mercoledì 24 febbraio 2021

SINDROME SVEDESE



Il tema "Svezia" è ormai come un lampione ad un angolo di strada: ogni cane che passa si sente in dovere di lasciarci qualcosa (ed è il motivo per cui me ne sono tenuto lontano fino ad ora).
Tutta la storia sull'approccio a-scientifico alla pandemia della Svezia è eclatante: perché in primo luogo si pensa che la politica debba gestire la pandemia "scientificamente", quando la gestione della pandemia è un fatto politico, ovunque. E in secondo luogo l'indignazione contro le "fake news" delle istituzioni mediche del paese scandinavo sembrerebbe presupporre che invece altri governi non facciano esattamente la stessa cosa, pur raccontando storie diverse.
Quanto la pandemia sia fatto eminentemente politico lo dimostra la vicenda di Jonas F Ludvigsson.
"Jonas F Ludvigsson, pediatra presso l'Örebro University Hospital e professore di epidemiologia clinica presso il Karolinska Institute (uno degli istituti ricerca più rinomati nel mondo), ha pubblicato una lettera di ricerca online sul New England Journal of Medicine il 6 gennaio presentando dati che hanno mostrato che relativamente pochi bambini in Svezia si sono ammalati di 19 durante la prima ondata di pandemia. La Svezia è stato uno dei pochi paesi a mantenere aperte scuole e asili durante la primavera del 2020, quindi i dati sono stati tra i primi raccolti sui rischi per i bambini.
Lo studio ha rilevato che, dal 1 ° marzo al 30 giugno 2020, 15 bambini di età compresa tra 1 e 16 anni in Svezia sono stati trattati in un'unità di terapia intensiva per covid-19 o per sindrome multi-infiammatoria (MIS-C), che è stata collegata a covid -19. Ludvigsson disse all'epoca: "Questo è l'equivalente di 0,77 pazienti in terapia intensiva ogni 100 000 bambini in quella fascia di età. Quattro dei bambini avevano malattie sottostanti. Nessuno dei bambini è morto entro due mesi dal periodo di terapia intensiva".
Dopo la pubblicazione della lettera è stato bombardato da messaggi di rabbia attraverso i social media e le e-mail che criticavano lo studio e deduceva che esso e Ludvigsson erano rappresentativi della strategia di contenimento covid-19 del paese."
Nella lotta per il monopolio della narrazione sulla pandemia tutto è concesso, tutto è legittimo, per i "giusti che seguono la scienza".
E grazie a Sara Gandini per aver dato rilievo a questa vicenda.

 

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