Sono passati quasi due anni dalla chiusura della pagina fb, ma periodicamente mi arrivano inviti a tornare su isocial (facebook, twitter - ops, X).
Ribadisco alcune considerazioni per cui l'abbandono dei social da parte di CS è definitivo e irrevocabile, e sono considerazioni puramente politiche.
In primo luogo CS è stato capace di incidere politicamente ben prima del boom di visualizzazioni correlato al COVID19. Senza apparire in nessun modo come autore (un autore plurale, al tempo) i temi qui proposti sono finiti su quotidiani nazionali e in programmi del giornalismo televisivo di prima serata. Questo succedeva quando i soldi del Monopoli (like, condivisioni, visualizzazioni) erano molto pochi, anche perché interagire pubblicamente con la pagina facebook ai tempi era considerato disdicevole in molti ambienti.
Quando con lo stesso metodo gli stessi temi sono arrivati in Parlamento il blog era a più di 600.000 visualizzazioni in meno di ora. Ne ho concluso che per proporre temi e approcci critici una presenza attiva su isocial non serve, a maggior ragione oggi che la loro situazione è estremamente diversa rispetto a cinque anni fa. Diversa la situazione ma non i contenuti: la pagina fb cominciò così e finì così. Un ciclo compiuto, senza altro da aggiungere.
Con tutto il rispetto per le richieste di ritorno e i loro motivi, credo di averlo detto più di una volta: creare e coltivare una community non era lo scopo dell'operazione (anche se in qualche modo è successo) e fondamentalmente i social gira gira quando mi sono sganciato servivano a crescere fanbase - chi non riusciva nell'intento già migrava su substack o tiktok . Non ho motivi di credere che le cose siano cambiate.
"Francamente non capisco la linea presa da questo blog. Negli anni hai fatto molta strada assieme a questo e a quello, con apprezzamenti reciproci. Oggi sembra che sul blog ci si limiti a tirare sassate in ogni direzione e alle volte non si riesce a capire a chi. Ritornando su X potresti rispondere a interrogativi del genere con un confronto pubblico e aperto", mi ha scritto qualcuno, che evidentemente confonde "confronto pubblico e aperto" con "dialettica significativa". Di "confronto pubblico e aperto" sui social ne ho avuto pure troppo, in cinque anni, e più che abbastanza per capire che quel genere di "confronto pubblico e aperto" è completamente sterile. A meno che non si ritenga produttivo dibattere con settari con i cervelli fritti dal dogma. Un esempio recente? Sara Gandini e Elena Dragagna hanno ripreso e largamente espanso le considerazioni qua pubblicate sulle vicende pugliesi di obbligo/semiobbligo vaccinale e questa è una campionatura dai commenti al loro articolo:
Cosa vuoi discutere con chi invoca l'ordine dei medici per un articolo scritto da una ricercatrice e da una giurista? E lasciamo perdere la "disinformazione marxista". Utile interloquire con un quidam de populo che ritiene le vaccinazioni una faccenda di ordine pubblico? E la stessa cosa vale per i riflessi speculari di questa bella gente, quelli "sieri genici" e compagnia cantante. Un confronto "pubblico e aperto" con costoro e i loro ispiratori non ha più alcun senso. Quanto al "pubblico e onesto dibattito scientifico" fu chiaro fin da settembre 2020 che non era più possibile. E la fine dell'emergenza COVID non ha cambiato le cose. Probabilmente tale esito in Italia era stato preparato fin dal 2017. Mi permetto di ricordare che 7 anni fa lo avevo scritto che certi fenomeni mediatici (Burioni) stavano facendo danni difficilmente sanabili. Bel risultato aver tirato su questa razzaccia (e i noquestoequellaltro sono ancora lì, pari pari).
"Se tu tornassi faresti felici molti e tremare altri", mi ha scritto qualcun altro. Ma far tremare qualcuno che senso avrebbe?
Secondo me si continua ad attribuire a X e facebook un ruolo che nella migliore delle ipotesi hanno smesso di avere. Un partito o un influencer medico/scientifico possono pensare di avere davvero un grande seguito tra i cittadini perché lo hanno su isocial. Gli anni recenti dicono che no, il mondo reale non è uno specchio de isocial, specie nel segreto dell'urna. Quindi il "far tremare qualcuno" sarebbe solo produrre spettacolo, quel che facevano e immagino facciano ancora "la scienza" e la divulgazione su isocial. E avrebbe un peso risibile o nullo. Perché i tempi sono cambiati e continuano a cambiare.
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