C'è una guerra in corso. E' questo che dicono. E poiché è in corso una guerra, conta da che parte stai, non quello che dici. Piccolo particolare: sarebbe una guerra per la scienza, e questo rende le cose assai poco banali. Perché le scienze si basano su metodo ed evidenze sperimentali riproducibili. La letteratura scientifica classica con questo è costruita. Ed evidentemente nella guerra per lascienza metodo ed evidenze sono diventati subordinati al fine.
E', per l'ennesima volta, il meccanismo delle bolle all'opera, dove, citando Quattrociocchi, l'informazione non funzionale scompare, anzi, viene avversata.
I generali di brigata dell'esercito de Lascienza non possono essere criticati, se sparano una falsità scientifica a fini strategici fanno bene, perché serve (anche se spesso non lo fanno a fini strategici, ma semplicemente perché gli mancano lemaledettebbasi).
La cosa ovviamente va nei due sensi. I fedeli della nanochiesa mi accusarono di volermi fare un nome attaccando i loro sacerdoti (voler farsi un nome con una pagina gestita sotto pseudonimo è geniale). I pretoriani del Vate mi hanno accusato di non aver altri argomenti se non il "dargli addosso". Valutazioni gemelle per bolle gemelle, quando quel che è stato fatto qua sopra alla fin fine è stato spendere due parole per il buon nome delle scienze, che costoro calpestano e sviliscono in continuazione.
Una recente conversazione con qualcuno che mi ha spiegato quasi dieci anni di dinamiche proscienza-antiscienza sui social mi ha fatto capire tante cose, tra cui come la guerra provax-antivax sia semplicemente stata un nuovo fronte su cui una serie di vecchi veterani della polarizzazione estrema hanno trovato una causa per cui combattere e nuovi compagni d'armi. E in cui il grande game changer è stato il Vate, che ha contribuito ad esasperare i meccanismi della polarizzazione beneficiandone largamente. Nel fronte proscienza criticare o correggere il Vate è stato considerato alto tradimento (e quindi il mio zittirlo coi modelli dinamici delle malattie infettive era "infangare la competenza" - quale?).
Ma soprattutto mi ha fatto capire quanto questa pagina possa apparire ai loro occhi del tutto aliena e del tutto pericolosa, perché radicalmente avversa al meccanismo di base della polarizzazione che per costoro è vitale (anche perché se stai uscendo con un libro è essenziale consolidare la fanbase - e anche questo va nei due sensi).
La prostituzione intellettuale non è mai passata di moda, ma la cosa che non mi aspettavo era trovare alcuni professionisti ed accademici di buona o eccellente reputazione schierati in questa guerra evidentemente pro bono, e vederli che si mettono l'elmetto e la combattono secondo le suddette regole, pure partecipando ai gruppi fight club sui vaccini..
Ed è veramente buffo, ma del tutto conforme a quanto sopra, che un tale, che cura un'altrui pagina (collegata ad un blog che ospita una anestesista in pensione fanatica estremista dell'obbligo vaccinale), su un gruppo pubblico abbastanza noto, così si pronunci riguardo a questa pagina: "Tra la fuffa e il complottismo. Del resto da un tecnico che ti aspetti, mica pubblica e fa ricerca autonoma..." . Ovvero, non saper di che si parla, e non avere i mezzi culturali ed intellettivi per comprendere una frazione minima di quel che si scrive qua sopra e non volerlo riconoscere (da dopo due anni che ho cominciato a lavorare i tecnici ce li ho avuti come sottoposti, tra l'altro).
Ah, la "ricerca autonoma" , sul piedistallo perché produce carta (ops, scusate, conoscenza), e che spesso ora che il finanziamento pubblico è evaporato si genuflette appena arriva il privato col libretto degli assegni... La famosa ricerca autonoma che ha prodotto i maggiori avanzamenti farmacologici degli ultimi 20 anni, etc.
Non è certo mia intenzione sminuire il ruolo della ricerca pubblica (anzi), né tantomento le collaborazioni tra ricerca pubblica e industria (vitali) ma per pietà, non si faccia mostra qua sopra di guardare dall'alto in basso quella industriale esibendo superiorità scientifica o morale, non siamo più negli anni 70, non è il caso - la ricerca pubblica con cui ho collaborato io fu chiamata negli USA da una grande farmaceutica a spiegare ai loro top scientists i meccanismi di una farmacoresistenza oncologica, e non ha mai avallato gli schemi della crescente crisi di riproducibilità nelle life sciences né ha mai giocato a "Io sono la Scienza" (la cosa non gli ha precisamente giovato, a quel gruppo).
Di questa pagina si dice e si mormora, di questa pagina ci si chiede (sempre più senza mettere like o segui, in modo da apparire invisibili)..Poco condivisa su pagine gruppi e profili pubblici, mentre le condivisioni che non posso leggere salgono di numero. E la "scienza con l'elmetto" al riguardo esprime fastidio e disappunto,,,
(già nel 2018 i temi qua sopra proposti arrivavano dove dovevano arrivare - ovviamente senza la mia faccia e senza una citazione, ma dov'è il problema?)