domenica 29 gennaio 2023

I SOLDATI DELLA VERITA' IN GUERRA CONTRO IL NEGAZIONISMO

 

https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/confutare-un-negazionista-scientifico-e-vivere-felici-come-farlo-bene/

La prima cosa che mi viene in mente è: perché? Perché qualcuno si picca di andare a cercare i negazionisti per confutarli guardandoli in faccia? Trova la cosa così soddisfacente? Forse perché lo zelo per lascienza lo divora (semicit)? 

Quel che intendo è che andare a confutare i negazionisti scientifici alle loro riunioni non è molto diverso dai Testimoni di Geova che bussavano alla porta per venderti la Torre di Guardia e convertirti.

Il professore dice che almeno riesce a mostrar loro le loro contraddizioni. Come no, quando si tratta di motivi identitari (o di fede, se volete) da sempre far cadere in contraddizione l'interlocutore gli ha fatto bruciare i suoi sacri testi di riferimento. Piuttosto la natura dell'operazione è di altro tipo: guarda quanto sono giusto io e quanto sono scemi loro. Esattamente come il debunking, che come operazione è meno estrema perché di solito non va a bussare alla porta del terrapiattista. 

Comunque sta roba è di un deja vu pazzesco

La post-verità è peggio che mentire” osserva McIntyre. “Mentendo almeno rispetti il tuo pubblico abbastanza da cercare di convincerlo che una cosa falsa è vera. Con la post-verità, non ti interessa davvero se la gente ci crede veramente. Non ti sforzi nemmeno di convincerla. Ma attraverso il controllo politico cerchi di imporre per legge che certe cose false siano credute vere”...

“Credo che fosse esattamente questo ciò che Trump stava cercando di fare negli Stati Uniti” commenta McIntyre. “Per questo, non possiamo permetterci di ignorare i negazionisti. Si potranno rinnovare le regole con cui i social media diffondono e alimentano la diffusione di falsità e si potrà incrementare l’insegnamento dell’alfabetizzazione mediatica. Tutto giusto. Ma il primo passo per vincere la guerra alla verità è accettare il fatto che c’è un attacco in corso. Il secondo è la necessità di impegnarsi in prima persona per contrastare la disinformazione”

E io che pensavo che Trump fosse roba d'archivio ormai (quest'articolo è del novembre scorso). A me personalmente sentir parlare di una "guerra per la verità" mette la pelle d'oca: perché ogni verità sa sempre scegliersi nemici a cui scagliare addosso il macigno del falso. E non sto parlando di terrapiattisti, per intenderci: guardate gli ultimi due anni e quel che è stato scaricato addosso a Ioannidis e a molti altri. Avendo avuto un presenza su isocial ne so qualcosa per esperienza diretta.

La cosa bella dell'essere fuori da isocial è che apparentemente non si esiste nel mondo virtuale (e non si ha a che fare con una torma di idioti, militanti o meno). C'è chi pensa esattamente il contrario o chi fa finta che non sia così, che i social media siano un'immagine fedele del reale, anzi, qualcosa di molto di più: qualcosa che il reale lo può influenzare in modo determinante. E quindi la guerra per la verità va condotta lì, in primo luogo, perché lì il pericolo è maggiore e il nemico più forte.

Io non ho difficoltà a credere che la fabbrica dei troll di Putin esista. Come del resto esistevano i 300 spartani del PD, se qualcuno si ricorda, o la macchina social di Salvini. Invece ho seri problemi a credere che tutto ciò possa essere stato determinante nel spostare equilibri politici. Ripetendomi se, come un rapporto Censis avrebbe voluto certificare nel 2021, una fetta cospicua degli italiani condivideva certe idee poi raccolte e fatte bandiera da Italexit, perché il detto partito non ha superato lo sbarramento alle ultime politiche? Complottone dei poteroni fortssimi? Nun credo.

E quindi davvero il trollismo putiniano e la minaccia negazionista hanno determinato Brexit e l'elezione di Trump? A molti piace crederlo. In primo luogo si dovrebbe spiegare perché per colpa de isocial e dei negazionisti ignoranti Brexit e Trump hanno avuto successo mentre Italexit no - e sono sicuro che ci siano molti volontari dispostissimi a spiegarlo, a suon di tabelle e grafici, perché se le scienze alle volte sono controintuitive lascienza è controintuiva come niente sa esserlo. Piccolo particolare: le teorie al confronto della realtà hanno il più delle volte le gambe molto corte. Lasciate perdere gli sciroccati: in giro c'è troppa gente che sostiene che Cristo morì di sonno, e lui lo sa perché era proprio lì a guardare. Chi con le discipline scientifiche ci lavora invece lo sa che la realtà ha sempre l'ultima parola, qualsiasi siano le tue certezze.  

PS: parlare di postverità è l'ultimo rifugio etc etc

venerdì 27 gennaio 2023

I MUTAFORMA (1998)

https://www.chemistryworld.com/features/the-shape-shifters/3004850.article
 

Ritonavir è l'altro ingrediente di paxlovid, quello che serve ad aumentare la biodisponibilità di PF-07321332, l'inibitore della proteasi virale 3CL. Nel folklore e nella mitologia, nonché nella letteratura fantastica e nella fiction, lo shapeshifting è l'abilità di mutare il proprio aspetto fisico, grazie a poteri sovrumani, intervento divino o demoniaco, stregoneria, incantesimi e... Ops, sbagliato. Qua si parla di polimorfismo, che sarebbe la possibilità di un composto chimico di presentarsi allo stato solido in forme cristalline differenti. Certi dizionari indicano allotropia e polimorfismo come sinonimi. Ma diamante e grafite, forme allotropiche del carbonio, sono chimicamente differenti (nel primo il carbonio è ibridato sp3, nel secondo sp2), anche se entrambe sono costituite da carbonio. Possiamo invece trovare esempi di polimorfismo nel mondo minerale: il carbonato di calcio si trova come calcite (cristalli scalenoedrici) e aragonite (cristalli rombici), che a vedersi sono assai diverse. Cosa ha a che fare questo con i principi attivi farmaceutici? Molto. 

Ritonavir, per esempio, cristallizza in due diverse forme, la I e la II. Nel 1998 Abbot dovette ritirare ritonavir dal mercato. Perché? 

Perché nella produzione commerciale del principio attivo era comparsa la forma II, mai vista prima. La forma II era meno biodisponibile, rendeva il farmaco inefficace, ma soprattutto non riuscivano più ad ottenere la forma I nei batch di produzione. E ci misero un po' a risolvere il problema. Ecco, al di là di tutte le considerazioni sul GMP (questo sconosciuto https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/equivalenti-1.html), questo dovrebbe dirvi qualcosa su tutti quelli che "in nome della scienza" andavano dicendo che generico e farmaco originale sono la stessa cosa "perché la molecola è stessa", oppure che "le analisi vanno bene" (a distanza di quasi vent'anni poi il tema "generici" è diventato talmente complesso che spesso si fa fatica a distinguere l'origine non solo del principio attivo, ma anche dei formulati tra farmaco "griffato" e non). 

A differenza di fin troppi che sono in cattedra a insegnare farmaci e dintorni, chi di mestiere mette su le prime produzioni di un nuovo principio farmaceutico lo sa bene: ci sono trappole dietro ogni angolo. Quel che andava bene in laboratorio sull'impianto pilota non funziona. Era tutto perfetto, ma quando si è deciso di produrre il primo batch da dieci chili è venuta fuori un'impurezza mai vista prima. Era andato tutto bene fino al primo lotto commerciale, quando è venuto fuori il polimorfo sbagliato. E perché è venuto fuori? Magari perché fino a quel momento si erano viste forme metastabili, poi col lotto grosso quando si è arrivati all'essicamento c'è voluto molto più tempo et voilà: per la prima volta su questi palcoscenici, ecco a voi il polimorfo stabile. 

E' il mondo completamente ignoto al grande pubblico, perché ... perché la comunicazione. E' facile dire tizio (o il gruppo di tizio) ha scoperto il gene che o la molecola che. Invece spiegare che tizio poteva anche aver scoperto l'elisir di lunga vita, ma che non c'era verso di produrne batch da 25 Kg perché fosse disponibile per qualche migliaio di persone, beh, questo è molto più difficile.  E per alcuni è molto più facile dire che i cattivoni tengono nascosta la cura per il cancro.


mercoledì 25 gennaio 2023

SONO RIMASTI A LUI

La cosa buona di Tony Blair, a parer mio, è che è scomparso dalla scena politica che conta. Colui che, storicamente, spostò il Labour da sinistra al centro, strettamente legato al magnate dei media Rupert Murdoch, ha peso politico nullo nell'UK post Brexit - che dopo l'uscita non è diventata una nazione del terzo mondo, stranamente .

Ma Blair non è irrilevante nei soliti circoli transnazionali, grazie al suo Institute For Global Change (https://en.wikipedia.org/wiki/Tony_Blair_Institute_for_Global_Change), a cui tra l'altro preme la ricostruzione del centro politico (come concetto generale). Ed è sicuramente per questo che a Davos è benvoluto.


E a Davos a questo giro cosa ha sparato? Database globale per sapere chi sia vaccinato e chi no.

Pensandoci bene l'Italia è un magnifico risultato di applicazione degli indirizzi blairiani: nell'arco parlamentare c'è solo centro politico, con poche irrilevanti diverse sfumature.

Io la stagione in cui si diceva a gran voce che le elezioni si vincevano al centro (e poi venivano perse a sinistra) me la ricordo bene. Veltroni, ve lo rammentate? Ebbene ogni singolo scampolo di sinistra parlamentare italiana è rimasta lì, a Blair (e a Zapatero, quello di una delle più spettacolari bolle immobiliari nella storia del continente europeo). Beninteso, è rimasta a loro nella prassi. Perché quanto a parole, tra momentanee folgorazioni per l'austerità espansiva e aumenti di budget della sanità mentre il budget veniva in effetti tagliato beh, nessuno si è mai fatto mancare niente. Oggi paradossalmente qualcuno sembra voler tornare, nel nome, alla difesa del lavoro - ma pare che nessuno si ricordi come si fa, a difendere il lavoro.

Pochi si ricordano una prima pagina storica del Manifesto (quando quel giornale aveva ancora un residuo di dignità), che ai tempi di Prodi titolò "Presi per il cuneo", rilevando l'inconsistenza della promessa riduzione del cuneo fiscale. Beh, da allora in poi e specie da quando hanno smesso di vincere chiaramente le elezioni ma al governo ci sono finiti lo stesso l'andazzo è stato sempre quello. Sempre parlando di irrilevanza, mi ricordo il rapporto Censis del '21, che dipingeva gli italiani irrazionali e ingrati, sovranisti psichici, terrapiattisti antivaccinisti che non sapevano riconoscere la bontà delle spinte all'economia e del PNNR (era stata la migliore gestione, analfabetacci funzionali!). Un anno dopo invece erano tutti post-populisti preccupati dell'inflazione, dell'economia che non va, del caro bollette, della guerra. Che c'entra? Che forse le promesse splendide sorti della fine del '21 sono miseramente naufragate (presi per i ristori?). Poi le elezioni le hanno vinte i "fascisti", in tutte le agende che contano non è cambiata una mazza e si va avanti così.

Sarebbe bello se la "sinistra" italiana volesse rinnegare quel che ha fatto negli ultimi 30 anni e soprattutto l'impostazione che ci stava dietro. Ma non lo farà. Troppa fatica, troppo da perdere. Meglio sognare l'anagrafe dei vaccinati e soprattutto, dei NON vaccinati. Santo Green Pass docet.


lunedì 23 gennaio 2023

A MAI PIU' RIVEDERTI, MR 3%

 


AIFA ha una lunga storia di vaso di coccio tra i vasi di ferro della politica. Ma niente di peggio di Magrini poteva trovarsi nel ruolo di Direttore Generale dell'agenzia nel tragico 2020. Occorre dire che nel momento della grande prova non poteva trovarsi con un Comitato Tecnico più inadeguato: gatti di marmo che nel momento della grande crisi diventavano ancora più marmorei e lui, "Santo Cortisone" Ippolito (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/05/reithera-dalla-prefica-ippolito-alla.html). Con tutte le attenuanti del caso, fare di peggio era un'impresa pressoché impossibile:

• 30% che diventava 3% (remdesivir https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/05/il-direttore-aifa-remdesivir-il-3-e-la.html e qualcuno che i conti invece li sapeva fare li fece https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/01/remdesivir-limpatto-costo-efficacia.html), tranne poi mettere il segreto sui dati del Registro Veklury.

• Il sì ai trial per Avigan, Interferone, Colchicina.

• L'endorsement a lopinavir (mentre chi ne capiva qualcosa https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/03/covid-19-gli-antiretrovirali-non.html)

• Il no ai mAb anticovid quando potevano servire - c'è gente che non capirà mai e poi mai il concetto dell'approvazione di emergenza: visto che siamo in emergenza usiamo quel che può servire ora per ridurre il danno (dopo sei mesi non servivano più? SAI CHI SE NE FOTTE tra quelli che quando potevano servire non ha avuto accesso e loro famiglie?).

• L'endorsement al "vaccino italiano Reithera" - non un endorsement entusiastico? Trascinato lì da Ippolito? Beh, lì alla presentazione del (fallito) vaccino tricolore lui c'era, eccome, e ci sono i filmati.

Verrebbe da dire che Magrini era il perfetto rappresentante della maggioranza dei decisori nella sanità pubblica italiana, a cui il giudizio sul DG AIFA deve doverosamente essere esteso.

Non so quale sia il curriculum di chi gli succede, ma per fare peggio occorrerrebbe un talento spettacolare nel topparle tutte, un'incredibile quantità di sfiga o una loro combinazione. Quindi che si vada sul peggio è altamente improbabile.

EDIT: mi dicono che il PD lamenta la rimozione di Magrini. Perché? Perché lo ritengono "uno dei loro", ovviamente, e deplorano che il suo posto sia preso da "uno degli altri". Dimostrazione ennesima che la politica sanitaria italiana non ha speranze. Perché a sentir parlare di "scienza" riguardo l'ex DG viene da piangere. Amaramente.

domenica 22 gennaio 2023

I GRANDI CLASSICI: IL TRINCIACARTE (GENERICI, FDA)

 

https://www.fiercepharma.com/manufacturing/burn-after-reading-fda-blasts-intas-cascade-failures-after-investigators-find-heaps
 

Scritto più di una volta, qua sopra: il regolatore farmaceutico garantisce la compliance cGMP in primo luogo con le ispezioni. In materia di generici le uscite del medico o dell'accademico che di tanto in tanto viene fuori dicendo "Le analisi sono ok" ( o l'immarcescibile "la molecola è la stessa") dimostrano solo la sua basilare incompetenza (si può essere incompetenti in cattedra, eccome, vedi https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/06/basterebbe-aprire-un-libro-o-no.html ). Probabilmente è bene ripeterlo: un farmaco "buono" è un farmaco prodotto da un sistema conforme alla Good Manufacturing Practice. Un famaco prodotto da un sistema non conforme non è "buono", e non c'è analisi o "ma è efficace in clinica" che tenga.

Qualche mese fa dove lavoro è arrivata l'ispezione. Non è stato un evento drammatico, per niente, e il certificato cGMP è stato velocemente rinnovato. Ma non ovunque le cose vanno in questo modo, specie quando si esce dai confini occidentali. La cosa ha ragioni profonde, culturali e di cultura industriale. Per questo in passato qua sopra si è parlato di differenze (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/11/differenze.html). E proprio a causa della mia cultura professionale che se leggo qualcosa del genere lo trovo esilarante:

Nel primo giorno dell'ispezione FDA aveva notato personale Intas del controllo qualità e della produzione distruggere documenti "riguardanti i registri originali e i raw data facendoli a pezzi". Il personale poi li aveva buttati nei cestini del laboratorio controllo qualità e nei rifiuti dei parenterali. 

(e questo è solo l'inizio della storia)

Qualcuno potrebbe pensare che in fondo è solo carta. Ma guarda caso la documentazione del processo produttivo e dei controlli qualità è uno dei cardini del GMP (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/07/good-manufacturing-practice-generici-e.html). Forse non inutile specificare che in caso di risultati analitici non conformi il prodotto deve essere rigettato e collocato in area stoccaggio di quarantena, e in caso di risultati analitici aberranti deve essere aperta un'indagine documentata che stabilisca se il risultato è davvero aberrante e le sue cause. Detto ciò potete farvi un'idea di cosa la mancata esecuzione di queste procedure e sacchi dell'immondizia pieni di documenti fatti a pezzi possano significare.

Intendiamoci, questa è una buona notizia: dopo risultati ispettivi come questi l'Import Alert è immediato e la Warning Letter tombale. I prodotti Intas non arriveranno più sul mercato americano. E in teoria anche su quello europeo, perché tra FDA e EMA vige un accordo di mutuo riconoscimento delle ispezioni (https://www.ema.europa.eu/en/human-regulatory/research-development/compliance/good-manufacturing-practice/mutual-recognition-agreements-mra). Ma il sistema europeo, con i suoi due livelli centrale e nazionale, è più lento e macchinoso. E al momento le autorizzazioni all'importazione AIFA inerenti prodotti Intas sono ancora al loro posto, come se niente fosse successo.


sabato 21 gennaio 2023

SMALTO E QUALCHE ALTRA COSA

 

Tra i "tools of the trade" ce ne sono da sempre diversi che ho apprezzato anche esteticamente, nel senso più completo, compreso il piacere di usarli. Tra tutti più degli altri direi i palloni a tre colli "heavy duty" da 12 litri di una certa vetreria americana e l'acciaio smaltato.

Il reattore di glass lined steel è smaltato tradizionalmente di blu (anche se da molti anni lo smalto bianco è ormai piuttosto frequente). Lo smalto lo rende inattaccabile dagli acidi, ma presenta una certa sensibilità ai reagenti alcalini concentrati a caldo e ovviamente all'acido fluoridrico (come il vetro borosilicato). L'agitatore di cui il reattore è dotato può essere di diversi tipi, ma l'agitatore per eccellenza ai tempi era l' "impeller" (Retreat Curve Impeller). Per capire come funziona potete dare un'occhiata qua https://www.bakker.org/cfm/rci.htm La curvatura delle pale aveva anche il fine di ridurre l'attrito sullo smalto dove la velocità lineare è più alta (alle estremità) perché se lo smalto ha una buona resistenza chimica con quella meccanica è tutto un altro paio di maniche (sempre di vetro si tratta). Ed eccolo qui, l'impeller di acciaio smaltato, del suo caratteristico blu. Se non trovate un minimo affascinanti il suo colore, la sua lucidità e la sua geometria beh, non posso farci niente. Nota strettamente tecnica: da un certo punto di vista l'impeller (come i successivi CBT- Curve Blade Turbine - e PBT - Pitched Blade Turbine) sono degli omnibus: roba più o meno buona per tutte le stagioni. Ma in 20 anni e passa talvolta sono stati gli agitatori a ancora a risolvermi il problema: basso sforzo di taglio, eccellenti performance con slurry (miscele solido-liquido) molto dense. Ai tempi dei tempi un'ancora (https://tinyurl.com/22b887sj) fece la differenza tra il 97% e il 99% di grado HPLC (grossolanamente: purezza) del prodotto finito.

E questa è una parte dello straniamento quando si comincia ad avere a che fare con un nuovo impianto pilota. Ovviamente ogni singolo reattore è minuziosamente descritto dagli ingegneri, disegni, potenza massima di raffreddamento e di riscaldamento e tutto il resto. Ma tutto ciò non sostituisce "la mano", che non vuol dire il tocco sulle valvole. No, vuol dire conoscere i gradienti tipici di ogni reattore tra temperatura interna e temperatura della camicia. Vuol dire sapere cosa la differente agitazione significherà rispetto alle prove di laboratorio e di Kilolab. 

Tempo fa  mentre ero arrivato a controllare quel che succedeva durante un primo scale up su scala 2000 litri il giovane ingegnere di processo che si occupava delle operazioni mi disse: "La temperatura è a 23° C in salita. Siamo nei limiti". Il limite era 25°C."Chi ti dice che la crescita di temperatura si fermerà prima di 25°C?". Il giovane si mise a ridere. L'operatore più anziano della squadra si era già piazzato al quadro controlli "A che temperatura la vuole, la camicia?" mi chiese."16°C", risposi. E inchiodammo la blanda esoterma a 24,5 °C (cosa importante, considerata l'instabilità di quell'intermedio, crescente con la temperatura anche per T basse).

Mi ricordo un mio vecchio professore che disse "La chimica è tutta questione di gradienti". Difficile dargli torto: gradienti di concentrazioni, gradienti di potenziale chimico, cioè di energia libera e quindi di entalpia e entropia (in realtà la cosa va un po' oltre quel che comunemente si intende per "chimica" https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/11/loin-de-lequilibre.html). Ma nella chimica su scala il gradiente di temperatura è tutto, e ogni macchina tende ad averne uno diverso.

venerdì 20 gennaio 2023

CUCINA DA EXPAT: LA ZUPPA DI LENTICCHIE

 

Poco frequente in Italia, assai più a nord il trancio di coscia di maiale è qualcosa che si trova spesso nei supermercati. Quando è in offerta può capitare che il trancio comprenda un bel po' di osso. Nessun problema. Disossare il trancio non è difficile, ma dopo aver usato la polpa (per esempio stufata con cavolo, battuto di cipolla e carote, pepe nero in grani e birra) cosa fate con l'osso, a cui un po' di carne sarà rimasta attaccata? Lo buttate via? Sacrilegio!

Copritelo d'acqua in una pentola e bollite per un paio di ore. Levate l'osso, e dall'osso levate i pezzetti di carne rimettendoli nel brodo. A parte in un padellino fate andare per una ventina di minuti un pomodoro rosso a pezzi (o polpa o pelati in barattolo) con olio d'oliva e aglio. Unite tutto questo al brodo, e buttate lenticchie secche in quantità adeguata e due o tre patate a pezzi. Salate, pepate, cuocete a fuoco basso per un'oretta, aggiustate la densità con acqua o brodo dell'osso di maiale (e aggiustate il sale di conseguenza). Servire con un filo d'olio di oliva a crudo.

Eccellente d'inverno (nel caso dell'immagine le lenticchie erano rosse).




mercoledì 18 gennaio 2023

CORPI INCATENATI: IL DESIDERIO RECONDITO DEL BIGOTTISMO MEDICO

Mi ricordavo bene di un articolo purtroppo non ironico che apparve un annetto fa. Faceva di James Bond il personaggio a rischio sanitario per eccellenza in tempi di COVID. Me lo sono andato a ricercare, perché continua ad essere emblematico. Dopo un veloce traffico con google, eccolo qua: 

il nostro eroe non pratica sesso sicuro, non presta alcuna attenzione al lavaggio delle mani, non usa mascherine a norma, non si protegge dalle zanzare neppure in zone dove la malaria è endemica. Per non parlare della sicurezza alimentare: non si fa problemi a pasteggiare a ostriche crude, o ad addentare frutta non lavata né sbucciata. E per tacere anche del consumo di alcool, assunto a ettolitri con il suo Martini “agitato, non mescolato”. (https://portale.fnomceo.it/dottore-ma-e-vero-che-dobbiamo-prendere-james-bond-come-esempio-per-proteggere-la-nostra-salute/).

Nel loro cineforum in streaming si erano persi per strada il foie gras accompagnato da Borgogna o Bordeaux nonché il caviale Beluga accostato a vodka rigidamente russa (abominio!). Per tacere delle uova di quaglia etc etc.

Estremo riassunto: Bacco, tabacco e Venere riducono l'uomo in cenere (sesapeva), con l'aggiunta di gli fanno prendere COVID e LongCOVID (tra le righe ma chiarissmo).

Sunto ancora più stretto: Penitenziagite.

Mi è tornato in mente perché in "Le Mans 66" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/01/sistemi-e-individui.html) quando il tipo dice "James Bond non guida una Ford" Henry Ford II ribatte: "Perché è un degenerato".

Il bigottismo medico è la regressione agli anni 50 USA, mainstream reazionario: i degenerati, il pericolo rosso, meglio morti che rossi , McCarthy e tutto il resto. Gli anni 60 e 70? Un'inutile divagazione , una ricreazione ventennale (anche con quella stupida storia dei diritti dei lavoratori). Sento dire che l'ultima santa crociata è contro il settore vinicolo.

Lasciatemi ritornare sul tema: felice di vivere sotto una monarchia in cui tutto questo strame non è all'ordine del giorno. Certo, polvere eravamo e polvere ritorneremo. Ma ...

 

Oppure, volendo, citando a braccio: morirai di cancro perché hai fumato due pacchetti di sigarette al giorno da quando avevi 14 anni e andrai all'inferno per i tuoi peccati 

EDIT: Chiedi alla nonna, che è meglio.

lunedì 16 gennaio 2023

GOD SAVE THE KING

Devo dire che vivere in una monarchia democratica del nord Europa ha molti pregi rispetto al vivere nelle democrazie senza re del sud del continente. Per qualche strana ragione le monarchie democratiche del nord del continente non hanno sviluppato quel neofeudalismo caratteristico, per esempio, dello stivale. Non voglio dire che i sistemi di potere non esistano, ma si comportano diversamente  e di solito con quel pudore che ormai non è ritenuto minimamente necessario in Italia, per ritornare sullo stesso esempio. E per qualche ignota ragione (a me)  i partiti socialdemocratici di queste monarchie sono un pezzo a sinistra di quello che ad oggi sarebbe l'estrema sinistra parlamentare in Italia (parlare di estrema sinistra parlamenare italiana riconosco che sia estemamente ridicolo: l'Italia morirà democristiana - e pure male).

Pur essendo affezionato per storia e origini a quella che fu la parte ghibelllina italiana mi viene da pensare che l'orizzonte nazionale sia aoncora costretto in quello schema, dopo secoli: la Germania, la Francia (o alle volte tutte e due). E mi viene da pensare che uno dei fatti storici rilevanti (e dei miti in decandenza nella coscienza italiana), quello della Resistenza, alla fine finisca per cozzare con gli indirizzi presenti di una nazione mediterranea in cui, anni fa, il segretario di un partito sedicente Democratico ebbe a parlare di asse Roma-Berlino (http://web.rifondazione.it/home/index.php/comunicati-stampa/6752-ferrero-prc-fds-qasse-roma-berlino-come-70-anni-fa-contro-democrazia-e-lavoratoriq). In breve, o Berlino o Parigi. Quando da Berlino l'Italia le prese secche (cfr Caporetto), e i cambi di fronte di Napoleone III sono ancora nei libri di storia delle scuole. Chissà se i docenti riescono ad arrivare a quel punto del programma, mi verrebbe da dire di no. Londra? Londra era quella che impazziva per Mazzini, al tempo, nonché quella che esitava sulla riva sud dell'Arno, nel 45, per mandare poi avanti i Sikh su carrier armati di mitragliatice e fucilone anticarro. E ancora ricordo i racconti di chi li vide arrivare, gli inglesi, sui monti dove stavano gli sfollati di quelle città che non furono definite "aperte": "O che gli inglesi sono così scuri di pelle?". Ma almeno la RAF inorridì davanti ai piani a stelle e strisce di bombardamento a tappeto di Dresda.

Credo che lo stivale abbia un serio problema di memoria storica e che a chi comanda la cosa vada benissimo così. Del resto quanti se ne stanno spaparanzati nel proprio stato "io mi sento PD", godendo in varia misura delle relazioni e delle prebende che ne conseguono?

Le conosco bene le radici del partito "democratico" (se gli pare). Erò lì, nei '90. 

Mi ricordo di quando mi ritrovai imbucato ad una "festa in villa", dove un'amica aveva insediato la propria festa di compleanno a lato di quella di fine campagna elettorale del padre, notabile locale dei "partito". Ottimo buffet, vino buono e abbondante. Capitava, come spesso capita, che quella fosse una tornata elettorale che prevedeva anche delle amministrative. Il "partito" appoggiava la candidatura a sindaco di X. X era un ex DC che aveva attraversato indenne (ma non troppo) la stagione di mani pulite, storicamente culo e camicia con i socialisti craxiani che avevano usato il comune un po' a loro piacimento. Per il gruppo della mia amica che festeggiava, che aveva più o meno radici "alternative", X era un impresentabile. Il candidato alle Europee alla fine della sua celebrazione (la nostra sarebbe andata avanti fino alle ore piccole) fece un discorso di circostanza, tutto sommato equilibrato, pacato e cortese, che fu ascoltato in silenzio anche dal gruppo a cui appartenevo. Alla fine del discorso, applausi, ma ovviamente non da mio gruppo, da cui invece qualcuno levò alta una domanda al candidato "Perché X???". Il candidato sorrise senza rispondere, mentre dal mio gruppo la risposta corale fu un "Boooooh!". Verso le due di notte mi ritrovai seduto ad un tavolino con un gruppetto di vecchie conoscenze, tutte molto attive nella politica locale fino a qualche anno prima, tutte silurate all'inizio del "nuovo corso" dalemiano del partito. Furono chiacchere amare per cui il vino era un ottimo carburante. "Ti ricordi Tizio, no?" Mi fece uno di loro. Me ne ricordavo bene, di Tizio. Scarse doti, ma un talento innato nel seguire la corrente e nel farsi piacere da chi di dovere. "L'hanno messo a dirigere un'agenzia regionale". Uno di loro continuava ad essere il presidente di un circolo ARCI. "All'ultimo congresso per l'elezione del Comitato di Zona il primo intervento è stato di un socio di una cooperativa. Ha chiesto un giro di vite contro l'obbligo di associazione alle cooperative finalizzato agli straordinari non pagati ai soci lavoratori. Sai che risposta ha avuto? Silenzio di tomba".

E mi ricordo pure qualcuno molto vicino a me che volle per forza andare a votare alle primarie, pensando che significassero qualcosa. Mi ricordo congressi provinciali vinti e poi venduti al miglior offerente (debiti sanati per voti). Mi ricordo di chi arrivava a assemblee provinciali quando erano quasi concluse per far approvare mozioni dribblando la discussione, e mi ricordo di avergli messo i bastoni tra le ruote, cosa che continuai a fare per qualche anno. Lo incrociai casualmente dopo anni e anni, nel nuovo millennio "Ti ricordi quanto ci siamo scontrati?" mi disse "Perché allora c'era un senso, un significato forte. Oggi..."

Mi ricordo  un dirigente giovane ma con residui principi che, dopo la quarta bottiglia che girava per la tavola, diceva "Sì, abbamo vinto, ma siamo diventati un cartello elettorale e niente altro". 

Mi ricordo un vecchio consigliere comunale di lungo corso che discutendo la nuova sigla commentò "Poveri Dementi".

A scanso di equivoci, dell'altra parte ci sarebbe da dire anche di più, ma non ne ho conoscenza diretta. Da chi si candida con successo per salvarsi il culo ai vari mestatori fino alle miserie ideologiche più squallide e triviali no, dall'altra parte non c'è da stare allegri.

Mi verrebbe da rammentare, in conclusione, com'è che sono finiti i migliori spiriti tricolori, che è come hanno continuato a finire, in un modo o nell'altro: ce ne erano tanti che sarebbero dovuti andare via e invece il più delle volte rimanevano dove erano, magari cambiando casacca, alla faccia di chi aveva versato sangue o dato la vita.

https://www.youtube.com/watch?v=bY2Ijo-aVDU

Eh già, le autocrazie tricolori erano di altra pasta, rispetto a quelle più settentrionali, molto peggiore, esattamente lo stesso trend delle "democrazie". Magari, prima o poi, si rompesse il canapo che lega il pié dei cittadini dello stivale. Ma guardando la storia pregressa verrebbe da dire: unlikely. Citazione eccellente: il servo che non si ribella è peggio del padrone che comanda.



sabato 14 gennaio 2023

DIVULGATORE? MAI!

 

 

L'equivoco è stato persistente ed evidentemente lo resta. Sono stati trattati questi argomenti, nel tempo? Sì. Lo si è fatto con lo spirito del "divulgatore"? Ma figuriamoci...

Ricordo, forse confusamente, Quattrocciocchi che parlava della "divulgazione" in Italia come una grande occasione persa.

Senza scriverlo ai tempi dissentivo su un punto o due: non era stata un'occasione e non era stata grande.

"Divulgazione" in Italia è stata la cosa per chi non aveva un mestiere (o voglia o qualifiche per trovare un lavoro coerente con la propria formazione). Il tutto unito ad attitudine da attention junkie o attention whore. E questo spiegava l'essere sovente pappa e ciccia con il debunking, magari criticato, poi giù a fianco di sbutacchiatori e simili, perché i ruoli nella comunicazione "scientifica" sono come il maiale, non si butta via niente.

Se c'è qualcosa che il biennio 2020-2021 ha dimostrato è che in Italia la "divulgazione" non aveva la minima intenzione di informare, perché non era importante. L'unica cosa importante era "comunicare la cosa giusta" cioè educare il pubblico. Educarlo a tutto meno che a informarsi, a vagliare le informazioni, ad esercitare senso critico, tutte cose che invece erano in continuazione citate nei loro post e nei loro video e nei loro podcast etc etc etc. Una forma di ipocrisia tutta nuova, o forse antichissima: 

væ vobis scribæ et Pharisæi hypocritæ quia similes estis sepulchris dealbatis quæ a foris parent hominibus speciosa

Ma la realtà è che quando tiravano fuori l'usuratissima locuzione "comunità scientifica", da cui hanno sempre escluso gli accademici e simili sgraditi per le loro posizioni, forse si riferivano in realtà alla propria realtà sociale, quella della "comunità divulgativa", che come associazioni professionali, o di reduci e simili, ha i propri convegni, i propri happening, le proprie relazioni istituzionali e le proprie connessioni mediatiche.

E a questo punto si capirà perché a me il verbo "divulgare" provochi una certa allergia: no, mai fatta quella roba, mai voluto imbucarmi in quel clubbino e se qualcuno pensava diversamente pensava molto, molto male. Poi, va bene essere ingenui e incompetenti, ma come caspita ti poteva venire in mente di chiedere ad uno che all'epoca lavorava nel settore farmaceutico in Italia e diceva peste e corna di AIFA: salve, perché non esce allo scoperto e partecipa al nostro gruppo sulla scienza? 

Tra profonda ingenuità e profonda stupidità alle volte il confine è estremamente labile e io degli stupidi non mi sono mai fidato.

PS: Sulla pagina fb e qua sopra ha scritto gente che la pratica delle scienze ce l'ha per lavoro. Se le dichiariazioni d'intenti iniziali erano pretenziose e irrealistiche (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/05/honor-is-like-hawk-sometimes-it-must-go.html) e non abbastanza sitù (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/01/debord-attualissimo.html), beh, questa è un'altra storia. CS molti l'avranno preso per un personaggio del circo isocial, ma le intenzioni reali sono state declinate fin troppe volte e non saranno ripetute per l'ennesima.

venerdì 13 gennaio 2023

LA SECONDA CHE HAI DETTO

Conversazione telefonica con un vecchio amico, uno dei pochissimi che conoscono l'uomo dietro l'iniziativa CS. "L'area divulgazione ti avrebbe voluro cooptare, ma poi..."

Conversazione con il greco sul lavoro, che lamenta che di questa stagione qua l'alba arrivi più o meno un'ora dopo (forse di più) rispetto a casa sua "E' il periodo più brutto dell'anno, qua". Il greco ha un PhD preso somewhere north. Non ha mai lavorato a casa sua, la sua intera vita lavorativa l'ha spesa qua. Abbastanza lunga, anche se è meno della metà della mia.

Conversazione telefonica, altro vecchio amico "Il chierico del sistema in vigore in Italia deve immedesimarsi nel ruolo, l'onestà intellettuale se la deve dimenticare, la deve seppellire nel profondo".

Conversazione con un middle manager tecnico scientifico "l'anno scorso le cose non erano così diverse" dice lui "Sai qual'è la differenza?" dico io "Che poi c'è stato qualcuno che ha venduto. E indovina chi comanda, chi è stato comprato o chi ha comprato? E non ci sarebbero problemi, se non che chi ha comprato has no clue."

Conversazione telefonica con il vecchio amico #1 "Si sente la mancanza perché c'era quel rigore..."

Conversazione con una collega. Lei: "Tu l'avevi detto che quel progetto sarebbe franato" Io: "A bassa voce, che è ancora sconveniente dirlo."

Conversazione con qualcuno che a questo blog ha contribuito ."Letti gli ultimi post del blog. Troppo passato e troppo astio" "Se guardo qualcosa di quel si dice in Italia mi pare che sia ancora del tutto attuale: sempre le stesse cose, che meritano la stessa reazione. Comunque in ultima analisi hai perfettamente ragione."

Conversazione con il magazziniere (in realtà è lui che ha attaccato un bottone infinito) "Glielo ho detto: applicherò la metà delle SOP in vigore. Le altre che mi riguardano ma coprono situazioni che non si sono verificate in 20 anni le ho buttate nella carta da riciclare" ("Non lo devi dire a me, caro, e non voglio averci niente a che fare" penso, mentre la mia risposta è un sorriso di circostanza.)

C'è uno che mi manda una mail che dice che tizio ha detto questo e quell'altro di CS. Neanche rispondo e la cancello.

C'è l'uomo del compratore che mi ferma, si complimenta e mi vuole stringere la mano. La mia risposta è il sorriso canonico, mentre stringo la mano che mi viene porta.

C'è pinco che mi manda una mail chiedendomi di questo e quello.

E c'è un Full Factorial Design con un fit perfetto, senza confounding factors di mezzo, che dice da che parte andare.

Se qualcuno mi chiedesse "Cosa conta davvero ora, la prima o la seconda?" Per me l'unica risposta possibile sarebbe "La seconda che hai detto".



mercoledì 11 gennaio 2023

DEBORD? ATTUALISSIMO

 

Il circo social è una superfetazione del circo mediatico? Che al tempo stesso si presenta illusoriamente  come "non separata"?

Forse Debord avrebbe risposto che non c'è da porsi queste domande, che è la stessa roba, solo con il trucco, perché il tipo di inganno visivo e falsa coscienza è lo stesso.

Di sicuro quello che è lo stesso è l'illusione della sostituzione della realtà con lo spettacolo. Illusione alimentata in primo luogo dai media tradizionali e perlopiù accettata dalla società o perlomeno dalla una sua parte significativa (che i social media li usa o ne è dipendente). Ma l'analisi di Debord resta perfettamente attuale:

Non si possono opporre astrattamente lo spettacolo e l'attività sociale effettiva; questo
sdoppiamento è esso stesso sdoppiato. Lo spettacolo che inverte il reale è effettivamente prodotto. E
nello stesso tempo la realtà vissuta è materialmente invasa dalla contemplazione dello spettacolo, e
riprende in se stessa l'ordine spettacolare, offrendogli un'adesione positiva. La realtà oggettiva è
presente su entrambi i lati. Ogni nozione così fissata non ha per fondo che il suo passaggio
all'opposto: la realtà sorge nello spettacolo e lo spettacolo è reale. Questa reciproca alienazione è
l'essenza e il sostegno della società esistente.

Sosituite spettacolo con "social media" e il discorso continua a reggere perfettamente. Volendo si potrebbe pensare che da 1967, anno di pubblicazione de La Società dello Spettacolo, sia cambiato tutto ma in realtà non sia cambiato niente di significativo, sotto questi aspetti. Ma che oggi come allora di questo non esiste alcuna coscienza diffusa, né nei comuni cittadini né tra gli interessati alla prassi politica.

martedì 10 gennaio 2023

SISTEMI E INDIVIDUI

Mi laureai al tempo in cui infuriava la Qualità Totale e iniziai a lavorare ai tempi di "ISO 9000 o morte". Ero lì ai tempi della Six Sigma frenziness - e mi hanno raccontato che alcune Six Sigma Black Belts (https://en.wikipedia.org/wiki/Six_Sigma) del farma italiaco, dopo che il loro settore si è "leggermente" ristretto  e l'azienda dove avevano conseguito il titolo morta, hanno iniziato a fare gli insegnanti a corsi di formazione Six Sigma destinati ad altri settori.

Il sistema, sotto l'insieme di procedure, tende a far sì che l'individuo, i suoi errori, la sua inadeguatezza, cronica o momentanea, non abbiano effetto sul prodotto finale del processo.

Intendiamoci, riconobbi da subito, appena entrato al lavoro l'importanza di un sistema di gestione della qualità (e il cGMP - current Good Manufaturing Practice, nato per garantire la qualità dei farmaci, altro non è che uno di questi sistemi). 

Lasciando perdere le disfunzioni e le esagerazioni o la proliferazione caratteristica di questi sistemi (spesso un set di procedure tende a espandersi o a generare altri set di procedure con un processo alle volte poco controllabile), vorrei proporre una riflessione di carattere diverso: quando si tratta di produzioni consolidate e solide veramente l'importanza dell'individuo ai fini del processo è limitata all'attenersi alle procedure. Ma quando si tratta di ricerca e sviluppo...

Eh, già, perché da decenni procedure destinate alle produzioni seriali sono state adattate anche per garantire la qualità della progettazione, ovvero della ricerca e sviluppo. Non solo sono state create, ma sono state applicate o si è tentato di applicarle (di solito con tassi di successo molto bassi). E in genere protocolli e procedure governano anche la ricerca. L'illusione generale è che se ci si affida alla potenza della procedura un qualche risultato verrà ottenuto, anche se chi lavora e governa il processo possiede capacità o competenze mediocri o men che tali. L'idea che ci sta dietro è il "Tutti sono utili, nessuno indispensabile" un mantra corporate praticamente immarcescibile. E' uno dei temi portanti di uno dei più bei film che ho visto negli ultimissimi tempi.

Per me l'aspetto saliente del film non è la sfida agonistica, ma l'incapacità del sistema (Ford) e degli uomini del sistema di ottenere i grandi risultati. Che non saranno ottenuti senza quelli che possono fare la differenza.

Ma l'arroganza dei manager Ford è fondata su un fatto notevole: spesso il processo funziona e l'insieme delle procedure e dell'organizzazione media fino a farla scomparire l'incapacità individuale... il più delle volte.

Non come allora, ma esistono ancora aziende che cercano di tesaurizzare esperienze, competenze, know how (altre cercano in primis la capacità dell'individuo "to fin in"). E magari più in piccolo e in silenzio esistono ancora individui che, come a Le Mans nel '66, possono fare almeno un po' di differenza.

PS: "Quello che dico è che non potete comprarvi la vittoria, Lee, ma magari potreste comprare l'uomo che ve ne dia la possibilità" è probabilmente una delle frasi chiave del film. Ed esiste un mercato noto solo agli addettti ai lavori, che non è quello dei piloti o dei calciatori, che è interamente centrato su questo. Addirittura, come nella trilogia del cyberspazio di Gibson, ci sono agenzie specializzate nel trasferire personale highly skilled da un'azienda all'altra. Ma senza estrazioni in stile militare. Anche "Il mio compito è guidarla in tutto questo" a qualcuno (pochissimi) sarà suonato molto familiare. E pure  "Quindi voi avete già montato quello sulla GT40?" "Temo proprio di sì" non è male, e fortunato chi ha vissuto situazioni simili da qualsiasi delle due parti egli fosse. Ah, tra l'altro i film è una dichiarazione se non di amore di grande rispetto per l'Italia che fu e per quello che sapeva produrre. E pensare che una decina di anni fa principali voci dell'esportazione tricolore erano distillati del petrolio, meccanica di precisione e farmaci, mentre tutti parlavano di Made in Italy intendendo altro, che non era in pole position nelle esportazioni. Vabbè oggi le cose sono diverse, ma io trovo pasta di un pastificio campano, olio extravergine umbro e un caffè ai tempi pubblicizzato da Nino Manfredi al supermercato. Può anche andar bene così. O no?

lunedì 9 gennaio 2023

DISRUPTIVE SCIENCE?

 

https://www.nature.com/articles/d41586-022-04577-5?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=33d9dd6146-briefing-dy-20230109&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-33d9dd6146-44112225

Un interessante articolo su Nature, ma un po' deludente. Perché forse nell'analisi dovrebbero comparire altri fattori. Per esempio, il proliferare di pubblicazioni citato da cosa è prodotto? E' prodotto dal "publish or die", mi verrebbe da dire. In un'inflazione di pubblicazioni senza precedenti nella storia un articolo che davvero aprirebbe nuove frontiere ha buone probabilità di non essere notato o considerato a sufficienza. Che si dice dei beni inflazionati? Che perdono valore, senza distinzione tra l'uno e l'altro.

Un'altra faccenda sarebbe quella del "conformismo accademico", che è sempre esistito (vedere le vicende di Boltzmann). Ma che oggi sembra essere assurto al ruolo di dogma. Ci sono cose che non possono essere messere in dubbio (o non possono essere messe in dubbio quanto basta). Pensate a alzheimer e ipotesi amiloide: ci sono ormai tonnellate di dati che dovrebbero far riconsiderare tutto, ma l'ipotesi amiloide è sempre lì, e oggi, ancora una volta, si approva un farmaco basato su questa ipotesi (https://www.nature.com/articles/d41586-023-00030-3?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=33d9dd6146-briefing-dy-20230109&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-33d9dd6146-44112225 ).

Pensate al linciaggio subito da Johannidis: evidentemente sei rilevante finché non contraddici il paradigma dominante. Quindi di che "disruptive" science vogliamo stare a parlare? E' evidentemente disincentivata, e in modo piuttosto pesante.

L'articolo fa notare un trend simile anche per quello che riguarda i brevetti. E ok,va bene: il brevetto del CD-ROM fu disruptive, quelli di DVD e Blue Ray no. Però qualche considerazione riguardo il mio miserando setore la farei: ancora negli anni 80 di tumori trattabili sul serio ce ne erano abbastanza pochi. Nei 90 i tassani furono una rivoluzione e gli inibitori di proteasi di HIV fornirono il primo vero strumento contro il virus. Seguirono gli inibitori di kinasi da glivec in poi. Nel nuovo millennio arrivò il primo inibitore di integrasi di HIV e l'epatite C finalmente divenne curabile. E ho parlato solo delle prime cose che mi sono venute in mente.

Non so come sia negli altri settori, ma io ho cominciato a lavorare quando già si parlava di low hangng fruits: i frutti che stavano sui rami più bassi erano già stati colti tutti. Gli altri frutti stavano su rami più alti e più difficilmente accesssibili. Era chiaro che non si sarebbe trovata né la nuova aspirina né la nuova penicillina. Ma c'era spazio per altro, e direi che i fatti lo hanno confermato.

Dopodiché se la ricerca di base viene dall'accademia e l'accademia è ingolfata di group thinking c'è un po' poco da fare.


sabato 7 gennaio 2023

A GRANDE RICHIESTA

 Visto che è da prima di Natale che me la girano...

 


E passando a materiale d'archivio, mai più illazioni, solo analisi, con il debito standard


Qualcuno l'approccio quantitativo lo usò, su isocial: produsse una libreria contenente svariate centinaia di campioni di rincoglionimento wild (diffidare degli artifici sperimentali realizzati in laboratorio). Ne valeva la pena? No, per niente.


venerdì 6 gennaio 2023

TOPPANE UN'ALTRA, CICCIO (ENNESIMA DI N)

 

https://tinyurl.com/bdzmnbc3

Eh, la fretta di quelli che applaudono questo o quello - niclosamide e colchicina in funzione antiCOVID etc . Anvedi iscienziati e tutto il resto dell fauna mediatico/social tricolore.

Biogen ebbe approvato il suo anticorpo anti beta amiloidi, tra una tempesta di polemiche oltreoceano (https://edition.cnn.com/2022/12/29/health/biogen-aduhelm-alzheimers-drug-investigation/index.html) e in Italia qualche applauso di gente rubata allo straccio e al secchio per per pulire i pavimenti.

Oggi siamo all'inchiesta del congresso USA sugli "estremamente atipici legami" tra FDA e Biogen, e purtroppo, nei fatti, la cosa finisce nel nulla. Ma di solito questo tipo di storie oltreoceano non finiscono così. Nello stivale invece si fa commedia lowbrow anche con i farmaci e la loro approvazione. 

Comunque, riguardo le meraviglie dell'eccelsa gestione di Janet Woodcock, che era già stata commissioner di FDA  alle origini della crisi degli oppiacei:

I revisori statistici a FDA erano a i ferri corti con Dunn (Head della neurologia dell'Agenzia, NdCS) e con l'azienda e la sua interpretazione dei risultati dei trial che hanno portato all'approvazione di Aduhelm, primo della sua classe,
“Riguardo la disputa scientifica tra l'Ufficio Neuroscienze e il team statistico della Divisione Biometria non sono stata coinvolta abbastanza in tempo nel processo, rendendo difficile il coinvolgimento della catena di gestione prima della riunione dell'Advisory Committee meeting,” Questo riconosceva FDA in una review interna, secondo i documenti rilasciati dal comitato.

Ovvero "Purtroppissimo mi hanno inserito nel loop in ritardo". Che disdetta.

La Woodcock, che era provvisoria e che non è mai stata presentata al Senato per la convalida della sua nomina, è stata rimpiazzata qualche mese fa. Non troppo presto, si direbbe.



giovedì 5 gennaio 2023

REAZIONI CHE RISCHI DI PRENDERTI IN FACCIA - REATTIVI DI GRIGNARD

 

Cos'è una runaway? Una reazione che genera per unità di tempo più calore di quanto il sistema di raffreddamento riesca a smaltirne. Quando si passa il punto di non ritorno non ci sono azioni correttive possibili (se non avere in opera adeguati sistemi di contenimento o scappare). Il rischio diventa rilevante su grande scala, mentre può essere inesistente o invisibile in laboratorio. Perché, come mi disse mezza vita fa un collega più anziano, la capacità della reazione di generare calore cresce con il suo volume (se il reattore si può approssimare con un cilindro di raggio r con r^3), mentre la capacità del tuo sistema di smaltire calore cresce con la sua superfice (quindi con r^2). Quindi, se operi su grande scala e passi il punto di non ritorno non hai speranze (ma ci sono diversi metodi per evitare che questo succeda, e vengono messi in opera).

Classico tra i classici, un reattivo di Grignard in chimica organica è l'esempio cardine di reazione runaway. Ai miei tempi si diceva che in un dipartimento di chimica un laboratorio di organica si distingueva dalle macchie sul soffitto delle cappe: Grignard che erano andati fuori controllo.
Un reattivo di Grignard è un composto dalla generica formula RMgX, dove r è alchile o arile e X è un alogeno, classicamente Bromo (ma anche il Cloro ha una sua storia industriale, in questa classe di reagenti).
Da un punto di vista della sintesi organica è uno dei più vecchi reagenti utilizzati per la creazione di legami C-C (altre reazioni classiche allo scopo la vasta famiglia delle condesazioni aldoliche, Wittig, Arbusov)
Sorvolando sulla compatibilità con altri gruppi funzionali all'interno di R o del reagente con cui si vuole effettuare il coupling, passiamo alla reazione di formazione del Grignard, che sulla carta è semplicissima:

RX+Mg→RMgX

Niente di strano? Tutto il contrario, invece. In primo luogo la reazione ha una temperatura di onset, al di sotto della quale niente succede (ovviamente la temperatura varia a seconda di R, e tende ad essere più alta quando R è arile). In più, essendo una reazione eterogenea, generalmente la superficie dei trucioli di magnesio è più o meno passivata, ovvero resistente all'attacco di RX. Last but not least, è reazione autocatalitica : la concentrazione del prodotto di reazione aumenta la velocità della reazione stessa. In più la reazione è esotermica, una volta partita. E detto questo vi renderete conto che non è una reazione affatto semplice.
In ragione della sua esotermicità è la classica reazione che viene effettuata in semicontinuo, cioè con l'aggiunta lenta di RX alla sospensione dei trucioli di magnesio in un adeguato solvente.
La scelta del solvente è importante: il solvente di solito è un etere, perché in realtà RMgX vive al meglio come solvato in soluzione, con l'ossigeno di due molecole dell'etere che lo stabilizzano. E quindi i solvents of choice sono etere etilico e tetraidrofurano (e ovviamente devono essere anidri e esenti da perossidi, cosa banale per l'etere etilico, meno banale per il THF) - anche se mi ricordo che nei miei anni verdi dovetti confrontarmi con un Grignard fatto in diglime. Tutto questo in laboratorio.Su scala industriale etere etilico MAI (troppo pericoloso). Si parte da THF, viene usato anche toluene (che non è un etere). Il mio solvente preferito in materia, da sempre, 2-MetilTHF. Che però, essendo un solvente asimmetrico, può giocare brutti scherzi quando ci sono questioni di diastereoisomeri nel substrato che si vuol far reagire con il Grignard. Da tempo su scala industriale se è possibile (e se i costi lo consentono) si tende ad ottenere il reattivo di Grignard desiderato non per reazione tra RX e Mg, ma per transmetallazione: si usa un reattivo di Grignard commerciale molto reattivo o modificato (classico ormai il complesso isopropilmagnesio bromuro/litio cloruro, detto turbogrignard). Ma in fondo alla catena ci sarà sempre qualcuno che fa reagire trucioli di magnesio con un alogenuro organico, per poi "imbottigliarne" la soluzione in cilindri d'acciaio a bassa pressione, tipicamente.

Ritornando alla reazione classica, diciamo subito che se volete fare un Grignard senza attivare il magnesio state combattendo il più delle volte una guerra persa - ho visto molte persone che si ostinavano a combatterla, mettendo in atto le strategie più improbabili, cosa che mi ha sempre lasciato molto freddo - stiamo parlando di chimica, non di magia nera.
Se avete attivato il magnesio, per esempio rifluendo la miscela con una perla di iodio fino a scomparsa della colorazione, non vi resta che mettere assieme i due fattori che innescano la reazione: temperatura adeguata e adeguata concentrazione iniziale di RX. E di solito qua casca l'asino.
Si, perchè se la reazione non parte di solito si tende ad aggiungere più RX continuando a scaldare, finendo di solito per accumulare reagente ben oltre la concentrazione minima richiesta. E in queste condizioni cosa succede, quando la reazione parte? Vi ritrovate immediatamente oltre il punto di non ritorno del grafico, il che vuol dire che il calore velocemente svolto aumenta la velocità di evaporazione del solvente, che aumenta la velocità di condensazione del medesimo nel refrigerante a bolle fino a ingorgarlo, annullandone la capacità di scambio termico e creando un tappo di liquido. E il tutto finisce con la macchia sul soffitto della cappa.

(Magari i Grignard fossere le uniche reazioni che rischi di prenderti in faccia... https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/05/reazioni-che-rischi-di-prenderti-in.html)

martedì 3 gennaio 2023

SINISTRA, DESTRA, POLITICA (POST INATTUALE, FORSE)

C'è chi dice che vuole rilanciarsi come "partito del lavoro" (del lavoro che non c'è, di quello con il potere d'acquisto massacrato dalle bollette del gas, di quello dei working poor?). Chissà che ne pensano i lavoratori (quelli che non hanno ruoli dirigenziali in regione Emilia Romagna, beninteso).

Chi sarà mai stato a tenere alta la disoccupazione con politiche deflazionistiche? (roba di sinistra o di destra?). Chi sarà mai stato collaterale al settore bancario, e chi avrà mai tenute ferme o aumentate le spese militari mentre quelle per sanità, scuola, università venivano massacrate?

Facciamo un salto all'indietro di un secolo. E non tirerò in ballo roba vetero marxista, ma qualcosa di molto diverso e generalmente poco noto.
"We will show the world a trick they do not know, which is how to live without war or interest on money or rent on land or profiteering in any manner".
Questo era l'intento utopistico del fondatore della comune socialista di Llano del Rio (https://la.curbed.com/2017/5/1/15465616/utopia-socialist-los-angeles-llano-del-rio). Uno slancio ideale che aveva un gran valore in un periodo storico in cui, in California, politiche locali di open shop andavano per la maggiore: era il potere locale che appoggiava attivamente lo sfruttamento del lavoro, proibendo scioperi, facendo schierare la polizia con il padronato. Provate ad usare lo spirito di questa citazione per trovare risposte alle domande all'inizio del post.

Oggi "i padroni" sono una razza in via di estinzione, sostituita da un capitale finanziario che cammina su molte gambe ma che è largamente impersonale: i famosi mercati.
Spiegatemi cosa ha di sinistra l'approvazione dei mercati.
Spiegatemi cosa ha di sinistra chi applaudì un commissario europeo, Oettinger, che disse "i mercati insegneranno agli italiani come votare".
Spiegatemi cos'ha di sinistra un senatore del PD che disse che il governo "dovrà presentarsi ai mercati".
Tagliare la spesa sanitaria per far contenti i mercati è di sinistra?
E' di sinistra demolire il welfare in cui sono cresciute due generazioni di europei nel nome della stessa Europa?

Llano del Rio viene dalla mia memoria, dove era impressa da quando lessi "La città di quarzo" di Mike Davis (https://bibliodarq.files.wordpress.com/2015/04/davis-m-city-of-quartz.pdf). 

"Il miglior punto di osservazione sulla Los Angeles del prossimo millennio sono le rovine del suo futuro alternativo. Stando in piedi sulle solide fondamente di ciottoli della Sala dell'Assemblea Generale della città socialista di Llano Del Rio - l'utopia agli antipodi della Los Angeles dell'Open Shop antisindacale - a volte si può osservare lo Space Shuttle nella sua elegante discesa finale verso Rogers Dry Lake. All'orizzonte le incerte sagome dei giganteschi capannoni dell'Air Force Plant 42, dove vengono assemblati i bombardieri stealth (ognuno dei quali costa quanto diecimila appartamenti di case popolari) e altre macchine dell'apocalisse ancora top secret. Più vicino, passate poche miglia di macchia desertica e rari boschetti di quella soprendente yucca che è il Joshua Tree c'è l'avanguardia della suburbia in marcia, una distesa di villette unifamiliari" "City Of Quartz" è del 1990. Il quadro che tratteggia all'inizio è di un futuro ormai vecchio: gli shuttle sono stati decommissionati, il programma chiuso, il budget NASA ridimensionato e oggi gli operatori privati sono una parte significativa dei trasporti superficie-orbita negli USA. La produzione dei bombardieri B2, troppo costosi, si è interrotta qualche anno dopo la pubblicazione del libro. Nel 1993 Bush senior limitò la produzione totale a 20 aerei. i B2 prodotti sono stati usati poco, a causa degli altissimi costi operativi, e negli ultimi anni sono stati quasi messi in naftalina, almeno finché i russi non schierarono batterie di S-400 in Siria e al Pentagono si accorsero che non avevano modo di bucare la no fly zone così creata se non, forse, con i B2 (poi è arrivata la guerra in Ucraina e l'impressione è che qualcuno in qualche modo sia sia rimesso in pari, alla fine). "City Of Quartz" è stata fonte di ispirazione per William Gibson, che la citò espressamente nelle sue note introduttive a "Luce Virtuale". Racconta e analizza come il capitale plasmi lo sviluppo delle metropoli, e come questo processo crei una inevitabile crescita delle disuguaglianze nelle aree urbane. E di come in quella situazione ci sia comunque chi riesce a speculare sulle fasce povere della popolazione. E' un libro a cui ho pensato, forse con un salto logico, ogni volta che un'amministrazione di "sinistra" annunciava programmi di "riqualificazione urbana" di vario tipo.

domenica 1 gennaio 2023

SKILLS - E DUE PAROLE SULL'ENNESIMO "RIENTRO DEI CERVELLI"

Qualcuno si ricorda l'allarme sulle sorti dei lavoratori non britannici minacciati da Brexit?

Inutile ripetere che il problema ci fu solo per i low skilled workers. Il cameriere o il lavapiatti italiano che lavorava a Londra fu sì colpito, come tutti i non skilled o low skilled workers. Tutti soggetti che potevano facilmente ricollocarsi in Germania, che da sempre incamera low skilled workers stranieri senza batter ciglio. Ma per gli skilled workers non ci sono stati problemi, e la barriera all'ingresso per lavoro era piuttosto bassa (contratto da almeno 25.600 GBP lorde l'anno, che corrispondono al contratto tipico per un chimico neolaureato).

Una decina di anni fa ricordo colleghi esodati, in mobilità etc etc, in una situazione del mercato italiano per cui erano, figuratamente, buoni solo per essere collocati in discarica. Eppure, al di fuori dei confini tricolori, chiunque li avrebbe classificati come highly skilled (e buoni per una quantità di posizioni per cui le agenzie di reclutamento cercavano candidati). Il problema è che l'Italia è una consumatrice di extremely low skilled workers pagati niente (raccolta pomodori e assimilabili) ma con i lavoratori skilled e highly skilled ha qualche problema, da un bel po' di anni. In primo luogo perché costano, e questo è un peccato originale inemendabile: quando l'imprenditore pinco prova a cercare l'ingegnere a 600 euro al mese diventa virale sui social, ma il candidato non lo trova. Poi la media e grande azienda italiana per certe posizioni ha di solito preferito le candidature interne, affidandosi all'acquisizione di consulenze, piuttosto, per coprire le proprie necessità. Anni di stagnazione economica più qualche crisi non hanno migliorato il quadro. Però la nazione continua a produrre laureati, cioè skilled workers (SE trovano un lavoro attinente alla propria formazione universitaria, chiaro, se finiscono alle Poste non vale https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/11/ilricercatore-lignoranza.html  ). Quindi l'Italia produce risorse che o non utilizza o esporta senza niente ricavarne. E per produrle, ovviamente, spende. Parlando di esportatori di manodopera qualificata, il Ghana almeno se le fa pagare, le infermiere (https://www.anews.com.tr/world/2022/12/07/ghana-says-it-will-send-nurses-to-uk-for-cash?utm_source=ahaber_web_dunya_haber&utm_medium=ahaber_web_dunya_haber&utm_campaign=ahaber_web_dunya_haber).

Non è una faccenda di opinioni, i numeri sono impietosi:

I laureati italiani hanno meno prospettive occupazionali rispetto al resto agli altri paesi europei. Nel 2021, il tasso di occupazione dei 30-34enni laureati è pari all’81,1% contro un valore medio Ue27 dell’87,9%; la differenza è di circa sette punti che si riducono a quattro per i laureati della fascia di età compresa tra i 25 e i 64 anni... Il mercato del lavoro italiano sembra assorbire
con difficoltà e lentezza il capitale umano, anche quello rappresentato dai giovani adulti in possesso di
una qualifica o un diploma secondario superiore. 
(https://www.istat.it/it/files/2022/10/Livelli-di-istruzione-e-ritorni-occupazionali-anno-2021.pdf)

Ovviamente ISTAT rileva il dato medio. Mi piacerebbe conoscere i numeri per specifiche lauree o settori, ma non credo che nessuno sia interessato a produrli (né le associazioni industriali né altri).

Quanto alle dinamiche salariali... 

https://oa.inapp.org/jspui/bitstream/20.500.12916/3749/1/Tronti_Stagnazione_salari_disuguaglianze%2C%20produttivit%C3%A0_2022.pdf

Non credo che negli ultimi due anni le cose siano migliorate, ma è solo una mia impressione. E se sei immerso nel contesto italiano le opportunità che un highly skilled worker ha all'estero quanto a posizioni, retribuzioni e dinamica del salario sembrano semplicemente fantascienza.

Nel caso italiano la timidezza e l'inefficacia delle iniziative finora mirate al famigerato "rientro del cervelli" è nei dati. E per me è un mistero il motivo per cui qualcuno dovrebbe tornare essendo pagato meno (molto meno, di solito) e tassato di più . Il rientro dei cervelli 2022 sembrava mimare iniziative in opera in alcuni paesi nordeuropei, con il suo periodo di pesante detassazione salariale, ma... in primis, c'è l'italianata "se vuoi accedere prima paga":

Poi per l'ennesima volta, l'accento è sui mitologici "docenti, ricecatori e ricercatrici": come se ci fosse abbondanza di posizioni per loro. Il resto fa riferimento ai suddetti "lavoratori impatriati", e il lavoratore impatriato non è meglio caratterizzato: semplicemente uno che ha lavorato all'estero per almeno due anni. Quindi con la faccenda skilled workers non c'entra niente. La buona (?) volontà del legislatore finisce nel vuoto perché impatta sulla stagnazione economica, su una produzione industriale menomata etc etc. Banalmente, lo skilled worker funziona come motore dell'economia se l'economia c'è: aziende ad alto contenuto tecnico scientifico che vanno avanti e crescono, e che quindi hanno i soldi per pagarlo quanto basta. Poi si può sempre chiedere di rinunciare allo stipendio alto e tornare in Italia per amor di patria, ma non è così difficile immaginare quali saranno le risposte (che potrebbero includere le virtù delle genitrici etc).

Detto ciò, avrete capito che sul mercato internazionale occidentale ci sono curriculum che si piazzano facilmente e altri che non si piazzano affatto. E vorrei proprio vedere quanto risulterebbero attraenti quelli della maggioranza dei soggetti che "comunicano scienza" su isocial italiani (per tacere di quelli secondo cui andamenti di borsa e corsi epidemici stessa cosa, tanto chechevvò e quelli che visto che i dati sono dati a qualsiasi cosa si riferiscano... alla voce prevenire cazzate in rete è meglio di curare, anzi no).

PS: astonishment reallocations.