sabato 7 maggio 2022

LOTTA DURA, L'UNICO "ALTRO" BUONO E' QUELLO MORTO

Nessuno pare ricordarsi che tra fine 60 e inizio 70 nel mondo dell'intrattenimento stampato ci fu un problema. Autori che iniziavano a proporre parabole e metafore sul potere e sulla situazione politica.
Sono cresciuto in quei tempi, in un clima culturale per cui in Italia la fantascienza era desinistra e la fantasy dedestra, e György Lukács con la sua concezione del romanzo come epopea borghese era un'autorità indiscussa. E si dovette aspettare l'edizione italiana di "La letteratura Fantastica" di Cvetan Todorov per osservare qualche cambiamento.
Ripescando tra vecchie letture alcune mi sono apparse oggi, a distanza di decenni, singolarmente attuali. Ne  propongo un paio così, senza un particolare ordine.
 
Hardfought (https://www.goodreads.com/book/show/8673948-hardfought), tradotto in italiano "Lotta Dura", fu inserito nel filone "cyberpunk". Ma alla fin fine era un prodotto della tarda guerra fredda (un precedente l'immenso e diversissimo "I reietti dell'altro pianeta" della grandissima Ursula K LeGuin https://it.wikipedia.org/wiki/I_reietti_dell%27altro_pianeta).
Il tema era la guerra con l' "Altro", la comprensione dell' "Altro", il tentativo di mediazione con l' "Altro", nel contesto di un conflitto insanabile proprio perché conflitto con l' "Altro".
Nella fiction noi=bene altro=male ha una lunghissima storia, fin dalle origini della civilta' occidentale. Molti meno, a cominciare dall'Iliade hanno prestato attenzione all' "altro", ma il discorso sarebbe ben troppo lungo.
"The Nebula award-winning short story by master SF writer Greg Bear. Humans are engaged in a long war against an advanced alien race, the Senexi, but the possibility for peace may exist thanks to a young girl who learns the enemy's larger role and humanity's opportunity to evolve. "
E' quel che si trova in giro a descrizione del romanzo. Ma in realtà si tratta della storia di una postumanità avanzata in confitto con una razza completamente aliena e altrettanto avanzata, e di tentativi di comprensione reciproca strumentali ma non senza conseguenze:
"In uno scontro alla pari non si può battere il nemico se non lo si capisce. e se lo capisci veramente perché combattere invece che parlare?"
Uno dei tanti libri che, a distanza di quasi 40 anni, tornano attuali.
 

Prima ho citato Ursula K Le Guin. 
La Le Guin, nota di questi tempi perlopiù come autrice della trilogia di Earthsea, era estremamente interessata al tema del rapporto con l'Altro.
Nel 1977 rifiutò un premio Nebula per "Il diario della rosa". Lo rifiutò per due motivi. Il primo era che Science Fiction Writers of America aveva espulso Stanisław Lem, e secondo Le Guin l'espulsione era da attribuirsi alla critica da parte di Lem della fantascienza americana e alla sua volontà di continuare a vivere al di là della cortina di ferro.
Il secondo motivo era che non le andava di ricevere un premio per una storia sull'intolleranza politica da un'associazione che si era dimostrata politicamente intollerante.
(Come potete notare più le cose cambiano più restano le stesse)
Comunque dicevo dell'interesse di Le Guin per l'Altro. A parte i romanzi ("I reietti dell'altro pianeta", "La mano sinistra delle tenebre" i due esempi maggiori) la cosa è esplicitata in uno dei saggi raccolti ne "Il linguaggio della notte", intitolato "American SF and the Other".
 

 
"La questione in ballo, qui, è la questione dell'Altro, l'essere che è diverso da te. Questo essere può essere diverso per sesso, reddito, modo di parlare o vestirsi o fare le cose. O per il colore della sua pelle, o per il suo numero di gambe o teste. In altre parole ci sono l'Alieno sessuale, l'Alieno sociale, l'Alieno culturale ed infine l'Alieno razziale...
Che dire dell'Altro culturale o razziale? Questo è l'Alieno che tutti riconoscono come tale, ed è quello che interessa particolarmente la fantascienza. Ebbene nella vecchia fantascienza pulp è molto semplice. L'unico alieno buono è l'alieno morto, che sia l'uomo mantide di Aldebaran o un dentista tedesco."
Le Guin è morta nel 2018, prima della pandemia. Credo che se fosse viva constaterebbe sconfortata che il mondo occidentale è regredito al livello di un romanzetto di fantascienza pulp degli anni 30.
 

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