venerdì 6 marzo 2020
CORONAVIRUS- BERSAGLI
Cioè target. Che sarebbero i processi biochimici da colpire per avere un effetto terapeutico.Il più delle volte si tratta di singole proteine o recettori.
Il target è la radice del cossidetto rational drug design. Il rational drug design è una cosa relativamente "nuova". Nella storia della farmaceutica i grandi passi avanti fino agli anni 80 sono stati fatti sulla base di quello che oggi si chiamerebbe screening fenotipico: avendo notato che un composto ha un effetto, ne realizzi una serie di analoghi per individuarne uno che funzioni al meglio.
L'uso off label di farmaci si basa di fatto sul saggio fenotipico più avanzato che possa esistere: il dosaggio sull'uomo. Ma se in un saggio fenotipico è indispensabile un controllo, per rilevare le differenze tra il trattato e il non trattato (o il diversamente trattato) in clinica serve un trial su un campione significativo con un gruppo di controllo. E questo è quello che ad ora manca per l'uso di lopinvir-ritonavir e clorochina (o simili) per il trattamento di COVID-19.
Detto ciò, torniamo al rational drug design. Per avere un antivirale che abbia possibilità di funzionare occorre individuare un meccanismo necessario al virus per replicarsi (non essendo il virus "vivo" non può essere "ucciso", a differenza dei batteri). I meccanismi più popolari riguardano l'ingresso del virus dentro la cellula, la replicazione del suo genoma, la maturazione delle proteine virali all'interno della cellula infettata (qua entrano in gioco gli inibitori di proteasi di cui tanto si sta parlando).
SARS-CoV-2 è un virus RNA (e questo non vuol dire che sia un retrovirus, come tanti hanno inteso, concludendo che è un parente di HIV).
Una volta entrati nella cellula, i virus RNA per costruire copie di sé stessi devono duplicare il proprio RNA, Per farlo usano RNA polimerasi RNA dipendente (RdRp), un enzima che catalizza la sintesi di un nuovo filamento RNA dallo "stampo" RNA del virus originario (qualcuno abbastanza sveglio avrà capito che questo è il passaggio in cui possono essere ottenute mutazioni del virus).
RdPd per costruire la nuova catena RNA lavora usando i mattoni che ha a disposizione nella cellula ospite.
Remdesivir è un inbitore nucleosidico di RdPd, cioè usa la tattica del "mattone sbagliato" che inceppa la macchina, interrompendo la replicazione virale.
Ed è un inbitore nucleosidico costruito secondo il modulo ProTide (https://en.wikipedia.org/wiki/Protide). ProTide è stato un'importante passo avanti. Le cellule eucariotiche (cioè anche le nostre) si sono evolute per non assorbire dall'esterno materiale genetico. e la cosa è largamente estesa ai mattoni che lo compongono (che la cellula sintetizza al suo interno). Quindi l'uptake cellulare di un nucleoside spesso non è entusiasmante.il modulo ProTide è una tecnologia che serve a superare questo ostacolo, garantendo un uptake ottimale. E' la tecnologia che ha rivoluzionato il trattamento dell'epatite C con il primo farmaco che l'ha resa curabile (sofosbuvir). Ed è anche la tecnologia che ha costruito quella che al momento sembra l'opzione più promettente per il trattamento di COVID-19, remdesivir.
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