lunedì 3 gennaio 2022

COVID, FARMACI E UNA POLITICA IN AVANZATO STATO DI DECOMPOSIZIONE



Viste da lontano le nuove disposizioni italiane che entrano in vigore il 10 gennaio sono roba da matti.
Avevo ipotizzato che "Green Pass e niente lockdown" sarebbe stato un assioma politico sostenuto al di là di qualsiasi evidenza (evidenza a sfavore del green pass), e così è stato. Eppure il Natale italiano avrebbe dovuto mettere una pietra tombale sulla tesi surrettizia "la pandemia dei non vaccinati"...
Chi lamenta che il governo guardi solo a ospedalizzazioni e decessi e non ai contagi mi lascia estremamente freddo. E' quello che sostanzialmente si fa in parte del nord Europa, isole comprese, senza troppe tragedie, senza provocare nessuna apocalisse di nessun tipo (al di là di certe sparate televisive secondo cui "in inghilterra muoiono come mosche"). Eppure in Italia la minoranza dei non vaccinati viene usata come capro espiatorio, mentre l'ondata di omicron ha fatto saltare le capacità di test e non solo. Già, l'irrisolto problema dell'assistenza medica di base, l'elefante nella stanza, si è manifestato di nuovo al suo meglio, con la generalizzata assenza di medici curanti e USCA. Questo grave tema è stato da tempo seppellito dalla polemica "terapie domiciliari", che l'inasprimento delle misure inerenti il green pass italiano non fa che rafforzare. E i fan dell'idrossiclorochina e soprattutto dell'ivermectina riprendono voce e forza.
E in un momento in cui l'introduzione di paxlovid dovrebbe spingere ai margini della scena remdesivir, si torna a parlare dell'antivirale Gilead, forse perché Topol si ricrede dopo l'ultimo studio pubblicato (https://twitter.com/EricTopol/status/14737792076667453460). Chiaro che il risultato clinico dello studio in questione, 87% di riduzione nell'ospedalizzazione, ora che paxlovid è stato autorizzato è di fatto irrilevante, rimanendo remdesivir farmaco da somministrarsi endovena, mentre l'antivirale Pfizer è in compresse.
Comunque il risultato: a un convegno di ivermectinologi in Iowa, con Robert Malone ospite di onore, il Dr. Paul Marik, pneumologo, padre di uno screditato protocollo per la prevenzione della sepsi, al momento ivermectinologist in chief, dichiara che gli ospedali vengono pagati da Gilead per sommistrare remdesivir. Notevole, visto che il farmaco viene acquistato dall'amministrazione federale e poi distribuito agli ospedali. E' mancato solo il retweet di qualche accademico italiano.
Ovviamente questa faccenda è rimbalzata nell'area "anti" italiana, ed è stato tirato in mezzo Bassetti ("Ha preso i soldi anche lui!"). Come se il genovese non facesse già tutto da solo, per guadagnare in credibilità... in breve se non arrivano ad ammazzarli intubandoli, lo fanno con il farmaco maledetto quando avrebbero potuto salvarli con lo sverminatore. Wow.
Dopo due anni siamo ancora lì, e non c'è verso di uscirne. Mi auguro che in Italia a nessun genio venga in mente di capitalizzare questa area (marginale) di opinione, ma vedo che qualche strizzatina d'occhio ci è già scappata...

 

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