giovedì 2 luglio 2020

E SE PRIMA SI NAZIONALIZZASSE UNA BANCA?



Nazionalizzare una banca è molto più socialista che negare un brevetto o imporre un prezzo ribassato a un farmaco, che però sono temi fissi di gente per cui nazionalizzare una banca è una bestemmia. Pensateci un attimo.

Cominciamo col dire che la situazione americana è completamente diversa da quella europea, però su questo tema c'è convergenza tra l'ala "sinistra" dei democratici yankee e l'area dem europea.
"Free of charge" significa gratuito. Gratuito per chi? Per i cittadini.
E fin qua tutto bene.
Ma il farmaco o il vaccino sono prodotti e, rebus sic stantibus, sono prodotti di industrie private, che il più delle volte hanno utilizzato (e rischiato) risorse private per svilupparlo (alcuni vaccini antiCOVID a questo giro sono eccezioni eccellenti).
A questo punto c'è da chiedersi: se il cittadino non paga chi paga e quanto paga?
Per chiarire sono uno strenuo sostenitore della sanità pubblica e universalistica, quindi a me che il cittadino non paghi va benissimo. Ma ho la netta sensazione che per molti la condizione necessaria a che il cittadino ottenga gratis il trattamento sia che lo stato lo paghi poco o niente. Mi ripeto, pare che il motto universale sia "Salviamo vite, ma solo a prezzi modici"
Farmaci e vaccini sono prodotti industriali. Per svilupparli e produrli servono mezzi di produzione: mente d'opera, mano d'opera, laboratori, impianti. In più si tratta di mente d'opera e mano d'opera altamente qualificate, e di impianti ugualmente qualificati (abilitati e ispezionati regolarmente dalle agenzie competenti). E tutto questo non si paga né a chiacchere né con aria fritta.
Si tratta di investimenti, quindi si parla di capitale.
Se il capitale è privato (il che di solito vuol dire messo da istituzioni finanziarie, oggi come oggi) ci si aspetta un profitto proporzionale al rischio (e il rischio è alto). Il brevetto serve a garantire, per quanto possibile, il profitto (poi le cose sono in realtà molto più complicate).
Adoperarsi per negare o minimizzare il profitto che conseguenze ha? Il disinvestimento, che guarda caso è quello che si è visto da 15 anni a questa parte.
Disinvestimento si traduce in dismissione di fabbriche e centri ricerche, cioè in perdità di posti di lavoro qualificati e di know how. Perché il know how che serve a sviluppare farmaci è un know al 99% industriale, che cammina sulle gambe delle donne e degli uomini che lavorano nel settore. A chiudere un centro ricerche ci vuol niente, a ricostruirne uno da zero per farlo funzionare a regime servono anni.
Il disinvestimento è stato compensato da iniziative pubbliche? No, a parte la solita notevole eccezione (gli USA che non hanno alcuna intenzione di lasciar morire la ricerca sugli antivirali), che però quantitativamente ha la rilevanza di uno sputo nel mare.
In generale il mancato accesso a farmaci o terapie quando si verifica è un fallimento del mercato, e i fallimenti del mercato non si risolvono con il mercato, si risolvono con lo stato (cfr Roosevelt, F.D.). 
Ma nello specifico da anni a questo problema viene proposta un'unica soluzione: il genericista asiatico, che non ha vincoli brevettuali, ambientali, sindacali, e di fatto neanche regolatorii, visto che il tasso di ispezioni in Asia di FDA e EMA resta molto basso, mentre in occidente continua ad essere il 100%. Curioso che questa soluzione venga appoggiata da gente che a parole è desinistra e con una grande coscienza ambientale, vero?

I fallimenti del mercato, dicevamo... davanti a loro mediamente uno stato, specie se europeo, da anni e anni si guarda bene dal muovere un dito. Se lo muovesse, c'è sempre un commissario alla concorrenza pronto a minacciare l'infrazione.
Se il capitale fosse pubblico (cioè statale) le cose sarebbero assai diverse. E in linea di principio niente potrebbe impedire, a seconda delle necessità, di produrre o sviluppare in perdita, che guarda caso è esattamente quello che sempre più spesso viene chiesto invece al privato (ma in linea di massima, in un sistema globale che prevede brevetti, il brevetto continuerebbe a garantire anche un'industria nazionalizzata).
Per qualche strano caso della vita chi contesta brevetti e vorrebbe imporre prezzi ribassati ai farmaci di solito non parla di nazionalizzare industrie farmaceutiche (che sarebbe una cosa socialista). E tra l'altro l'industria pubblica lavorerebbe al meglio con una banca ugualmente pubblica...

E allora? E allora "no brevetti, farmaci a prezzo nullo" è la toppa che si mette alle storture di un globalismo finanziario che ha predicato e ottenuto privatizzazioni da un lato, demolizione del welfare dall'altro. "No brevetti, farmaci a prezzo nullo" è lo slogan di quelli che Lenin avrebbe chiamato "gli utili idioti". Médecins Sans Frontières rientra da sempre nella categoria: uova gratis per tutti, abbasso le galline etc.
MSF è da tempo che sul tema si impegna in battaglie di  bandiera, perdendole tutte.
Sempre contro Gilead, provò a dar battaglia contro il brevetto europeo su sofosbuvir e contro l'accordo di licenza tra Gilead e i genericisti indiani (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/02/epatite-c-medecins-sans-frontieres-vs.html).
E' addirittura riuscita a tirar fuori una battaglia sul prezzo par garantire l'accesso al peggior antiTBC di sempre (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/02/tbc-msf-e-i-farmaci-mai-una-giusta.html).
Ma l'approccio ideologico salva vite, si sa, ci sono decine di meta-review che lo confermano... o no? 
Le buone cose di pessima riuscita degli amici di Nonno Speranza, che costituiscono le tavole della legge di una sedicente sinistra che non riesce a confrontarsi con 30 anni di atroci fallimenti sul fronte dei rapporti industriali e dell'economia.

PS: L'obsolescenza del "Manifesto del Partito Comunista"  è argomento di quello che, avendo fatto altro il giorno prima, provava a trovare una scusa furba e politica per schivare un 4 a filosofia. #Lemaleddettebasi bisognerebbe averle presenti (e capite) prima di pisciarci sopra nel nome dei tempi nuovi, specialmente se ci si dichiara di sinistra.

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