martedì 30 gennaio 2024

LA SOSTENIBILE SOLITUDINE DEL DOPPIETTO SOLITARIO


C'è un doppietto di elettroni solo soletto, e infatti in inglese si chiama lone pair. Ha un gemello, con cui non ha contatti. Se ne stanno in due di quelle combinazioni lineari di funzioni d'onda che sono gli orbitali sp3 della molecola d'acqua  (2s+3 2p=4 sp3), anche se in realtà la cosa è appena più complessa: Ψ1=1/2Φs+√3/2Φpz per il primo degli orbitali ibridati, dove Ψ1 è la funzione d'onda dell'orbitale ibridato 1, Φs quella dell'orbitale 2s, Φpz quella dell'orbitale 2pz. Chiaramente stiamo parlando di un modello, il migliore disponibile da una ottantina di anni a questa parte e lo dobbiamo a quella che ormai si chiama chimica quantistica. Ai miei tempi universitari il concetto di "chimica quantistica" di fatto non esisteva: vedevi una funzione d'onda per la prima volta a Chimica Generale I, a Chimica Generale II ci prendevi confidenza e a Chimmica Fisica II ti dovevi produrre in lavagnate di equazioni. Il che significa che allora una funzione d'onda doveva essere nel DNA di qualsiasi chimico, senza distinzioni tra analitici, organici, inorganici, chimici fisici, teorici e industriali. Ma questo accadeva ormai molto tempo fa. Già più di dieci anni fa esistevano individui con una laurea breve in un qualche flavour di chimica (ambientale, degli alimenti, climatica e andate avanti a piacere). Costoro non solo di tutto ciò non avevano la minima idea, ma avevano anche serie difficoltà con il diagramma di stato dell'acqua. Il frutto delle riforme, del 3x2 e delle magnifiche sorti e progressive (non parlo per sentito dire).

Una funzione d'onda esprime una densità di probabilità, quindi è competamente incompatibile con le 'immagini dell'atomo raffigurato come sorta di microscopico sistema solare che purtroppo si continuano a trovare in giro, pure nei testi di scienze delle scuole superiori (assieme ad altre boiate, tipo la temperatura di ebollizione dell'acqua come costante e robaccia del genere). Quelle rappresentazioni grafiche con effetti di nuvola sono già più aderenti ai nostri modelli di struttura atomica e molecolare: elettroni delocalizzati in regioni di spazio (delocalizzazione figlia del principio di indeterminazione di Heisenberg, visto che agli orbitali corrisponde un numero quantico principale, n, che definisce l'energia degli elettroni che li occupano - nota l'energia, non nota la posizione). Quando un'orbitale sp3 dell'ossigeno e l'orbitale 1s dell'idrogeno si sovrappongono abbiamo due elettroni, uno dell'ossigeno e uno dell'idrogeno, condivisi tra i due atomi, un legame covalente.
Come sappiamo che esiste il legame? Al di là di chi agli inizi della chimica scisse l'acqua in una cella elettrolitica, in generale ci sono decenni di spettroscopie. I legami (anche quelli dell'acqua) vibrano, con moti diversi (stretching, rocking, scissoring, etc), portando a una varietà di stati vibrazionali ad energia quantizzata e la differenza di energia tra l'uno e l'altro corrisponde a quella di un fotone infrarosso. E quindi ci sono anni e anni di studi spettroscopici che hanno determinato la lunghezza e la geometria dei legami.
Da tutto ciò sono venute fuori varie cose, tra cui il fatto che il legame O-H è polarizzato, ovvero i due elettroni del legame hanno densità di probabilità più alta vicino al nucleo dell'ossigeno che vicino al nucleo dell'idrogeno. Cosa da cui derivano varie proprietà dell'acqua: il suo essere solvente polare protico; il fatto che l'idrogeno leggermente elettronpovero sia attratto dal lone pair dell'ossigeno elettronricco di un'altra molecola d'acqua, formando un legame ad idrogeno; il fatto che sia soggetta ad un equilibrio di dissociazione in OH- e H+, e il negativo del logaritmo decimale della concentrazione di H+ è il famoso pH.

Dopodiché andate su youtube, cercate "biologia acqua" e rendetevi conto del livello e della "scienza", in cui il miglior modello diventa "verità". E traetene le doverose conclusioni.

No, non è vero che non mi piacciono i biologi. Nel mio ramo non c'è nessuno come quello che sa mettere a punto un saggio biologico affidabile, o determinare il Method Of Action di un composto che ha dimostrato attività in saggi fenotipici. Semplicemente quelli che "divulgano" o "comunicano scienza" non fanno questo e non sarebbero capaci di farlo. Come dire, non tutti i biologi sono la stessa cosa, come accade per tante altre categorie. E non tutti hanno un'idea di cosa voglia dire esercitare una specifica disciplina scientifica. Meno la sanno esercitare più parlano di scienza.

PS: Chissà perché se l'acqua ha i due idrogeni e i due doppietti ai vertici di un tetraedro (vedere immagine) invece l'anidride carbonica è lineare... sarà mica spiegabile da questa storia di orbitali ibridati nella configurazione di minima energia?

PPS: Mi ricordo ai tempi dei tempi lo sfogo di un professore che dopo aver condotto un corso per qualche anno a Biologia era finalmente approdato a Chimica. Ne era felice, perché diceva, con i metri del tempo, che la maggior parte degli studenti a biologia non aveva una mentalità scientifica, e questo per lui era molto frustrante. Non crediate che nei decenni le cose siano migliorate, secondo quei metri obsoleti, ovviamente. E poi c'è la chiosa di un vecchio amico: "Purtroppo «Sai sono un comunicatore / comunicatrice della scienza ma la matematica proprio non mi piace» ....". Con buona pace di Galileo e dell'universo libro scritto in caratteri matematici, ma questi sono futili dettagli tecnici.

domenica 28 gennaio 2024

IL NUOVO PIANO PANDEMICO RICALCA LA "MIGLIORE GESTIONE"

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/28/nuovo-piano-pandemico-anche-per-meloni-le-emergenze-sono-occasioni-di-profitto/

 

La logica è sempre quella: di nuovo si ribalta sui cittadini responsabilità che sarebbero di governi che si susseguono uno dopo l’altro lasciando la sanità sempre meno in grado di far fronte alle richieste quotidiane. Figuriamoci di fonte alla prossima emergenza pandemica.

Meloni ha ribadito nei fatti, se ce ne fosse ancora bisogno, che la politica odierna – quantomeno quella esercitata da un ceto dirigente pavido e confuso – può solo abbracciare i diktat neoliberisti, per i quali le emergenze sono occasioni di profitto e di riorganizzazione autoritaria dello spazio pubblico. Gli investimenti sulla sanità non sono solo inadeguati, largamente inferiori a quanto necessario, ma si accompagnano a una progressiva svendita dell’intero sistema di servizi. Il privato si lecca i baffi e, sulla scia dell’esempio a stelle e strisce, allunga le mani sulla medicina pubblica, preparando in tema di salute quello che l’autonomia differenziata sta realizzando sul versante dei rapporti tra sud e nord nel nostro Paese.

Le diseguaglianze sono così destinate a crescere, e una sanità lasciata alle brame degli agenti di profitto potrà solo divaricare ulteriormente le condizioni di vita che separano ricchi (pochi) e poveri (sempre di più)

 

Al che uno potrebbe pure chiedersi che cosa voglia dire essere cittadino italiano in Italia: essere suddito di una classe politica autoreferenziale (e questo vale per tutti i partiti in parlamento) o cos'altro? Gandini e Bartolini non fanno che mostrare per l'ennesima volta che il Re è nudo. Ma ormai abbiamo capito che al Re non gliene frega niente, perché non esistono alternative politiche per quanti al momento del voto scelgono l'astensione. Il Re, per quanto nudo, rebus sic stantibus continua ad essere in una botte di ferro. Ma non è questione solo di classe politica: c'è poco da gioire se, quanto a libertà di stampa, l'Italia è risalita dal 58° al 41° posto. Se la qualità di una democrazia è collegata alla qualità della sua informazione siamo messi molto male.

E la pandemia non ci ha reso migliori. Ha invece dimostrato quanto la maggior parte degli italiani possa sopportare, e quanti possano aderire con entusiasmo a qualsiasi istanza repressiva dei diritti individuali. A costo di ripetermi, il carattere nazionale odierno non è molto diverso da quello che Emilio Lussu descriveva in Marcia su Roma e dintorni. Già, la pandemia mi ha fatto capire com'è che ai tempi l'Italia diventò fascista.

sabato 27 gennaio 2024

DA NON CREDERCI, SPERANZA CI RIPROVA CON IL SUO LIBRO

Ovvero quando la realtà supera la barzelletta.

Proprio vero che se campi abbastanza finisci per vederne di tutte le specie. Pensavo che fossi caduto su un  link del 2020 e invece no, si parla proprio di gennaio 2024. E il titolo è proprio quello del libro che fu frettolosamente dato alle stampe a fine estate 2020 e poi rapidamente ritirato dalla circolazione. Il parterre non lascia dubbi: il club della "miglior gestione della pandemia". Dopo i numeri di cui ci si può solo vergognare profondamente, dopo che le inchieste giudiziarie hanno davvero dimostrato che fu una cosa interamente gestita col favore delle tenebre.

Questo riproporsi con il libro non so come definirlo: un atto di narcisismo assoluto completamente avulso dalla realtà? Quos Deus vult perdere prius dementat?    

Ma il dato dell'evento è che nonostante tutto Roberto Speranza non è diventato un paria politico, quando si parla di sanità. Eppure sulla migliore gestione lui, Conte e Schlein le ultime politiche le hanno straperse. Su cosa si pensa di contare, sulla memoria inesistente degli elettori? O si vuole rivendicare ancora una volta le mascherine cinesi non conformi CE (e quindi completamente inutili) che Speranza fortissimamente voleva importare contro ogni legge vigente, epopea raccontata nella prima versione di "Perché guariremo" con lui ovviamente nel ruolo dell'impavido eroe.

Bah. Mi verrebbe da dire che in fondo è meglio così, continuino così, in modo da finire tutti quanti sotto il 5%, che sarebbe anche ora. E chissà che poi non possa nascere un'alternativa politica veramente di sinistra. 



mercoledì 24 gennaio 2024

SCIENZA E/O TECNOLOGIA (2)

 

https://ehab-badwi.medium.com/technology-and-the-essence-of-technology-with-martin-heidegger-3628d786a43f


La crisi moderna si è manifestata nella egemonia del discorso tecnico, considerato da Heidegger l'ultimo aspetto della metafisica prima della sua fine. Pertanto, la tecnologia moderna ha esercitato  un'autorità metafisica sulla vita umana, poiché il filosofo nell'era della tecnologia moderna è ossessionato da una preoccupazione per il destino del mondo, e la terra è diventata oggetto di sfruttamento e svuotamento delle sue capacità, senza consapevolezza dell'importanza di preservare le garanzie che la proteggono dalla distruzione.

Heidegger considera il trascendimento della metafisica come necessario per ripristinare la realtà dell'esistenza. Secondo Heidegger, la mente moderna è caduta in un modello di pensiero scientifico matematico. Il ragionamento trova la sua forma pura nella formulazione matematica della realtà che accelera la sua unificazione, facilitando così il processo di sottomissione alla dittatura della volontà. Heidegger chiede sempre di separarsi da questa mentalità perché è l'arcinemico del pensiero.

Heidegger respinge l'idea popolare secondo cui la tecnologia moderna ha avuto origine dall'applicazione della scienza naturale alla realtà. Secondo Heidegger, la scienza moderna non è la base della tecnologia. Piuttosto, la tecnologia è la base della scienza moderna. È vero che l'emergere delle scienze moderne precedette, in termini di "calcolo cronologico", il dominio della tecnologia. Tuttavia, lo spirito della tecnologia moderna ha dominato queste scienze fin dalla loro origine, e senza di esso i loro risultati non sarebbero stati applicati tecnicamente.

Considerazioni in larga parte ancora attuali. Ma la cifra della presente post-postmodernità, basata sulla sua osservazione, deve piuttosto emergere dall'analisi sociologica e politica del discorso pubblico. Fino a tutti gli anni 80 l'egemonia del discorso tecnico è stata assoluta e fondata tanto sulla potenza teorica di relatività generale e meccanica quantistica quanto sulle applicazioni della fisica del novecento, prima tra tutte l'arma nucleare. L'arma nucleare è stato il centro politico della storia fin dal dopoguerra, ha plasmato tanto la guerra fredda quanto la distensione. Un peso senza precedenti, che superava di gran lunga quello dell'introduzione delle armi da fuoco. Se si fosse cercato un fondamento più potente per il "discorso scientifico" non si sarebbe potuto trovare.

Invece i due primi decenni del nuovo millennio presentano un panorama assai diverso, perché di discorso scientifico in senso heideggeriano non si può più parlare, nel "dibattito pubblico". Se parliamo di discorso scientifico come lo intendeva Heidegger (scientifico-matematico) è qualcosa che perde di visibilità a partire dagli anni 90. per quanto l'etichetta sia rimasta la stessa. La breve finestra di popolarità delle teorie del caos, che rimanevano nell'ambito del vecchio discorso scientifico-matematico, fu chiusa dalla pecora Dolly (1996) e dalla mappatura del genoma umano (2000).

Con l'avvento del primato delle life sciences lo stesso concetto dietro l'etichetta "pensiero scientifico" è mutato, in un passaggio che rimuoveva le basi matematiche per lasciare il passo a un descrittivismo neotassonomico, inerente non più specie e razze ma geni, proteine, pathways cellulari (emblematico il passaggio da biochimica a biologia molecolare). Intendiamoci, da un punto di vista tecnico il processo ha permesso grandi passi in avanti (in primis gli antitumorali targeted). Ma parlando di pensiero questo può essere visto come un  dubbio frutto dei trattati START (https://it.wikipedia.org/wiki/Accordi_START) e del dissolversi dell'incubo di un conflitto termonucleare globale (gli anni 90 non furono anni di riflettori puntati sulla fisica). In un processo di autofondazione, la mappatura del genoma umano e le manipolazioni del DNA furono investite dello stesso potere simbolico che era stato in predecenza del fuoco nucleare. E divenne parimenti "scienza", per quanto il discorso delle scienze hard e quello delle scienze soft avessero un grado di isomorfismo assai basso.

Ed è finita che oggi quando si parla di "discorso scientifico" o "pensiero scientifico" si parla nella migliore delle ipotesi di una nuova teologia morale, non certo di qualcosa di scientifico-matematico. Nella maggior parte dei casi si tratta di un catechismo deteriore e retrogrado. L'autorità metafisica della tecnologia sull'uomo di cui parla Heidegger è mutata nella "scienza" come autorità neoreligiosa, in cui la "comunità scientifica" viene invocata come veniva invocata la comunione dei santi (ed è altrettanto trascendente). "Lo dice la scienza" ha sostituito l'antico "Deus Vult!". Inutile ribadire che tutto ciò non ha niente a che fare con la pratica di una qualsiasi disciplina scientifica (cfr Isabelle Stengers).

E nello stesso spirito in tempi recenti abbiamo visto come geopolitica e analisi strategica siano state imbracciate da chi fino a poco prima aveva imbracciato la "scienza" e nello stesso modo, in fin dei conti con lo stesso fine: quello di avallare e diffondere l'agenda politica del momento, quale che sia.

domenica 21 gennaio 2024

IL MONACO GUI GOU E LE 30 BASTONATE ALL'ORA

Il maestro Zhaozhou convocò per un colloquio il monaco Gui Gou nella sala di meditazione.

“Monaco Gui Gou, dopo tutti questi anni di pratica ancora non hai raggiunto l’illuminazione. Mi pare ormai evidente che sei un caso disperato. A questo punto non mi resta che darti trenta bastonate all’ora finché non raggiungerai l’illuminazione”.

“Maestro, non esiste propria un`alternativa?” chiese avvilito Gui Gou.

“Puoi lasciare il monastero e andare a vivere a Bologna” rispose perentorio il maestro Zhaozhou.

“Allora preferisco restare” concluse Gui Gou.

Fu così che già dopo un’ora il monaco Gui Gou raggiunse l’illuminazione.

giovedì 18 gennaio 2024

IL LEVIATANO E IL CREPUSCOLO DEGLI INFLUENCER

 


https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/lucarelli-pedretti-e-le-colpe-di-media-e-social

(il riferimento è al mostro che è la biblica incarnazione del caos, https://it.wikipedia.org/wiki/Leviatano, non all'opera di Hobbes)

La prima cosa che mi è venuta in mente è che ormai la macchina del fango media-social se non ha obiettivi di rilievo trova il primo disponibile e procede comunque, come se fosse un'arma cerca e distruggi con l'elettronica in tilt.

La seconda cosa che mi è venuta in mente è che ormai il cortorcircuito influencer-social-giornalismo-politica di questo si nutre, indipendentemente dai coinvolti e dall'argomento di cui si (s)parla. 

Comunque la si giri, questa è una brutta storia. Piena di colpevoli che fingono di non avere colpe e di accusatori pronti a indicare la trave negli occhi degli altri dimenticando di averne una più grande nei propri. Il risultato è un tutti contro tutti dove non si salva nessuno. Né gli accusatori seriali da social né i grandi mezzi di informazione. Non si salva Selvaggia Lucarelli che ha deciso «di passare su Instagram, lasciando per un po' X» (l'ex Twitter) in polemica con chi la accusa di avere sospettato (con l'aiuto de suo compagno food blogger) che il post di Giovanna Pedretti, la proprietaria della pizzeria di Sant'Angelo Lodigiano, fosse falso, innescando uno tsunami di odio contro la donna che ha deciso di uccidersi. Nessuno sa bene quali siano stati i motivi del gesto di Giovanna, ma sua figlia non ha dubbi e punta il dito contro la blogger. La quale, a sua volta, punta il dito contro i quotidiani: Ancora nessuno ha il coraggio di fare una riflessione sul ruolo della stampa in questa vicenda

Questa vicenda costituisce uno dei tanti esempi della fenomenologia del Leviatano mediatico, un esempio con un esito tragico. Però no, la colpa non è di ognuno di noi. In primo luogo c'è chi è fuori dei social, in secondo da quel che ricordo non tutti gli utenti dei social si comportano in un certo modo. Ma che il Leviatano social-mediatico si nutra ormai prevalentemente di questo pare piuttosto evidente, e disquisire sul ruolo del giornalismo, se sia esso più o meno grave di quello dell'influencer, è semplicemente non voler ammettere che tra l'uno e l'altro di differenze sostanziali non ce ne sono, oggi.

Da un punto di vista dell'immagine Lucarelli esce da questa vicenda non meglio dell'influencer dei pandori di beneficenza. Poi, considerando le performance di un soggetto non lontano da tutto questo...(https://www.fanpage.it/spettacolo/personaggi/gaffe-di-fedez-a-muschio-selvaggio-mostra-la-foto-di-un-hater-ma-e-lutente-sbagliato/). Fedez indica in pubblico un suo hater mostrando la foto di qualcuno che non c'entra niente che ovviamente viene seppellito da messaggi di odio. Che c'è di strano? Quante volte è stato indicato al pubblico odio l'"antivaccinista" o "il putiniano", il non conforme, il dissidente, quello che non canta all'unisono con il coro? E altrimenti va bene qualsiasi altro bersaglio, come abbiamo visto. 

Nella chiusura della pagina fb CS ebbe un qualche ruolo un film francese:


Credo che sia la più lucida e amara disamina del sistema social-media-giornalismo-spettacolo che io abbia mai visto o letto. Ne include le ripercussioni sul reale e ne consiglio caldamente la visione. Perciò forse a questo giro non sarà tutto dimenticato in un batter d'occhio. Chissà, forse questa serie di vicende in sequenza e quasi sovrapposte costituiscono una sorta di crepuscolo degli influencer in Italia. O perlomeno di alcuni di loro. Ma altri e più nuovi ne verranno, finché il sistema non si incepperà una volta per tutte.

martedì 16 gennaio 2024

CS, L'ANONIMATO, ELENA BASILE

Ricordo ancora un lettore della pagina fb che sognava, magari in tv, il sottoscritto in un momento "Io sono Iron Man".

Ma la vita non è un film (o un cinecomic). Primum vivere, diceva uno. E se sei in un certo ramo e vuoi vivere (avere lavoro e stipendio) certe cose non le puoi dire se non da dietro una maschera. Altrimenti il rischio di perdere lavoro e stipendio non è qualcosa di peregrino, tutt'altro. Perché siamo in un mondo libero e democratico e la libertà di opinione è garantita, giusto? Al di là di considerazioni sulla libertà di opinione, esistono condizioni contrattuali in cui la comunicazione pubblica del dipendente deve essere preventivamente approvata dall'azienda o dall'agenzia. Per tacere di quelle belle leggi sui "comportamenti antiaziendali" che sono passate in Italia negli ultimi 20 anni (http://www.lavorosi.it/rapporti-di-lavoro/licenziamenti-individuali/cassazione-legittimo-il-licenziamento-del-lavoratore-che-offende-lazienda-su-facebook/).

Queste cose sono a me ben presenti, molto meno presenti erano a certi divulgatori che pensavano di sapere tutto della scienza e del mondo. Infatti qualche anno fa in tempo di COVID una di loro mi chiese candidamente di entrare a far parte con nome e cognome in un loro gruppo di lavoro. Considerando che qua sopra avevo detto peste e corna di AIFA, con circostanziata cognizione di causa, e che all'epoca lavoravo in Italia, l'uscire con nome e cognome sarebbe stato un suicidio professionale. E' una cosa che chi parlava di medicina, farmaci e scienza sui media non aveva proprio considerato (perché ne hanno sempre saputo per sentito dire nella versione "santino"). Nel mondo reale i momenti "io sono Iron Man" o "Io sono Ipazia" non sono roba da poco. Infatti ad Elena Basile "Io sono Ipazia" è uscito solo dopo che lei è andata in pensione. Non faticherei a crederci se si dicesse che qualcuno in giro abbia definito questo tempismo "vigliacco". A me è parso semplicemente razionale.  Per il semplice motivo che così va il mondo.

Ma pensate a quel che è successo quando la Basile ha detto di fatto "Io sono Ipazia". Il pacchetto standard di secchiate di letame, istituzionali e non. In primo luogo, pur essendo lei in pensione, "un dipendente dello Stato non può dire queste cose, è un reato". Poi "non è un'ex ambasciatrice" e tutto il resto.

https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/27179-pino-cabras-l-attacco-a-elena-basile-da-parte-dei-censori.html

Ora, guarda caso alla pensione a me mancano più di dieci anni: fatevi i vostri conti...  In due anni di pandemia COVID abbiamo ben visto cosa poteva accadere a chi, dotato di un curriculum irreprensibile, non cantava nel coro: nella migliore delle ipotesi tentativi di assassinio mediatico. 

Gli episodi più eclatanti riguardarono Ioannidis https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/03/onesta-nellopposizione-tra-opinioni.html). E questa è la cifra della barbarie  contemporanea, in cui senza mezzi efficaci per controbattere una voce, un tema, ci si scaglia contro la persona, esattamente con lo stesso "odio" che poi viene stigmatizzato quando i suoi bersagli sono gli "amici", i "giusti".

Mi ricordo ancora di chi si indignava per la berlusconiana macchina del fango: archiviato il capitolo Berlusca gli stessi soggetti sono stati ben contenti di usare lo stesso tipo di macchina ai propri fini. Ma in tal caso era a fin di bene e quindi era un'opera sacrosanta. Poi tutti a rivendicare una fantomatica superiorità morale.

Vae vobis, scribae et pharisaei hypocritae, quia similes estis sepulcris dealbatis, quae a foris quidem parent speciosa, intus vero plena sunt ossibus mortuorum et omni spurcitia!

E guai a voi che sbandierando superiorità morale siete già pronti a santificare la prossima guerra.





martedì 9 gennaio 2024

ESPLORARE UNO SPAZIO

Per secoli in Europa si è pensato che oltre le Colonne d'Ercole non ci fossero altre terre. Non che non si fosse navigato nell'Atlantico, ma da quelle rotte non si scorgevano altre terre, solo altro mare. Quindi il mare continuava ad estendersi a dismisura, magari fino alle coste delle Indie. Poi Colombo fece la sua traversata etc etc.

Questo è quel che spesso succede con le estrapolazioni. Cos'è un'estrapolazione? Ammettiamo che voi abbiate dati molto solidi riguardo un intervallo dello spazio in cui un fenomeno è definito. Estrapolare è ritenere che il fenomeno avrà lo stesso andamento al di fuori dell'intervallo per cui si hanno i dati. Il che può essere perfettamente legittimo, a seconda della dinamica del fenomeno o della distanza dagli estremi dell'intervallo per cui si estrapolano i valori. 

Esempio: un orologio a pendolo carico. Se misurate la frequenza delle oscillazioni del pendolo per dieci minuti potete perfettamente concludere che nella successiva ora la frequenza non cambierà (del resto è un orologio, no?). Poi si arriverà a un momento in cui la carica si esaurirà e quindi il modello di frequenza del pendolo elaborato nei dieci minuti di osservazione non sarà più valido.

Le cose cambiano molto con un doppio pendolo:


In questo caso se campionaste le posizioni delle due sfere  per 5 minuti concludendo che nei successivi 5 l'andamento delle posizioni sarà lo stesso la vostra previsione sarebbe completamente errata (perché le frequenze nel doppio pendolo non sono lineari neanche per piccoli intervalli di tempo: si tratta di un sistema caotico). Ah, è ovvio che l'animazione è frutto di un modello al computer basato sulle equazioni che governano idealmente il moto del doppio pendolo. Ma qui si parla di osservazione di fenomeni, quindi questo è un dettaglio del tutto trascurabile (avrei forse dovuto cercare un filmato del volo di uno stormo di storni, ma forse per molti l'accostamento sarebbe stato meno efficace - che c'entra un pendolo con gli storni?).

Ma non solo. Quando i fattori che governano il fenomeno sono più di tre quello che fate misurando in un intervallo è esplorare uno spazio n-dimensionale. E in questi casi può succedere di trascurare una o più dimensioni di quello  spazio (perché si ritengono quei fattori ininfluenti, o perché se ne ignora l'esistenza). Il che può andare molto vicino all'essere un cittadino di Flatlandia che non si cura della terza dimensione, perché nella sua esperienza di vita nel mondo a due dimensioni dello spazio la terza dimensione spaziale è completamente ininfluente (in realtà per i flatlandesi la terza dimensione spaziale è del tutto incocepibile).

https://www.youtube.com/watch?v=JQq_w38j9v0

Un esempio classico, nell'esplorazione dello spazio del fenomeno, riguarda il trascurare o l'ignorare l'esistenza di zone a sella della superficie che rappresenta i valori del fenomeno osservato.


Ammettiamo che si pensi che il valore di x è ininfluente (la dimensione ignorata) e ci si muova nello spazio del fenomeno con x=0, costante, misurando quel che succede variando y. A un certo punto arriveremo al punto di sella. Fin lì i valori misurati crescevano, dopo scendono. E pensiamo di aver trovato il valore di y per cui il valore è massimo (0). Ma la dimensione x non è ininfluente. Non è stata considerata, ma i massimi dei valori in quell'intervallo di spazio bidimensionale li abbiamo invece per y=0 e x=±8 (la stessa cosa si può applicare ai minimi). Una dimensione vs due dimensioni è esattamente uguale a n dimensioni vs n+1 dimensioni.

Come già detto in realtà la maggior parte dei fenomeni non ha due o tre dimensioni ma n.  Ugo Bardi fa presente per esempio che il il fenomeno clima è un iperoggetto (https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/04/guardiamo-al-clima-come-a-un-elefante-siamo-accecati-mentre-andiamo-verso-lestinzione/7399113/ e il titolista ha tradotto "siamo a rischio di estinzione" con "andiamo verso l'estinzione").  Vero, si tratta di un iperoggetto caotico, per cui il battito di ali di una farfalla in Cina potrebbe provocare un temporale a New York. E quale è l'effetto di 6,2 Gigawatt di pale eoliche installate in Danimarca? Nessuno può dirlo, sempre che non si linearizzi un fenomeno che lineare non è per dire: nessun effetto, troppo poco (la risposta del tipico millenarista che dicendo scienza invece professa la sua fede). Con questo non intendo dire che l'eolico danese è già sufficiente a risolvere il problema, ma semplicemente che non siamo ancora in grado di quantificare o apprezzare l'effetto di una serie di processi virtuosi in moto ormai da anni. Lo stesso dicasi di quei processi deleteri di cui invece è poco educato parlare, tipo le emissioni di anidride carbonica di Cina e Asia nel suo complesso che continuano a crescere costantemente da anni - mentre quelle dell'occidente sono sostanzialmente da anni piatte o decrescenti. 

https://ourworldindata.org/co2-emissions

Se vogliamo parlare di rischi siamo vicini come mai a un conflitto termonucleare globale (90 secondi a mezzanotte https://thebulletin.org/doomsday-clock/). Il punto  è quantificare il rischio climatico e di questo nessuno è davvero capace (diciamo che il track record lascia molto a desiderare). Non è vero che "un cattivo modello è meglio di nessun modello": è bene ricordarsi dell'uso che è stato fatto dei pessimi modelli durante la stagione COVID e dei danni che tale uso ha provocato.

La cosa più prudente in certi casi è non estrapolare - cioè in parole povere parlando del nostro pianeta non si può prendere sul serio nessuna previsione a dieci anni. E' meglio non produrne di previsioni del genere, in modo da evitare le arrampicate sugli specchi triplo carpiate tipo quelle di Al Gore riguardo la incauta uscita che fece anni fa sullo scioglimento della calotta artica - il record di estensione minima della calotta artica è detenuto dall'anno 2012 e non c'è stata una serie di minimi sempre più bassi negli ultimi 10 anni (https://www.firenzemeteo.it/previsioni-stagionali/calotta-artica-stato-attuale-ghiaccio-e-previsioni-prossimi-mesi.php). Questo vuol dire che non c'è cambiamento climatico in atto? No, vuol dire che semplicemente il fenomeno ha una complessità che sopravanza le capacità di tanti dei modelli che sono stati prodotti.

Cadere nell'apocalitticismo è una tendenza comune negli ultimi anni (eppure un annetto fa le cose stavano così https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/02/e-dacci-oggi-la-nostra-apocalisse.html). Nel dibattito climatico questa tendenza ha prodotto attitudini controproducenti - se arrivi a negare "a fin di bene" evidenze storiche documentate tipo periodo caldo medievale e successiva piccola era glaciale ottieni esattamente l'effetto opposto a quello che ti prefiggi. Sarebbe bene evitare di fare con il cambiamento climatico quel che è stato fatto con il COVID, ma sembra che non ci sia verso, ormai ogni tema del "dibattito" presenta invariabilmente la stessa fenomenologia. 

PS: Ormai ci sono librerie di Machine Learning ("intelligenza artificiale") con cui da una serie di dati con un numero opportuno di iterazioni puoi ottenere un modello con p-value piccolo a piacere. Che quel che ottieni abbia anche un reale significato è tutta un'altra storia. Vedasi il caso "smooth lines" nella vignetta, che ripropongo perché dovrebbe essere ritenuta un classico a tutti gli effetti.


 And that's it.

domenica 7 gennaio 2024

CHE NE PENSO?

 


Mi hanno girato varia roba di RFK jr chiedendo: che ne pensi?

Io penso che siano cazzate allucinanti, come quelle di Montagnier in vecchiaia, Raoult, Scoglio, Stramezzi e quanti altri. Uno che aveva prestato una sponda USA ai peggiori buffoni della scena antivaccinista italiana. Riguardo Idrossiclorochina, Ivermectina, remdesivir basta cercare nei post di questo blog, riguardo vaccini antiCOVID pure (e quanto a remdesivir c'è scritto bene nelle controindicazioni: controindicato in caso di problemi renali, quindi se qualcuno lo ha somministrato senza verificare se ci fossero problemi ai reni è stato come somministrare un antibiotico betalattamico a chi è allergico ai betalattamici).

Detto questo se vuoi crederci, quale sia il motivo, affari tuoi. Tutti i gusti son gusti, come diceva quello che ciucciava un chiodo arruginito.

Dopo cinque anni di pagina fb ho capito fin troppo bene come funziona il giochino e per questo ho smesso di giocare. Quindi se ritieni che questi deliri siano Verità (non è mai con v minuscola) vai con Dio e godi come ti pare. Basta che non tu non abbia la voglia di levare a me la possibilità di dire e fare quel che voglio. Ma sempre sull'onda dei ricordi, rammento che non è questo il caso, e che di solito la fanbase del delirio dice "critica" ma pratica il molto più banale insulto, i tre minuti di odio come quelli che i loro nemici rivolgono a loro etc etc. (ai tempi ho perso il conto di quelli che mi avrebbero dato fuoco in piazza ed erano dell'una e dell'altra parrochia - ah, è una figure of speech, precisazione necessaria perché quelle razze di polli le conosco molto bene, putroppo).

Dicevo, vai con Dio. Poi se le cose ti dovessero andare nel peggiore dei modi mi spiacerebbe per te, ma per quel che mi riguarda resti al 130% libero di rifiutare qualsiasi trattamento medico, sensato o insensato che sia (e fidati, lo so fin troppo bene che c'è gente che prescrive trattamenti insensati e non su internet, ma negli ospedali ). Le conseguenze ti apparterebbero come ti appartiene la tua scelta e saremmo tutti a posto (esempi di questo negli ultimi tre anni non sono mancati).

Poi c'è il dibattito pubblico e questo è un altro paio di maniche. Perché riguarda in teoria non i singoli ma la collettività. Nonostante quel che penso di RFK jr non gli leverei mai la possibilità di parlare, riservandomi però la libertà sacrosanta di non voler né ascoltare quel che dice né rispondere alle domande dei suoi fan o intavolare con loro una discussione o ospitarli in un mio spazio, reale o virtuale che sia. E' abbastanza chiaro il concetto?

La fanbase del delirio parla di scienza esattamente  come ne parlano i suoi nemici giurati. Io no, io ne faccio una questione di libertà. Libertà di fede. Vuoi credere? Credi. Vuoi fare proseliti? Mi premurerò di dire che la cosa migliore da fare è ignorarti nel modo più completo ed è un mio diritto farlo,

Politicamente parlando in Italia Paragone e Cunial hanno fatto numeri da prefisso telefonico e no, non sono stati i poteriforti. E' stato il fatto che al momento del voto il delirante lo votano i deliranti e i deliranti nel mondo reale fanno numero da prefisso e non è successo una sola volta, tutto qua. E per questo motivo RFK jr farà numeri da prefisso telefonico alle presidenziali americane: una profezia fin troppo facile, un risultato che non intaccherà la fede dei suoi supporter.

PS. I "che ne pensi?" vanno benissimo, ma la funzione "cerca" del blog funziona discretamente, quindi magari prima di chiedere meglio usarla.

giovedì 4 gennaio 2024

ANNO NUOVO? NON PROPRIO (PHARMA E DINTORNI)

La settimana del rientro al lavoro e le novità... sono quelle della prima settimana del settembre 2023. Non si prevede niente di nuovo per il primo quadrimestre e qualcuno fa l'elenco dei fuggiti e degli scaricati, mostrando contrizione perché erano così bravi ragazzi pieni di talento. I fuggiti stanno offrendo il loro talento ad altri, e la maggioranza degli scaricati pure - del resto mica sono stati loro a fissare le politiche aziendali per le vacche magre. 


Ma in realtà le cose continuano ad essere estremamente complesse e confuse.  Viene in mente Dickens:

It was the best of times, it was the worst of times, it was the age of wisdom, it was the age of foolishness, it was the epoch of belief, it was the epoch of incredulity, it was the season of light, it was the season of darkness, it was the spring of hope, it was the winter of despair.

Pfizer e GSK licenziano? Ci sono agenzie pronte a raccogliere gli scaricati a braccia aperte.

(da linkedin)

E non solo... c'è chi addirittura rilancia:

La fase presente per ora non ha niente a che vedere con le grandi crisi che il settore ha vissuto tra 2005 e 2015, quando c'era chi accendeva ceri alla Madonna se trovava un posto da insegnante in un liceo o da ricercatore in una università.  E aggiungo "per fortuna". Alla macchina del caffè, tra i sopravvissuti di più o meno lungo corso, c'è qualcuno che lo dice: "Ma se anche i vertici del sito se vanno?". Eh già, l'ammiraglio  che abbandona la flotta non offre un gran servizio di immagine. Bevo il mio caffè e alzo le spalle, concludendo: "Siamo tutti nello stesso ramo, quello di portare lo stipendio a casa in un modo o nell'altro".

Quindi la situazione non è poi così critica. Restano però in piedi alcune cause del fenomeno.

In generale i tassi delle banche centrali non sono stati modificati al ribasso in modo significativo, causa inflazione, dicono (una conseguenza di una situazione geopolitica fortemente voluta da quelli che poi fissano i tassi), Il che significa che le difficoltà delle biotech, che di finanziamento campano, sono esattamente le stesse di sei mesi fa. Al che forse è bene spiegare meglio per i non addetti: per biotech oggi si intende un'azienda nata su un know how, il frutto o l'idea di una ricerca, che vuole sviluppare il proprio o i propri candidati farmaci o candidati terapeutici fin quando è possibile, cioè fino al punto in cui un'azienda più grande (spesso molto, molto più grande), trovandoli promettenti, li comprerà per concluderne lo sviluppo (operazione che può avere successo oppure no). In breve quello che si intende oggi per biotech è una realtà di solito piccola che sviluppa prodotti ma che non ha alcun prodotto sul mercato o fonte di flusso di cassa diversa dal finanziamento degli investitori. A questo punto sarà chiaro per tutti che se il finanziamento è più difficile o costoso (cosa che accade si solito quando i tassi delle banche centrali sono alti) queste aziende tendano a congelare le attività e si sentano un cappio stretto al collo. La cosa non è priva di conseguenze, perché molte grandi farmaceutiche globali devono buona parte delle loro pipeline avanzate (prodotti in sviluppo nell'ultima fase delle sperimentazione cliniche) a biotech più o meno piccole che ci hanno fatto ricerca e che hanno provveduto alla prima fase dello sviluppo - basti pensare, in tempi di COVID, a Oxford Institute, Biontech, Moderna (l'unica che è arrivata alla fine sul mercato senza vendere o vendersi, per ora). 

Quindi in generale la quantità di nuovi farmaci approvati nei prossimi anni risentirà della situazione presente.

Da un punto di vista strettamente personale non sono particolarmente preoccupato, perché alla fine...

Chien (il Creativo)

E come diceva il commentatore taoista al proposito: Le nubi vanno, la pioggia opera e ogni singolo essere fluisce verso la propria forma.

mercoledì 3 gennaio 2024

GALOSCE E TEMPESTE

 

La storia è sempre la stessa: chi ha le galosce e chi non le ha. Storm Henk non arriverà in Italia, magli eventi climatici nello stivale non sono mai mancati. E da almeno tre decenni la linea guida della politica italiana, ostinatamente inadempiente quanto a manutatenzione ordinaria e straordinaria e cura del territorio, resta la stessa: chi non ha le galosce si attacca.

Qualcuno si ricorda l'ideona dell'assicurazione -obbligatoria- anti catastrofi? Una genialata condivisa da tutte le ipostasi della sociopatia in politica (dal Berlusca a Mario Monti fino al PD), un regalone alla finanza.

https://www.ilfoglio.it/articoli/2014/11/19/news/tutti-assicurati-contro-le-catastrofi-perche-no-lidea-di-palazzo-chigi-78558/

In parole povere non chiedere allo Stato nulla perché lo Stato non è più la forma che si è data la colletività dei cittadini e della colletività allo Stato non gliene può fregare di meno. So much for the welfare state and his ghost.


lunedì 1 gennaio 2024

SCIENZA E/O TECNOLOGIA? (1)

Il "leggiti Kuhn" di Starbuck mi ha offerto un rinnovato punto di vista sugli ultimi anni (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-1-di-x.html e https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-2x-by-starbuck.html). Se la "scienza normale" (e molto spesso la "scienza anormale") nonché la medicina etichettata come scienza sono state tra i protagonisti dei media e del discorso pubblico almeno dal 2016 in poi, forse uno dei fatti più rilevanti è stata la sovrapposizione totale tra scienza e tecnologia. E' una confusione estremamente diffusa, specialmente nel mondo anglosassone: nel tempo ho ricoperto posizioni "scientist qualcosa" ma, come dice un vecchio amico, fin dal principio mi sono occupato di tecnologia. D'altra parte ormai anche istituzionalmente la sovrapposizione è totale: visto che oggi tutto è scienza (dalla scienza delle comunicazioni alla scienza del turismo) ormai esistono dipartimenti di scienze ingegneristiche. In tempi meno confusi esistevano facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali e facoltà di Ingegneria. E giravano barzellette significative che sottolineavano certe differenze. La più notevole credo sia stata quella della procedura per portare all'ebollizione l'acqua. Si chiede a un chimico e a un matematico la procedura per portare l'acqua all'ebollizione. Entrambi rispondono: prendo una pentola, la riempio d'acqua, la metto sul fornello, accendo il fuoco e aspetto. Poi si domanda: e se avete già una pentola piena di acqua calda? Il chimico risponde: la metto sul fornello, accendo il fuoco e arriverà all'ebollizione in meno tempo. Il matematico risponde: la vuoto e mi riconduco al caso precedente. 

Un'altra notevole riguardava i numeri primi. Dimostrare che tutti i numeri dispari sono primi. Il matematico: 1 primo, 3 primo, 5 primo, 7 primo, il resto segue per induzione. Il fisico: 1 primo, 3 primo, 5 primo, 7 primo, 9 errore sperimentale, 11 primo. L'ingegnere: 1 primo, 3 primo, 5 primo, 7 primo, 9 primo... (prego gli ingegneri che leggono questo blog di farci una risata sopra).

Nel discorso pubblico odierno no, nessuna differenza, e nessuna differenza tra campi estremamente distanti. Quindi un'astronauta fu perfetta per sponsorizzare le vaccinazione pediatriche e un Nobel per la fisica cadde a fagiolo come testimonial per la quarta dose di di vaccino antiCOVID (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/10/il-senso-e-la-sfiducia.html). Ma se Parisi è "scienza normale" Astrosamantha è un mammifero di tutt'altra specie. Per me da un certo punto di vista un astronauta non è così diverso da un process engeneer: una persona addestrata a cui fornisci istruzioni da eseguire. Quindi stiamo parlando di scienza o di qualcosa di abbastanza diverso? La seconda, ovviamente. In caso di volo spaziale stiamo parlando di tecnologia (ingegneria) che gli astronauti si limitano ad usare - non l'hanno né progettata né costruita e volendo potrebbero essere definiti glorified pilots, specie considerando che non c'è un traguardo da passare prima degli altri. Ma visto che ormai anche la vecchia, solida ingegneria è diventata scienza ingegneristica... (la sola idea di ingegneri gestionali scienziati è esilarante). In realtà né l'ultima missione della Cristoforetti né la prima terapia CRISP approvata aggiungono qualcosa a quello che sappiamo dell'universo e della vita, il che sarebbe la ragione sociale della scienza (e anche quella della "scienza normale").

Questa sovrapposizione nel discorso pubblico e nei media è funzionale a una specifica narrazione (quella delle "magnifiche sorti e progessive"). Una narrazione che in Italia ha acquisito un ruolo politico preciso in una precisa situazione politica: la crisi di consenso del centrosinistra parlamentare (in realtà un centrocentrodestra) nel nuovo millennio. Quando la deprecata "antipolitica" si condensò nel successo elettorale dei 5 stelle dentro il movimento il fronte del delirio (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/10/perche-una-rinascita-della-sinistra.html) era una presenza significativa (da Cunial a Barillari etc etc). E quando la questione di un supposto grave "rifiuto vaccinale" balzò sulle prime pagine nel 2016, esplodendo con l'outbreak di morbillo del 2017, la cosa finì in uno sfacciato "scegli la scienza, vota PD". Da lì in poi la confusione lessicale e tra piani di significato è deflagrata, e le deflagrazioni sono processi irreversibili. Si diceva "scienza", ma si parlava del "terzo ladro" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/12/il-terzo-ladro.html). Chiaro che all'epoca Isabelle Stengers era irricevibile per i frontisti della "scienza". Eppure la Stengers non è un filosofo qualsiasi, alieno alle discipline scientifiche: per più di 20 anni ha collaborato con Ilya Prigogine (https://en.wikipedia.org/wiki/Ilya_Prigogine). Ma nel "dibattito" la situazione era già precipitata allora: medici scienziati, veterinari scienziati, agrari scienzati, laureati in lingue e gioiellieri debunker scientifici. E parliamo anche di gente che fu scelta per una task force contro le fake news della Presidenza della Camera (Boldrini), gente capace di uscirsene con aberrazioni di questo genere:


Con buona pace di FDA e EMA, al diavolo INDA, EUA e tutto il resto (cioè il processo regolatorio in conformità al quale un nuovo farmaco viene immesso in commercio - e guarda caso il peer reviewing non c'entra una mazza perché con la pubblicazione di un articolo non ha niente a che fare). Da notare per l'ennesima volta l'uso del termine "scienza". In un contesto in cui "scienza" era usato in questo modo da cialtroni senza arte con parte (con alcuni accademici della "scienza anormale" al seguito) solo gli illusi (presente!) potevano pensare di contribuire a una ricalibrazione delle basi del discorso. La "scienza" che intendevano loro funzionava così, a cazzo di cane.

Quello che fu creato, tra debunker, blastatori, divulgatori e tutto il resto era una fiction con labili riferimenti alla realtà. Una fiction spesso di successo, tra l'altro. E occorre dire che la sinistra parlamentare ha colto l'occasione per riempire con questi temi il suo vuoto di argomenti, provando a trarne vantaggio. Perché nel frattempo, parlando di Italia, il budget del Sistema Sanitario Nazionale si ritrovava ai minimi storici, con le dovute conseguenze, e la stessa cosa valeva per scuola e università, altro che magnifiche sorti. E lo spettacolo della "scienza" con i suoi difensori offriva una efficace cortina fumogena, che andava in scena mentre la spesa militare cresceva a scapito della spesa in welfare (https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/26918-rachele-gonnelli-il-cattivo-affare-delle-armi-report-di-greenpeace.html). A questo punto dovrebbe essere chiaro che "le parole sono importanti" (cit.), e in realtà la semantica è funzionale e politica. 

Detto questo, nelle percentuali alte dell'astensione, nelle classi lavoratrici orfane di rappresentanza, nella crisi di legittimazione delle formazioni parlamentari: in questo territorio c'è l'opportunita per un nuovo discorso. Un nuovo discorso pubblico e politico, dove magari la distinzione tra scienza e tecnologia tornerà ad avere un significato.