giovedì 17 settembre 2020

IL PESSIMISMO DELLA RAGIONE

 



Lo ripeto: il tempo di reazione della ricerca farmaceutica a questa pandemia è stato qualcosa di mai visto prima. In capo a pochissimi mesi, al di là del rumore il più delle volte insulso dei media,sono stati individuati farmaci evoluti, clinicamente promettenti o già approvati per altre indicazioni (nonché, un po' per caso, il desametasone). Anticorpi monoclonali sono in stadio avanzato di sperimentazione clinica - i vaccini sono un caso a parte, fondamentalmente un gran marasma e promesse irrealistiche.
Quindi il quadro è incoraggiante?
No.
Perché il vaccino Oxford-AZ piace tanto alla politica? A parte il discorso della quota di produzione in Italia, il fatto principale è uno: 2,5 euro a dose.
Perché l'unico farmaco approvato ad ora per COVID, remdesivir, non piace? 2000 euro a ciclo di trattamento.
Eppure è il farmaco che ha salvato la decrepita buccia del Berlusca (molto negazionista, davvero, da parte di Zangrillo usare remdesivir: l'antivirale dei ricconi negazionisti).
Ma remdesivir ha un problema di disponibilità, ed è un problema a cui qualcuno ha aggiunto del suo.
Che con remdesivir c'era un problema di capacità produttiva lo avevamo visto, e avevamo visto i problemi tecnici che c'erano dietro (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/06/remdesivir-e-gli-altri-la-questione.html).
Avevamo visto che gli USA, nel loro pieno diritto, avevano fatto scorte (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/07/remdesivir-chi-fa-scorte-chi-fa.html), a luglio, mentre in Europa ancora non si faceva niente. EMA era arrivata ad emettere una Conditional Marketing Authorization circa due mesi dopo che FDA aveva concesso una Emergency Use Authorization. Insomma, quanto a preparedness e tempestività non esattamente fulmini di guerra, sul nostro continente. Alla fine del processo remdesivir è finito nell'Emergency Support Instrument (https://ec.europa.eu/info/live-work-travel-eu/health/coronavirus-response/emergency-support-instrument_en), che sarebbe il programma di risposta alla pandemia della Commissione Europea (https://ec.europa.eu/info/live-work-travel-eu/health/coronavirus-response/emergency-support-instrument_en).
ESI ha messo su remdesivir la "strabiliante" cifra di 63 milioni fino a ottobre, riservandosi di acquisire altro farmaco nel futuro.
Il risultato finale è che per tutta la EC saranno disponibili trattamenti per circa 30.000 soggetti, cicli di 5 iniezioni, 2000 eur a ciclo. E quindi in Italia rispetto ai tempi in cui era obbligatoria la richiesta per uso compassionevole non cambia gran che (
(Un inciso: su remdesivir ci sono due categorie di pensiero dominanti, da noi. La prima è "ma la riduzione di mortalità non è statisticamente significativa", che è un sì e no; se si legge bene il noto articolo su Lancet (https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2007764) si trova tra i secondary endpoints quel 30% in meno di mortalità, con un CI largo, troppo largo. Ma il particolare è che è confermato da RECOVERY. Non chiedo di "comprare" gli studi osservazionali, ma di notare che si tratta di una conferma che non ha uguali nella specifica materia. Poi c'è l'altra categoria, la categoria "tanto costa una cifra e non serve a niente", per cui non c'è speranza.)
Quindi tutto quello che è stato fatto in termini di ricerca è stato in buona parte vano: l'unica cosa davvero utile, pare, sarebbe stata la cura a 50 centesimi la dose (sure, beam me up, Scotty).
 
Se ci sarà la seconda ondata di COVID-19 da noi le cose andranno meglio rispetto alla primavera?
Marginalmente.
Ci sono più posti in terapia intensiva.
Ci sono un paio di farmaci di uso diffuso e ormai provata utilità (eparina, desametasone).
Remdesivir contingentato, quindi un uso paragonabile a quello fatto in primavera.
Scorte ne sono state fatte (DPI, farmaci)? Non sembra.
Combattere la seconda ondata con un secondo lockdown uguale a quello primaverile? Suicida. Ma per aumentare la risoluzione del lockdown, creando non un'unica zona rossa nazionale ma n zone rosse provinciali o regionali serve personale, quel personale per il tracciamento che ancora non c'è in misura sufficiente o non è sufficientemente formato.

In breve la pandemia rimane un problema: un problema essenzialmente politico

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