La pandemia COVID19 è talmente alle spalle che pochi sono stati i ricordi di cosa successe il 21 febbraio 2021. Ground Zero Codogno, cioè quello che i buffoni al potere o nella sua anticamera non ricorderanno mai. Motivi?
Semplice. Si era detto "Siamo preparati", con il notorio piano antipandemico non aggiornato da una vita, e fino al giorno prima c'era stata la sagra dell'involtino primavera e "il problema è il razzismo". Mentre il VERO problema erano strutture sanitarie che venivano da un decennio di definanziamento selvaggio,
Il leccaculi istituzionali sono fenomeno antico, ma in due anni di caos hanno regalato al pubblico la performance più vomitevole da cinquanta anni a questa parte, parlando di Italia.
I crudi fatti restavano crudi e i lutti altrettanto.
E qualcuno ha parlato di eroi, per mascherare in un impeto retorico il disastro sistemico. Gli attori e lavoratori della sanità hanno sottoscritto entusiasti, tranne essere scordati in capo a 10 mesi - il che dice qualcosa sulla popolazione media del SSN, oltre che sulla politica italiana.
Gli altri, i giustificatori, sarebbe il caso che si confrontassero con i lutti, ma non lo faranno mai. Preferiscono campare come fanno o come sono riusciti a fare GRAZIE a due anni di pandemia. E altro non dico.
(PS. Mi scuso per la foto con Churchill, adatta al brano ma non a un post che parla di nani al comando)
Sia ben chiaro e non temo smentite: la pagina fb quando esisteva non ha mai chiesto o visto un centesimo. Neanche gli spiccioli del notorio "offritemi un caffè". Detto questo aver smesso di produrre contenuti per un grande elusore/evasore è stata un'ottima cosa. E forse ho smesso di contribuire anche troppo tardi.
Si legge in giro che le casse di Meta piangano, da cui le nuove iniziative sui nuovi servizi a pagamento. Beh, da tempo si era capito che aria tirasse ed è una delle ragioni di CS per non esserci più dentro. Ma le altre ragioni sono diverse, per quanto derivate da tutto ciò che il colosso dei social ha messo in campo negli ultimi due anni per aumentare il cash flow. Per esempio quello di cui ho parlato come di "oscuramento delle frequenze".
Sembra che con twitter le cose non vadano diversamente, pare che il social dei cinguettii se la passi anche peggio di fb. Quindi?
Quindi la stagione della popolarizzazione dei media volge alla fine, dopo una lunga serie di occasioni mancate, fisiologicamente o per colpa? Chissà.
La rete ne ha viste tante di realtà che nascevano, vivevano e poi morivano. Vi ricordate Myspace, per fare un esempio? Io neanche mi ricordo più il nome del primo sw per videochiamate che ho utilizzato, ma in materia per esempio pare che anche Zoom non se la cavi benissimo oggi. Skype regge. ma in certi ambiti non c'è storia, è tutto Microsoft: Outlook and Teams, una specie di monopolio, con il risultato che se i server MS hanno problemi migliaia di aziende si ritrovano senza comunicazioni funzionanti (https://www.bleepingcomputer.com/news/microsoft/microsoft-365-outage-takes-down-teams-exchange-online-outlook/).
Ho avuto a
che fare con Giulio Natta, come altri della mia generazione e oltre.
Ci
ho avuto a che fare sotto la forma del Natta-Pasquon, testo di chimica
industriale su cui hanno studiato per anni i chimici industriali
italiani. Al tempo (il tempo dei miei esami di Industriale I e II)
la cosa mi pareva scontata: la chimica industriale era all'80% chimica
fisica applicata. Invece scontata non lo era, la cosa. Era scontata
per gli ingegneri chimici, che così avevano da decenni impostato la
propria disciplina. Ma gli ingegneri erano ingegneri, e guardavano più a
fluodinamica e scambio termico principalmente applicati a reattori in
continuo, con relativamente scarsa attenzione ai meccanismi chimici
coinvolti. Giulio Natta, nato ingegnere, era diventato un chimico a
tutti gli effetti, e per la chimica ebbe un Nobel. La sua
impostazione ha finito con l'essere impostazione delle ultime
generazioni di chimici industriali italiani, e ha avuto pari peso
nell'impostazione dei programmi per chimici degli Istituti Tecnici
Industriali. Dall'introduzione del Natta-Pasquon:
Quando
nel 1938 fui chiamato ad insegnare Chimica Industriale al Politecnico di
Torino, e successivamente a quello di Milano, dopo aver insegnato, come
professore di ruolo, Chimica Generale a Pavia e Chimica Fisica e Roma,
mi ripromisi di impostare il corso in modo ben diverso da come era stato
fatto fino ad allora nei Politecnici e nelle Università italiane. I
programmi tradizionali infatti suddividevano gli a argomenti a seconda
delle analogie di proprietà e di impiego dei principali prodotti chimci
di produzione industriale... Generalmente i corsi avevano un carattere
descrittivo... Fin dall'inizio mi ero ripromesso di svolgere un
programma che fosse più formativo che informativo e che spiegasse i
concetti fondamentali della Chimica Industriale e delle vie da seguire
per ottenere le massime rese ed i minori prezzi di costo. A tale scopo
venivano richiamati alcuni concetti della termodinamica. già in parte
sviluppati da un punto di vista teorico nei corsi di Chimica Fisica...
Veniva inoltre sviluppata, da un punto di vista generale, la Cinetica
Chimica, in particolare dei processi catalitici.
All'epoca mi
guardai bene da leggermi l'introduzione del Natta-Pasquon, assolutamente
irrilevante ai fini della preparazione dell'esame. Riletta anni dopo
testimonia uno dei meno noti meriti di Giulio Natta: l'aver radicalmente
riformato la didattica della chimica industriale in Italia, rendendola
una tipicità italiana dal punto di vista formativo, appunto. Ho
avuto e ho a che fare sul lavoro con ingegneri chimici e chimici di altri
paesi europei, e ho avuto svariati contatti con chimici americani. In
contesti di sviluppo e produzione, con rare eccezioni, non ho mai trovato colleghi più
preparati ad affrontare i problemi di un laureato italiano in chimica
industriale (vecchia scuola). Merito di Giulio Natta.
Il tema è stato lungamente trattato qua sopra e oggi mi propongono un'introduzione propedeutica ai modelli matematici per le malattie infettive da far leggere a... potetete immaginare a chi.
Inutile.
Completamente inutile.
Perché chi "divulga" non ci capirebbe niente (come dire, gli studi retrospettivi sono inequivocabili e ci furono vere e proprie ammissioni al riguardo).
Perché chi produceva modelli se ne fregava (doveva produrre ad hoc, mica stava a pettinare le bambole, tranne rarissime e non pubblicizzate eccezioni)
Perché, occorre ripeterlo, se ti sei formato lì o là mi spiace per te, ma la qualità della tua formazione quella è quindi accendi un cero alla Madonna ringaziando per il tuo posticino in penombra ma resti sempre figlio di un dio minore.
Quanto a me gli unici numeri che mi interessano sono quelli della mia payslip, e mi posso ritenere ampiamente soddisfatto. Di quelli de isocial non me ne è fregato mai niente, e di quelli di questo blog pure. Fregava a chi non li aveva e mi spiace per loro. Non perché non li avessero, ma perché li avrebbero voluti.
Lo vedo nelle informazioni del blog. E la ragione dovrebbe essere chiara.
1) Perché l'intento dell'operazione CS era politica (non nel senso che i più intendono)
2) Perché non esiste sinistra che sia davvero tale nell'arco parlamentare italiano. "Moriremo democristiani", si diceva un tempo.
3) Perché ormai i Labour il centro blairiano se lo sono dimenticato (almeno per ora) e i partiti sedicenti desinistra italiani sono ancorà lì, cioè fisiologicamente indietro di 20 anni.
4) Perché un tempo qualcuno si definiva l'avanguardia dei lavoratori e oggi, al massimo, può essere definito il lacché del sistema bancario-finanziario.
5) Perché nello stivale ogni rapporto industriale che non preveda il lavoro a 90° è definito eversivo, e i pochi sindacalisti ancora tali rischiano il procedimento penale.
6) Perché nella nazione che aveva il partito comunista più pesante d'Europa i suoi eredi leggeri come una piuma cercano ogni scappatoia per governare senza essere stati votati.
7) Perché quando le periferie e i distretti industriali hanno smesso di votare per loro non si sono chiesti le ragioni, ma li hanno dileggiati. Ricordo un renziano - e sì, i renziani erano maggioranza nel partito - commentare la cocente sconfitta dicendo "Vabbè, le periferie non ci hanno votato, ma il centro città è compatto per noi". Detto tutto.
8) Perché non c'è verso, chi ha pensato che in Italia a destra si sarebbero fatte politiche economiche di sinistra era un povero illuso (non siamo il Giappone e non lo siamo mai stati).
9) Perché non me ne frega un beep che siano stati definiti novax, negazionisti, rossobruni.
10) Perché mi dicono che dovrei aggiungere La Fionda e non ho problemi a farlo.
11) Perché chi mi dava del rossobruno non era stupido, ma in completa malafede. Rendetevi conto che dall'altra parte i nemici - noi - li sanno riconoscere a pelle. Sarebbe il caso di mettersi in pari.
12) Perché quelli facciamoqualcosarestiamoumanietc in rete non hanno idea di chi sia la donna nella foto.
Tipo quelli che ti approcciano con una telefonata chiedendo se tu abbia anche esperienza operativa e quale sia il tuo attuale livello di inquadramento e quando gli rispondi iniziando dall'ultima restano di gelo. O tipo quelli disperatamente a caccia della prossima epidemia perché con COVID non c'è più soddisfazione.
Ma partire può essere anche un po' ritrovare sé stessi e ritrovarsi al di fuori di un ambiente sempre più stagnante, ritrovarsi dove il delirio pandemico italiano non si è mai materializzato e dove anche altre agende, per quanto sottoscritte, non vengono declamate demenzialmente h24 sui grandi media e riecheggiate sui bus, sui treni, sul posto di lavoro. Quando i nuovi orizzonti non sono più così nuovi ti rendi conto che in realtà stai prendendo confidenza ed acquisendo familiarità con un territorio che al momento del tuo arrivo ti appariva completamente sconosciuto. E anche questo è un processo di conoscenza del nuovo, dell'ignoto, una massa di informazioni nuove di zecca con cui devi avere a che fare, con tui ti devi misurare. E inizierai ad aprire rotte per te e per i congiunti e gli amici che vorranno venire a trovarti.
E' qualcosa di completamente diverso dall'esperienza del turista, o del viaggiatore che va di qua o di là un paio di volte all'anno. Nelle ferie non italiane poche ore di volo o di treno e ti ritrovi in posti che avevi frequentato anni e anni fa, ti rendi conto di quanto siano cambiati ma, all'apparenza, non in peggio. Per esempio Francoforte. La "nuova città vecchia", ricostruita dal niente una decina di anni fa, appare viva e vitale, non come certi centri storici italiani tristemente mutati in una sorta di parchi a tema o trappole per turisti. Più a ovest Colonia.
"Che uccelli sono questi che gracchiano?"
"Corvi"
"Corvi e cattedrale gotica! Fighissimo!"
O forse erano cornacchie?
La nuit. La pluie. Un ciel blafard que déchiquette De flèches et de tours à jour la silhouette D'une ville gothique éteinte au lointain gris. La plaine. Un gibet plein de pendus rabougris Secoués par le bec avide des corneilles Et dansant dans l'air noir des gigues nonpareille
Il museo romano-germanico è stato traslocato, ma c'è ancora la targa con le strade romane che arrivavano in antico a Koln: quella che scendeva per il Limes Renanum passando da Bona (Bonn), la Via Belgica per Aquae Granni e Traiectum (Aquisgrana/Aix-la-Chapelle/Aachen e Maastricht). E poi ognuno ritorna dove vive e lavora o studia, con un paio di ore di volo.
Che differenza c'è tra essere nell'EU e non esserlo, da un certo punto di vista? Svizzera e UK sono sempre Europa, sono sempre lì, niente le ha mosse e condividono con le loro diversità quella che è stata la storia e la cultura del continente. Qualcosa di cui nello stivale spesso ci si scorda, avendo innescato un lungo processo di riadattamento dell'educazione scolastica nella trasmissione dell'ultima versione dei valori dominanti, che con quel che era ed è stato hanno poco o niente a che vedere. Ti ricordi cosa era quando ti ritrovi a parlare di Mathias Grunewald con un nordeuropeo permeato di scarsa simpatia per tutto ciò che è germanico. "Me lo segno" mi dice "Ma tu com'è che lo conosci?" "Uhm, storia dell'arte al liceo, direi".
Partire può essere mandare al diavolo anche un paese quasi irriconoscibile, pensando a ciò che era una trentina di anni fa.. Mi ricordo qualcosa di già apparso qua sopra, in tempi di pandemia
There must be some kind of way outta here Said the joker to the thief There's too much confusion I can't get no relief
I've got my relief, many thanks.
PS: parlando di Italia un'alba livida ritagliava nitidissimo il profilo dendritico di una fila di alberi spogli di lato alla stazione quando mi è arrivato un messaggio con il risultato dell'ultimo giro elettorale. Non sono contento per chi vince, ma molto soddisfatto di chi perde. Mai abbastanza virtuali calci nei denti per loro. Notare bene: ho scritto VIRTUALI.
"Sai che all'epoca ritenevo che la chiusura della pagina fosse una
sconfitta, ma adesso mi sono fortemente ricreduto. Semplicemente FB non è
il posto giusto. O meglio, non lo è più...."
"Non
era una sconfitta se non in senso lato. Semplicemente una non troppo
veloce analisi mi aveva convinto della completa inutilità nel nuovo
contesto (utile solo ad essere un personaggio social, cosa che non mi ha
mai interessato)"
"No, non ho visto. Quanto al resto se un paese è in avanzato stato di decomposizione la sua vetrina interna - per il paese stesso - non può che essere in tinta"
Una cosa sulla lontananza: evidentemente essere abbastanza lontani è quasi impossibile. Anche se ti tieni a distanza dai media italiani di qualsiasi tipo alla fine arriva il messaggio o la mail. Quindi la fine della pagina è stata il segno di una resa poco invincibile.