulare usata fino a quel momento venisse contaminata da micoplasmi e che si dovesse ricominciare da capo. E di punto in bianco non funzionava più niente. Dal tuo lato potevi metter su qualsiasi tipo di troubleshooting ti venisse in mente, niente da fare. Di fronte ad episodi del genere la risposta standard del biologo junior era "Inshallah", in sostanza (nel dettaglio era "sono cose che capitano, capitano spesso, non sappiamo perché capitano" e tu pensavi "Azz! 'Ste scienze biologiche...")
E ora viene fuori che le linee cellulari ritenute monoclonali non sono affatto monoclonali. Gli autori di questo articolo hanno preso linee di MFC7 (linea cellulare di tumore del seno) e hanno visto che esibiscono gradi di variabilità e diversità molto alti. Molto. Tra l'altro il gruppo ha preso ben 321 composti a nota attività antitumorale e li hanno testati su queste varie linee che avrebbero dovuto essere identiche e hanno notato che il 75% dei composti che avevano una forte attività su una delle linee erano inefficaci sulle altre.
La prima cosa che mi viene in mente è: quanti composti sono stati cestinati perché dall'oggi al domani avevano smesso di funzionare, mentre una più accurata indagine avrebbe mostrato quando e perché funzionavano?
La cosa in sé non è un male, sempre che si tenga presente. Oltre alla rivalidazione degli anticorpi, dovrà diventare routinario anche il periodico sequenziamento delle linee cellulari per assicurarsi di quello con cui si sta lavorando.
https://www.nature.com/articles/s41586-018-0409-3
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