martedì 28 febbraio 2023

SETTE GIORNI DA UN ANNIVERSARIO

La pandemia COVID19 è talmente alle spalle che pochi sono stati i ricordi di cosa successe il 21 febbraio 2021. Ground Zero Codogno, cioè quello che i buffoni al potere o nella sua anticamera non ricorderanno mai. Motivi?

Semplice. Si era detto "Siamo preparati", con il notorio piano antipandemico non aggiornato da una vita, e fino al giorno prima c'era stata la sagra dell'involtino primavera e "il problema è il razzismo". Mentre il VERO problema erano strutture sanitarie che venivano da un decennio di definanziamento selvaggio,

Il leccaculi istituzionali sono fenomeno antico, ma in due anni di caos hanno regalato al pubblico la performance più vomitevole da cinquanta anni a questa parte, parlando di Italia.

I crudi fatti restavano crudi e i lutti altrettanto.

E qualcuno ha parlato di eroi, per mascherare in un impeto retorico il disastro sistemico. Gli attori e lavoratori della sanità hanno sottoscritto entusiasti, tranne essere scordati in capo a 10 mesi - il che dice qualcosa sulla popolazione media del SSN, oltre che sulla politica italiana.

Comunque oggi come allora è bene ricordare cosa sia stata: non la migliore gestione, ma la seconda Caporetto (Caporetto perché moti di orgoglio e dignità come quelli che ci furono dopo l'8 settembre non se ne sono visti). Il testo è qua https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/05/la-caporetto-della-sanita-italiana-ii.html .

Qualche raro non cronico giustificatore dell'esistente si era già espreso tre anni fa https://www.lastampa.it/rubriche/lato-boralevi/2020/03/26/news/conte-e-il-giudizio-della-storia-1.38640207/

Gli altri, i giustificatori, sarebbe  il caso che si confrontassero con i lutti, ma non lo faranno mai. Preferiscono campare come fanno o come sono riusciti a fare GRAZIE a due anni di pandemia. E altro non dico.

(PS. Mi scuso per la foto con Churchill, adatta al brano ma non a un post che parla di nani al comando)

https://www.youtube.com/watch?v=flEp_xxer88


sabato 25 febbraio 2023

PAGINA FINITA IN TEMPO PER NON CONTRIBUIRE?

Sia ben chiaro e non  temo smentite: la pagina fb quando esisteva non ha mai chiesto o visto un centesimo. Neanche gli spiccioli del notorio "offritemi un caffè". Detto questo aver smesso di produrre contenuti per un grande elusore/evasore è stata un'ottima cosa. E forse ho smesso di contribuire anche troppo tardi. 

Si legge in giro che le casse di Meta piangano, da cui le nuove iniziative sui nuovi servizi a pagamento. Beh, da tempo si era capito che aria tirasse ed è una delle ragioni di CS per non esserci più dentro. Ma le altre ragioni sono diverse, per quanto derivate da tutto ciò che il colosso dei social ha messo in campo negli ultimi due anni per aumentare il cash flow. Per esempio quello di cui ho parlato come di "oscuramento delle frequenze".

Sembra che con twitter le cose non vadano diversamente, pare che il social dei cinguettii se la passi anche peggio di fb. Quindi?

Quindi la stagione della popolarizzazione dei media volge alla fine, dopo una lunga serie di occasioni mancate, fisiologicamente o per colpa? Chissà.

La rete ne ha viste tante di realtà che nascevano, vivevano e poi morivano. Vi ricordate Myspace, per fare un esempio? Io neanche mi ricordo più il nome del primo sw per videochiamate che ho utilizzato, ma in materia per esempio pare che anche Zoom non se la cavi benissimo oggi. Skype regge. ma in certi ambiti non c'è storia, è tutto Microsoft: Outlook and Teams, una specie di monopolio, con il risultato che se i server MS hanno problemi migliaia di aziende si ritrovano senza comunicazioni funzionanti (https://www.bleepingcomputer.com/news/microsoft/microsoft-365-outage-takes-down-teams-exchange-online-outlook/).

The times are a changing, o forse no, chissà


venerdì 24 febbraio 2023

GIULIO NATTA (DA UN PUNTO DI VISTA PERSONALE)


Ho avuto a che fare con Giulio Natta, come altri della mia generazione e oltre. 

Ci ho avuto a che fare sotto la forma del Natta-Pasquon, testo di chimica industriale su cui hanno studiato per anni i chimici industriali italiani.
Al tempo (il tempo dei miei esami di Industriale I e II) la cosa mi pareva scontata: la chimica industriale era all'80% chimica fisica applicata.
Invece scontata non lo era, la cosa. Era scontata per gli ingegneri chimici, che così avevano da decenni impostato la propria disciplina. Ma gli ingegneri erano ingegneri, e guardavano più a fluodinamica e scambio termico principalmente applicati a reattori in continuo, con relativamente scarsa attenzione ai meccanismi chimici coinvolti. Giulio Natta, nato ingegnere, era diventato un chimico a tutti gli effetti, e per la chimica ebbe un Nobel.
La sua impostazione ha finito con l'essere impostazione delle ultime generazioni di chimici industriali italiani, e ha avuto pari peso nell'impostazione dei programmi per chimici degli Istituti Tecnici Industriali.
Dall'introduzione del Natta-Pasquon:

Quando nel 1938 fui chiamato ad insegnare Chimica Industriale al Politecnico di Torino, e successivamente a quello di Milano, dopo aver insegnato, come professore di ruolo, Chimica Generale a Pavia e Chimica Fisica e Roma, mi ripromisi di impostare il corso in modo ben diverso da come era stato fatto fino ad allora nei Politecnici e nelle Università italiane.
I programmi tradizionali infatti suddividevano gli a argomenti a seconda delle analogie di proprietà e di impiego dei principali prodotti chimci di produzione industriale... Generalmente i corsi avevano un carattere descrittivo... Fin dall'inizio mi ero ripromesso di svolgere un programma che fosse più formativo che informativo e che spiegasse i concetti fondamentali della Chimica Industriale e delle vie da seguire per ottenere le massime rese ed i minori prezzi di costo. A tale scopo venivano richiamati alcuni concetti della termodinamica. già in parte sviluppati da un punto di vista teorico nei corsi di Chimica Fisica... Veniva inoltre sviluppata, da un punto di vista generale, la Cinetica Chimica, in particolare dei processi catalitici.


All'epoca mi guardai bene da leggermi l'introduzione del Natta-Pasquon, assolutamente irrilevante ai fini della preparazione dell'esame. Riletta anni dopo testimonia uno dei meno noti meriti di Giulio Natta: l'aver radicalmente riformato la didattica della chimica industriale in Italia, rendendola una tipicità italiana dal punto di vista formativo, appunto.
Ho avuto e ho a che fare sul lavoro con ingegneri chimici e chimici di altri paesi europei, e ho avuto svariati contatti con chimici americani. In contesti di sviluppo e produzione, con rare eccezioni, non ho mai trovato colleghi più preparati ad affrontare i problemi di un laureato italiano in chimica industriale (vecchia scuola). Merito di Giulio Natta.

http://www.giulionatta.it/pdf/pubblicazioni/00537.pdf

venerdì 17 febbraio 2023

INUTILE

Il tema è stato lungamente trattato qua sopra e oggi mi propongono un'introduzione propedeutica ai modelli matematici per le malattie infettive da far leggere a... potetete immaginare a chi. 

Inutile.

Completamente inutile.

Perché chi "divulga" non ci capirebbe niente (come dire, gli studi retrospettivi sono inequivocabili e ci furono vere e proprie ammissioni al riguardo).

Perché chi produceva modelli se ne fregava (doveva produrre ad hoc, mica stava a pettinare le bambole, tranne rarissime e non pubblicizzate eccezioni)

Perché, occorre ripeterlo, se ti sei formato lì o là mi spiace per te, ma  la qualità della tua formazione quella è quindi accendi un cero alla Madonna ringaziando per il tuo posticino in penombra ma resti sempre figlio di un dio minore.


Quanto a me gli unici numeri che mi interessano sono quelli della mia payslip, e mi posso ritenere ampiamente soddisfatto. Di quelli de isocial non me ne è fregato mai niente, e di quelli di questo blog pure. Fregava a chi non li aveva e mi spiace per loro. Non perché non li avessero, ma perché li avrebbero voluti.


giovedì 16 febbraio 2023

PERCHE' SONO CONTENTO CHE SINISTRAINRETE MI CONDIVIDA


Lo vedo nelle informazioni del blog. E la ragione dovrebbe essere chiara.

1) Perché l'intento dell'operazione CS era politica (non nel senso che i più intendono)

2) Perché non esiste sinistra che sia davvero tale nell'arco parlamentare italiano. "Moriremo democristiani", si diceva un tempo.

3) Perché ormai i Labour il centro blairiano se lo sono dimenticato (almeno per ora) e i partiti sedicenti desinistra italiani sono ancorà lì, cioè fisiologicamente indietro di 20 anni.

4) Perché un tempo qualcuno si definiva l'avanguardia dei lavoratori e oggi, al massimo, può essere definito il lacché del sistema bancario-finanziario.

5) Perché nello stivale ogni rapporto industriale che non preveda il lavoro a 90° è definito eversivo, e i pochi sindacalisti ancora tali rischiano il procedimento penale.

6) Perché nella nazione che aveva il partito comunista più pesante d'Europa i suoi eredi leggeri come una piuma cercano ogni scappatoia per governare senza essere stati votati.

7) Perché quando le periferie e i distretti industriali hanno smesso di votare per loro non si sono chiesti le ragioni, ma li hanno dileggiati. Ricordo un renziano - e sì, i renziani erano maggioranza nel partito - commentare la cocente sconfitta dicendo "Vabbè, le periferie non ci hanno votato, ma il centro città è compatto per noi". Detto tutto.

8) Perché non c'è verso, chi ha pensato che in Italia a destra si sarebbero fatte politiche economiche di sinistra era un povero illuso (non siamo il Giappone e non lo siamo mai stati).

9) Perché non me ne frega un beep che siano stati definiti novax, negazionisti, rossobruni.

10) Perché mi dicono che dovrei aggiungere La Fionda e non ho problemi a farlo.

11) Perché chi mi dava del rossobruno non era stupido, ma in completa malafede. Rendetevi conto che dall'altra parte i nemici - noi - li sanno riconoscere a pelle. Sarebbe il caso di mettersi in pari. 

12) Perché quelli facciamoqualcosarestiamoumanietc in rete non hanno idea di chi sia la donna nella foto.

E penso che tutto questo sia più che sufficiente.

 



mercoledì 15 febbraio 2023

PARTIRE E' UN PO' MANDARE AL DIAVOLO...

 


... un discreto numero di connazionali. Tipo chi?

Tipo quelli che ti approcciano con una telefonata chiedendo se tu abbia anche esperienza operativa e quale sia il tuo attuale livello di inquadramento e quando gli rispondi iniziando dall'ultima restano di gelo. O tipo quelli disperatamente a caccia della prossima epidemia perché con COVID non c'è più soddisfazione.

Ma partire può essere anche un po' ritrovare sé stessi e ritrovarsi al di fuori di un ambiente sempre più stagnante, ritrovarsi dove il delirio pandemico italiano non si è mai materializzato e dove anche altre agende, per quanto sottoscritte, non vengono declamate demenzialmente h24 sui grandi media e riecheggiate sui bus, sui treni, sul posto di lavoro. Quando i nuovi orizzonti non sono più così nuovi ti rendi conto che in realtà stai prendendo confidenza ed acquisendo familiarità con un territorio che al momento del tuo arrivo ti appariva completamente sconosciuto. E anche questo è un processo di conoscenza del nuovo, dell'ignoto, una massa di informazioni nuove di zecca con cui devi avere a che fare, con tui ti devi misurare. E inizierai ad aprire rotte per te e per i congiunti e gli amici che vorranno venire a trovarti. 

E' qualcosa di completamente diverso dall'esperienza del turista, o del viaggiatore che va di qua o di là un paio di volte all'anno. Nelle ferie non italiane poche ore di volo o di treno e ti ritrovi in posti che avevi frequentato anni e anni fa, ti rendi conto di quanto siano cambiati ma, all'apparenza, non in peggio. Per esempio Francoforte. La "nuova città vecchia", ricostruita dal niente una decina di anni fa, appare viva e vitale, non come certi centri storici italiani tristemente mutati in una sorta di parchi a tema o trappole per turisti. Più a ovest Colonia.

"Che uccelli sono questi che gracchiano?"

"Corvi"

"Corvi e cattedrale gotica! Fighissimo!"

O forse erano cornacchie?

La nuit. La pluie. Un ciel blafard que déchiquette
De flèches et de tours à jour la silhouette
D'une ville gothique éteinte au lointain gris.
La plaine. Un gibet plein de pendus rabougris
Secoués par le bec avide des corneilles
Et dansant dans l'air noir des gigues nonpareille

Il museo romano-germanico è stato traslocato, ma c'è ancora la targa con le strade romane che arrivavano in antico a Koln: quella che scendeva per il Limes Renanum passando da Bona (Bonn), la Via Belgica per Aquae Granni e Traiectum (Aquisgrana/Aix-la-Chapelle/Aachen e Maastricht).  E poi ognuno ritorna dove vive e lavora o studia, con un paio di ore di volo.

Che differenza c'è tra essere nell'EU e non esserlo, da un certo punto di vista? Svizzera e UK sono sempre Europa, sono sempre lì, niente le ha mosse e condividono con le loro diversità quella che è stata la storia e la cultura del continente. Qualcosa di cui nello stivale spesso ci si scorda, avendo innescato un lungo processo di riadattamento dell'educazione scolastica nella trasmissione dell'ultima versione dei valori dominanti, che con quel che era ed è stato hanno poco o niente a che vedere. Ti ricordi cosa era quando ti ritrovi a parlare di Mathias Grunewald con un nordeuropeo permeato di scarsa simpatia per tutto ciò che è germanico. "Me lo segno" mi dice "Ma tu com'è che lo conosci?" "Uhm, storia dell'arte al liceo, direi".

Partire può essere mandare al diavolo anche un paese quasi irriconoscibile, pensando a ciò che era una trentina di anni fa.. Mi ricordo qualcosa di già apparso qua sopra, in tempi di pandemia

 

There must be some kind of way outta hereSaid the joker to the thiefThere's too much confusionI can't get no relief
 
 
 
I've got my relief, many thanks. 

PS: parlando di Italia un'alba livida ritagliava nitidissimo il profilo dendritico di una fila di alberi spogli di lato alla stazione quando mi è arrivato un messaggio con il risultato dell'ultimo giro elettorale. Non sono contento per chi vince, ma molto soddisfatto di chi perde. Mai abbastanza virtuali calci nei denti per loro. Notare bene: ho scritto VIRTUALI.
 

 


domenica 12 febbraio 2023

CONVERSAZIONI (FB, MATTONI, SANCOSO)


 

"Sai che all'epoca ritenevo che la chiusura della pagina fosse una sconfitta, ma adesso mi sono fortemente ricreduto. Semplicemente FB non è il posto giusto. O meglio, non lo è più...."

"Non era una sconfitta se non in senso lato. Semplicemente una non troppo veloce analisi mi aveva convinto della completa inutilità nel nuovo contesto (utile solo ad essere un personaggio social, cosa che non mi ha mai interessato)" 

"Anche se pensi che siano dei coglioni ti assicuro che il pezzo merita https://laterum.wordpress.com/2023/02/08/la-scienza-e-una-montagna-di-merda/ "

"Confermo la prima e la seconda"
 
"Anche io sono italiano. Da dove venite?"
 
"E' complicato"


"No, non ho visto. Quanto al resto se un paese è in avanzato stato di decomposizione la sua vetrina interna - per il paese stesso - non può che essere in tinta"
 
Una cosa sulla lontananza: evidentemente essere abbastanza lontani è quasi impossibile. Anche se ti tieni a distanza dai media italiani di qualsiasi tipo alla fine arriva il messaggio o la mail. Quindi la fine della pagina è stata il segno di una resa poco invincibile.







 

mercoledì 8 febbraio 2023

E DACCI OGGI LA NOSTRA APOCALISSE QUOTIDIANA

 

https://ugobardi.blogspot.com/2023/01/ugo-bardi-traditore-del-catastrofismo.html?fbclid=IwAR2d-yBMrmBuUdtDSZ9qNtkOFBTvnsKZlgMh2bkcXXsz5FJ_g7X6e-mfLfQ

Avrei un'ipotesi sul motivo per cui ai tempi in cui CS era una pagina facebook ci siano state in più di un'occasione convergenze. Secondo me un chimico industriale di antica formazione nattiana e un chimico fisico della sua generazione hanno naturalmente territorio in comune, perché Natta concepì la chimica industriale come termodinamica e cinetica applicate.

Segnalo questo post perché rende conto per l'ennesima volta della profonda demenzialità delle postideologie correnti. La rapida crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili non dovrebbe essere una buona notizia: perché è troppo poco, perché è troppo tardì, perché Greta etc etc etc.

Quindi, proprio come l'affermazione di Nicolazzi sul tight oil era odiata dagli estremisti del picco del petrolio (incluso me), le mie affermazioni sulle rinnovabili sono state interpretate come un'offesa mortale dagli estremisti catastrofisti

Fornire un dato che incrina il dogma catasftrofista (se non ci ha ammazzato COVID sarà il cambiamento climatico a estinguerci) è eresia, perché al dogma bisogna solo credere (sono anni che scrivono "scienza" ma si pronuncia "fede"  (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/02/agilitate-plebem-imperitam-circonveniunt.html ).

 

Scienza nostra che sei in rete

sia scientificato il tuo nome, venga la tua Verità

come su twitter così su Facebook

dacci oggi la nostra apocalisse quotidiana

e liberaci dal negazionismo

Amen

sabato 4 febbraio 2023

DAI TEMPI DEI TEMPI...

 


La ricerca su antitumorali in Italia non ha prodotto NIENTE o quasi dai tempi delle tetracline e ultimi analoghi, e lo dico come uno che c'è stato dentro per qualche anno. Tutto ciò che è venuto fuori negli ultimi dieci anni era fondamentalmente Made in USA, con rare eccezioni non italiane (per esempio eribulina). E questo senza voler mettere in discussione l'importanza storica di chi tirò fuori la doxorubicina. Ma parliamo di più di 50 anni fa.

Siccome c'ero, qualche anno fa, ne ho viste di tutte. Blasonate istituzioni (blasonate solo in Italia, ovvio) che tiravano fuori candidati farmaci ridicoli, ultradecani all'ultimo stadio di senilità (lato medico) che parlavano di "nuovi farmaci molecolari" per classi di composti che al tempo della dichiarazione erano già cresciute fino ad avere centinaia e centinaia di analoghi - e per me il "nuovo" era roba vecchia di dieci anni o più.

In Italia il World Cancer Day dovrebbe essere un giorno di lutto. Perché?

Perché gente muore senza avere accesso ai più avanzati strumenti terapeutici (costano   https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/11/la-radice-marcia-della-sanita-la.html  ). Perché troppo spesso neanche si sa che tali strumenti esistano. Perché ci sono "società scientifiche" che diffondono protocolli preistorici come chi le dirige. Perché quando un disgraziato paziente attraversa l'Atlantico per curarsi o chiede online fondi per curarsi oltreoceano la reazione comune è "Così va il mondo, farmaceutiche cattive che chiedono prezzi assurdi". Perché quando qualcosa di nuovo viene approvato la lista di quelli che si affrettano a dichiarare "non funziona" è sempre ben nutrita.

Allora prendete atto del più semplice dei fatti: le vostre donazioni negli ultimi anni hanno dato da campare a qualche borsista ma non hanno prodotto assolutamente niente. NIENTE.

Scadendo nell'aneddotica personale ho seguito da non troppo lontano la vicenda di un paziente con mieloma multiplo che negli anni ha subito di tutto ma non ha mai visto, neanche da lontano, un'inibitore di proteasoma. Perché i luminari che lo trattavano non sapevano che esistessero farmaci approvati o perché costava troppo, non importa. Il prodotto finale del processo è sempre lo stesso: un decesso.

Quindi fate quel che vi pare, ma non raccontate stronzate in giro sull'eccellenza di tizio o caio. A meno che per eccellenza non si intenda... avete presente "beati monoculi in terra caecorum"?

venerdì 3 febbraio 2023

AGILITATE PLEBEM IMPERITAM CIRCONVENIUNT

 

Non mi ricordo il titolo di questa secentina da cui presi la foto. Del resto sono passati sei anni. Ma la prendo come punto di partenza di una riflessione.  Quanta gente su isocial ha raggirato la plebe inesperta negli ultimi anni? A molti verranno in mente quelli che raccoglievano sottoscrizioni per finanziare un microscopio elettronico (che curiosomente costava quanto il gettito fiscale di un piccolo comune), o quelli che invece si curavano la fanbase pagante, perché senza fanbase pagante non riescono a portare la pagnotta a casa. Ma dall'altro lato le cose non erano forse le stesse, i meccanismi i medesimi? Il gioco è esattamente lo stesso. Ti cresci la fanbase perché con la fanbase ci campi, promuovendo libri, articoli, conferenze, eccetera (massimo disprezzo da parte mia, le eccezioni si possono contare sulle dita di mezza mano). 

La regina Mab faceva sognare ai prelati "prebende ed offerte", e si parlava esattamente della tipologia che oggi, online e sui media tradizionali, ha venduto e continua a vendere cautionary tales sulla pandemia COVID e tutto il resto. Cautionary tale può essere tradotto come "monito, ammonimento", ma è anche un racconto del folklore con un certo tipo di morale, una storia in cui un personaggio ignora degli avvertimenti e mal gliene incoglie (mai ricordandosi che i fenomeni naturali non hanno una morale, a meno che non si pensi che siano determinati dalla mano di Dio, esattamente come nella lettera del Vecchio Testamento).

Perché citare il prelato nel celebre monologo di Mercuzio (Shakespeare, Romeo e Giulietta https://www.youtube.com/watch?v=VsRQSazjl4U)? Perché la tipologia combacia. La maggior parte della "divulgazione" (e del debunking, e del fact checking) vende verità, verità della stessa natura di quelle di un maturo prevosto del XV secolo, e vendendole si guadagna il pane, oppure solo un poco di condimento, direttamente o indirettamente. E' un mestiere socialmente utile? Nell'ottica dell'ancient regime sì, senza dubbio.  

Il vendere o elargire verità agli sprovveduti non è quindi certo una novità. E a ben vedere il contesto non è poi così diverso da quello del XVII secolo. Anche per questo al tempo il nome di pagina e poi blog fu mutuato da The Sceptical Chymist; or Chymico-Physical Doubts & Paradoxes di Robert Boyle: le affinità del contesto determinavano la necessità di ripescare "Nullius addictus iurare in verba magistri" contro il dilagante e deteriore uso del principio di autorità. Un'autorità "scientifica" la cui natura sconfinava in quella dell'autorità religiosa, con tutto il suo armamentario: i fedeli, le investiture, le scomuniche.

C'è un filmetto, su una popolare piattaforma di streaming, Three Thousand Years Of Longing. All'inizio c'è una parte di sceneggiatura che non è male: nella conferenza iniziale si parla di mitologia e di scienza. Nell'antichità si spiegavano i fenomeni naturali con gli dei (o con un singolo dio), oggi non ne abbiamo bisogno perché la scienza ci dà le risposte a quelle domande. Il che è verissimo. Oggi la maggioranza crede nella scienza come 5000 anni fa credeva agli dei e come mille anni fa credeva in Dio o in Allah (e in entrambi i casi gli eretici venivano perlopiù bruciati). I fedeli pensano che non sia un paragone nemmeno lontanamente ammissibile perché la scienza e il metodo scientifico etc, ma in realtà se andate a sondare la loro familiarità con la pratica scientifica troverete il vuoto spinto (o alcune ppm, nei casi meno disgraziati).

Io non ho assolutamente niente contro le religioni. Ma credo ormai che la "scienza" popolarizzata sia la forma religiosa deleteria e decadente dell'occidente, come talebanesimo e jihadismo lo sono dell'Islam. Mutatis mutandis le fenomenologie sono del tutto analoghe. Un esempio d'archivio?

"la Scienza, una, sola, perfetta ed incorruttibile è l’oggetto dello studio della comunità scientifica"

Un pensiero che ti aspetteresti in altri contesti, tipo "Colui all'infuori del Quale non c'è altro dio,  il Compassionevole, il Misericordioso, il Santo". E se non sono state lanciate vere e proprie fatwa, in occidente, negli ultimi tre anni, io sono Iron Man. 

In un contesto del genere, per esempio in Italia, chi si è voluto ergere a sacerdote o sacerdotessa non si conta, nel panorama mediatico esteso (isocial inclusi). Un tempo qualcuno diceva che la religione è l'oppio dei popoli. Di sicuro oggi il nuovo oppio di molti è lascienza (e il suo contrario l'oppio di tre gatti). In tutto questo la responsabilità dei grandi media, in Italia, pesa come un macigno. Come del resto quella di chi è campato, campa o vorrebbe campare di popolarizzazione delle scienze (il cui prodotto è lo scientismo pop ).

" Divulgazione al minimo comune denominatore e in compenso uno si deve ingoiare le loro uscite da scrittori frustrati. Come dico sempre, dietro un "popolarizzatore della scienza" italiano c'è sempre uno scrittore fallito", mi ha scritto un amico al riguardo. Per contrappasso mi sono ricordato di un chimico norvegese, un accademico che ha dato moltissimo all'industria. Nell'introduzione alla seconda edizione di un suo libro (per me fondamentale) ricordava che tutta la chimica è fatta di modelli e che i più fortunati diventano "leggi della natura". Dopodiché citava George Box, "All models are wrong but some are useful". Si può dire che questa impostazione era parte della della temperie culturale della mia disciplina ai tempi in cui ho studiato, mi sono laureato e ho iniziato a lavorare: un periodo in cui la disciplina, culturalmente, era molto più evoluta di quanto sia oggi. Per i più curiosi: se non lavorate nel campo lasciate perdere.

Al contrario, rigettando anche la sola possibilità di concetti del genere, non è difficile notare quanta parte della casta medica abbia giocato a barattare il ruolo sociale della professione per quello, molto più solido, di casta sacerdotale. Un tempo si parlava di potere spirituale e potere temporale. Guardando all'Italia degli ultimi tempi si direbbe che abbia vissuto il duumvirato di poteri esecutivi e poteri medici. E i veri fedeli continuano ad essere davvero troppi.

Per formazione, una cosa la so bene: poche tra le fedi incrollabili reggono quando il peso della realtà si fa insostenibile e va contro il loro credo. E questo sarà forse per buona parte  del popolo dello stivale l'orizzonte dei prossimi dieci anni. Ma non c'è problema, il cambio di casacca veloce al cambio del vento è inscritto nel genoma di buona parte della popolazione. Avevo un lontano parente che durante quel certo ventennio era stato comunista. Dopo la liberazione, sollevato, volle andare alla Casa del Popolo (che era la vecchia Casa del Fascio). Guardandosi in giro vide alcuni volti a lui fin troppo noti e prese da parte un suo vecchio amico. "Ma lui, luilà e quell'altro non andavano in giro con randelli e olio di ricino anni fa?" "Che vuoi" disse il suo amico "Si sono ravveduti".


mercoledì 1 febbraio 2023

MEDITERRANEO: SCORFANO, ALLORO, TERPENI

Cattiva fama, quella dello scorfano.  "Popo' di scorfano/a" in un certo territorio era  usato per commentare soggetti notevolmente brutti. Eppure senza scorfano un cacciucco non viene come si deve.

Marsiglia alcune affinità con Livorno le ha. E ha anche una zuppa di pesce "cugina" e molto nota. Con qualche differenza (aceto e peperoncino da una parte, finocchio dall'altra) .

Ma lascerei la parola a un marsigliese:


La Rascasse, poisson, certes, des plus vulgaires ;

Isolé sur un gril, on ne l'estime guère,

Mais dans la bouille-abaisse, aussitôt il répand

De merveilleux parfums d'où le succès dépend

La Rascasse, nourrie aux crevasses des syrtes,

Dans les golfes couverts de lauriers et de myrtes.

Ou devant un rocher garni de fleurs de thym,

Apporte leurs parfums aux tables du festin. 

(Joseph Méry 1797-1866)

Alloro, timo e mirto: mediterraneo. E alle volte, vivendo dove l'orizzonte marino è costituito dal Mare del Nord e dal nord Atlantico, scambierei haddock, merluzzo fresco, kipper e sgombro affumicato per un solo scorfano.


L'alloro ha un'essenza che è il gran festival dei terpeni: eucaliptolo, linealolo, terpinoli, acetato di terpenile, tuiene e pinene.
Il pinene: odore di pino, avete presente? L'alfa pinene viene emesso dalle conifere ed ha una serie di effetti: reagisce con "i radicali liberi" presenti nell'aria e con altri inquinanti (ossidi di azoto, ozono). "L'aria pulita dei boschi di pini" quindi non è una scemenza popolare. E' un terpene. I terpeni sono una classe di molecole molto abbondanti nel mondo vegetale, che ho sempre trovato interessante. E' un terpene il tujone, il componente psichedelico dell'assenzio che è' quindi strettamente collegato con l'anetolo, che terpene non è, il componente essenziale dell'anice verde. Penso ai terpeni e mi viene in mente la lattescenza verdastra di un Pernod allungato con acqua fredda, o di un ouzo o di un raki a cui sia stato riservato lo stesso trattamento. Il pinene ha una qualche attività sui recettori dei cannabinoidi? Ni. E' riconosciuta la sua stimolazione dei recettori GABAA (e quindi un'attività simile a quella delle benzodiapine, cioè calmante). Ed è stato usato per un potente agonista CB2, HU-308, che non è mai diventato un farmaco. Il pinene ha anche una moderata attività broncodilatatoria. Quindi se qualcuno trova rassicurante l'odore di pino (o quello di alloro) ci sono ottime ragioni.

Parlando di mediterraneo e terpeni mi vengono in mente le anisette mediterranee, come già detto, quelle da diluire con acqua ghiacciata... argomento estivo per eccellenza, per me, condito di ricordi - ouzo e tzatziki al tavolino di un bar al porto, a La Canea...) Bandito per più di un secolo, riemerso in sordina poi tornato una piccola moda, da un po' l'assenzio è diventato DOC (https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/silenzio-assenzio-39-unione-europea-riconosce-rsquo-etichetta-211818.htm - con la moda è arrivata una modalità di consumo giovanile davvero barbara: niente zucchero, niente acqua, uno shot liscio e amarissimo). Consiglio al riguardo la lettura di un vecchio articolo su Le Scienze, che all'epoca rimase ben impresso nella mia memoria (http://download.kataweb.it/mediaweb/pdf/espresso/scienze/1989_252_8.pdf). La neurotossicità dell'assenzio è stata attribuita al tujione, un terpene che agisce come GABA antagonista, ma la sua concentrazione nel distillato sarebbe troppo bassa per provocare questi effetti (mi verrebbe da dire che comunque essendo il tujione estremamente lipofilico, effetti di accumulo non sarebbero da scartare, da un punto di vista teorico). Per modalità di consumo prevalenti, l'assenzio è accorpabile alla vasta famiglia delle anisette mediterranee/medioorientali: in particolare Pernod, Ouzo, Raki (turco), Arak (medio oriente) prevedono il rituale consumo previa diluizione con acqua ghiacciata (e spesso accompagnamento di antipastini vari tipo insalata di polpo fatta con lo yogurt, filetti di acciuga marinati etc). La diluizione provoca il noto intorbidamento, dovuto alla formazione di un'emulsione da parte dei componenti degli olii essenziali (di anice e/o assenzio) insolubili in acqua. Nel caso del Pernod la colorazione verde, artificiale, fu introdotta per ricordare l'assenzio quando quest'ultimo distillato fu bandito. Ho sempre trovato le anisette più inebrianti rispetto ad altri distillati. Una faccenda di terpeni?

Ma torniamo all'alloro. Da dove vengo, fa spesso rima con la carne di maiale. Quindi per ritrovare aromi del territorio natio compro un filetto di maiale (le volte che lo trovo quello denominato "filetto corto",  che costa di meno) e un vino rosso da poco, un Nero D'Avola o un pinot sudafricano di quelli con il tappo a vite. Ammollo i fagioli bianchi secchi per almeno 8 ore e poi, scolati, li bollo con una cipolla e una carota grossa per poco più di un'ora. Dopodiché rosolo il filetto tagliato a pezzi in olio d'oliva con uno spicchio d'aglio. Quindi aggiungo mezza bottiglia di vino rosso, una foglia d'alloro e un paio di pomodori maturi a pezzi. Deve cuocere a fuoco basso, coperto, per almeno un'ora mezza.

A questo punto si aggiungono i fagioli, scolati, si sala, si pepa, e si cuoce per circa un'altra mezzora scoperto, fino ad evaporare quanto basta i liquidi.

Credo che questa sia una vecchia ricetta garfagnina, e probabilmente viene da qualche lontano congiunto con quelle origini, o da un quaderno scritto a mano o forse da un vecchio libro, roba del genere. La realizzazione è lunga, come quella della maggior parte degli stufati, ma alla fine c'è un inequivocabile "profumo di casa", mentre cuoce. Ovviamente l'alloro non lo compro qua, me lo porto da casa.

 

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...