martedì 25 settembre 2018

IMMUNITA' DI LEGGE: UN'IMPRESSIONE

Grazie a uno dei due autori, per la precisione Pier Paolo Dal Monte (https://www.ilfattoquotidiano.it/blog/ppdalmonte/), medico chirurgo, ho avuto occasione di leggere in anteprima "Immunità di legge. I vaccini obbligatori tra scienza al governo e governo della scienza", in uscita oggi, 25 settembre, per Imprimatur. L'altro autore, Il Pedante (ilpedante.org/) è ,prima che blogger o attivista in rete, nel senso primo della parola, un critico.
E' un libro interessante, diviso in due parti, in cui il critico in quella iniziale parla in primis di politica sanitaria, e il medico nella seconda parla in primo luogo di epistemologia. E non è né un pamphlet né un trash seller, come quelli del noto virologo, con cui non condivide niente, a partire dalla qualità della scrittura.
Prima di liquidarlo a priori come un "saggio sovranista" o "testo populista" o "libretto antivax" consiglierei caldamente a chiunque di leggerlo. Perché se siete su questa pagina fb i temi vi appariranno incredibilmente familiari.
Passo a farvi un primo esempio dalla seconda parte:

"Cosa accade quando la scienza diventa ideologia e viene canonizzata in guisa di articolo di fede? Cosa succede quando ogni critica è stigmatizzata come eresia o apostasia, e su di essa si avventa il Malleus Maleficarum del potere e del suo clero opportunista?
La vicenda della quale trattiamo è una sineddoche delle aporie che avviluppano la scienza quando si verificano questi fenomeni e costituisce, pertanto, un prezioso vademecum metodologico per orientarsi nella Babele cognitiva nella quale essa è caduta.
Ci piace definire questa parodia ideologica di scienza come “Lascienza”, innestando l’articolo sul sostantivo e maiuscolandolo per sottolinearne l’apodissi, che è avulsione dal metodo scientifico propriamente detto, in quanto stolta omodossia nei confronti della Weltanschauung dominante."

Ancora dalla seconda parte, un tema che è stato fin troppo ricorrente su questa pagina specie l'anno scorso.

"Un secondo punto da stigmatizzare è il desolante spettacolo offerto dagli “esperti” arruolati a scopo propagandistico (o che, semplicemente, si sono “auto-arruolati”, sgomitando alquanto, per avere un po’ di visibilità).
Pensiamo sinceramente che costoro siano stati i peggiori detrattori, anche se involontari, della causa che avevano intenzione di promuovere: riteniamo che la superficialità, l’arroganza e la pochezza metodologica delle quali hanno dato prova siano state tra le principali cause delle posizioni di rifiuto che si sono palesate e della loro diffusione sino a diventare fenomeno di massa. Il nocciolo della questione è da ricercarsi nelle pessime modalità di comunicazione che le autorità preposte e i cosiddetti “esperti”, nella smania di affermare la propria posizione ideologica, hanno messo in atto."

E, devo dirlo, un medico che parla di entropia e fisica senza cadere nei marchiani sfondoni di certi suoi colleghi alle prese con l'abc delle due materie fa piacere leggerlo (anche se vi potete immaginare che se si tirano in ballo termodinamica e Prigogine sarei capace di tirar fuori una serie infinita di precisazioni e distinguo). Ma non posso non felicitarmi del filo rosso lungo cui si svolge uno dei capitoli della seconda parte: da Poincaré allo Schroedinger di "What is life?" fino appunto a Prigogine. Una nota al riguardo: sicuramente qualcuno potrà leggere nella seconda parte uno di quegli inni all'indeterminismo di cui spesso si è nutrita la retorica antiscientifica. Avendone parlato con l'autore l'intento non è quello, quanto voler mostrare la miseria epistemologica di certo stolido "determinismo medico-biologico" (argomento su cui anche qua sopra sono state spese due parole, nel tempo).
All'impianto complessivo del libro non servivano le citazioni del rapporto Signum e della Commissione Parlamentare sull'Uranio Impoverito, a parer mio, più qualche altra. Ma alla fine in questo preciso caso la cosa non è così rilevante, perché il libro non parla di "vaccini sporchi" o simili, ma di una precisa politica sanitaria e del macchinario culturale che è stato messo su per promuoverla, nonché delle conseguenze dell'operazione. Non parla tanto di efficacia dell'antiinfluenzale, quanto di politica, diritto, democrazia.
Dalla prefazione di Giancarlo Pizza (presidente dell’Ordine dei medici
chirurghi e odontoiatri di Bologna):

"Gli autori conducono una lucida e preoccupata analisi dell’uso distorsivo e improprio della scienza fatta da alcuni “esperti” nella recente querelle esplosa a proposito della obbligatorietà delle vaccinazioni imposta con decreto legge, lo scorso anno. L’utilizzo dello strumento del decreto legge (che è necessario per casi urgenti) è stato del tutto improprio anche in considerazione dell’assenza di emergenza certificata dall’allora presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Si è dunque trattato di un’operazione precipitosa connessa a una presunta “epidemia” di morbillo e a una “insufficiente” copertura vaccinale che non aveva raggiunto il 95% della popolazione dei neonati."

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