giovedì 12 marzo 2020

SINDROME CINESE



Dalla fuga di notizie sul decreto "Italia Zona Rossa" alla conferenza di Conte che annuncia l' italian lockdown sono passati 4 giorni. Dalla pubblicazione del decreto al comunicato un singolo giorno.
Si stima un lag di una settimana tra l'entrata in vigore dei provvedimenti di contenimento e un effetto rilevabile sui dati. Visto che l'unico dato che conta è la variazione giornaliera nel numero dei casi, aggiungo che in realtà servono 3-4 giorni per individuare se l'andamento medio è cambiato oppure no.

Quindi? Quindi tra il decreto entrato in vigore il martedì e l'annuncio delle nuove misure non è stato possibile osservare niente. Le ultime misure sono state prese alla cieca, prima che fosse rilevabile l'effetto di "Italia zona rossa".
Qualcosa mi dice che tutti i discorsi "crescita esponenziale" alla fine hanno fatto breccia. In realtà negli ultimi giorni un'andamento constante-decrescente negli incrementi dei casi poteva far pensare che stavamo vedendo l'effetto della zona rossa lombarda, ma ormai sarà un po' difficile trarne conclusioni.

Qualcuno ha twittato "si poteva scegliere tra lotta alla paura e lotta all'epidemia, si è scelta la lotta alla paura e abbiamo avuto l'epidemia". Fondamentalmente corretto. Qualcuno ha puntato tutto sul nero, prima di Codogno. E' uscito il rosso. Vediamo di non arrivare ai decessi a tre cifre, avevo detto tempo fa. Siamo diretti hell bent for leather verso le quattro cifre.Solo ora si intensifica l'uso di remdesivir al nord. Fino a ieri... Beh, fino a ieri, le cose non erano così diverse da oggi. Per completare il quadro cinese, il protocollo standard (Standard Of Care, SOC) continua ad essere lopinavir/clorochina/tamiflu/antibiotici (cioè l'Hail Mary Protocol) . Evidenze dimostrate di utilità o efficacia? Nessuna. Si poteva quindi fare di più per evitare che il numero dei morti crescesse così rapidamente, da minsan ci si poteva attivare via ISS e AIFA per diramare un protocollo centrato su remdesivir. Si poteva alleviare la pressione su terapie intensive e personale sanitario. Non si è fatto.



Il Dr. Ascierto si è appellato al ministero perché dirami un protocollo che includa tocilizumab. Si tratterebbe di uso off label, e quindi più semplice dell'uso compassionevole di remdesivir (che, ricordo, ancora non è approvato). Tocilizumab è un immunosoppressore che "spenge" la risposta infiammatoria, e in un paio di casi a Napoli ha dato buoni risultati (perdonerete se non prendo sul serio i report sulla 20ina di casi in Cina su cui è stato usato il farmaco). Tratta quindi i sintomi gravi, non l'infezione, ma è meglio che niente, anche se non sappiamo se e quanto l'immunosoppressione aumenterà il rischio di polmoniti secondarie (batteriche), al momento assenti con COVID-19.
Vedremo se il Ministero lo ascolterà. Finora minsan è stato il grande assente e le sue agenzie pure (AIFA, ISS).
La conseguenza di questa inazione le vedremo la prossima settimana, quando il numero dei morti supererà le mille unità.

Sicuramente qualcuno racconterà tutto questo come una success story. Già me lo vedo.

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