Ilricercatore, probabilmente con ilPhD, finito allo sportello delle Poste.
Alcune considerazioni. Che allo sportello delle Poste Italiane arrivino oves boves et pecora omnia lo so dai racconti di un amico (non PhD, non laureato, alle Poste da un tre decenni, ormai) .
Ma perché ilricercatore è ridotto allo sportello alle Poste?
Proviamo a fare alcune ipotesi.
1) Ilricercatore (ex) non vuole lavorare lavorare lontano da mammà (che quando arrivi ti stira le camice, che se te le stiri da solo vengono fuori un disastro)
2) Ilricercatore lontano da mammà non ci può proprio lavorare: perché il suo CV magari in Italia non ha mercato, ma all'estero lo considerano -10. E quindi è allo sportello alle Poste, ha uno stipendio, e dovrebbe essere contento di aver passato il concorso così il 27 arriva il bonifico e non deve dipendere da mammà.
3) Ilricercatore si sente schifato dallo sportello alle Poste perché gli tocca aver a che fare con quella gentaccia. Bene, molto educativo. Hai scoperto che non tutto il mondo ha un'istruzione secondaria (universitaria sarebbe già troppo). Complimenti! La capacità delle scuole elementari di trasmettere competenze base è crollata a picco negli ultimi 30 anni. La buonanima di mia nonna aveva la quinta elementare, ma non aveva problemi a scrivere in italiano corretto con una buona calligrafia e a far di conto a mano. Riversiamo sugli ignoranti le colpe di chi ha fatto a pezzi la scuola italiana?
4) Un amico mi dice che lui il suo corso per il dottorato dati&modelli lo inizia con un ripassino di analisi I. Perché i dottorandi (oves boves er pecora omnia 2.0, mi dice) nella migliore delle ipotesi hanno un dannato bisogno di un ripasso, nella peggiore ignorano completamente la materia, tanto non serve perché c'è il software. Quindi forse ilricercatore è l'analogo moderno di quello con il diploma dell'Istuto Commerciale di 40 anni fa, in questo caso.
5) Ilricercatore vive a sud di Roma, magari parecchio a sud, forse in uno di quei luoghi dove in Università non diventi neanche un tecnico di laboratorio se il mammasantantissima dell'ateneo o uno dei suoi fedeli non ti si fila. Oppure vive a nord dove succedono esattamente le stesse cose.
Di recente ho ricevuto una mail di Un Ricercatore che mi inviava le sue riflessioni sull'essere espatriati. Uno che si è fatto tutta la trafila europea di PhD e postdoc. E ha finito per restarci, in ambito accademico, fuori dall'Italia. Non senza rimpianti. Al che verrebbe da dire a ilricercatore: ciccio, se non hai i numeri ringrazia di avere lo sportello alle Poste, che in un modo o nell'altro alla fine del mese ci arrivi. E se la tua lettera di sfogo viene ripresa da ilquotidiano e non ti rendi conto di essere perfettamente funzionale a quel sistema che ti ha precluso il posticino di tecnico all'Università o di tecnologo al CNR, beh... forse non ti meriti neanche lo sportello delle Poste. Magari dopo 20 anni di sportello troverai l'illuminazione. Ma più probabilmente dopo 35 anni (se va bene) quel che troverai sarà una magra pensione, scriverai di nuovo una lettera a ilquotidiano e un successore di della Loggia te la pubblicherà commentandola. E allora sarà troppo tardi per capire.
Cosa ci sia dietro "Italia e analfabetismo" e dietro decine di titoli del tutto analoghi si capisce al volo. Ve la ricordate la discussione sull'epistocrazia? Ve li ricordate gli ignoranti che hanno determinato Brexit e eletto Trump? In breve, la critica al suffragio universale. Un tema che da anni va forte sui social, nonché nelle teste di tanti benpensanti.
Io sono nato quando la Repubblica Italiana e la sua democrazia erano ancora nei loro anni verdi - e già nei loro anni verdi ci furono faccende di tintinnar di spade. E sono cresciuto tra tentati colpi di stato, terrorismo rosso e nero, strategia della tensione, piani di rinascita democratica. E non mi posso scordare che la critica del suffragio universale e della democrazia era un tema missino, anzi rautiano, quindi proprio fascista-fascista. Per questo mi venne da scrivere un piccolo "Contributo all'alfabetizzazione degli analfabeti politici":
I social sono un mondo fantastico in cui perlopiù regna il pregiudizio
decerebrato.
Quindi può capitare che uno (chi scrive) passi parte della domenica con
un cineforum a tema Costa Gavras (da "Z - l'Orgia del Potere" a "Music
Box", passando per l'imprescindibile "Missing"), e che due giorni dopo
venga accusato di essere collaterale a Forza Nuova.
Perché il green pass è "ordine pubblico".
Ecco, quando sento "ordine pubblico" sparato in questo modo a me viene
in mente Junio Valerio Borghese che parla "per l'ordine pubblico" (e i
critici del suffragio universale ricalcano Pino Rauti, che a loro
piaccia o no, se ne facciano una ragione una volta per tutte). Guardate
questo video: https://www.youtube.com/watch?v=4-SwIjI7I_A . "Dagli
all'untore!", in purezza, e siamo sullo stesso piano di "dagli al nero",
"dagli all'ebreo" - l' odio per il diverso, in questo caso coperto e
legittimato dal politicamente corretto.
Questo è un mio piccolo contributo all'alfabetizzazione degli analfabeti
politici che di quando in quando si affacciano qua sopra col ditino
alzato, sparando giudizi e sentenze.
Se c'è stata un'opera di grande significato nella storia della RAI si
tratta de "La notte della Repubblica", di Sergio Zavoli. E chi parla a
casaccio farebbe bene a vedersela tutta, non limitandosi a questo
singolo video.
https://www.youtube.com/watch?v=d_LAQY62ejoOggi mi sono stancato sia di contribuire che di polemizzare. Per quanto si dichiarino tolleranti e democratici (in realtà di solito partitodemocratici) quelli che si dilungano sui social su "basta suffragio universale" "a questi va levato il voto" eccetera esibiscono di solito la più becera e gretta imbecillità, da sempre caratteristica dello squadrismo totalitario. Li trovo semplicentemente rivoltanti. Period.
PS. Quanto a ricercatori impiango il Dr Rob. Fu una delle voci più lucide dell'ambiente, Solo Un Altro PostDoc (https://solounaltropostdoc.wordpress.com/) - quelle per niente lucide "divulgano" tuttora. Lui non sarebbe mai stato considerato da ilquotidiano (non funzionale), ma del resto non credo avrebbe mai avuto la pulsione di scrivere una lettera al giornale.