Ammettiamo di avere un cesto di palline. Alcune sono rosse, altre verdi, altre blu. Svuotiamo il cesto in un imbuto molto speciale che fa uscire prima le palle verdi (dopo 10 secondi) poi le palle rosse (dopo 14 secondi) poi le palle blu (dopo 23 secondi).
Ecco, un cromatografo funziona all'incirca come l'imbuto molto speciale, e nel caso dell'imbuto sono i vostri occhi a fare da detector: vedono il colore delle palle, vedono quante palle escono a quel dato tempo.
Ora ammettiamo che voi siate bendati. Sapete di avere un cesto che contiene una miscela di palline (numero totale delle palline 100), ma non ne conoscete il colore. Avete un robot che conta le palline in uscita dall'imbuto e vi dice a che tempo stanno uscendo.
Diciamo che voi cercate palle rosse. Sulla base dell'operazione precedente sapete che le palle rosse escono dopo 14 secondi. Il robot vi dice che a 14 secondi sono uscite 2 palline. Ne concludete che il cesto su 100 palline ne conteneva due rosse.
Ammettiamo che Pinco dica che col suo metodo, che consiste nel lanciare con una catapulta la cesta di palline contro un muro, ha rilevato su 100 palle 5 palle nere. Scrive la sua procedura e fa replicare a qualcun altro che dice "seguendo questo protocollo a noi risultano tra le 4 e le 6 palle nere".
Ecco, non è questo che si intende per "conferma di un analita". Per confermare si ritorna all'imbuto molto speciale, ci si versano per esempio 5 palle nere e si aspetta che escano. Il vostro robot vi dirà: a 18 secondi sono uscite 5 palle. Ok, le palle nere escono a 18 secondi. Al che si prende il cesto da 100 palle dove sono state rilevate tra le 4 e le 5 palle nere e si versa nell'imbuto. Se a 18 secondi esce qualcosa il dato dello screening con la catapulta è confermato e si potrà dire 2, 4 o 6 palle nere. Ma se a 18 secondi non esce niente di palle nere non ce ne sono. E di palle tout court invece ce ne è in sovrabbondanza.