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lunedì 21 aprile 2025

I CONTI CHE NON TORNAVANO IERI E CHE NON TORNANO OGGI (DA COVID AGLI INCENDI DI LOS ANGELES)

Qualche tempo fa, in calce a questo post, precisavo che CS era venuto fuori al tempo e che da subito raccolse i contributi di persone con lauree "pesanti", di quelle antiche, a cui i conti non tornavano. Sono passati otto anni e quella memoria della rete di cui tanto si parlava si sta dimostrando una memoria a breve termine, la pagina fb CS non esiste più e quindi chi allora non c'era può essersi chiesto di cosa si parlasse (o può aver pensato "Questo lo dice lui!"). Si parlava, per esempio di dispense di statistica per un esame a medicina che esibivano gaussiane non normalizzate, di ostentate correlazioni lineari tra tassi di vaccinazione MPR pediatrici e casi di morbillo nella popolazione intera, oppure di questo:

Questa roba avrebbe dovuto dimostrare che il vaccino antiinfluenzale proteggeva da COVID, pensate un po', e la mia risposta a chi in quel caso per ridere si era rifatto i conti, dichiarando con uno sghignazzo "E' una cubica!", fu: quante volte s'è detto "levategli dalle zampette il software statistico"?

In pratica era l'ennesima dimostrazione che xkcd non doveva inventarsi niente per la sua satira:

 

 

E il punto, quando un articolo veniva molto citato sui media, social o no che fossero, era il più delle volte quello di xkcd: la solidità della statistica non importava, bastava fare un po' di scena, con buona pace del peer reviewing. In che senso? Nel senso che immaginate che si tratti di un articolo che va a finire su una rivista di malattie infettive, pure con buon Impact Factor: i revisori saranno infettivologi o biologi o medici, cioè soggetti senza gli strumenti per valutare la solidità del trattamento statistico (si limiteranno a dare un'occhiata al p-value, con la famosa regoletta farlocca che se è maggiore di 0,05 allora la correlazione è falsa). 

Nota con i dettagli: 

p-value è la probabilità dell'ipotesi nulla, quindi p-value 0,05 vuol dire "vero al 95%". Considerarlo un valore discriminante tra vero e falso significa, per fare un esempio, che "vero al 93,5%" viene tradotto con "falso". In più un p-value basso non implica un R2 alto, cioè in soldoni un buon intervallo di confidenza. Con un p-value basso la significatività del modello è alta ma l'affidabilità delle sue predizioni può essere bassa o nulla - tipo che il modello dice 2, ma poi il valore rilevato sperimentalmente può essere 4 o 0, con un errore che è uguale al valore della predizione.

La statistica può fare acqua ad un'analisi appena più attenta, dicevamo, perché quello che conta è il messaggio. Passano gli anni, cambiano i temi, ma il metodo continua ad essere lo stesso. Per esempio riguardo gli incendi di Los Angeles di gennaio: colpa del cambiamento climatico! Uhm, non proprio, andando a vedere gli intervalli di confidenza:


E qui ci sono le relative precisazioni:

Facile immaginare che ci sarà chi legge saltando i video, quindi ecco il riassunto breve: gli intervalli di confidenza riportati nello studio dicono che i risultati non sono statisticamente significativi, quindi non si dimostra alcuna correlazione tra cambiamento climatico e incendi di Los Angeles a gennaio di questo anno. La comunità dei climatologi lo sapeva perfettamente e non ha detto mezza parola al riguardo. Certo, perché altrimenti certe trenodie di membri di tale comunità sarebbero apparse episodi di infondato, teatrale e stucchevole moralismo.

Dopodichè, a freddo, cioè tre mesi dopo, in Italia chi è che ha rilanciato "Incendi a Los Angeles, è il climate change" senza far seguire un errata corrige? La lista è lunga. Tralasciamo la stampa generalista, che ha rilanciato senza pensare come fa di solito, per guardare alla comunicazione scientifica che ha fatto esattamente lo stesso: Università degli Studi Milano-Bicocca, Le Scienze e via dicendo. Ma non c'è problema, il messaggio era quello giusto. E' colpa mia, Dio mi strafulmini, che non riesco a farmi entrare in testa questa cosa.


lunedì 30 settembre 2024

CHIEDO PER UN AMICO

 

Già, ricordate? Fantastico come il già usuratissimo "non confondere il clima con il meteo" ormai sia ammissibile solo quando fa più freddo del previsto. Ma è sempre stato così...


                   "YEA, AND NAY—
                   EACH HATH HIS SAY;
                   BUT GOD HE KEEPS THE MIDDLE WAY.
                   NONE WAS BY
                   WHEN HE SPREAD THE SKY;
                   WISDOM IS VAIN, AND PROPHESY."

                   (Herman Melville, The Conflict Of Convinctions)

giovedì 8 agosto 2024

PER LA CONTRADDIZION CHE CI CONSENTE...

 

https://www.repubblica.it/cronaca/2024/08/08/news/clima_copernicus_luglio_2024-423436983/?ref=RHLF-BG-P3-S1-T1

L'anno scorso iniziò a piovere ma sulle pagine dei quotidiani non mancarono appelli perché "la siccità non è finita". E non poteva mancare qualcosa del genere anche quest'anno:

Si interrompe dopo oltre un anno la corsa del riscaldamento globale, ma gli esperti climatici del servizio europeo Copernicus ritengono non ci sia da tirare nessun sospiro di sollievo: la Terra ha appena sperimentato i suoi due giorni più bollenti (il 23 e il 24 luglio) ed è sempre più probabile che il 2024 sarà l’anno più caldo della storia.

In pratica la corsa del riscaldamento globale si è interrotta però non si è interrotta. Già. 

Questa è una nota sulla comunicazione e non su altro. Io non lo so se "la corsa del ricaldamento globale" si è interrotta oppure no, e non so neanche su quale degli scenari IPCC siamo indirizzati (perché non lo può sapere nessuno, ora). Quello che so è che, quanto a corse, la Cina ha da un po' iniziato la sua personale alle rinnovabili - e la Cina era l'elefante nella stanza. In alcuni paesi europei la quota di rinnovabili ha già da un po' superato la quota di energia da combustibili fossili e in tutto il vecchio continente nel primo semestre 2024 la quota rinnovabili è arrivata al 50% (senza che il green deal europeo abbia a che fare con la cosa). E questi sono parametri che nessuno a oggi ha ancora contabilizzato e che non possono non avere un effetto (se il clima è un sistema caotico, i sistemi caotici manifestano grandi cambiamenti per piccole variazioni nelle condizioni iniziali). Ma da un sistema mediatico esteso che linearizzò massicciamente il morbillo nel 2017 e COVID tra 2020 e 2022 non ci si può aspettare correzioni di rotta.

Poi girando per la websfera italiana vedo che siamo alle solite e per alcuni tutto il vecchio continente sarebbe in fiamme, mentre oggi dove vivo e lavoro la massima è stata di 23°C e la minima di 16°C (non sono in Islanda o in Scandinavia e non è l'eccezione che conferma la regola). Anni a dire "non confondiamo il meteo con il clima" (perché poi le temperature sottozero d'inverno non quadrano) e poi tutti a parlare di estate rovente perché il clima. Ma evidentemente è inutile contestare agli apocalitticisti i loro giocattoli (spesso quelli con cui raccattavano una manciatella di like in più mentre accusavano gli altri di clickbait): è stato così con COVID e con il clima è esattamente la stessa cosa. Me li ricordo, i soggetti di quella razza, parlavano di modelli ma non distinguevano una parabola da un'iperbole. Me ne ricordo alcuni che ai tempi, quando volevo rimettere sui binari matematici un argomento matematico, dopo niente esasperati sparavano: ma smetti di dare i numeri! Per la contraddizion che ci consente, appunto.

PS: La contraddizione NON consente, per chi non ne avesse mai sentito parlare. Precisazione inutile, forse, ma mi ricordo ancora chi non distingueva una condizione necessaria da una sufficiente e chi riteneva che si trattasse di un inutile distinguo.

martedì 9 gennaio 2024

ESPLORARE UNO SPAZIO

Per secoli in Europa si è pensato che oltre le Colonne d'Ercole non ci fossero altre terre. Non che non si fosse navigato nell'Atlantico, ma da quelle rotte non si scorgevano altre terre, solo altro mare. Quindi il mare continuava ad estendersi a dismisura, magari fino alle coste delle Indie. Poi Colombo fece la sua traversata etc etc.

Questo è quel che spesso succede con le estrapolazioni. Cos'è un'estrapolazione? Ammettiamo che voi abbiate dati molto solidi riguardo un intervallo dello spazio in cui un fenomeno è definito. Estrapolare è ritenere che il fenomeno avrà lo stesso andamento al di fuori dell'intervallo per cui si hanno i dati. Il che può essere perfettamente legittimo, a seconda della dinamica del fenomeno o della distanza dagli estremi dell'intervallo per cui si estrapolano i valori. 

Esempio: un orologio a pendolo carico. Se misurate la frequenza delle oscillazioni del pendolo per dieci minuti potete perfettamente concludere che nella successiva ora la frequenza non cambierà (del resto è un orologio, no?). Poi si arriverà a un momento in cui la carica si esaurirà e quindi il modello di frequenza del pendolo elaborato nei dieci minuti di osservazione non sarà più valido.

Le cose cambiano molto con un doppio pendolo:


In questo caso se campionaste le posizioni delle due sfere  per 5 minuti concludendo che nei successivi 5 l'andamento delle posizioni sarà lo stesso la vostra previsione sarebbe completamente errata (perché le frequenze nel doppio pendolo non sono lineari neanche per piccoli intervalli di tempo: si tratta di un sistema caotico). Ah, è ovvio che l'animazione è frutto di un modello al computer basato sulle equazioni che governano idealmente il moto del doppio pendolo. Ma qui si parla di osservazione di fenomeni, quindi questo è un dettaglio del tutto trascurabile (avrei forse dovuto cercare un filmato del volo di uno stormo di storni, ma forse per molti l'accostamento sarebbe stato meno efficace - che c'entra un pendolo con gli storni?).

Ma non solo. Quando i fattori che governano il fenomeno sono più di tre quello che fate misurando in un intervallo è esplorare uno spazio n-dimensionale. E in questi casi può succedere di trascurare una o più dimensioni di quello  spazio (perché si ritengono quei fattori ininfluenti, o perché se ne ignora l'esistenza). Il che può andare molto vicino all'essere un cittadino di Flatlandia che non si cura della terza dimensione, perché nella sua esperienza di vita nel mondo a due dimensioni dello spazio la terza dimensione spaziale è completamente ininfluente (in realtà per i flatlandesi la terza dimensione spaziale è del tutto incocepibile).

https://www.youtube.com/watch?v=JQq_w38j9v0

Un esempio classico, nell'esplorazione dello spazio del fenomeno, riguarda il trascurare o l'ignorare l'esistenza di zone a sella della superficie che rappresenta i valori del fenomeno osservato.


Ammettiamo che si pensi che il valore di x è ininfluente (la dimensione ignorata) e ci si muova nello spazio del fenomeno con x=0, costante, misurando quel che succede variando y. A un certo punto arriveremo al punto di sella. Fin lì i valori misurati crescevano, dopo scendono. E pensiamo di aver trovato il valore di y per cui il valore è massimo (0). Ma la dimensione x non è ininfluente. Non è stata considerata, ma i massimi dei valori in quell'intervallo di spazio bidimensionale li abbiamo invece per y=0 e x=±8 (la stessa cosa si può applicare ai minimi). Una dimensione vs due dimensioni è esattamente uguale a n dimensioni vs n+1 dimensioni.

Come già detto in realtà la maggior parte dei fenomeni non ha due o tre dimensioni ma n.  Ugo Bardi fa presente per esempio che il il fenomeno clima è un iperoggetto (https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/04/guardiamo-al-clima-come-a-un-elefante-siamo-accecati-mentre-andiamo-verso-lestinzione/7399113/ e il titolista ha tradotto "siamo a rischio di estinzione" con "andiamo verso l'estinzione").  Vero, si tratta di un iperoggetto caotico, per cui il battito di ali di una farfalla in Cina potrebbe provocare un temporale a New York. E quale è l'effetto di 6,2 Gigawatt di pale eoliche installate in Danimarca? Nessuno può dirlo, sempre che non si linearizzi un fenomeno che lineare non è per dire: nessun effetto, troppo poco (la risposta del tipico millenarista che dicendo scienza invece professa la sua fede). Con questo non intendo dire che l'eolico danese è già sufficiente a risolvere il problema, ma semplicemente che non siamo ancora in grado di quantificare o apprezzare l'effetto di una serie di processi virtuosi in moto ormai da anni. Lo stesso dicasi di quei processi deleteri di cui invece è poco educato parlare, tipo le emissioni di anidride carbonica di Cina e Asia nel suo complesso che continuano a crescere costantemente da anni - mentre quelle dell'occidente sono sostanzialmente da anni piatte o decrescenti. 

https://ourworldindata.org/co2-emissions

Se vogliamo parlare di rischi siamo vicini come mai a un conflitto termonucleare globale (90 secondi a mezzanotte https://thebulletin.org/doomsday-clock/). Il punto  è quantificare il rischio climatico e di questo nessuno è davvero capace (diciamo che il track record lascia molto a desiderare). Non è vero che "un cattivo modello è meglio di nessun modello": è bene ricordarsi dell'uso che è stato fatto dei pessimi modelli durante la stagione COVID e dei danni che tale uso ha provocato.

La cosa più prudente in certi casi è non estrapolare - cioè in parole povere parlando del nostro pianeta non si può prendere sul serio nessuna previsione a dieci anni. E' meglio non produrne di previsioni del genere, in modo da evitare le arrampicate sugli specchi triplo carpiate tipo quelle di Al Gore riguardo la incauta uscita che fece anni fa sullo scioglimento della calotta artica - il record di estensione minima della calotta artica è detenuto dall'anno 2012 e non c'è stata una serie di minimi sempre più bassi negli ultimi 10 anni (https://www.firenzemeteo.it/previsioni-stagionali/calotta-artica-stato-attuale-ghiaccio-e-previsioni-prossimi-mesi.php). Questo vuol dire che non c'è cambiamento climatico in atto? No, vuol dire che semplicemente il fenomeno ha una complessità che sopravanza le capacità di tanti dei modelli che sono stati prodotti.

Cadere nell'apocalitticismo è una tendenza comune negli ultimi anni (eppure un annetto fa le cose stavano così https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/02/e-dacci-oggi-la-nostra-apocalisse.html). Nel dibattito climatico questa tendenza ha prodotto attitudini controproducenti - se arrivi a negare "a fin di bene" evidenze storiche documentate tipo periodo caldo medievale e successiva piccola era glaciale ottieni esattamente l'effetto opposto a quello che ti prefiggi. Sarebbe bene evitare di fare con il cambiamento climatico quel che è stato fatto con il COVID, ma sembra che non ci sia verso, ormai ogni tema del "dibattito" presenta invariabilmente la stessa fenomenologia. 

PS: Ormai ci sono librerie di Machine Learning ("intelligenza artificiale") con cui da una serie di dati con un numero opportuno di iterazioni puoi ottenere un modello con p-value piccolo a piacere. Che quel che ottieni abbia anche un reale significato è tutta un'altra storia. Vedasi il caso "smooth lines" nella vignetta, che ripropongo perché dovrebbe essere ritenuta un classico a tutti gli effetti.


 And that's it.

mercoledì 2 agosto 2023

NARRAZIONI PATOGENE (CLIMA)

Ho googlato "narrazione tossica" negazionismo clima. Si può facilmente immaginare quello che si trova.

E se quanto a narrazioni dannose le cose fossero del tutto diverse?

"No, impossibile!" direbbero in coro i più.

Sorpresona: se i più sbagliassero se per tossico si intende "dannoso per gli esseri umani"?

"Assolutamente impossibile!" direbbero i più.

E tanto per cambiare sbaglierebbero di grosso.

"Ecoansia" non è una "brillante" trovata per un siparietto teatrale al Giffoni Film Festival (https://www.youtube.com/watch?v=hWbiu1mVv3g). Preesisteva: 


https://www.auxologico.it/ecoansia-ansia-climatica-cose-cause-sintomi#:~:text=C%27%C3%A8%20una%20parte%20di,l%27esplosione%20della%20crisi%20climatica.

 

E' roba del marzo scorso: 

L'eco-ansia può manifestarsi in diversi modi, tra cui ansia e stress, tristezza, senso di impotenza, disperazione e senso di colpa. Può anche influire sulla salute mentale delle persone ed essere fra i fattori che possono portare a depressione, disturbi del sonno, disturbi alimentari e dipendenza da sostanze. Sembra sia maggiormente concentrata soprattutto fra i più giovani, preoccupati per il loro futuro e per quello del pianeta. La giovane età, infatti, rientra tra i principali fattori di rischio, insieme a una forte esposizione mediatica e all'impegno attivo nei confronti dalla crisi ambientale in atto.

Anvedi... e non finisce qua:

Può essere sperimentata anche dalle persone che sono consapevoli e preoccupate per le questioni ambientali globali e l'impatto che stanno avendo sul pianeta nel suo complesso.... strategie utili possono includere la meditazione ,l'esercizio fisico, la riduzione dell’accesso a notizie negative e la partecipazione ad azioni di attivismo climatico.

Notevole che si consigli la partecipazione ad azioni di attivismo climatico, quando gli attivisti sono i primi quanto a produrre notizie negative e apocalittiche.

Ma mica finisce qua... il bersaglio fisso di tutti i negazionisti, IPCC, tramite il suo nuovo direttore ha parlato:

https://www.dw.com/en/climate-change-do-not-overstate-15-degrees-threat/a-66386523

E questo non significa "Niente di grave". Significa: voi calvalcatori dell'apocalisse climatica per un pugno di like, o qualche ospitata televisiva, o perché semplicemente non avete trovato altre "cose giuste" da perseguire nella vostra vita, beh, con tutto il vostro liso moralismo e tutta la vostra buona volontà state facendo più danno che altro.

Voi, che accusate gli altri di narrazione tossica, riuscite a fare peggio di loro propalando una narrazione veramente patogena: e la patologia è una conclamata psicosi climatica, emersa e riconosciuta da psicologi e psichiatri. Lastricano la via dell'Inferno, si diceva delle buone intenzioni. E guarda caso...

Ma sicuramente c'è chi pensa che la psicosi climatica sia benvenuta, sia bella, sia GIUSTA. Non chiamiamola ansia o psicosi, chiamamola estasi dei santi. E infatti che si diceva anche? Nazione di santi etc etc.

E intanto i cavalcatori dell'apocalisse cavalcano, non per il bene vostro, come si è visto, ma per il bene proprio: esposizione, articoletti, vanità, like e tutto il resto. Che belle persone, che si credono bellissime e giustissime.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...