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domenica 4 maggio 2025

FDA: SU RFK JR E MAKARY MI SBAGLIAVO DI GROSSO, PURTROPPO

Se veramente avessi scommesso qualcosa sul fatto che nonostante RFK jr il lavoro di FDA sarebbe andato come al solito, avrei perso. Pensavo (e speravo) che Makary si sarebbe comportato come Hahn si era comportato durante la prima presidenza Trump - e mi sbagliavo di grosso. Hahn difese l´agenzia e la sua autonomia, Makary pare che non abbia intenzione di difendere niente, anzi. Non una parola sui licenziamenti che hanno decimato lo staff, rendendolo incapace di star dietro a tutte le pratiche (INDA) presentate.

Intendiamoci, si sta parlando di un massacro: Trump proporrà al congresso una riduzione del budget di NIH del 44%. E rispetto alla sua prima presidenza le cose sono cambiate: allora pochi dei repubblicani al congresso lo appoggiavano, a questo giro invece dispone di una maggioranza repubblicana compatta e a lui favorevole. Nature si chiede se la scienza USA sopravviverà:

https://www.nature.com/articles/d41586-025-01295-6
 

Ma Nature non è precisamente un'osservatore neutrale in questa vicenda: otto anni fa fu tra i primi a lanciare all'allora candidato Trump una dichiarazione di guerra. Già, le presenti vicende hanno radici abbastanza lontane nel tempo, di cui ho già parlato

Il contesto più ampio è noto: da oltre un decennio si registra una crescente disaffezione tra una parte consistente della popolazione occidentale e le cosiddette élite. Le rivendicazioni di questa parte sono state per lo più etichettate come "populiste". Il fatto che, oltreoceano, il conflitto politico venga narrato come una guerra tra culture – i “buoni” che votano democratico e credono nella scienza, contro i “buzzurri” ignoranti e complottisti che votano Trump – non dovrebbe suonare nuovo. È abbastanza evidente che la cosiddetta comunità scientifica si sia schierata, senza ambiguità, nel primo dei due campi.

Tuttavia, trattandosi prima di tutto di uno scontro politico, lo schierarsi apertamente con una parte non è senza conseguenze – soprattutto quando a farlo sono istituzioni pubbliche. A quel punto, è l’istituzione stessa a diventare un bersaglio politico. Durante questo periodo, chi chiedeva che la scienza mantenesse neutralità in ambito politico veniva bollato come “pericoloso”. In Italia, chi poteva sostenere questa posizione se non lui?

 Il riferimento è all'appello di Marcia McNutt, per la neutralità della scienza in politica. "La scienza non è blu o rossa" non significava "La scienza si tira fuori", bensì "La scienza deve rimanere istituzionale". Ma in tempi in cui le istituzioni hanno perso la loro natura super partes un po' ovunque il discorso della Mutt poteva sembrare obsoleto. Eppure, resta forse l’unico argine credibile al discredito sistemico che oggi investe l’intero comparto scientifico pubblico. (Considerate che da anni la medicina istituzionale italiana è completamente in mano alla politica dei partiti e tiratene le debite conseguenze).

L´amara considerazione è che chi ha voluto questa guerra per la cultura "giusta" (che era in realtà per una parte politica) oggi la guerra l'ha anche persa, indipendentemente da quel che succederà alle prossime elezioni di midterm o nel 2028. Perché è difficile pensare che per il settore pubblico non valga quello che succede da sempre nel privato: per distruggere (tagliando, licenziando) servono giorni, per ricostruire servono anni e anni.

I big del tecnocapitalismo che hanno appoggiato Trump sono tutt'altro che alieni o contrari alla "scienza", figuriamoci: con la tecnologia sono entrati nel novero degli individui più ricchi del pianeta. Ma una cosa la sanno bene: quando il pubblico smantella per il privato si aprono grandi occasioni per accumulare ancora maggiori profitti.

 

giovedì 11 aprile 2024

SISTEMI SANITARI E MORTALITA'

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/06/aumenta-la-mortalita-giovane-in-usa-dove-vince-il-profitto-la-salute-perde-terreno/

Consiglio la lettura del pezzo di Gandini e Bartolini, e condivido in toto l'analisi finale:


Durante la pandemia in Italia abbiamo avuto un record di mortalità perché eravamo già in precedenza in una crisi strutturale, e ora siamo gli ultimi tra i Paesi del G7 e tra gli ultimi Paesi dell’Ocse per finanziamento sanitario pro capite: meno di 3.000 euro l’anno a fronte dei 7.300 euro della Germania e dei 6.115 della Francia (fonte Kff Health System Tracker). Inoltre, se da una parte la pandemia ha contribuito ad aumentare la povertà assoluta (9.7% di italiani nel 2022 in crescita dal 9.1% in un anno), per il 2024 l’Italia decide di spendere in armi ben 29 miliardi, mentre basterebbe un finanziamento di 5 miliardi l’anno per 5 anni per riportare il nostro Ssn alle performance pre pandemia.

Sembra evidente che noi europei, stritolati da propaganda ed economia di guerra, dobbiamo urgentemente chiederci quale modello di sanità vogliamo seguire e come ripensare alla radice la nostra subalternità ideologica agli input d’oltreoceano.


Figuratevi non ho contezza delle dinamiche della grande farmaceutica multinazionale: le ho sperimentate direttamente sulla mia buccia. C'è però un particolare: l'inflazione medica di cui si parla di fatto nell'articolo è il primo motore della crescita del prezzo dei nuovi farmaci: E' il meccanismo per cui i costi di sperimentazione clinica in venti anni sono cresciuti da alcune centiaia di milioni di dollari a circa due miliardi. Quanto a costi ricordiamo che quel che è costo per uno è introito per altri, ed è un costo che continua a crescere più dell'inflazione:


Ho navigato per quasi quattro anni nella retorica del salvare vite garantendo l'accesso ai trial per nuovi farmaci destinati a unmet medical needs. Una retorica che alza i suoi toni quanto più il flusso si denaro dimuinuisce (chissà perché). Però...

... però il punto resta: se i costi per tutto il resto sono andati avanti con la normale inflazione, a parte il fatto che l'ultimo che paga è il solito (cioè il paziente), chi, a differenza di Big Pharma, guadagna su ogni farmaco sperimentale, anche quando fallisce nei trial clinici? La risposta è facile: il sistema medico, specialmente quello privato. Perché Big Pharma guadagna sui i farmaci approvati, sui farmaci sperimentali falliti perde. E il rapporto tra farmaci sperimentali falliti e approvati rimane 10/1 (nelle valutazioni ottimistiche). Ma le strutture mediche che hanno realizzato la sperimentazione clinica guadagnano sui 10, mentre la farmaceutica guadagna su 1. Curioso? Niente affatto. E, considerati i costi complessivi della sperimentazione di un farmaco , tutto quello che è preclinico e chimica pesa per alcune decine di milioni, mentre i costi della sperimentazione clinica sono di centinaia di milioni, fino a un miliardo. Quindi dovrebbe essere abbastanza facile, nel caso di un farmaco sperimentale fallito, chi è ingrassato di più. E aggiungerei che c'è chi ingrassa sempre e chi viene ristrutturato ogni volta che tocca (i ricercatori dello sviluppo farmaceutico).

Poi voglio capovolgere il punto di vista, passando alla fiction americana. Quali sono i settori più critici , malfunzioanti e disastrati, negli USA? Cure mediche, forze di mantenimento dell'ordine pubblico (polizie), sistema legale. E guarda caso da anni siamo seppelliti da serie americane poliziesche, mediche e legali. In cui l'industria farmaceutica è ogni tanto il cattivo di turno.

martedì 17 ottobre 2023

QUALE SARA' MAI IL PAESE DELLA MIGLIOR GESTIONE E DEL RECORD DI DECESSI?

 

https://www.lafionda.org/2023/10/12/effetti-avversi/

Eh...  

Ora che non c’è più quella pressione politica, molte istituzioni e società scientifiche lo stanno ammettendo. Un esempio chiaro riguarda le evidenze che dimostrano l’inefficacia delle misure non farmacologiche, come ad esempio le chiusure delle scuole, che hanno causato danni enormi a ragazzi e ragazze. Infatti, l’agenzia governativa per la sicurezza sanitaria nel Regno Unito ha appena pubblicato un documento che esamina le prove di efficacia relative a queste iniziative di contenimento (compreso l’uso generalizzato delle mascherine): i numeri che confermerebbero l’adeguatezza di tali misure sono scarsi o nulli. Ioannidis in un articolo magistrale sul fallimento della scienza durante la pandemia/sindemia ha spiegato bene come la politica abbia avuto un’influenza deleteria sulla scienza durante l’emergenza....

Quindi il problema non è che le multinazionali facciano i loro interessi economici, ma semmai che i politici non facciano gli interessi dei cittadini. I governanti hanno usato determinati scienziati e non altri per imporre politiche autoritarie e discriminazioni insensate. E soprattutto per indirizzare le risorse finanziarie solo in determinate direzioni, fare gli interessi di determinate imprese, dal digitale alle case farmaceutiche, dando il colpo finale al sistema sanitario nazionale.

Già. E non dimentichiamo che in una nazione occidentale in particolare (una a caso) la politica NON ha fatto l'interesse delle multinazionali tranne in un caso particolare quando si parlava di farmaci (Molnupiravir, qualcosa su cui ci sarebbe da interrogarsi a lungo quando Paxlovid era approvato, disponibile e di efficacia indiscutibilmente maggiore - e chissà se c'è ancora il segreto sul registro Veklury https://www.aifa.gov.it/-/attivazione-registro-veklury-remdesivir-). Ah, a proposito di resistenze, la gran ragione dei gran sapienti per non usare antivirali quando servono, quante varianti clinicamente significative sono state rilevate negli ultimi 3 anni?

Ma il paese dei cachi funziona così da un pezzo e da un pezzo funziona così la medicina istituzionale (cioè la politica medico/sanitaria). Se vai a guardare dentro la medicina istituzionale italiana quanto a "scienza" trovi il vuoto spinto - in compenso trovi molta robaccia, dall'endorsement delle falsificazioni negli articoli fino a succo di prugnolo, "vaccini antiAIDS" e oltre. La medicina istituzionale italiana ha la stessa qualità media della politica parlamentare italiana (nonché del Sistema Sanitario Nazionale). I fallimenti del sistema sapete dove trovarli: credo che continuino a gonfiare il petto sui social media un giorno sì e uno no parlando di scienza e sclerando sui noqualcosa, come se la colpa dello sfascio fosse loro (le eccezioni erano residuali, quando ho mollato). Comunque cari gransignori i noqualcosa non sono la causa dello sfascio, ma il suo prodotto cioè il prodotto del complesso dei fallimenti del sistema, quindi anche dei vostri, a meno che non vi riteniate infallibili (e se così vi riteneste non mi stupirei).

Ricordiamo che "la miglior gestione" ha realizzato il primato in occidente quanto a conto dei morti (altroché la vituperata Svezia o le sciagurate UK e Danimarca), e non parliamo dei danni di altro ordine.Sono pronto a scommettere che la commissione parlamentare di cui tanto si è parlato in estate finirà in un nulla di fatto. Difficile pensare a vere e proprie responsabilità penali dei decisori, parlando di politica. Le responsabilità politiche, che pesano come macigni, dopo essere state pagate nelle urne un anno fa, saranno velocemente dimenticate. Ma ma anche al livello della medicina istituzionale le responsabilità politiche non mancano, solo che tali responsabilità non saranno pagate in nessun modo.

Si tratta, in definitiva, di chiedersi seriamente quali siano i vettori principali che operano nella fase autoritaria del neoliberismo, per produrre azioni di protezione della salute pubblica e della democrazia finalmente libere da sclerosi identitarie e certezze monolitiche.

Meglio precisare: la fase autoritaria del neoliberismo  italiano. Perché altrove nel continente di scelte autoritarie non ne sono state fatte, e parliamo della maggioranza dell'Europa del Nord isole comprese. Nazioni dove per esempio un neoliberista come Boris Johnson si è ben guardato dalla scelta autoritaria (e almeno una la aveva contemplata) perché ritenuta politicamente insostenibile. Nazioni in cui i pasdaran del lockdown (e pass vaccinale) erano una delle varie voci, non l'unica voce e soprattutto non l'unica voce al governo. Il porre al di sopra della politica agìta qualcosa di altro (imercati, l'Europa, la Nato, l'OMS, lascienza) è una prassi eminentemente italiana. La prassi con cui i pochi fanno i loro comodi alle spese dei molti. La nazione in cui chiunque governi è matematicamente sicuro di avere a portata di mano una classe di servizio immediatamente disponibile, dalla medicina istituzionale, appunto, all'università, agli intellettuali, ai giornalisti (per tacere di fenomeni marginali come divulgazione scientifica e debunker). E si parla della stessa eccezione quanto a stagnazione salariale, tipicamente italiana. A questo punto sarebbe lecito unire i puntini e trarre qualche conclusione.


"Servi dei padroni" è riduttivo, molto più aderente il vecchio "servi dei servi dei servi".

Preve con il discorso sul "nuovo clero" ha forse per primo inquadradato la questione, ma questo è più aderente alla situazione attuale. "Classe di servizio" lo ho preso da qui:

Il potere non risiede in chi dispone di denaro, soldati o armamenti (tutto ciò è di risulta), ma nel controllo della narrazione. Questa modella coscienza e azione della popolazione, rendendo cruciale la presa sui nastri cursori attraverso cui l’oligarchia fabbrica la classe di servizio: quella politica, mediatica e accademica. La finta dialettica tra correnti del Partito Unificato – prodotto di una medesima selezione – è una costruzione cosmetica. La principale attività di tali correnti è l’organizzazione dello svago televisivo o cartaceo, mentre le decisioni sono nelle mani di un inaccessibile Pilota Automatico, attraverso algoritmi che finanziano l’oggettività degli accademici, deformano o fabbricano informazioni, imprigionano giornalisti insubordinati.

(https://www.lafionda.org/2023/09/29/la-fonte-occulta-del-potere/)

In poche chiare parole: le strutture del potere in Italia hanno preso forme regressive e postcostituzionali, meno partecipate che in passato e per molti versi neofeudali. Anche molti pezzi delle istituzioni si sono lasciati cooptare come classe di servizio quando l'istituzione, per definizione, dovrebbe essere terza - sempre che non si voglia dare ragione alla dottrina per cui un potere, quale che sia sia, si dà le istituzioni più adatte al suo esercizio. Vogliamo ricordare l'etimologia di democrazia? Governo del popolo - da intendersi meglio come "governo dei cittadini". Nelle democrazie parlamentari (e l'Italia sarebbe una di queste) il governo dei cittadini è intermediato dalla classe politica eletta dagli stessi. Paradossalmente per trovare un corretto funzionamento di un sistema del genere oggi occorre guardare alla Repubblica Slovacca, dove si sospende l'invio di armi in Ucraina seguendo il risultato elettorale. In altre nazioni europee non si conta il numero di volte in cui con i risultati delle urne ci si è nettati le terga, in  nome del principio superiore di turno (Italia in prima fila e presidenza della postRepubblica benedicente).

Ancora, il discorso "classe di servizio" in Italia vale massimamente per i media. L'accademia, vista da più vicino, presenta molti casi che in superficie sorridono e si conformano ma in camera caritatis dicono fuori dai denti cosa pensano della propria istituzione, di chi la dirige, della terza missione e di tutto il resto - ma quanto a esporsi... perché fare una scelta suicida? La predisposizione al martirio si crea da una combinanazioni di fattori diversi (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/10/strane-vicende.html). E per fortuna la Psicopolizia non è ancora una realtà (ma solo un sogno per i pochi e un incubo per i molti).

Detto questo viene da farsi una domanda: se il livello di decadenza delle istituzioni italiane tutte è tale da non essere emendabile o riparabile, what's the plan forward? 

PS: Quanto a livello di decadenza delle istituzioni italiane basta dare uno sguardo al periodo pandemico, appunto. So long volgo disperso. Cosa si è perso in tutto questo? Il normale ordine della vita, diventato una complicazione assurda. Perché di "vite" in astratto ("salvare vite") chiunque si riempie la bocca, ma la reale vita del singolo nel processo è stata completamente dimenticata. E' il modo di ragionare delle anime belle e dei "restiamo umani", dove "umano" è l'ennesimo motivo ideologico.

 

martedì 8 agosto 2023

SIDERURGIA, STORIA, RICORDI, ANIDRIDE CARBONICA E CINA

La siderurgia è roba antichissima che iniziò nell'Età del Ferro. Per qualche motivo gli Ittiti (indoeuropei) la avevano, assieme ai carri trainati da cavalli, quando l'Egitto non aveva sviluppato la siderurgia principalmente per mancanza di materie prime (https://archeologiavocidalpassato.com/2016/05/28/antico-egitto-il-pugnale-di-ferro-di-tutankhamon-e-di-origine-extraterrestre-le-analisi-prodotte-da-un-team-italo-egiziano-il-ferro-del-cielo-come-ricordano-i-papiri-contiene-ni/). La tecnologia e i cavalli non costituirono un vantaggio strategico definitivo, per gli Ittiti e le lunghe guerre tra loro e l'Egitto dinastico si risolsero in un trattato di pace: il trattato di Qadeš fu stipulato tra il grande Ramsete II e il re ittita Hattušili III, dopo la battaglia di Qadeš, ed è considerato il primo trattato di pace della storia (e di trattati del genere in quasi 4000 anni ne sono stati stipulati molto pochi). L'Egitto dinastico conosceva solo il ferro nativo, raro perché proveninete da meteoriti. Nella crosta terestre, a quanto pare a causa del Grande Evento Ossidativo, il ferro è principalmente Fe(III), sotto forma di ossidi, idrossidi e solfuri. Mi ricordo, da ragazzino, quando arrivavo di scoglio in scoglio a Punta Calamita, all'Elba. C'era materiale rotolato giù dalle discariche della miniera, allora ancora attiva, e conservo ancora un pezzo con magnetite e ematite. Era roba comune, comunissima, di poco pregio, non come le splendide tormaline elbane (la collezione di tormaline che fu del museo universitario della Facoltà di Geologia dell'Università di Pisa credo sia stata trasferita al museo di Storia Naturale di Calci).

Ematite elbana

Ma torniamo all'acciaio. La chimica di altoforno e convertitore non è semplice come si potrebbe pensare. Molte diverse reazioni sono all'opera, contemporaneamente. Di base, in teoria, resta il fatto che per convertire in ferro ossidi di ferro negli altiforni si usi il carbonio come riducente. La reazione complessiva, semplificata, è 

C+1/2 O2 → CO

Fe2O3+3CO 2Fe+3CO2

Ma in primo luogo nel minerale di ferro non c'è solo ematite (Fe2O3), ma anche magnetite (Fe2O4, e mi viene da pensare alla dismessa miniera di Punta Calamita all'Isola d'Elba) e limonite. Poi il processo avviene per stadi successivi etc etc.  Quindi come capita spesso dalla teoria alla pratica, i conti non sono precisi, anche perché dopo le reazioni nell'altoforno ci sono quelle nel convertitore, che trasforma la ghisa in acciaio: "Il processo di produzione via altoforno e convertitore produce fino a 2.000 grammi di CO2 per ogni kg di acciaio prodotto" (https://dirigentindustria.it/industria/la-siderurgia-ed-il-cambiamento-climatico-responsabilita-e-prospettive.html). 2 kg di CO2 per kg di acciaio grezzo significano 2 tonnellate di CO2 per tonnellata di prodotto.

Ora diamo uno sguardo alla peoduzione cinese di acciaio grezzo. Ovviamente in crescita (https://www.reuters.com/markets/asia/china-june-crude-steel-output-up-04-yy-stats-bureau-2023-07-17/). Con una produzione di più di un milione di tonnellate (https://www.ceicdata.com/en/china/steel-production/cn-steel-production-ytd-crude-steel),  Ma i dati sono un po' confusi. Perché la Cina esporta una sessantina di milioni di tonnellate all'anno (https://legacy.trade.gov/steel/countries/pdfs/exports-china.pdf), che corrisponderebbero a circa 120 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. Quindi la finestra va dai 2 ai 120 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. Ma non è una cosa precisamente nuova, con Cina e dati. Comunqe tutto questo, con i numeri sottostimati o meno, solo per un misero 2% delle esportazioni annuali della Cina. BTW bene ricordare per l'ennesima volta che le esportazioni della Cina sono importazioni altrove e di solito nessuno obbliga nessun altro a importare...

Mi ricordo il sinofilo standard che arrivò a protestare: "Falso! Disinformazione!". Purtroppissimo la stechiometria e i bilanci di massa non dipendono dalle opinioni storte del tifoso medio.

Ovviamente a occidente principalmente si produce acciaio riciclato: "Nel mondo circa il 20% della produzione d’acciaio è ottenuta attraverso il riciclo del rottame; nell’Unione Europea tale percentuale sale a circa il 40%; in Italia, grazie alla preponderante diffusione del forno elettrico, tale contributo ha raggiunto nel 2020 l’85% nel settore delle costruzioni." (https://www.promozioneacciaio.it/progettare-e-costruire-green/).  Intendiamoci, il riciclo dell'acciaio, che avviene con forni elettrici, è un processo estremamente energivoro. Però non produce direttamente anidride carbonica.

Ora si dovrebbero prendere a... (censura e ricensura) tutti quelli che "Non facciamo abbastanza!!! La mia terra brucia, ho l'ecoansia!!!". Ma ancora una volta, tutto quello che si fa e si farebbe qua è vanificato da quello che si fa altrove. Però i bigotti che si pensavano estinti anni e anni fa ci sono e comunicano, dilangando. Non più "Nell'urna Dio ti vede, Stalin no!" ma la sostanza non cambia.


 





lunedì 31 luglio 2023

L'ELEFANTE NELLA STANZA (CLIMA)

 

https://globalcarbonatlas.org/emissions/carbon-emissions/

E' facile notare come, a dati aggiornati, le cose non siano cambiate negli ultimi 5 anni. In realtà ora si può ben vedere che la produzione europea di CO2 è in costante calo (un calo lento ma persistente). Questo calo è vanificato dalla crescita velocissima di emissioni a carico di altri soggetti. E la produzione di CO2 cinese è talmente enorme e crescente che qualcuno si dovrebbe chiedere per quale motivo quando si parla di emissioni di gas serra non si parla di loro. Una possibile spiegazione la dette Al Gore: loro rispettano gli accordi di Parigi (andiamo bene, e se non li rispettavano che succedeva?). Se è vero che la Cina rispetta gli accordi di Parigi l'efficacia degli stessi è ben sintetizzata dal grafico.

Ma il grafico ci dice anche un'altra cosa: ci dice che la questione clima è in primis una questione geopolitica. L'impennata di produzione CO2 cinese è cominciata con il suo ingresso nella World Trade Organization. Se si decidesse quello che nessuno vuole decidere (buttarla fuori da WTO, per esempio) un probabile risultato sarebbe una guerra mondiale. Non è esattamente un segreto che l'altro grande produttore di CO2, gli USA, strillano Russia ma valutano confronti militari con la Repubblica Popolare Cinese. E Taiwan è lì, un innesco che nessuno vorrebbe accendere, ma gli incidenti capitano - e a volte c'è qualcuno che li vuole far capitare.

Mi ripeterò: le policy ambientali internazionali sapevano essere efficaci, nel mondo preglobalizzato. Le piogge acide e il marmo dei monumenti striato di nero sono ricordi lontani, ormai, come la mucillaggine nell'Adriatico. Il bando degli ozone depleters veramente era riuscito a chiudere il famigerato Buco dell'Ozono. Poi la Cina è entrata nel grande gioco economico assieme ad altri e tutto quel lavoro rischia di andare perso (https://edition.cnn.com/2021/02/11/world/ozone-layer-china-emissions-intl-scn/index.html).

Sono abbastanza vecchio da ricordarmi bene il pacchetto di propaganda e propagandisti post Kyoto: le emissioni CO2 pro capite, il nauseante "noi siamo cresciuti e abbiamo fatto il danno, non possiamo chiedere a loro di non crescere, dobbiamo decrescere noi" (che camuffava il fatto innegabile che sulla "loro" crescita il capitalismo occidentale realizzava profitti folli, a spese delle classi lavoratrici occidentali).

Quantitavamente il quadro continua ad essere quello che vedete nell'immagine. Un'Europa carbon neutral, se realizzata, lo cambierebbe ben poco, quasi niente. Questo non vuol dire che non vadano incentivati processi virtuosi, affatto. Ma incentivarli è una cosa, pianificarli a carico dei soliti noti (i più) mentre gli altri soliti noti (i pochi) ci guadagnano, al grido "Salviamo il pianeta!" no. Assolutamente no. Fosse per me MAI.

martedì 11 luglio 2023

AI E TUTTO IL RESTO

https://www.youtube.com/watch?v=fxiHM11w-rk

 

Beh, era facile capirlo. Mi ricordo quello che faceva addestrare l'AI da chimici medicinali per ottenere AI che avrebbe sostituito i chimici medicinali. questa cosa era di fatto la ragione sociale di Benevolent AI e quel che ne è venito fuori NON è stato un successone (https://www.fiercebiotech.com/biotech/benevolentai-makes-deep-cuts-after-midphase-flop-laying-180-and-shrinking-lab-footprint). Già scritto, è la sottile linea che divide gli attrezzi utili dalle black box magiche  Ma del resto il sogno del capitale di avere mano d'opera non conflittuale e a basso costo (i robot) è stato sostituito dalla realtà in cui si ha mano d'opera non robotica e non conflittuale a basso costo - e il capitale non ha abbastanza ringraziato i sindacati, del resto la natura del capitale non è dare, ma prendere. Prendere? Rapinare, in effetti, mi ricordo qualcosa del genere scritto da Pierluigi Sullo una ventina e passa di anni fa su Il Manifesto. Poi si è arrivati alla Rangieri. Tristissima parabola. I quotidiani comunisti, in Italia, di fatto sono morti da qualche parte negli anni 90. Un capitolo chiuso, in teoria, che è sopravvissuto a sé stesso, in ginocchio. E vorrei far notare che la posizione "in ginocchio" non si addice gran che a un quotidiano che insiste a definirsi comunista.

Comunque ritorniamo a AI e dintorni, riprendo ancora una volta Sara Gandini:

È indubbio che siano strumenti utili ma i rischi che vedo sono vari. Ne elenco alcuni per poi approfondire alcuni aspetti.

Un primo aspetto importante da ricordare è che per usare questi strumenti la realtà deve essere trasformata in un dato binario. Ogni informazione deve essere codificabile, e le persone, le malattie, le cure, tutto quello che accade nella relazione tra medico e paziente, la storia dei pazienti… tutto deve essere riducibile ad un dato bidimensionale immagazzinabile per poter essere codificato e analizzato e questo ovviamente porta ad una riduzione della realtà che lascia fuori l’imprevisto dell’umano, la soggettività, l’inconscio, l’eros, la magia delle relazioni.

Si perde qualcosa quindi ma accelerano i calcoli e questo attira molti ricercatori che a mio parere si affidano alle macchine come scorciatoia per pensare, come se bastasse schiacciare un bottone per comprendere il significato nascosto di grandi quantità di dati, senza bisogno di studiare criticamente la letteratura scientifica. Con l’AI ci si affida alle macchine per dare risultati che spesso ad esempio sono semplici correlazioni scambiate per legami causali, di causa ed effetto, perché non c’è tempo per ragionare sui disegni di studio, sulle fonti di bias e confondimento e capire cosa affettivamente quel singolo studio è in grado di dire e cosa no.

Si chiede alle macchine di pensare al nostro posto, perché chi usa senso critico rallenta il processo e non è funzionale.

L’abbiamo visto anche durante la pandemia in cui i dati scientifici venivano portati come verità assolute. Abbiamo sentito dire frasi come “qui parlano i dati”, ma i dati non parlano da soli, si tratta sempre di interpretazioni di risultati che dipendono dalle conoscenze e dall’esperienza dei ricercatori e delle ricercatrici.

E così sempre più ci si affida all’intelligenza artificiale come un qualcosa di magico, di salvifico, di oggettivo, con l’illusione che le macchine potenti e infallibili, ci portino verso verità neutre e imparziali.

Ma se si parla così tanto dell’AI in questo momento è anche dovuto al fatto che attira enormi capitali in ogni ambito, dagli psicologi ai biologi, ai medici, tutti stanno investendo su queste tecnologie. Ora ad esempio sempre più spesso si sente parlare di ospedale virtuale come di una realtà che si avvicinerebbe al paziente, visto che non ci sono finanziamenti per i servizi territoriali. La telemedicina viene in soccorso, senza bisogno di spostarsi, di vedersi in presenza, di toccare i corpi dei pazienti.

(https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/25852-sara-gandini-intelligenza-artificiale-implicazioni-etiche-e-politiche.html?highlight=WyJnYW5kaW5pIl0=)

Sullla libidine per la black box software, Deus Ex Machina, neanche a farlo apposta, avevo scritto due scemenze qualche giorno fa (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/07/software-chimica-e-molto-altro.html). Ma del resto viviamo in un mondo in cui nel 98% dei casi il pensiero critico (secondo alcuni l'unico pensiero) ha abdicato all'hype - e da sempre le ragioni dell'hype sono solo due: soldi o potere o tutte e due.


mercoledì 21 dicembre 2022

DOMANDE CHE NON AVRANNO RISPOSTA (SENSATA)

 


 

Ricevo e pubblico

 

DODICI DOMANDE SUI LOCKDOWN
Ogni giorno che passa la valutazione dei lockdown diventa più negativa. La loro efficacia si è rivelata limitata a fronte di una assoluta insostenibilità, al punto che l'idea di ZERO-Covid è naufragata ovunque. Questo mentre i danni da lockdown si sono palesati in tutta la loro gravità, soprattutto a carico di giovani e poveri (locali e globali).
Tutti sappiamo che un breve lockdown nel caos sanitario della fase iniziale della pandemia ci stava, ed io stesso ne proposi l'adozione. Ma quello che si è verificato dopo, cioè la costruzione di un vero e proprio "culto dei lockdown", deve essere approfondito rispondendo a domande specifiche, che valgono in linea generale e per l'Italia:
1. Perché i politici di area governativa hanno fatto scelte basate quasi esclusivamente sul criterio della "prudenza a tutti costi" nei confronti del virus senza manifestare simile prudenza verso i rischi dei lockdown?
2. Perché molti esperti di salute pubblica hanno usato due pesi e due misure nella loro comunicazione, allertando il pubblico ed i politici in modo energico sui rischi causati dal virus ma non altrettanto su quelli causati dai lockdown?
3. Perché i media mainstream hanno sostenuto una linea editoriale per cui i lockdown erano (i) efficaci e (ii) giustificati in base all'assioma per cui in loro assenza il virus avrebbe fatto danni immani, mentre minimizzavano i danni dei lockdown stessi?
4. Perché, con poche eccezioni, si è dato peso scarso o nullo ai pareri di quei giuristi, costituzionalisti ed altri intellettuali, spesso di grandissima esperienza e spessore accademico, che esprimevano dubbi "filosofici" sull'uso dei lockdown?
5. Perché c'è stato uno sforzo organizzato da parte di vari soggetti (tra cui, ahimé, anche diversi scienziati) per spacciare l'ipotesi che i lockdown funzionassero come un "dato scientifico assodato ed incontrovertibile" quando non lo era?
6. Perché riviste scientifiche di grande impatto (i.e., Nature e Science) hanno pubblicato articoli sulla diffusione del Covid e sull'efficacia dei lockdown con metodologia ed assunzioni molto discutibili, così fornendo la base al punto #5 qui sopra?
7. Perché si è spinta ad oltranza la fake news di una "catastrofe svedese" da Covid quando la mortalità in quel paese è chiaramente inferiore a paesi dai lockdown durissimi, Italia in primis, e solo del 30-35% superiore a quella di Danimarca e Finlandia?
8. Perché si è scelto di "politicizzare" la discussione sui lockdown per cui ogni opinione critica sulla loro efficacia veniva appiattita e/o sminuita equiparandola a idee "pseudo-scientifiche" come quelle di no-vaxx, no-mask e "negazionisti" della pandemia?
9. Perché è stato e rimane così difficile fare chiarezza medica e scientifica su quante delle morti di persone molto anziane e/o con patologie pregresse avvenute dopo infezione con SARS-CoV-2 siano effettivamente dovute al Covid?
10. Perché si sono creati nei social gruppi di troll e cyberbullies che insultavano e/o minacciavano chiunque esprimesse dubbi sull'efficacia dei lockdown e/o ne enfatizzasse gli effetti collaterali, anche se si trattava di scienziati famosi?
11. Perché social media come Twitter hanno censurato o marchiato come "pericolosi" post ed accounts in cui si esprimevano dubbi e perplessità sui lockdown anche se questi venivano da scienziati di valore internazionale?
12. Quali soggetti hanno diffuso e propagandato la narrativa pro-lockdown per ottenere obiettivi personali, come ad esempio incarichi politici (punto #1), progressioni di carriera accademica (punto #2) o visibilità mediatica (vedi punto #3)?
Credo che rispondere a queste domande in modo pacato, oggettivo e "data-driven" possa rappresentare uno sforzo di "truth and reconciliation" necessario per il Paese intero, affinché si possa definitivamente uscire dalla grande crisi della pandemia avendo imparato tutto quello che si poteva imparare, cosi da non commettere mai più gli stessi errori in futuro.

Guido Silvestri, M.D.

Georgia Research Alliance Eminent Scholar in Comparative Pathology

Professor & Chair, Department of Pathology and Laboratory Medicine
Executive Associate Dean for Research Strategy
Emory University School of Medicine

 


domenica 11 settembre 2022

IL MARCAPPONE DEL TERMOSIFONE


 
Essendo distante quelle poche migliaia di chilometri dai confini della penisola alla fine mi importerebbe anche poco o nulla.
Ma mi torna in mente Mike Davis (quello che la sinistra parlamentare italiana o non sa che esiste o fa finta che non sia mai esistito). in The Planet Of Slums Davis raccontava e analizzava anche il modo in cui il capitale di turno riesce a far utili sugli ultimi della terra. E' quel business model che nella Bolivia di Morales provarono a mettere alla porta (https://www.newyorker.com/mag.../2002/04/08/leasing-the-rain)
E quindi i cittadini italiani depressi e impoveriti da due anni di epidemia gestita che neanche il mio cane possono felicemente contribuire ai dividendi che finiranno a Cassa Depositi e Prestiti, che è pubblica, cioè dello Stato. E per fortuna che lo Stato esisterebbe a tutetela dei suoi cittadini... ma abbiamo già visto che c'è cittadino e cittadino, e certi cittadini sarebbe bene neanche farli votare. La Costituzione Della Repubblica Italiana è robaccia obsoleta.
Puntualmente arriva quello che inizia "Di questi profitti non c'è traccia" etc etc. Tutto normale, business as usual. Non sta succedendo niente e se qualcosa succede è un fenomeno naturale, incontrollabile.
Peccato che...


Ma si sa, la fonte è un notissimo sito complottaro.
Ora si attende in gloria quello che no, ENI non guadagna dalle bollette del gas...

(Il sottoscritto, che notariamente vive su un altro pianeta, ha il costo complessivo di TUTTE le utilities bloccato a 185 sacchi al mese per un anno, ma non fa testo)


mercoledì 31 agosto 2022

LA PERCENTUALE CHE NON C'E' - by Starbuck

 

A breve ripartirà la scuola in Italia. Come? Senza mascherine, senza controllo della Temperatura e senza DAD. Incredibile, vero? Perché a leggere i titoli dei giornali sembra che ci sia ancora da affrontare notti insonni con l'ansia di "come" riprenderà la scuola.
Dopo la fugace battaglia estiva tra "areazione meccanizzata delle aule" versu "rientro in aula con la mascherina", il MIUR e le vari circolari hanno deciso che si ripartirà senza nulla di tutto questo. In questo contesto balza però agli occhi il titolo del Sole 24ore che allude ad un presunto "ritardo" nelle vaccinazioni anticovid dei ragazzi in età scolare ( https://www.ilsole24ore.com/.../scuola-28-milioni... ). Di primo acchito verrebbe da chiederesi "ritardo rispetto a ...cosa esattamente?". Prima ancora di entrare nel dettaglio dell'articolo vado a sbiriciare nelle percentuali di vaccinazioni per fascia di età dello stato elvetico. Surprise surprise... ma vi lascio in sospeso per fare prima un breve riassunto della situazione oltre confine (che conta circa 70.000 frontalieri con l'Italia) cessazione di ogni quarantena da Covid a metà febbraio, mascherina abbandonata sui mezzi pubblici ad inizio aprile, i bambini sotto i 12 anni non hanno mai avuto obbligo di indossare la mascherina in nessun posto, neanche a scuola, fatta eccezione per un paio di settimane a gennaio 2022. In Svizzera il discorso covid si è chiuso tempo fa, quindi, con l'abbandono della campagna per la terza dose e con un laconico invito a scaricarsi i certificati (che servivano per recarsi all'estero), perché le applicazioni covid-pass cominciavano a cessare i loro servizi. Su come riprenderà la scuola in terra rossocrociata (in realtà è già ripresa quasi ovunque per ogni ordine e grado) , trovo in rete un solo riferimento dell'università USI ( https://www.usi.ch/it/universita/info/relint/coronavirus ) dove si specifica che "l'anno accademico 2022-23 prenderà il via normalmente. [...] Le attività di tracciamento sono sospese.". Il DECS (equivalente del MIUR in canton Ticino) non specifica nessuna azione in caso di "recrudescenza covid": le azioni che si trovano a scartabellare sono in riferimento agli anni scolastici passati (https://www4.ti.ch/.../informazioni-per-docenti-e-famiglie/ ) Perche'? Perche' le attivita' di tracciamento sono sospese...
Quindi che percentuali hanno di vaccinazione in Svizzera per poloazione scolastica? oltre il fatidico 95%? non esattamente (https://www.covid19.admin.ch/it/vaccination/persons...). Riferito ad "almeno una dose", troviamo piuttosto un 51% fascia 10-19 e (rullone di tamburi) 3.6% nella fascia 0-9. Ok, per 0-5 non esiste vaccino approvato, ma lo capite bene che le percentuali di popolazione scolastica vaccinata in Svizzera è di gran lunga inferiore a quella italiana, right?
E allora perché il titolo del Sole24ore, perché questa ossessione per la vaccinazione COVID, per la "mascherina educativa" in fasce di popolazione così giovani?
Perché si è cosiì restii in Italia al dire addio ai mille controlli COVID, alla mascherina in ambito scolastico, quando ormai altrove il capitolo è superato, sepolto, declassato, chiuso?
E' davvero quella italiana la miglior gestione possibile?

lunedì 20 giugno 2022

LA CINTURA DI SICUREZZA APPRODA A GINEVRA

"Governi e istituzioni obbligano a diverse azioni e tipi di comportamento per proteggere la salute pubblica. Per esempio in molte parti del mondo è richiesto l'uso di cinture di sicurezza in auto"
(per citare JDB, certo, infatti la cintura di sicurezza te la inietti intramuscolo)
Più d'uno ha individuato in questo documento un pronunciamento OMS a favore dell'obbligo vaccinale. Ma in realtà non lo è.
"I decisori politici hanno il dovere di considerare attentamente gli effetti che l'obbligo vaccinale può avere sulla fiducia dei cittadini, e in particolare della loro fiducia nei confronti della comunità scientifica e delle vaccinazioni
Se tale politica minaccia di minare la fiducia dei cittadini , può avere effetti (negativi NdCS) nell'aderenza alle campagne di vaccinazione e ad altre importanti azioni di salute pubblica.
In particolare il potere coercitivo che governi o istituzioni esercitano in un programma che limita o elimina le possibilità di scelta
può avere conseguenze negative non preventivate per popolazioni a rischio o marginalizzate"
Ora considerate il caso italiano, in cui un obbligo vaccinale reale (per gli over 50, esteso alla terza dose) e mascherato (il Green Pass tricolore) sono state misure prese quando l'aderenza alla campagna di vaccinazione anticovid era tra le più alte d'Europa...

 

mercoledì 18 maggio 2022

IN NOME DELLA SCIENZA SOVRANA ("DI' QUALCOSA DI SCIENTIFICO") - By Starbuck

Mentre scorro i titoli dei giornali italiani, tra chi si appella alle ancora terze dosi (ancora 3.5 milioni senza!!!) e che inneggia alla scientifica necessità della FFP2 scolastica fino al 15 giugno mi torna in mente il collega elvetico che con lo stesso prosecco in mano da un'ora commenta più o meno come segue la gestione italiana: "qua sei positivo, esci, vai al lavoro, vai dove ti pare, in italia ti rinchiudono per quaranta giorni"

Ah gli Svizzeri! Senza relazioni sociali che non avevano bisogno degli obblighi di esibizione di pass per lavorare! Ah gli Svizzeri tutti vaccinati, "mica come gli italiani!". La ragazza Italiana da poco trasferita in terra rossocrociata è sicura che in Italia la differenza l'abbiano fatta i novaccse: se non ci fossero stati quelli "con la terza media che pensano che i vaccini portano l'autismo, a quest'ora avremmo tolto la mascherina da un pezzo". Ah, gli antiscientifici Italiani!
Poi leggi i titoli dei giornali Ticinesi e scopri che in Ticino il 72 % e' vaccinato a ciclo completo (In Svizzera ciclo-completo=2 dosi) e il 46 e rotti % ha fatto la terza dose: canton Ticino ... e circa 70mila lavoratori frontalieri con l'Italia. Se andiamo a guardare le medie Svizzere generali, scopriamo che la percantuale dei vaccinati a ciclo completo è del 69%. Ricordo che in Svizzera il Covid Pass ha terminato di esistere a metà febbraio. Con certezza dal 1 di aprile non serve più la mascherina da nessuna parte. Sei positivo? puoi uscire di casa, recarti al lavoro. Merlani (medico cantonale) definisce questa variante leggera per i più, considerabile una sorta di richiamo vaccinale naturale, raccomanda prudenza solo ai soggetti fragili. Per entrare ed uscire dal paese basta essere in regola con le franchige e i dazi, nulla più .
Ed in tutto questo periodo, cioè dal 2020, sotto i 12 (dodici) anni la mascherina non è MAI stata richiesta da nessuna parte ad eccezione di 3 settimane a gennaio 2022 nelle scuole (MA eliminando per quel periodo le quarantene scolastiche). E potrei scendera ancora nel dettaglio. Mai create zone colorate. Il bambino è positivo al covid ma non sintomatico? Si legge sulle indicazioni da seguire che durante la sua quarantena (10gg massimo, ridotta a 5 gg da inizio gennaio 2022) passeggi all'aria aperta almeno un'ora!
In italia invece? In Italia, spaghetti pizza, mandolino e ...vaccinati con 2 dosi al 90%! novanta-per-cento! obblighi vaccinali a pioggia, green pass sul lavoro per mezzo anno, gren pass per tutto per mesi, mascherine per tutto, ffp2 a scuola addirittura fino al 15 giugno... e la colpa sarebbe dei novax-analfabeti?
E come mai in Svizzera con un 30% di non vaccinati nulla di tutto questo?
Ecco signore e signori, Re e Regine dei modelli esponenziali, fatti tutti rigorosamente ad excel perché programmare due linee di un ciclo for o while vi farebbe sudare freddo...Dotti e Sapienti che vi appellate alla scienza .... ragazzotta che ripeti a papera l'ennesimo slogan, raccontatemi un po'... Quanti morti stiamo evitando in Italia facendo indossare la FFP2 a dei bambini di 6 anni e quanti invece ne ha accettati la perfida Svizzera in questi 2 anni?
Ditemi qualcosa. Qualcosa di "scientifico"
 
NdCS: Minime differenze tra Z-Reticuli e Atlanticnorthsealands (che da quello che si chiama freedom day neanche mi ricordo quanto tempo è passato, e gi altri intorno a me pure): hai COVID, stai in sick leave per una settimana - poi rientri, i colleghi chiedono "COVID?" "Sì" "Tutto bene" "Sì". Fine storia.

giovedì 7 aprile 2022

POSIZIONI IMPOPOLARI - By Starbuck

 




Ricevo l'ennesimo messaggio da M., per quell'evento. Sì, quello rimandato ad in primavera 2020, poi fatto a fine 2021 e che adesso vorrebbero riproporre. Non è un generico "ci sei", dà per scontato che ci sia a meno di scuse più che valide, così come è sempre stato. Almeno fino al 2020. Affidabilità pluridecennale. Poi, puff, sono sparita. Sulla via del ritorno a casa da una trasferta di lavoro, decido che M. si merita almeno un vocale. So cosa significa organizzare qualcosa, e ricevere ripetuti due di picche da un persona considerata "affidabile" è una mazzata gratuita che forse non merita. E poi recentemente so che c'è stata maretta dalle parti dell'associazione, quindi meglio chiarire.
"Scusa per il vocale" esordisco "ma..."
Gia', "ma" e prendo fiato "ma, esprimerò una opinione alquanto impopolare: personalmente finché ci saranno gel, mascherine e GP super o meno, credo che difficilmete mi rivedrete. Poi se vuoi argomento ma, detta semplice, non fa per me.[...] Come sai salto con una certa frequenza dall'italia all'estero e mi spiace, alcune cose che sto vedendo per me sono storture." Chiudo dicendo che le attuali polemiche associative non c'entrano nulla con la mia prolungata assenza e confido che prima o poi ci rivedremo.
Ma. Ma ho espresso una opinione impopolare e mi aspetto come minimo una lezioncina di morale.
Che stranamente non arriva.
"Hai pienamente ragione, ma se ci ripensi fammi sapere" digita M.
Ecco, l'avevo detto e l'ho fatto: da dicembre ad oggi sono rimasta fuori. Fuori da ciò che richiedeva GP e non fosse lavoro. in realtà anche prima evitavo tutto ciò che richiedeva tracciamento. Sono servizi/attività non essenziali? Allora non è essenziale che ci vada. Non è che sfuggivo o "baravo": per natura non aggiro le leggi. Le "rispetto", le leggi. Specifico "in Italia come all'Estero", perche' non è che, per dirne una, i ristoratori francesi mi abbiano visto da loro recentemente... e potrei dire anche di altre nazioni.
Livore? Invelenito? No, mi spiace, semplicemente non aderisco.
Non mi serve il caffè al bar al bancone, le calze le posso comprare on-line e farmele spedire a casa se in Italia serve un GP anche per entrare in un negozio, ho una patente ed in alternativa buone gambe, per cui anche i mezzi di trasporto posso evitarli.
Non credo che falliranno per la mia assenza, ma non ho voglia di mostrare un QR code ogni due passi. E se non ho voglia non lo faccio, perché nessuno mi obbliga.
Perché nessuno mi obbliga, al caffè al bar, alle calze acquistate in negozio, all'uso dei "mezzi di trasporto pubblici".
E ringrazio M. perché ha capito le mie ragioni senza che gliele spiegassi, ed anche forse il significato delle mie volontarie rinunce,
Ed un cordiale saluto alle maestrine che trasudano morale sedute al caffè e che vorrebbe tutto il mondo felice di esibire il codice a barre per respirare la loro stessa aria.

lunedì 21 marzo 2022

DAI COLORI AL BIANCO E NERO

Lo posso ripetere all'infinito, se serve: vivo da mesi e mesi in una nazione che ha avuto una frazione infinitesimale delle restrizioni italiane, lavorando da altrettanto tempo al chiuso, e la mascherina non era prevista. Assenze per COVID? Sì, quarantena di una settimana e via di nuovo al lavoro. Focolai aziendali? 0.
Prima dell'arrivo della guerra in Ucraina c'erano i soliti volenterosi che si sperticavano a sottolineare l'aumento di casi in questo o quell'altro paese del nord Europa (isole comprese), mentre la situazione ospedalizzazioni rimaneva e rimane completamente sotto controllo. E mi ero rotto e strarotto di chi diceva che là (qui) c'erano restrizioni come le nostre perché era semplicemente una CAZZATA ENORME dettata da ignoranza e/o malafede.
Si parlava di paesi i cui dati non sono stati diversi da quelli italiani, anzi, ma con misure restrittive infinitamente più leggere di quelle italiane e velocemente rimosse o in fase di COMPLETA rimozione. Facile arrivare alle conclusioni sull'utilità del dispositivo antipandemico italiano, che ha con disinvoltura agito conculcando alcuni diritti primari dei cittadini, dall'istruzione al lavoro.
Ebbene, il governo italiano a questi dispositivi INUTILI e ARBITRARI (scienza? di 'sto par di sfere) resta attaccato come una cozza a uno scoglio.
Quel che era da rimuovere in blocco è blandamente ritoccato, mentre si annuncia una fine delle restrizioni che forse si realizzerà davvero a fine maggio o oltre.
Così mentre altrove si è tornati alla normalità (quella vecchia, nessun "new normal") in Italia quel che davvero si affina e si perfeziona è il disastro economico.
Quando interi settori industriali venivano decimati si taceva al riguardo, mentre si parlava del patrimonio artistico e paesaggistico come del "petrolio" dell'Italia. Sarà facile constatare quanto bene abbia fatto al settore turismo e accoglienza tutto quello che è stato disposto nell'ultimo anno.

 

mercoledì 16 marzo 2022

UN SABATO QUALUNQUE - by Starbuck

 
Oggi c'è l'amichevole e li porto io. Salgono in macchina già cambiati, lo spogliatoio serve solo per chiacchierare e riportare indietro le borse intonse. "Vado a fare una commissione in Posta, che chiude, e poi torno prima che iniziate" annuccio, ma sono già corsi via. Chiedo agli altri accompagnatori la posta più vicina, che "ancora mi oriento poco". In neanche 10 minuti vado e torno e mi godo un'oretta di chiacchiere su scuole e cani e piccoli giocatori che crescono. E poi, fine dei giochi, inclusa ramanzina finale, che credo l'allenatore debba farla per "contratto", e tutti a cambiarsi. Dopo il quinto urlo all'indirizzo degli spogliatoi da parte di un genitore a caso riemergono anche i miei passeggeri. "E adesso?" "Adesso andiamo a comprare le scarpe che a uno di voi sono cresciuti i piedi". Centro commerciale, parcheggio e negozio di Sport al primo piano. Commesso sorridente e gentile, indica che ci sono anche le calze in offerta "se non vi serve un colore specifico, ovviamente". Usciamo con la scatola che è l'ora di pranzo "Quella focaccia sembra sofficiosa e buona" "Se hai fame possiamo fermarci a mangiare qua?" chiedo e dopo qualche minuto abbiamo già ordinato margherita patatine e cocacola. Ed un caffè per me, alla fine, grazie.
Avrei un meeting di lavoro, di quelli virtuali, alle 14:00 ma...ma è sabato. Scrivo se possiamo spostare di un'ora che sono "stuck in traffic", Si, decisamente, bloccata nel traffico del mio animo, ma non c'è bisogno di specificare: l'inglese è una lingua parsimoniosa, mi hanno insegnato. Faccio il conto mentale di quante volte avrei o meglio, avremmo, dovuto tirare fuori di tasca il GP, il rituale del togli e metti delle mascherine, delle parole smorzate dalle stoffa, dei sorrisi coperti, dei gel disinfettanti ad ogni passaggio, fossimo stati in patria. Passo il 5 e mi dico "comunque troppo perché ne valesse la pena".
Si oggi decisamente c'è traffico e non voglio alzarmi da questa sedia, col caffè davanti e la gente che passeggia tra i negozi del centro commerciale, ed io ne vedo i volti e le emozioni. Non voglio tornare indietro da questo "sabato qualunque, sabato non-italiano". Il tempo sembra essere fermato a prima del 2020.
La notte è un dirigibile che ci porta via, lontano.
 

lunedì 10 gennaio 2022

RESTO FUORI - By Starbuck

Ad inizio dicembre mi sono trovata in giro nel centro blindato di un nota località turistica alpina: mascherine obbligatorie in centro, uno per nucleo familiare dentro i negozi e GP per accedere a quasi tutto, famosi (o famigerati) mercatini natalizi inclusi. L'effetto di ritorno è stato, devo ammetterlo, piuttosto devastante. Ho improvvisamente capito che avevo bisogno di vedere volti e che quella ordinata fila di occhi tra cappucci ed FFP2 che mostrava QR code per entrare nell'area transennata dei mercatini non faceva per me. Soprattutto non faceva per me sapere che qualcuno doveva rimanere fuori. "Noi non entriamo?" mi ha chiesto la mano che stringevo nella mia. "No. Almeno io no." ho risposto con lo sguardo straniato ed un senso di angoscia crescente.
E così ce ne siamo usciti. Dal centro storico, dalla città, e nel giro di una settimana anche dalla nazione. "Ci si rivede verso fine gennaio" ho scritto ai colleghi. Poi dopo il punto ho aggiunto "forse".
Qual è il prezzo di una passeggiata in centro bevendosi una cioccolata calda mentre davanti a te i bambini ti sorridono o piangono sguaiatamente mentre si appendono al braccio dei genitori? Il costo di una ruota panoramica, in cui devi solo i soldi del biglietto? L'espatrio forse? Riguardo all'Italia e penso che no, non ci voglio tornare.
Penso ai miei colleghi che, nella maggioranza, con un abbondante uso di salti di logica, giustificheranno il SPG sui mezzi pubblici, la chiusura delle scuole, terzo richiamo e quarta dose urbi et orbi, e via dicendo. Lo dice Tizio, il giornale Caio ha scritto, fidati di quello che dicono gli esperti, dimenticandosi come funzionano le commissioni di "esperti".
Ricordo ancora una delle riunioni di progetto del 2019: F. aveva chiesto "...che poi io da dove salti fuori quel 25% di incertezza limite non l'ho capito...". Il capoprogetto, senior scientist prossimo alla pensione aveva dato LA risposta " ma lo sai come funziona, no? ad un certo punto a quell'ente o a quell'Istituzione serve un numero, un parametro, chiamano i 6 o 7 esperti internazionali e gli chiede di tirare fuori un valore e questi... in qualche modo lo tirano fuori, agganciandosi ai loro lavori precedenti e citando quello che trovano in giro".
Ma oggi quegli stessi colleghi, si dimenticheranno di "come funzionano le commissioni". Diranno che le risposte sono sicure e nel contempo che bisogna adattarsi. E che comunque stanno facendo tutti cosi'. Non distingueranno tecnica dalla politica. Non terranno conto della socialità. Confonderanno moralità e giustizia. Condanneranno in maniera politicamente corretta, chi non si adegua, chi non fa il suo "dovere". E se domani tutto questo dovesse cambiare, si riposizioneranno, ma senza malizia, senza neanche rendersene conto.
Ecco, in tutto questo io, io resto fuori. Forse perché non sono mai stata dentro. Mai stata dentro a certa ipocrisia conformante, che non ha nulla a che vedere con una emergenza sanitaria.
Io resto fuori. Dai comitati. Quelli pro e quelli contro. Perché i comitati, le commissioni sono parte di questo sistema fatto di fazioni e riconoscimenti e contrapposizioni e strumentalizzazioni.
Resto fuori. Di me non dovete sapere nulla. Non sono affari vostri se vado avanti (un cupo "tirare a campare") a tamponi, a vaccini, a guarigioni.
Nel dubbio resto fuori, nel silenzio, nell'oblio e financo nella derisione. Come un quindicenne arrabbiato in mezzo a volti tutti uguali. In mezzo a mattoni tutti uguali dello stesso muro.

 

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...