giovedì 22 settembre 2022

UN PO' DI STORIA

 

"Bisogna ammettere che la scienza ha le sue caste. L'uomo la cui attrezzatura sono le equazioni differenziali guarda dall'alto in basso chi lavora con un galvanometro, e questi guarda dall'alto in basso chi traffica con roba appiccicosa e puzzolente nelle provette"
Questa citazione di Gilbert Newton Lewis serve a dare un'idea di cosa fosse la chimica all'inizio del 900 (e dell'attitudine un po' snob di Lewis che, appunto, lavorava con le equazioni differenziali).
In un secolo la chimica, come la fisica, aveva elaborato un sistema teorico coerente basato sulla matematica, in cui da equazioni sperimentalmente verificate se ne ottenevano altre sperimentalmente verificabili (Lewis ha contribuito in misura rilevante). La rivoluzione della meccanica quantistica non sostituì, ma aggiunse strumenti (massimamente usati in spettroscopia). E lo stesso si può dire della termodinamica statistica.
I tre nelle foto appartengono a quella stagione. Sono due chimici e un... matematico? Fisico? boh.
Henry Eyring (https://en.wikipedia.org/wiki/Henry_Eyring_(chemist) ), Meredith Gwynne Evans (https://en.wikipedia.org/wiki/Meredith_Gwynne_Evans) e Michael Polanyi (https://en.wikipedia.org/wiki/Michael_Polanyi) sono i tre il cui lavoro sta dietro alla faccenda del "complesso attivato", che forse qualcuno si ricorderà dai testi su cui ha studiato (e qui c'è qualcosa in più https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../la...).
Oggi i teorici lavorano dietro a un computer, e il solco che li divide dagli sperimentali si è allargato a dismisura. Ma gli strumenti messi a punto in quella stagione vengono usati spesso anche in campi puramente applicativi.

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