Il declino del paese e delle sue istituzioni: ormai si tratta di un sentire sempre più diffuso, tanto da arrivare su Lercio.it :
In particolare la crisi COVID19 è stata un momento discriminante. Un momento in cui i veli sono stati sollevati, a livello intepersonale, nella società e soprattutto per le istituzioni. E le istituzioni italiane non hanno fornito uno spettacolo edificante, niente affatto, infinitamente peggiore di quello già pessimo a cui eravamo abituati.
Riflettevo che in UK il governo ha avuto come consulenti scientifici prima Roy Anderson e poi Patrick Vallance . A capo del programma Warp Speed Trump mise Moncef Slaoui . In Europa invece a trattare acquisti e forniture di vaccini c'era un'oscura burocrate con un curriculum da interprete. E in Italia, beh... In Italia in tempi di pandemia a dirigere AIFA c'era Magrini, uno che avrebbe voluto il lopinavir prescrivibile dai medici di base in funzione anticovid (l'acqua fresca sarebbe stata più efficace). Consulente del ministero della salute di Roberto Speranza era Ricciardi. A capo di ISS Brusaferro, che presentava con disinvoltura numeri del celebre (al tempo) Rt il cui valore era inferiore all'errore sullo stesso calcolo. Pensandoci bene è andata male, ma sarebbe potuta andare infinitamente peggio.
Ai tempi c'era anche un discreto gruppetto di soggetti di pari spessore scientifico che diceva, brigava e si sbracciava per un posto nel CTS. Non riuscirono a ottenerlo, ma a qualcuno toccò il premio di consolazione tipo la guida della task force scientifica (ridete pure) antiCOVID pugliese.
Consigliere regionale "miracolato" dopo aver perso le elezioni, ricordiamolo. Un granduomo, il suo "cruccio" è la mancata capacità del centrosinistra di non saper più "parlare a chi non arriva a fine mese
. Pensa te. Quale commovente attenzione ai diritti dei lavoratori - ma
solo se vaccinati, beninteso. Perché l'addio al super green pass per il
granduomo era "un regalo ai no-vax" Per certa gente una pandemia è per sempre e se non c'è emergenza sanitaria bisogna inventarsela. E tutto questo è sinonimo di scienza, sì, per quanti non hanno idea di come funzioni una disciplina scientifica, che non ha niente a che fare con nulla di tutto questo.
Oggi la favoletta della gestione esemplare vive giustappunto solo nelle pagine del grottesco libro di Speranza nonché nel club Maria Antonietta (e nell'immaginario dei quattro imbecilli settari che sventolano la bandiera della "scienza").
Però la "miglior gestione" è ormai abbastanza lontana da rendere possibile la costruzione o la riproposizione di quella specifica narrativa.
Qualcuno in area PD era veramente così scollato dalla realtà da pensare che il partito sarebbe uscito bene dalle politiche del '22, che sarebbero rimasti in area di governo. Purtroppissimo il corpo elettorale aveva mediamente un'opinione assai diversa dalla loro, quanto a gestione della pandemia: quel risultato elettorale (praticamente una certificazione) è ormai agli atti. Ma visto che ormai sono passati due anni, beh, che male c'è a provare a raccontare di nuovo la stessa favola? Si sa che la memoria del paese è cortissima. Le possibilità di successo sono scarse, ma non si butta via nulla.
Quel che continua a stridere è che posizioni puramente politiche siano fatte passare per scienza, di nuovo, ancora. Ma d'altra parte, come mi disse in camera caritatis un professore universitario proprio in quel periodo, chi sa fa ricerca e chi non sa fa politica (anche quando dice di "fare scienza" o "terza missione", aggiungo io).
ADDENDUM: L'Italia è il paradiso delle nullità scientifiche che si definiscono "scienza". Lancio una sfida: abbandonino la loro posizione in Italia e vediamo quanto è valutato il loro CV sul mercato internazionale. Sfida che ovviamente non verrà raccolta.
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