martedì 8 settembre 2020

I CONTI SENZA L'OSTE? DEMANSIONIAMO L'OSTE



In principio era il vaccino italiano, che non era precisamente italiano, ovvero il vaccino Oxford-IRBM. "In principio" era ad aprile. "Vaccino a settembre", diceva Di Lorenzo (IRBM), ma mancavano i soldi. Non si capiva se era stato fatto il modello animale né nel caso chi lo aveva fatto. Si capì invece che c'era un problema di fondi: si doveva iniziare la sperimentazione clinica e non c'era un centesimo, invece servivano dieci milioni, almeno. Di Maio e Speranza avevano elargito molte parole ma alla fine, zitti zitti, avevano inviato Di Lorenzo a Cassa Depositi e Prestiti, dove il tempo passava e non si levava un ragno dal buco. Mentre in Italia sia fa melina oltremanica il perfido Johnson mette i 20 milioni. Il baricentro del progetto viene definitivamente spostato in UK quando Astra Zeneca si compra il progetto. E qua il gioco si fa serio.
Italia Francia Olanda e Germania formano al volo un gruppo d'acquisto e opzionano il vaccino Oxford-AZ, 400 milioni di dosi (https://www.cnbc.com/2020/06/15/italy-france-the-netherlands-germany-to-pay-843-million-vaccine.html). Questo accade il 13 giugno. A stretta ruota al gruppo di acquisto si aggiungono Spagna, Polonia e Svezia (https://www.lamoncloa.gob.es/lang/en/gobierno/news/Paginas/2020/20200619covid19-vaccines.aspx). 
E all'improvviso tutto diventa confuso, perché in contemporanea la Commissione il 17 giugno comunica ufficialmente la "EU Strategy for COVID-19 vaccines" (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?qid=1597339415327&uri=CELEX:52020DC0245). Il 20 di maggio sempre la Commissione aveva varato Emergency Support Instrument, con 2,7 miliardi di dotazione: il 17 giugno dichiara che
"La Commissione finanzierà parte dei costi affrontati dai produttori di vaccini sotto forma di Advance Purchase Agreements (accordi di opzione). I fondi allocati devono essere considerati come un anticipo sul pagamento dei vaccini che saranno effettimente acquistati dagli stati"
Diventa abbastanza chiaro che la Commissione mette avanti il soldi, e se li mette avanti lei non li mettono avanti gli stati, a regola - chiaramente i fondi della Commissione sono fondi del bilancio europeo, quindi sono stati messi dagli stati membri, ma questo è un altro discorso.
Nelle prime due settimane di luglio non si sente più parlare di gruppo di acquisto italo-franco-tedesco-olandese-etc. Ma il 14 luglio La Stampa tira fuori il famoso titolo "COVID, il vaccino funziona - l'obiettivo è distribuirlo senza sperimentazione" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/07/follie.html). E sul Sole24Ore viene fuori il discorso dello scudo legale per i produttori. Ci sono trattative in corso ma non si capisce chi tratta con chi (eppure - e lo dico anche in riferimento allo scrivente - era tutto nero su bianco, online sul sito della Commissione, nascosto in bella vista).
Ora (col senno di poi) è chiaro che tutta la vicenda è passata sotto Emergency Support Instrument, ma ESI altro non è che la Commissione, che a partire da luglio inizia a trattare con gli sviluppatori di vaccini, singolarmente, e con la loro associane/lobby Vaccine Alliance (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/08/vaccini-anticovid-lobby-e-europa.html). Il 14 agosto la commissione firma il primo accordo con Astra Zeneca (https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_20_1438). "Oggi, dopo settimane di negoziati, abbiamo il primo accordo EU di acquisto anticipato per un candidato vaccino.Vorrei ringraziare AstraZeneca per il suo cotruttivo impegno in questo accordo di così grande importanza per i nostri cittadini", dichiara Stella Kyriakides, Commissario alla Salute.
In una plastica rappresentazione del funzionamento della democrazia europea, la questione raggiungerà la preposta commissione del Parlamento Europeo solo questa settimana (https://www.europarl.europa.eu/committees/it/debate-on-eu-vaccine-strategy-and-advanc/product-details/20200902CAN56921), quando i giochi sono già stati fatti:

Sanofi-GSK : 300 milioni di dosi
Johnson and Johnson: acquisto iniziale di 200 milioni di dosi e possibile acquisto di ulteriori 200 milioni
CureVac: acquisto di 225 million doses
Moderna: acquisto iniziale di 80 milioni di dose con l'opzione per l'acquisto di altri 80 milioni.


Chiaramente ESI è completamente sbilanciato a sfavore di Moderna sul lato vaccini e, in genere, a sfavore dei farmaci, o meglio dell'unico nuovo farmaco: prevede 150.000 dosi di remdesivir, per 30.000 pazienti (una fortuna che la seconda ondata da noi ancora non si veda).
Notare bene: di tutto quello di cui abbiamo parlato remdesivir è l'unico per cui ci sia stato un pronunciamento regolatorio (e su tutte e due le sponde dell'Atlantico).
Per quello che riguarda questi diversi vaccini, rebus sic stantibus, EMA è completamente esclusa dal processo (e ancora non ha una pratica per un singolo vaccino).
Oltreoceano l'amministrazione Trump esercita pressioni su FDA da mesi, il che dovrebbe dare un'idea del ruolo di FDA. Da noi EMA, molto semplicemente, non è stata presa in considerazione. Nessuno ha pensato che si dovesse includerla nel processo, eloquente esempio del peso che viene dato in Europa alla regolazione farmaceutica oggi.
Repubblica rilancia: vaccino a novembre (e parla di quello Oxford-AZ  https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/09/06/news/vaccino_fabbriche_gia_in_moto_a_novembre_10_milioni_di_dosi-266427987/): probabilmente qualcuno pensa che consegnando tra un mese e mezzo la pratica a EMA il tutto si debba risolvere in una formalità, il timbro di un burocrate, e poi si parte.
Ma il tutto è ulteriormente curioso perché i ricercatori clinici impegnati nei trial del vaccino Oxford-AZ cascano dalle nuvole.
 

 

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