sabato 7 marzo 2020

CORONAVIRUS: CODOGNO+17 GIORNI

Non eravamo preparati e lo sapevamo. Ma che a una settimana da Codogno buona parte del sistema non si fosse ancora mossa, beh questo è notevole.
Tutte le contraddizioni di gennaio sono ancora all'opera. Dalla prima all'ultima.
Avete presente la questione vaccinale? La cosa viaggiò dall'OMS all'Europa all'Italia (non senza deformazioni tra un passaggio all'altro). Lasciamo un attimo da parte valutazioni di merito su questa "catena di comando", limitiamoci a prenderne atto.
Beh, OMS è stata ondivaga fin dall'inizio, troppo dipendente dai dati cinesi, e la questione cinese era al centro del dibattito e della comunicazione ufficiale sul nome della malattia. Strada facendo nei fatti si produceva in un endorsement dei protocolli cinesi per trattare COVID-19, centrati sugli inibitori di proteasi dell'HIV (bah). Ma un protocollo raccomandato non esisteva, ci si è limitati a "non ci sono cure", che è stato una specie di tana libera tutti: lopinavir, tamiflu, ribavirina, interferone, medicina tradizionale cinese, clorochina in pasticche.
Comunque lunedì scorso qualcuno aveva fatto partire #milanononsiferma, e poi...
A qualcuno viene in mente di render pubblica la bozza di decreto con cui il governo renderebbe zona rossa tutta la Lombardia. Le conseguenze sono immediate https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/03/08/news/coronavirus_la_lombardia_sara_zona_rossa_fuga_da_milano_in_treno_e_in_auto-250603359/   Il fatto si commenta da solo, da solo dà un giudizio sulle capacità di questo governo nella gestione della crisi.


È trasparenza diffondere una bozza di decreto di questa portata, con conseguenze ampiamente prevedibili, tali da...
Pubblicato da Roberta Villa su Sabato 7 marzo 2020

Alla fine la questione "chi ha spifferato" si chiude così, in meno di 48 ore






MI RACCOMANDO, IN ORDINE SPARSO

La scorsa settimana a una conferenza stampa l'assistente del direttore generale di OMS ha detto "C'è un solo farmaco che pensiamo possa essere efficace e questo è remdesivir" (https://www.pharmaceutical-technology.com/news/who-gilead-remdesivir-coronavirus/).
Una dichiarazione ad una conferenza stampa non è la pubblicazione di una linea guida ma è già qualcosa (ricordiamo che due settimane fa invece OMS avallava l'Hail Mary Protocol, dicendo di attendere i risultati dei trial, probabilmente per non urtare la sensibilità cinese, visto che la Cina lo usava massicciamente fin dall'inizio).

Il risultato? Che HMP è molto più accreditato di remdesivir. Una delle cose belle di questa pandemia.
Quando a Careggi dicono "non c’è nessuna indicazione che preveda il trattamento dei pazienti con questo farmaco" dicono la verità. Nonostante quanto detto in conferenza stampa a Ginevra non esistono linee guida, non esistono protocolli, non esistono direttive. E' un punto di vista legittimo. Poco ultile ai pazienti, anzi, dannoso, ma legittimo.


IL RAZIONALE DELL'HAIL MARY PROTOCOL...

... fa cadere le braccia.
Raffaele Bruno è tra i medici in trincea contro COVID-19, al Policlinico San Matteo di Pavia, "culla dell' Infettivologia italiana". E in queste parole al Corriere che lo intervista c'è la chiave, c'è la risposta alla domanda che mi hanno fatto innumerevoli volte in questi giorni: "perché l'Hail Mary Protocol?".
"Il principio attivo è il Lopinavir, un antiretrovirale che appartiene alla classe degli inibitori della proteasi, un enzima presente sia nell' Hiv sia nel Coronavirus".
Poi magari la proteasi di HIV è, per così dire, quadrata, mentre quella di SARS-nCOV-2 rotonda. Ma sempre proteasi è, no?
La risposta è, ovviamente, no, non è lo stesso. E per questo lopinavir in vitro sulle infezioni avanzate sfoggia un deprimentissimo EC50 dell'ordine di 100 uM (concentrazione, uM sta per "micromolare").
Lasciando perdere considerazioni naturali per chi sappia qualcosa di rational drug design, ci sono comunque le evidenze cliniche, o almeno uno se lo immagina giusto?
"Ci sono statistiche sul tasso di successo di questi farmaci?
«Al momento dobbiamo accontentarci dei risultati preliminari che sono incoraggianti. Un follow-up a lungo termine non c' è ancora. Sono cure che si sono dimostrate efficaci in laboratorio. E che già hanno usato in Cina e in Corea»"

No, nessuna evidenza clinica. Semplicemente un "fanno così". E "cure dimostrate efficaci in laboratorio"; quando in laboratorio è stato dimostrato che no, ben lontane da una qualsiasi efficacia utile a fini terapeutici. E questo è quanto.
Vogliamo dirlo che in questa cosa, a scendere, una qualche responsabilità di OMS, EMA, Ministero, AIFA c'è? Perché il Dr. Bruno si sta spezzando la schiena in condizioni difficili, e nessuno gli ha detto "Guarda, fai così, la linea guida è questa". Perché in realtà la linea guida non esiste.

NOI, LA GERMANIA, IL VIRUS
Un commento che di fatto ha chiuso la questione


GLI SCIROCCATI, LE CONVERGENZE, I VITAMINOFILI

La commistione e la confusione tra il fronte fulminati cronici (spacciatori e drogati di informazione funzionale "anti") e il fronte minimizzatore io, fossi membro di uno dei due club, l'avrei trovata imbarazzante. 
Queste parole potrebbero essere benissimo di Bassetti, Gismondo, Ricciardi.
Ma in realtà sono del gran vescovo della nanochiesa (Montanari). Come D'Anna (presidente dell'Ordine Nazionale dei Biologi) segue il filo del complotto, virus sintetico da fusione tra HIV e SARS sfuggito o fatto uscire di proposito da un laboratorio cinese o americano, però provoca una normale influenza. Un complotto sì, ma leggero leggero, un complottino da niente.
E dalla stessa area viene fuori che in Cina trattano COVID-19 con vitamina C endovena. Ovviamente la cosa ha gasato i vitaminofili. Non li capisco, i vitaminofili, non ci riesco proprio.
Anche la posizione "quarantene eccessive" è trasversale. E alle volte sembra proprio che le quarantene dei cinesi fossero sacrosante, quelle in Italia una violazione dei diritti democratici.

TOCILIZUMAB

E Tocilizumab? (https://www.ilmessaggero.it/salute/medicina/coronavirus_farmaco_cura_napoli_tocilizumab_artrite_gente_guarisce_davvero_perche_cosa_succede_spiegazione_8_marzo_2020-5099239.html)
E' un immunosoppressore di quelli approvati per il trattamento dell'artrite reumatoide. Quindi il virus non lo tocca, essendo un antagonista del NOSTRO recettore dell'interleukina 6. Il fatto che a Napoli vedano qualche effetto può testimoniare in favore della tesi che le polmoniti da COVID-19 costituiscano una reazione immunitaria eccessiva nei confronti del virus. Ma... è saggio dosare immunosoppressori in una situazione del genere (tra l'altro dosandoli assieme ai soliti antiretrovirali che non funzionano)? Vogliamo scambiare una polmonite virale con una da MRSA o klebsiella?

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