giovedì 30 novembre 2023

OMS, PANDEMIE, TRATTATO: IL CIRCO DELL'AMNESIA COLLETTIVA


https://ilmanifesto.it/assemblea-straordinaria-delloms-per-un-nuovo-trattato-sulle-pandemie    

L'Italia (ma non solo) ha un problema di memoria storica e si sa. Ma è niente a confronto con la memoria collettiva a breve termine. Si manifesta nelle piazze sull'oggi, sul tema del giorno. Ma tutto quello che è successo l'altroieri no, quello non merita attenzione, anche se ha fatto danni immensi e i suoi attori sono ancora tutti presenti.

Per esempio la pandemia è finita, tutti se la sono lasciata alle spalle con sospiro di sollievo (beh, quasi tutti). Ma quel che è successo in Italia e non solo con COVID tra 2020 e 2022 merita il ricordo. Sono fatti che andrebbero ricordati in eterno, se si volessero evitare gli stessi tragici errori (ma furono errori fortemente voluti, quindi per questo è bene non ricordarli, per poterli ripetere).

Premetto per l'ennesima volta che OMS un ruolo utile lo ha, che è quello di mettere in piedi programmi sanitari per quelle nazioni che non hanno occhi per piangere - e lo fa come può, cioè in economia e usando farmaci che dal punto di vista della regolazione farmaceutica occidentale sono il più delle volte substandard. Detto questo è bene ricordare quale sia stato il suo ruolo tra 2020 e 2022.

In primo luogo tardò nella comunicazione dell'emergenza, mentre c'era Taiwan che da subito aveva capito quello che stava succedendo e lo aveva pure detto. Ma Taiwan non è nell'ONU e OMS è un'agenzia delle Nazioni Unite. Quindi niente, anche per non irritare la Cina (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/04/oms-catturata-dalla-cina-gli-usa-la.html).

Poi, prima di Codogno, OMS avallava l'Hail Mary Protocol (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/02/oms-coronavirus-hail-mary-protocol.html), quando chiunque capisse un minimo della materia non avrebbe speso un centesimo per un cocktail di farmaci che in vitro non erano attivi contro il virus (ovviamente non mancò nell'accademia italiana chi disse che il tentativo era ragionevole, fatto che si dovrebbe commentare da solo). A seguire OMS si distinse nel perdere tempo. Nella primavera del '20 FDA dava l'Emergency Use Authorization a remdesivir e Fauci, dopo i risultati del trial ACCT-1, svolto da NIH, diceva che al momento era lo standard of care. OMS invece faceva un trial su lopinavir in funzione anticovid. Nel giugno 2020, dopo che in Italia lopinavir era stato somministrato a nastro ai ricoverati in terapia intensiva, senza effetto,  dopo che l'allora direttore AIFA Magrini aveva voluto il farmaco somministrato dai medici di base, fortunatamente senza successo, OMS dichiarò che lopinavir non funzionava. Ma non solo: SOLIDARITY, altra sperimentazione clinica OMS, era in corso senza che praticamente nessuno si pronunciasse sul disegno assai discutibile del trial. Nell'ottobre del '20 i risultati di SOLIDARITY furono pubblicizzati: remdesivir non funziona. Poco contarono ripetute analisi contrarie (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/07/i-trial-i-paper-ladvocacy.html). Poco contò che remdesivir di lì a poco fosse pienamente autorizzato da FDA prima e da EMA poi. Essendo OMS il feticcio di buona parte della comunità medica italiana nonché di chi "comunicava", il poco che c'era allora (remdesivir) non doveva essere usato, in Italia. Mi ricordo una tal dama che arrivò a sostenere che fare un'endovena a un paziente in intensiva era un problema. 

Ma questo è forse il meno, quanto a OMS e Italia. Da Ginevra nel settembre del '20 arrivò un clamoroso endorsement alla gestione italiana della pandemia.

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2020/09/20/coronavirus-oms-italia-esempio-nel-contrasto-alla-pandemia_54e77dd8-f89f-42db-bee6-7dd858b089b6.html

Questo titolo oggi si rilegge con estrema amarezza. Perché allora già da tempo un report di Francesco Zambon, che all'OMS lavorava, era stato consegnato ai vertici dell'Agenzia: il piano pandemico italiano non era stato aggiornato dal 2006 e la risposta nel 2020 era stata completamente inadeguata. La vicenda di Zambon è un esempio di come le cose funzionano, all'OMS, e un esempio ormai dimenticato. Lui se andò, essendo diventata insostenibile la sua posizione lavorativa.

https://www.theguardian.com/world/2021/mar/14/who-scientist-who-spoke-out-about-italy-handling-of-covid-crisis-resigns

Report fu l'unico in Italia a coprire adeguatamente la vicenda di Zambon (https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/La-resa-dei-conti-f8f1a28b-b000-457a-9b89-dd549672fb8d.html)

Questo dovrebbe bastare per rispondere alla domanda "Volete voi avere OMS regista mondiale delle azioni di contrasto alle pandemie?". No, grazie. Meglio se le cose rimangono così come sono. Il fatto che poi l'iniziativa di questo trattato parta dall'Europa, l'altro grande perdente quanto a attività di gestione della pandemia, dovrebbe far dubitare molto di tutta l'impalcatura.

A questo punto capirete se ho letto l'articolo di Capocci sul Manifesto con crescente perplessità.

E la vicenda del mancato aggiornamento del piano anti-pandemico italiano mostra che la vigilanza internazionale sugli impegni locali è poco vincolante.

Invece, se si ricorda quanto sopra, di tutta la questione piano pandemico italiano i vertici OMS non volevano saperne, pure se informati, perché la faccenda era politicamente delicata. Altro che "stati vincolati a...". Chiaro che nell'articolo si ignori anche tutto il resto riportato in questo post. E non si tratta di episodi, ma della linea politica di un'agenzia che è politica e dove si fa politica sanitaria, non una qualche "scienza". Poi l'idea che possa esistere un pacchetto di politiche sanitarie antipandemiche che vada bene tanto per Haiti quanto per la Finlandia è di per sé piuttosto assurda. Quanto a pensare che la Cina possa essere vincolata a qualcosa, beh, good luck with that.

E ci si chiede come mai gli USA della presidenza democratica di Biden non siano convinti del trattato e si riduce la faccenda a non meglio precisate questioni di "sovranità", come fosse "sovranismo" il non voler vincolare politiche nazionali alle decisioni agenzie sovranazionali parimenti politiche e dal track record estremamente opinabile. Parimenti ovvio è il perché una von der Leyen che si crede la leader di una federazione (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/lo-stato-della-recessione.html), dopo la sua "brillantissima" attività a capo della Commissione durante la pandemia, sia invece a favore del trattato, vedendosi un indomani, come qualcuno dice, ai vertici della NATO o dell'ONU.


 



 



giovedì 23 novembre 2023

NON E' UNA SCIENZA (E UN PO' DI MITOLOGIA)

È un luogo comune dire che la medicina è una scienza. Così non è. La medicina non è una scienza, è una pratica basata su scienze - la fisica, la chimica, la biologia, l'ecologia, l'economia - che differisce dalle altre tecniche perché il suo oggetto è un soggetto: l'uomo. L'autore ricostruisce storicamente il patrimonio scientifico di cui la medicina oggi dispone e considera tale patrimonio come il mezzo necessario per conseguire il fine dell'essere medico, cioè un uomo che cura i suoi simili con competenza e disponibilità. 

(Giorgio Cosmacini, La medicina non è una scienza  https://books.google.nl/books/about/La_medicina_non_%C3%A8_una_scienza_Breve_sto.html?id=NyfWLgAACAAJ&redir_esc=y)

Si potrebbe precisare "una pratica basata su scienze che in buona parte i praticanti o ignorano o non capiscono". Ma questo è irrilevante.

E' irrilevante perché, per quanto si possa parlare di metodo scientifico, occorre fare i conti con archetipi. La guarigione ad opera dello sciamano o del sacerdote preesiste a fisica, chimica, biologia e probabilmente pure alla matematica. Lasciate perdere il come e il con che mezzi: la pura funzione è archetipica. Nell'antichità classica l'Asclepeion era un tempio/luogo di guarigione consacrato ad Asclepio. Asclepio (o Esculapio) era un semidio figlio di Apollo (madre variabile, nelle fonti), dalle abilità di guaritore parimenti mitiche. 

Coronis si lavava i piedi nel lago Boibeis. Apollo la
guardò e la desiderò. Per lui il desiderio era una scossa
improvvisa, che lo assaliva di sorpresa e di cui subito
voleva liberarsi. Discese su Coronis come la notte. Il
loro avvicinarsi fu violento, inebriante e veloce. Nella
mente di Apollo si sovrapponevano la presa di un
corpo e lo scoccare una freccia. L'incontro dei corpi
non era mescolanza, come per Dioniso, ma urto. Così
un giorno aveva ucciso Giacinto, il giovane che più
aveva amato: nel gioco, scagliando un disco.
Coronis era incinta di Apollo quando si sentì attirata
da uno straniero, che veniva dall'Arcadia e si
chiamava Ischys. Accanto a lei vegliava un candido
corvo. Apollo lo aveva assegnato come custode all'amata,
« perché nessuno la violasse ». Il corvo vide Coronis
che si dava a Ischys. Allora volò a Delfi dal suo signore,
per fare la spia. Disse che aveva scoperto le
« opere occulte » di Coronis. Apollo, nella furia, gettò
il plettro. La corona di alloro cadde nella polvere.
Guardò il corvo con odio, e le sue piume si trasformarono
in un nero di pece. Poi Apollo chiese a sua sorella
Artemis di andare a uccidere Coronis, a Lacereia.
La freccia di Artemis affondò nel seno della traditrice.
E, insieme a lei, uccise molte altre donne, lungo le rive
scoscese del lago Boibeis. Prima di morire, Coronis
sussurrò al dio che aveva ucciso anche suo figlio. Allora
Apollo tentò di rianimarla, invano. Le sue arti mediche
si rivelarono insufficienti. Ma, quando il corpo
profumato di Coronis venne disteso sul rogo, alto come
un muro, e il fuoco già lo intaccava, le fiamme si
aprirono davanti alla mano rapace del dio, che estrasse
dal ventre della morta, illeso, Asclepio, colui che guarisce.

(Roberto Calasso, Le Nozze di Cadmo e Armonia, vedere nota)

Una figlia di Asclepio si chiamava Panacea e aveva il potere di guarire ogni malattia. Fu lui a resuscitare Glauco figlio di Minosse, dice Ippolito - mentre nella versione più classica del mito è Poliido a restituire la vita a Glauco. Il che ci dice che nel mito Poliido, sacerdote indovino, e Asclepio, semidio guaritore, sono praticamente sovrapponibili. Asclepio era stato istruito nella medicina nientemeno che da Chirone il Centauro, quello che aveva guarito la caviglia di Achille sostituendola con quella di un gigante morto. 

E' materiale che viene da prima della crisi della tarda Età del Bronzo - cioè dai tempi del materiale dell'epica omerica. Il bastone di Asclepio, un bastone a cui è avvolto un serpente, è alla fine una versione ridotta del Caduceo, quello che sta sulle insegne delle Farmacie. Perché il Caduceo, che precede di secoli nell'iconografia l'età classica, è attributo di Mercurio, cioè Hermes, il messaggero degli Dei, dio del logos e della comunicazione. Si potrebbe pensare che il bastone di un semidio non poteva avere le piene prerogative di quello del dio, quindi un serpente invece di due. Le questioni gerarchiche nella mitologia greca contano: secondo Ippolito quando Asclepio resuscitò Glauco Apollo se la prese molto a male (e fece una strage).

Così per dire, Ippocrate, quello che scrisse Le Epidemie, quindi probabilmente il primo epidemiologo della storia, nonché quello di un certo giuramento (ὠφελέειν, ἢ μὴ βλάπτειν, disse, cioè primum non nocere) era un sacerdote di Asclepio. E secoli dopo pure Galeno fu θεραπεύτής in un Asclepeion. Facendo un salto in avanti di un migliaio di anni, che dire dei Cavalieri dell'Ospedale (Ospitalieri), poi di Rodi, poi di Malta? E nella versione maltese ancora esistono come ONG operante nella sanità. La santa patrona dell'ordine, Santa Ubaldesca (Ubaldesca Taccini, pisanissima con un nome proprio dagli echi longobardi) si distinse per le cure ai malati.

Santa Ubaldesca, raffigurata con la livrea dell'Ospedale

In breve la medicina come religione/magia e i medici come sarcerdoti non sono una novità. E' storia antichissima, che in teoria avrebbe dovuto essere archiviata tra 600 e 700, e in pratica archiviata lo fu. Fino all'altro ieri. Bei tempi, i nostri tempi, con quella loro travolgente nostalgia di Ancien Régime.

Ma, se proprio vogliamo giocare sul piano degli archetipi, come abbiamo visto c'è chi di serpenti attorno al bastone ne ha uno e chi ne ha due...

Ritorniamo su Le Nozze di Cadmo e Armonia

C'è una nostalgia, negli dèi sovrani, che li spinge a ripristinare
lo stato del primo fra loro, di Fanes. Per
Zeus, la nostalgia di Fanes si fissò nella figura del serpente.
Soltanto Zeus poteva ricordare la visione dei due
serpenti allacciati, prima che il mondo esistesse. E Fanes
era apparso tra le spire di un serpente. Quando Zeus
ebbe espulso il mondo dal suo cuore, sentì il desiderio
di congiungersi con sua madre. Quel desiderio era mosso
da un ricordo remoto. La madre fuggiva, e Zeus non
si stancava di inseguirla. Alla fine, Rea Demetra si trasformò
in serpente. Allora anche Zeus divenne serpente,
si avvicinò alla madre e strinse le sue squame alle
sue in un nodo eracleotico, lo stesso che formano i due
serpenti sul caduceo di Hermes.

E' più chiaro il senso dei due serpenti avvolti al Caduceo? In pratica ying e yang. Personalmente mi ricordo una stele cristiana irlandese, "la mano di Dio" (Museo di Dublino), con due serpenti, uno bianco e uno nero avvolti attorno a un avambraccio con la mano aperta e iscritta in un disco solare. Immagine che dovrebbe essere più esplicativa di centinaia di parole.

Ai tempi di Manetone in Egitto Hermes e Thot erano completamente confusi e sovrapposti: Thot, il dio dalla testa di ibis, inventore della scrittura, della geometria e della matematica, patrono degli scribi ed egli stesso scriba del gran dio Ra o di Osiride. Hermes/Thot si confonde con Ἑρμῆς ὁ Τρισμέγιστος (Ermete Trismegisto, tre volte grande), a cui è attribuito il Corpus Hermeticum , cioè l'insieme dei testi canonici dell'Ermetismo, che da alcuni è ritenuto una corrente filosofica ellenistica, da altri una corrente dello gnosticismo, quindi una religione (cfr Doresse e Puech, https://books.google.nl/books/about/Gnosticismo_e_manicheismo.html?id=qFl8mgEACAAJ&redir_esc=y).

Ma non finisce qui. A Ermete Trismegisto è attribuita anche la Tabula Smaragdina 

Verum, sine mendacio certum et verissimum, quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius: ad perpetranda miracula rei unius.

(https://it.wikipedia.org/wiki/Tavola_di_smeraldo)

La Tavola Smeraldina è la pietra d'angolo dell' alchimia, e dall'alchimia quale disciplina scientifica è venuta fuori? 

E si va avanti: ho perso il conto delle volte che su isocial in ambito "scienza" ho sentito ripetere a pappagallo "è la dose che fa il veleno": sola dosis venenum facit, e di chi parliamo? Parliamo di Paracelso, il padre della spagirica, oggi etichettata pseudoscienza ma madre di parte della chimica farmaceutica moderna (isolamento degli alcaloidi e degli olii essenziali delle piante). E Paracelso è da classificare alla voce "Storia dell'alchimia". Quindi in una certa misura il Caduceo sulle insegne delle farmacie italiane è giustificato. Dopo di che... Qualcuno si è mai scandalizzato per la "non scientificità" del Caduceo? Non mi pare, non mi pare che ci sia stato nessuno così idiota da proporre la sua sostituzione con la doppia spirale del DNA.

Ok, la faccenda "chi un serpente, chi due" l'ho messa giù un po' per ridere. Ma resta un fatto, non proporzionale al numero dei serpenti, cioè che il peso simbolico di guarigione, medicina, assistenza ai malati è infinitamente grande. E si può ben capire la moderna sovrapposizione dei piani: religione/scienza, sacro/profano.

Oggi mi verrebbe da dire che è assai disonesto giocare pesantemente (e politicamente) su questa sovrapposizione, che la cosa sia cosciente o meno . Per carità, a lascienza hanno giocato tanti, ma i medici erano la schiacciante maggioranza della popolazione che lo facvea. E che ci siano medici che fanno ricerca lo so bene (con qualcuno di loro ci ho pure lavorato, in passato). Qualcuno di loro provò a dire la sua, in tempi pandemici, e provò a farlo su un social nework. Non fu precisamente né ignorato né bene accolto: fu invece omologato agli antivaccinisti e, sempre su quel social network, fu bersagliato con manciate di fango e peggio (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/02/con-quella-faccia-li.html). Ma penso che il punto sia chiaro quanto basta. Non era amor di scienza, ma puro integralismo zelota quel che motivava gli attacchi (non solo di tizi qualunque, ma pure di accademici di molto minor fortuna che, chissà, forse perseguivano un personale riscatto su isocial).

Solo rimuovendo il carico archetipico a cui ho accennato si potrebbe fare un discorso pubblico pienamente scientifico in medicina, sempre che sia possibile (i tempi pandemici direbbero che la possibilità è esigua, vedasi https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/02/coronavirus-lhail-mary-protocol.html e https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/05/il-foyes-e-i-case-studies.html).

Ma il carico archetipico costituisce un vantaggio irrinunciabile, per molti, vantaggio che è stato massicciamente usato quando più era usabile e travisabile, cioè nell'evento epidemico - un evento politico con risvolti medici, ricordiamolo. A tutti gli effetti per la classe medica giocare la carta della classe sacerdotale viene ed è venuto facile, con un background del genere. Facile ed efficace. Ma che tutto questo sia stato accompagnato da discorsi sul metodo scientifico, da parte di praticanti di una disciplina che scienza non è, è quanto meno grottesco. Grottesco e deleterio, perché ormai "scienza" nel discorso pubblico è praticamente identificabile con pensiero magico. E quindi ogni genuina laicità è stata il più delle volte bollata come eresia.

Nota: Roberto Calasso (https://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Calasso), oltre a saper raccontare la mitologia greca come nessun altro, fu il patron di Adelphi. Adelphi, come è stata negli 80 fino ai 90, è  stata una casa editrice che non può avere rilevanza nell'Italia di oggi - infatti è da tempo più o meno un'editore come tanti altri e la sua storia vive solo nel suo catalogo. Ma la mia adolescenza e la mia gioventù sono stati segnati da libri pubblicati da Adelphi, da La nascita della filosofia di Giorgio Colli a Goedel, Escher, Bach di Douglas Hofstadter passando per La gaia scienza di Niezsche. Erano tempi più civilizzati.


lunedì 20 novembre 2023

GLI SPORTIVI E I MULLAH

 

https://www.rainews.it/tgr/piemonte/articoli/2023/11/jannik-a-nole-sei-unispirazione-per-tutti-ma-soprattutto-per-i-giocatori-b4088bbe-c57f-4d66-9ad7-eef9256b2781.html

Sinner fa un discorso da sportivo. Il mullah Omar, ops, scusate, un luminare della medicina mondiale no.

https://www.repubblica.it/sport/tennis/2023/11/15/news/burioni_covid_tweet_djokovic_sinner-420412964/

Perché c'è un momento per le lezioni in tv e uno per arringare i talebani, come quello che aveva fatto qualche giorno prima. Perché la teodicea de Lascienza dice che, a seconda delle tue private e personali scelte, non solo verrai maledetto nei secoli dai fedeli, ma ci saranno anche conseguenze materiali: non vincerai, la tua attività professionale o il tuo lavoro andranno a schifio etc etc etc.

Mi sa che c'è bisogno di un aiutino: che roba è la teodicea? Roba che non si mangia

 "Parte della teologia naturale che, trattando della giustizia di Dio, mira a conciliare la presenza del male nel mondo con la bontà divina". In breve "In hoc signo vinces" e "omnia munda mundis" interpretato come "ai giusti il successo nella vita" (mentre in realtà piove sui giusti e sugli ingiusti, e poi: qual'è la definizione scientifica di "un giusto"?).

Ma si sa: non sono aggiornato, sono obsoleto e quindi non sapevo che la teodicea era diventata uno dei principi irrinunciabili del metodo scientifico. Cercherò di ovviare con un corso di aggiornamento. Anzi, no.




domenica 19 novembre 2023

LA FINE DELLA SCIENZA

 

https://www.wired.it/article/evoluzione-sistemi-non-viventi-nuova-legge-natura-incremento-informazione-funzionale/

Personalmente quando leggo o sento "termodinamica dell'informazione" o passo oltre o ho una smorfia di disgusto. Perché si parte dalla buonanima di Boltzmann per arrivare a un impalcatura teorica che pur avendo avuto i propri momenti fighi (Feynman), alla fine ha potuto contare su un paio di conferme sperimentali molto tirate per i capelli in qualcosa come un'ottantina di anni (https://en.wikipedia.org/wiki/Entropy_in_thermodynamics_and_information_theory). Qualcuno poi avrà capito che quanto a discorsi sull'entropia sono estremamente sensibile, quindi quando sento o leggo certa roba posso reagire pure molto male. Tipo quando si parla di una seconda legge dell'infodinamica che va in senso contrario al secondo principio della termodinamica: per qualcuno sarà tutto molto bello, ma forse è meglio lasciare la termodinamica fuori dal quadro, perché non c'entra una tubo (https://www.wired.it/article/matrix-universo-simulazione-nuova-teoria-fisica-infodinamica/).

Ma non c'è stato chiacchericcio solo sul' "univeso simulazione" e questa seconda legge dell'infodinamica. Qualcuno ha deciso di andare oltre e propone una nuova legge dell'universo (https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2310223120). Il riassunto lo potete trovare nel link di Wired sotto l'immagine all'inizio del post. L'articolo espone una congettura, ma fondamentalmente più che proporre una nuova legge dell'universo propone un nuovo criterio di descrizione dei sistemi naturali: l'informazione funzionale come funzione del grado di funzionalità (non vi preoccupate, suona orrendo anche in inglese), I(Ex). Questa nuova descrizione viene dall'analisi di un qualsiasi set di dati sperimentali, fossero pure inerenti un singolo specifico sistema? No. Ci si augura che qualcuno ci lavori.

La velocità di evoluzione di alcuni sistemi può essere influenzata artificialmente. Il formlaismo dell'informazione funzionale suggerisce che la velocità di evoluzione di un sistema può essere aumentata in tre modi: 1) aumentando il numero o la diversità degli agenti che interagiscono agents, 2) aumentando il numero delle diverse configurazioni del sistema e/o 3) migliorando la pressione evolutiva sul sistema (per esempio nei sistemi chimici da più frequenti cicli riscaldamento/raffreddamento o di inumidimento/essiccamento) Futuri esperimenti sull'evoluzione chimica e simulazioni di sistemi a evoluzione artificiale possono essere capaci di ottenere misure quantitative riguardo a quanto la velocità di evoluzionepossa essere aggiustata variando parametri importanti e driving forces.

Se la cosa vi sembra oscura, quando parlano di "evoluzione di sistemi chimici" hanno in testa l'abiogenesi.

Porre l'evoluzione verso la complessità come legge dell'universo sarà anche sexy, per qualcuno, ma tanto per cambiare ci si scontra con leggi con fondamenta solide come il granito: un processo quale che sia, quindi anche un processo evolutivo verso la complessità, deve portare a una differenza entropia dell'universo uguale o maggiore di zero. Al che quale sarebbe la driving force del processo evolutivo? L'infodinamica? Ma per favore... Next step più probabile? 0 dati sperimentali ma qualche simulazione al computer molto colorata.

Tutto questo, praticamente, è Prigogine ignorando Prigogine e lasciando fuori le basi della termodinamica (fu Prigogine, 70 anni fa, a descrivere l'ordine ottenuto dal caos, ovvero strutture dissipative la cui organizzazione massimizza la produzione di entropia). E quindi? E quindi  si va a mode, ragazzi, non è che si scherza (citando qualcuno).

Questa è fenomenologia da fine della scienza: le grandi leggi della natura le abbiamo già trovate, il resto è al momento fuori portata, quindi ci si diletta in congetture e pinzillachere. Il video di Sabine Hossenfelder è perfetto, al riguardo e ha pure un rapidissimo riferimento a questa storia della nuova legge dell'universo.

Per anticipare le proteste: una missione con equipaggio umano su Marte non sarebbe scienza, ma tecnologia. Cioè non aggiungerebbe nulla a quello che sappiamo sulle leggi della natura. Ma questo sarà l'argomento di un altro post.



Quindi sì, la scienza sta morendo e pure piuttosto male.

giovedì 16 novembre 2023

SERIE: LEZIONI DI CHIMICA

 


Lezioni di chimica è ufficialmente la serie preferita di questo blog, di questi tempi. Potrei iniziare a enumerare i motivi, ma non credo che sia necessario. Vedetevela, legalmente o no. C'è chimica, fenomenologia dell'accademia e dintorni e molto altro. E' una di quelle fiction che parlano della realtà più degli annali e dei microfilm delle prime pagine dei giornali o dei loro analoghi nell'era digitale. Non cambia niente. E' il contenuto, o il "messaggio", che conta. That's all, folks.


martedì 14 novembre 2023

LETTERA APERTA DI GIORNALISTI SU GAZA

 

Ci sono giornalisti che non sono nel mucchio dei servi dei servi dei servi, rispetto alla media italiana. La stampa italiana è puro servilismo al 99% (i servi dei servi dei servi dei servi) con p-value 0.000001. Per fortuna esiste un 1% diverso.

Rilancio la traduzione:

Condanniamo l’uccisione di giornalisti a Gaza da parte di Israele e chiediamo l’integrità nella copertura mediatica occidentale delle atrocità di Israele contro i palestinesi.

La devastante campagna di bombardamenti di Israele e il blocco dei media a Gaza minacciano la raccolta di notizie in un modo senza precedenti. Non abbiamo molto tempo.

Più di 11.000 palestinesi sono stati uccisi durante le quattro settimane di assedio israeliano. Nel crescente bilancio delle vittime ci sono almeno 35 giornalisti, secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti, in quello che il gruppo definisce il conflitto più mortale per i giornalisti da quando ha iniziato a monitorare le morti nel 1992. Molti altri sono stati feriti, detenuti, scomparsi o hanno visto i loro familiari uccisi. 

Come reporter, redattori, fotografi, produttori e altri lavoratori delle redazioni di tutto il mondo, siamo sconvolti dal massacro dei nostri colleghi e delle loro famiglie da parte dell’esercito e del governo israeliano. 

Scriviamo per sollecitare la fine della violenza contro i giornalisti a Gaza e per chiedere ai responsabili delle redazioni occidentali di essere lucidi nel coprire le ripetute atrocità di Israele contro i palestinesi.  

I giornalisti nella Striscia di Gaza assediata stanno affrontando estese interruzioni di corrente, carenza di cibo e acqua e un collasso del sistema sanitario. Sono stati uccisi mentre lavoravano visibilmente come giornalisti, così come di notte nelle loro case. Un’indagine di Reporter Senza Frontiere mostra anche che i giornalisti sono stati deliberatamente presi di mira durante due attacchi israeliani del 13 ottobre nel sud del Libano, che hanno ucciso l’operatore video di Reuters Issam Abdallah e ferito altri sei giornalisti.

Anche le famiglie dei giornalisti sono state uccise. Wael Dahdouh, capo dell’ufficio di Al Jazeera a Gaza e un nome familiare nel mondo arabo, ha appreso in onda il 25 ottobre che sua moglie, i suoi figli e altri parenti erano stati uccisi in un attacco aereo israeliano. Un attacco del 5 novembre contro l’abitazione del giornalista Mohammad Abu Hassir della Wafa News Agency ha ucciso lui e 42 membri della famiglia.

Israele ha bloccato l’ingresso della stampa straniera, limitato pesantemente le telecomunicazioni e bombardato gli uffici stampa. Nell’ultimo mese sono state colpite circa 50 sedi dei media a Gaza. Le forze israeliane hanno esplicitamente avvertito le redazioni che “non possono garantire” la sicurezza dei loro dipendenti dagli attacchi aerei. Considerate la prassi decennale di prendere di mira letalmente i giornalisti, le azioni di Israele mostrano una soppressione della libertà di parola su vasta scala.

Il Sindacato dei giornalisti palestinesi ha esortato i giornalisti occidentali a condannare pubblicamente gli attacchi contro i giornalisti. “[Chiediamo] ai nostri colleghi giornalisti di tutto il mondo di agire per fermare l’orribile bombardamento del nostro popolo a Gaza”, ha affermato il gruppo il 31 ottobre in una dichiarazione pubblica.

Stiamo ascoltando quella chiamata. 

Siamo al fianco dei nostri colleghi di Gaza e annunciamo i loro coraggiosi sforzi di riferire nel mezzo della carneficina e della distruzione. Senza di loro, molti degli orrori sul territorio rimarrebbero invisibili. 

Ci uniamo alle associazioni della stampa tra cui Reporter Senza Frontiere, l’Associazione dei giornalisti arabi e mediorientali e la Federazione internazionale dei giornalisti nel chiedere un impegno esplicito da parte di Israele per porre fine alla violenza contro giornalisti e altri civili. Le redazioni occidentali traggono enormi benefici dal lavoro dei giornalisti di Gaza e devono adottare misure immediate per chiedere la loro protezione.

Riteniamo anche le redazioni occidentali responsabili della retorica disumanizzante che è servita a giustificare la pulizia etnica dei palestinesi. Doppi standard, imprecisioni ed errori abbondano nelle pubblicazioni americane e sono stati ben documentati. Più di 500 giornalisti hanno firmato una lettera aperta nel 2021 in cui esprimono la preoccupazione che i media statunitensi ignorino l’oppressione dei palestinesi da parte di Israele. Eppure la richiesta di una copertura equa è rimasta senza risposta.

Le redazioni hanno invece minato le prospettive palestinesi, arabe e musulmane, liquidandole come inaffidabili e hanno invocato un linguaggio provocatorio che rafforza i cliché islamofobici e razzisti. Hanno pubblicato la disinformazione diffusa dai funzionari israeliani e non sono riusciti a controllare l’uccisione indiscriminata di civili a Gaza, commessa con il sostegno del governo degli Stati Uniti. 

Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, in cui più di 1.200 israeliani, tra cui quattro giornalisti, sono stati uccisi e altri 240 circa sono stati catturati, questi problemi si sono aggravati. La copertura giornalistica ha posizionato l’attacco come il punto di partenza del conflitto senza offrire il necessario contesto storico: che Gaza è di fatto una prigione di rifugiati provenienti dalla Palestina storica, che l’occupazione israeliana è illegale secondo il diritto internazionale e che i palestinesi vengono bombardati e massacrati regolarmente dal governo israeliano.

Gli esperti delle Nazioni Unite hanno avvertito di essere “convinti che il popolo palestinese sia a grave rischio di genocidio”, ma i media occidentali rimangono riluttanti a citare esperti di genocidio e a descrivere accuratamente la minaccia esistenziale in corso a Gaza.

Questo è il nostro compito: chiedere conto al potere. Altrimenti rischiamo di diventare complici del genocidio.

Rinnoviamo l’appello ai giornalisti affinché dicano tutta la verità senza timori o favoritismi. Affinché utilizzino termini precisi ben definiti dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani, tra cui “apartheid”, “pulizia etnica” e “genocidio”. Affinché riconoscano che distorcere le parole per nascondere le prove di crimini di guerra o dell’oppressione dei palestinesi da parte di Israele è una negligenza giornalistica e un’abdicazione alla chiarezza morale.

L’urgenza di questo momento non può essere sopravvalutata. È imperativo cambiare rotta.

(https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/26769-rivista-paginauno-gaza-lettera-aperta-di-900-giornalisti-i-media-non-devono-nascondere-le-ripetute-atrocita-di-israele-i-termini-corretti-sono-genocidio-e-pulizia-etnica.html)


domenica 12 novembre 2023

SI SAPEVA CHE ERA POLITICA, ORA E' NERO SU BIANCO

 

https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/25134-michele-manfrin-si-pensava-fosse-scienza-invece-era-speranza.html

Come riportato negli stralci pubblicati negli ultimi giorni, si legge che il 6 aprile del 2020 Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e allora portavoce del Comitato Tecnico Scientifico instituito durante la dichiarata emergenza legata al Sars-Cov2, manda dei grafici e dei dati a Roberto Speranza, allora Ministro della Salute, circa l’andamento epidemico positivo nel Paese per concordare la linea da adottare. In quel periodo la discussione prevedeva la possibilità, sulla base dei dati scientifici in possesso al CTS, di riaprire alcune attività dopo mesi di lockdown, la cui fine sarebbe arrivata un mese dopo. Speranza risponde a Brusaferro dicendo: «Domani tieniti sulle curve all’inizio [intese quelle del contagio, ripetute con bollettino giornaliero]. Poi vediamo domande. Due avvertimenti: 1) tutto quello che direte può finire fuori alla stampa. 2) se vogliamo mantenere misure restrittive conviene non dare troppe aspettative positive». A queste parole, Brusaferro risponde: «Ok. Quindi niente modelli come quello che ti ho mandato. Ci raccordiamo domani. Buonanotte». Dopo che, il giorno dopo, il Presidente dell’ISS e membro del CTS aveva svolto il compito dettato da Speranza, l’ex Ministro della Salute scrive: «Ottimo. Tenete duro ora». Brusaferro risponde in cerca di conferma: «Sufficiente?». Speranza ribadisce: «Ottimo». Brusaferro interroga Speranza sulla linea da tenere: «Glielo diciamo? Che prevediamo sempre la chiusura?». Speranza sentenzia: «Si. Chiaramente».

Oggi il funzionamento del meccanismo di gestione della pandemia in Italia viene messo nero su bianco, e non dall'apposita Commissione parlamentare, ma dalla documentazione raccolta dalla magistratura. Non è precisamente una novità, nel 2020 Miozzo, inventore dell'inutilissima mascherina di comunità che comunque doveva essere usata, aveva già spiegato come andavano le cose (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/09/come-si-gestisce-la-sanita-pubblica-col.html).

Quindi più di uno aveva capito di che ragia si trattasse, ai tempi, e già un annetto fare si potevano tirare le conclusioni (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/12/yes-it-was-yes-it-is.html). L'agenda politica fatta di stronzate era percepibile fin da prima dalla dell'autocelebrativo libro di Speranza Perché guariremo, velocemente pubblicato e poi ritirato nell'autunno del 2020, in cui il ministro raccontava del suo sforzo eroico per far sdoganare quelle mascherine farlocche. 

Una nota su una presenza politica in quelle riunioni con il CTS: c'era anche la Zampa (https://it.wikipedia.org/wiki/Sandra_Zampa), al tempo sottosegretaria alla salute. Una, che quando la pressione politica per la composizione del governo Draghi risparmiò Speranza, passò da sottosegretaria a esperta (imbullonata saldamente al ministero, ovviamente esperta, sì, di politica PD). Fiera sostenitrice delll'estensioni più estreme del green pass all'italiana (https://www.open.online/2021/07/19/covid-19-zampa-green-pass-supermercati/), la signora da vera esperta ha iniziato un percorso di smarcamento (https://www.youtube.com/watch?v=JmOThuwsQ7Q&t=50s). Ma era lì in quelle riunioni in cui la politica dettava la linea.

"Non disturbate il guidatore", dicevano. Ma al volante c'era un incapace con evidenti manie di grandezza e gonfio di vuote parole.

 

Verrebbe da commentare che no, l'Italia oggi non è un grande paese e quindi si merita ducetti come lui e come quelli che a lui sono seguiti. Un tribunale politico? Ma magari! Pronto a scommettere sulla completa inutilità e inefficacia della commissione parlamentare. Però un po' di annali sarebbe bene iniziare a scriverli giusti. Tante volte uno storico volesse pubblicare un libro sulla pandemia in Italia, chissà.

Ricordatevi che ai tempi medici e accademici divorati dal fervore per il giusto, scientificamente opinabile o inconsistente, rilanciarono quella linea di gestione come indiscutibile - notare nel brano Brusaferro sulle scuole e quanto la loro chiusura non avesse basi. Una gestione indiscutibile nonostante statistiche che gridavano vendetta al cielo (numeri rilevati inferiori all'errore sulla rilevazione stessa, quindi non significativi).

Ora probabilmente si dirà che i decisori agirono male ma ottenendo un risultato sacrosanto e "scientifico". E che il problema della Svezia, a cui furono indirizzate tonnellate di fango, è che agirono male ottenendo un risultato esecrabile e ascientifico. Perché alla fine conta solo quel che è giusto per giusti. Per questo il dibattito scientifico fu impossibile quasi da subito e la cosa qua sopra e altrove fu ribadita più di una volta (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/03/onesta-nellopposizione-tra-opinioni.html).

Quindi sì, bene riperlo: erano le stronzate dell'agenda politica di qualcuno.


giovedì 9 novembre 2023

ISOMORFISMI, LE BASI, LA FEDE NELLA SCIENZA

(Riguardo gli isomorfismi https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/07/isomorfismi-caos.html)

Cosa è un campo vettoriale? Uno spazio dove in ogni punto è definito un vettore.

Detta così sembra astrusa e astratta, ma ognuno di noi dentro a uno spazio vettoriale ci vive: vive dentro il campo gravitazionale della Terra. In ogni punto in cui ci spostiamo è definito un vettore che punta verso il centro del pianeta, che è la forza gravitazionale, per cui camminamo e cadiamo ma non galleggiamo in aria. Ma ad ogni punto è associata anche un'energia potenziale: se siete su un ponteggio a 30 metri dal suolo la vostra energia potenziale è maggiore di quella di chi sta per strada sotto di voi.

Il campo gravitazionale del sistema Terra-Luna

Come un campo elettrico, il campo gravitazionale è un campo conservativo. Questo significa che l'energia potenziale di un corpo (di una carica, nel campo gravitazionale) è propria della sua posizione rispetto al centro della massa che provoca il campo. Se solleviamo un corpo di 10 metri e poi lo riportiamo a terra la sua energia potenziale alla fine del percorso rimane quella di partenza. L'energia potenziale del corpo che si muove in un campo gravitazionale dipende unicamente dalla sua posizione. Cioè è indipendente dal percorso fatto dalla posizione iniziale a quella finale. Questo ha a che fare con (o è descrivibile da) le proprietà del differenziale dell'energia potenziale come la abbiamo definita: il differenziale dell'energia potenziale è un differenziale esatto.

Un tanto al chilo, diciamo che una forma differenziale è una funzione i cui argomenti sono differenziali (per i differenziali vedasi qua https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/01/dinamiche-equazioni-differenziali.html). Per due variabili x e y la forma differenziale 𝝎 sarà 𝝎(dx, dy) (in realtà per una definizione corretta servirebbero molta matematica e molte precisazioni riguardo lo spazio in cui la forma differenziale è definita).

In generale, sia 𝝓 un percorso chiuso, regolare e/o a tratti definito in uno "spazio opportuno" e sia 𝝎 una forma differenziale definita nello stesso spazio. Se


allora la forma differenziale è detta esatta. 

Perché la generalizzazione? Perché questa cosa accade in contesti molto diversi tra di loro, per esempio in termodinamica. In passato ho postato qualcosa al riguardo (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/01/forme-differenziali-e-termodinamica.html), ma è bene espandere il discorso. In quel video non vedete integrali su un percorso chiuso, ma si mostra come dU sia esatto con un altro metodo: si mostra che dU è chiuso

Anche qua bene generalizzare. Prendiamo 𝝎 definita come sopra e come sopra ammettiamo che sia funzione dei differenziali delle due variabili, x e y

Se 

 

Allora la forma differenziale è detta chiusa (è il metodo delle derivate in croce).  Una trattazione abbastanza esaustiva la trovate qua. A noi ora basta dire che la chiusura non è condizione sufficiente per definire l'esattezza di una forma differenziale, ma se 𝝎 è chiusa e lo spazio in cui è definita è un insieme stellato (in cui ogni segmento che unisce un punto al centro dell'insieme è interamente contenuto nell'insieme) allora 𝝎 è anche esatta (e la cosa può essere dimostrata). Lo spazio in cui è definita una funzione di stato non ha "buchi", per così dire, e per questo quanto esposto nel video sta in piedi. 

E' però più facile parlare di funzioni di stato usando i percorsi e in particolare i percorsi chiusi.  Cominciamo con l'entalpia, H, che è una misura del contenuto di calore di un sistema. La legge di Hess ci dice che la differenza di entalpia tra reagenti e prodotti di reazione è la stessa qualsiasi siano i prodotti intermedi. Che è come dire che l'entalpia del sistema dipende dal suo stato iniziale e da quello finale indipendentemente dal percorso che si fa per arrivare dall'uno all'altro.

Quanto a percorsi chiusi prendiamo quello più noto, cioè il ciclo di Carnot (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/entropy-in-uk.html), e facciamolo guardando all'entropia del sistema (S).

Prendiamo A come punto di inizio del ciclo. Durante il ciclo è stato svolto lavoro, è stato scambiato calore (quindi l'entropia "dell'universo" è aumentata). Per la precisione dal grafico potete vedere che l'entropia del sistema non varia nei tratti adiabatici del percorso (in cui non viene scambiato calore) mentre varia nei tratti isotermi (in cui il sistema è scaldato o raffreddato). Ma alla fine del ciclo l'entropia del sistema è rimasta la stessa. Per il sistema l'integrale di dS lungo il percorso chiuso è uguale a 0.

Quindi poco da fare, le funzioni di stato della termodinamica sono isomorfe all'energia potenziale in un campo conservativo.

Queste a molti sembreranno banalità. Ad altri risulteranno roba poco comprensibile.Ma entrambi i gruppi dovrebbero interrogarsi su un punto: perché queste incomprensibili banalità non trovano cittadinanza nella "narrazione della scienza", AKA "comunicazione della scienza" o "divulgazione", mentre invece sono state scritte tonnellate di idiozie a proposito di S e secondo principio della termodinamica e altrettante se ne diranno e scriveranno? La risposta forse la troviamo in quella (disprezzata) filosofia che però storicamente fu alla radice del pensiero scientifico: il Novum Organum di Francis Bacon.

Gli idoli e le false nozioni che sono penetrati nell’intelletto umano fissandosi in profondità dentro di esso, non solo assediano le menti in modo da rendere difficile l’accesso alla verità, ma addirittura (una volta che quest’accesso sia dato e concesso) di nuovo risorgeranno e saranno causa di molestia anche nella stessa instaurazione delle scienze: a meno che gli uomini, preavvertiti, non si agguerriscano per quanto è possibile contro di essi. Quattro sono i generi di idoli che assediano la mente umana.

Gli idoli della tribù sono fondati sulla stessa natura umana e sulla stessa tribù o razza umana. Pertanto si asserisce falsamente che il senso è la misura delle cose. Al contrario, tutte le percezioni, sia del senso sia della mente, derivano dall’analogia con l’uomo, non dall’analogia con l’universo.
L’intelletto umano è simile a uno specchio che riflette irregolarmente i raggi delle cose, che mescola la sua propria natura a quella delle cose, le deforma e le travisa.

Gli idoli della spelonca sono idoli dell’uomo in quanto individuo. Ciascuno infatti (oltre alle aberrazioni proprie della natura umana in generale) ha una specie di propria caverna o spelonca che rifrange e deforma la luce della natura, o a causa della natura propria e singolare di ciascuno, o a causa dell’educazione e della conversazione con gli altri, o della lettura di libri e dell’autorità di coloro che vengono onorati e ammirati, o a causa della diversità delle impressioni a seconda che siano accolte da un animo già condizionato e prevenuto o sgombro ed equilibrato.
Cosicché lo spirito umano (come si presenta nei singoli individui) è così vario e grandemente mutevole e quasi soggetto al caso. Perciò giustamente affermò Eraclito che gli uomini cercano le scienze nei loro piccoli mondi privati e non nel più grande mondo a tutti comune.(https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/lontano-dallequilibrio-da-2500-anni.html , NdCS)

Vi sono poi gli idoli che derivano quasi da un contratto e dalle reciproche relazioni del genere umano: li chiamiamo idoli del foro a causa del commercio e del consorzio degli uomini. Gli uomini infatti si associano per mezzo dei discorsi, ma i nomi vengono imposti secondo la comprensione del volgo e tale errata e inopportuna imposizione ingombra straordinariamente l’intelletto.
D’altra parte le definizioni o le spiegazioni, delle quali gli uomini dotti si sono provveduti e con le quali si sono protetti in certi casi, non sono in alcun modo servite di rimedio. Anzi, le parole fanno violenza all’intelletto e confondono ogni cosa e trascinano gli uomini a innumerevoli e vane controversie e finzioni.

Vi sono infine gli idoli che sono penetrati nell’animo degli uomini dai vari sistemi filosofici e dalle errate leggi delle dimostrazioni. Li chiamiamo idoli del teatro perché consideriamo tutte le filosofie che sono state accolte e create come altrettante favole presentate sulla scena.

E occorre dire che qualche secolo dopo il tutto continua a a reggere, anche se oggi si enfatizzano gli idola theatri, le favole presentate sulla scena.

Gli idola in Bacone sono la pars destruens. La pars construens è costituita dalle tabulae: registrazione di quando il fenomeno si verifica, di quando non si si verifica e del grado (quantità) con cui si verifica: le radici di un approccio quantitativo e analitico. L'approccio che fu usato da Boyle, che a Bacone doveva molto (\https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-2x-by-starbuck.html).

Ed è esattamente questo approccio che da tempo si è perso completamente nel discorso "scientifico" pubblico. Un approccio del resto incompatibile con quella mitologia della "scienza" che, di fatto, è il centro costitutivo di una nuova pseudoreligione, veicolata da un catechismo da scuola elementare (https://www.sinistrainrete.info/societa/21518-andrea-zhok-credere-nella-scienza.html). E pare sia inutile sbracciarsi per dire che nessuna disciplina scientifica è fatta per dare un senso umano a qualcosa (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/10/il-senso-e-la-sfiducia.html). Ma del resto i protagonisti odierni degli idola theatri sono quelle/i definibili come neoistruiti: formati all'effimero senza alcuna cultura nella definizione classica del termine, perdipiù profondamente ostili al concetto di classicità. Piccolo problema: lo stesso concetto di pensiero scientifico è classico. Elaborabile, discutibile e tutto il resto, a quello che mi dicono da Popper a Lakatos. Ma resta il fatto che una formazione fondata sull'effimero è scritta sulla sabbia di un bagnasciuga: svanisce in un niente e svanendo in un niente è buona per ogni effimera stagione (leggasi la moda del momento). Ma resta un niente, anche se spesso è ampiamente glorificato - nell'oggi, domani sparirà e si predisporrà per un un nuovo e conveniente effimero.

So much for the useless philosophy.

 

martedì 7 novembre 2023

ISOMORFISMI (RELOADED)

 


"Isomorfo a" significa "avere la stessa forma di" (più nel dettaglio https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/07/isomorfismi-caos.html).

Il che può sembrare banale finché non ci si sofferma su "forma". 

fórma s. f. [lat. fōrma]. – 1. a. L’aspetto esteriore con cui si configura ogni oggetto corporeo o fantastico, o una sua rappresentazione

Finché ci si ferma ad "aspetto esteriore" tutto bene per tutti. Ma che dire delle rappresentazioni?

Per esempio tra gli oggetti fantastici ci sono le descrizioni matematiche di fenomeni e gli oggetti geometrici. Un poligono con 4 angoli e equilatero: sulla base di questa formalizzazione un rombo equilatero e un quadrato sono isomorfi.

E l'andamento della concentrazione di una soluzione in funzione del numero delle diluizioni ha la stessa forma del decadimento radioattivo - entrambi esponenziali con esponente negativo, quindi tendono a 0 nello stesso modo - il che non vuol dire che sono identici, come non sono identici un qualsiasi rombo equilatero e un quadrato. Il concetto vi è più familiare di quel che credete: tornando nel campo degli aspetti esteriori nessun essere umano è identico all'altro (tranne rare eccezioni), ma voi li riconoscete tutti come esseri umani.

Ne deriva, anche se a molti spiacerà, che la cifra del decadimento occidentale in genere e italiano in particolare (molto più accentuato) sia costituita da fenomeni isomorfi nella comunicazione mediatica e di quello che del dibattito i media pubblicizzano: l'ormai dimenticato dibattito sull'obbligo vaccinale del 2016-2017 è isomorfo a quello che ci fu sulla guerra in Siria, che è isomorfo a quello che c'è stato in due anni di COVID, che è isomorfo a quello sulla guerra in Ucraina che è isomorfo a quello su Gaza, Israele, Hamas.

Ma potremmo dire che parlare di isomorfismi sia decisamente eccessivo. E' semplicemente lo stesso maledetto film e gli attori sono più o meno sempre gli stessi anche se ogni tanto si scambiano le parti. La cosa sorprendente è che gran parte della gente non se ne renda conto o non se ne curi. Forse lo trova naturale, chissà. Forse era così anche 40 anni fa, anche se allora la storia me la ricordo molto diversa. Però, indipendentemente da quello che mi ricordo, certe fonti dell'epoca mi rammentano che a quei tempi le cose non erano poi così diverse. Per esempio l'immarcescibile questione delle fonti, maltrattata come non mai negli ultimi cinque anni: esisteva anche ai tempi, e Andrea Pazienza la inquadrava nel modo più corretto.

(al netto del fatto che magari avercelo, oggi, il PCI di quegli anni...)


domenica 5 novembre 2023

SCRIVERE DI SCIENZA?

https://archive.org/details/lescienze-160/mode/2up?view=theater

(La rete ha memoria, ma certe cose vanno riproposte a cadenze regolari)

C'era una volta "Le Scienze". Ci tenevano rubriche Douglas Hofstadter, che mi iniziò a feedback e ricorsività, e Martin Gardner, allora. E se scorrete le pagine di questo numero del 1981 vi renderete conto di quanto la proposta editoriale dei tempi fosse radicalmente diversa da quella odierna - indipendemente da considerazioni sullo spessore degli autori specie dell'edizione italiana, che sarebbero pure doverose... 

Ecco, se si parla di "scrivere di scienze" a me viene in mente uno standard delineato da Scientific American e New Scientist fino a tutti gli anni 80. Quanto a trattare argomenti scientifici d'attualità nel dibattito pubblico non posso non ricordare il magistrale classico di Robert May e Roy Anderson The Logic Of Vaccination (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/la-logica-della-vaccinazione-1982-uk.html). Un classico che segna l'abisso tra il livello e la qualità con cui allora vennero trattati questi temi e quello che perlopiù oggi si chiama "divulgazione" o science writing : nessuno specie in Italia negli ultimi cinque anni ha voluto né saputo trattare il tema "vaccinazioni" in questo modo, anzi, cinque anni fa, quando qualcuno ripropose questo testo, venne perlopiù tacciato di eresia (dai più imbecilli fu classificato come materiale obsoleto). Il fatto è che May e Anderson conoscevano e capivano bene la materia, perché ci lavoravano assieme da qualche anno. Lo science writer tricolore degli ultimi anni non solo non aveva una specifica conoscenza al riguardo, ma neanche gli strumenti concettuali per comprendere il tema, quindi si affidava ad una "comunità medica" che al riguardo, purtroppo, era altrettanto incompetente. E il risultato si è visto negli anni, dai tempi del furioso dibattito su morbillo e obbligo vaccinale fino agli ultimi due anni quando l'unico vocabolo ammesso è stato "esponenziale", che la curva flettesse o che calasse. E ogni increspatura della linea di fondo diventava l'inizio di un nuovo picco epidemico.

Ma torniamo allo "scrivere di scienze". Se leggo alcuni titoli suggeriti da Nature (https://www.nature.com/articles/d41586-022-04236-9?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=71486d0211-briefing-dy-20221202&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-71486d0211-44112225) non vedo niente che mi interessi (pandemie e clima sono questioni politiche, la scienza non c'entra niente), ma mi appaiono  significativi: seguono il mercato. Ma è a questo che ci si riferisce mediamente in Italia quando si parla di alfabetizzazione scientifica: educazione ai temi (e alla loro vulgata corrente), non educazione al metodo - nonostante la vasta platea di scientificamente incompetenti che "diffondono scienza" si riempiano la bocca di "metodo scientifico". Educare al metodo significa in primis educare alla pratica, e spiace dirlo, in tante scuole superiori il laboratorio di scienze era un relitto del passato in disuso già negli anni 80 dello scorso secolo.

Quando chi scrive di scienze viene dalla pratica scientifica di solito la cosa si capisce, o almeno io la percepisco bene. Un caso emblematico è "L'universo a raggi X" di Giacconi. Ma trovai anche affascinanti le doti di scrittura di Lisa Randall. Dimenticate per un attimo il contesto del suo "Passaggi Curvi" (2006), cioè le fazioni pro e contro teoria delle stringhe, gravità quantistica e tutto il resto. E dimenticate assolutamente il marketing del libro ("La Randall ha aperto le porte del multiverso"). Fu in primis un brillantissimo tentativo di scrivere la storia della fisica recente senza mezza equazione ma minimizzando la perdita di informazioni, e per me si trattò di un tentativo riuscito ( secondo altri , che poi si sono trovati perfettamente a loro agio con "Cinque Lezioni di Fisica" di Carlo Rovelli, il testo della Randall è molto difficile).

Il successivo "Bussando alle porte del cielo" (2012) uscì quasi in contemporanea con il rilevamento del bosone di Higgs a LHC. Il che costrinse l'autrice a scrivere una lunga in prefazione e una più lunga introduzione. Scrivere libri sulla fisica, contemporanea e in prospettiva storica in quel periodo era un lavoro estremamente rischioso. Forse anche per questo all'epoca il testo della Randall lì per lì mi deluse. A distanza di più di 10 anni lo ho riaperto e lo ho trovato significativo per più di un aspetto. 

Primo, il ribadire il ruolo che le leggi fisiche hanno, o non hanno, a seconda della scala su cui il fenomeno si verifica, tutt'altro che comune nella divulgazione scientifica, specie in Italia (trattai brevemente la cosa qua: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/10/chimica-gravita-posizione-del-sole.html ). Se si è perso il conto di quelli che si sono lanciati contro la meccanica quantistica tirata fuori a sproposito, dall'altra parte con balestre tese e compagnia bella si è caduti esattamente nello stesso schema, tirando in ballo Einstein dove la relatività non ha alcun ruolo significativo (i fenomeni descritti da meccanica e termodinamica classica). 

Secondo, il racconto dei rapporti dell'autrice con interlocutori al di fuori dal "mestiere della scienze": sceneggiatori, giornalisti, politici. Ed è qualcosa che ci ricorda che in USA certi fenomeni iniziano con una decina di anni di anticipo rispetto all'Italia (la difficoltà del rapporto con il "grande pubblico", che di solito recepisce le conoscenze scientifiche in modo malamente distorto) .

Terzo: l'attenzione alla parte sperimentale, dalla costruzione di LHC e degli esperimenti fino al problema dei dati e come trattarli.

Quarto: il piglio di chi con l'evidenza sperimentale si è misurato, rispettandola. E qua non posso non citare:

Fare previsioni precise e affidabili è un'impresa difficile. Anche quando ci si adopera per il meglio, per modellizzare tutto ciò che è importante, le variabili in ingresso e le ipotesi introdotte in un certo modello influenzano significativamente le conclusioni. Così la previsione di un rischio basso non ha senso se le incertezze associate alle ipotesi iniziali sono maggiori del valore di rischio calcolato. Se una previsione deve avere un qualche significato è importante che il problema delle incertezze introdotte nel calcolo sia pesato accuratamente e debitamente tenuto in conto.

Prima di passare ad altri esempi, lasciatemi raccontare un piccolo aneddoto che aiuta a inquadrare il problema. All'inizio della mia carriera di ricercatrice osservai che il Modello Standard, per una certa grandezza che si intendeva studiare, aveva un campo di valori più esteso di quanto si pensasse precedentemente: ciò era dovuto a un contributo quantistico, la cui entità dipendeva dal valore sorprendentemente alto della massa del quark top, come risultava da recenti misure. Quando in un convegno presentai i miei risultati mi si chiese di tracciare l'andamento dei nuovi dati previsionali in funzione della massa attribuibile al quark top. Mi rifiutai, perché sapevo che si sarebbero dovuti mettere in conto diversi contributi e che le incertezze residue comportavano una variabilità del risultato troppo ampia perché si potesse tracciare una tale curva, come mi era stato richiesto. Avvenne tuttavia che un collega "esperto" sottostimasse le incertezze e tracciasse un grafico del genere (non diversamente avviene nelle previsioni in ambito non fisico).

Il collega "esperto" fu smentito a breve dalle evidenze sperimentali e si esibì in un pattern comportamentale che non vi dovrebbe essere ignoto: avevo torto ma avevo ragione (e lei aveva ragione ma aveva torto). Quanto al "non diversamente avviene nelle previsioni in ambito non fisico"... beh, inutile rivangare le vicende di due anni di pandemia, dai modelli ai farmaci.

Trovo questo passo vecchio di 11 anni o giù di lì di un'attualità spaventosa. Sorvoliamo sulla differenza di peso specifico tra chi scrive di scienza per sentito dire e chi lo fa sulla base di competenza e esperienza. E' anche una questione di attitudine: nel breve periodo il rispetto dei dati non premia, il trattarli con nonchalance sì (cfr, ancora, due anni di pandemia). Qualcuno dovrebbe aver imparato, pure nel vasto caos del web e dei social media, a distinguere tra gli uni e gli altri, in tutte e due le categorie (hands on experience e sua assenza inclusa, intendo). Poi guardate a chi scrive di scienza sui social (o su Le Scienze oggi) e traetene le debite conclusioni, perché sarebbe anche ora.






venerdì 3 novembre 2023

FOSFORO BIANCO

Dedicai un ciclo di post alle armi chimiche (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/search/label/Armi%20chimiche) e me lo ricordo come una serie di post accolti con un misto di interesse, orrore (giustificatissimo) e disgusto (sacrosanto).

L'arma chimica è più presente nell'immaginario contemporaneo di quella biologica e ormai anche più di quella nucleare. Da diversi anni il suo ruolo è quello di arma di distruzione di massa del "poveri" (e da molti anni i "poveri" sono "il nemico"). E per questo sono diventate un oggetto retorico e per un lungo periodo uno degli strumenti favoriti della propaganda. Per questo motivo nel tempo le armi chimiche erano diventate un topic generatore di infinite cazzate sui media e su isocial, quando era opportuno, cioè quando si diceva che i tizi cattivicattivi le avevano usate. Questo cominciò seriamente con la guerra in Siria, il moderno prototipo delle guerre per procura. dai più dimenticato - eppure c'era tutto, e continuo a chiedermi: ma quei forni crematori di Assad, che fine hanno fatto? Rimasti lì come una delle tante cose che non conviene smentire o ritrattare, tanto tutto fa? Per me è stata una delle più smaccate e sfacciate operazioni di guerra mediatica, tipo un upgrade della fialetta con la polvere bianca agitata da Colin Powers all'ONU per dire "Hanno l'antrace!".

La cosa che al tempo mi colpì, rivedendo i trattati e la loro storia, fu lo status del fosforo bianco che, a tutti gli effetti, rientrerebbe nella definizione di arma chimica anche se non è un gas asfissiante o assimilabile. Il fosforo bianco di fatto è stato assimilato al napalm e quindi è stato posto nella categoria delle armi incendiarie cioè in una categoria non inerente tutti i trattati internazionali inerenti le armi chimiche.

Ma il fosforo bianco non è una semplice arma incendiaria, cioè non si limita a provocare incendi. Il fosforo bianco, per meccanismo di azione, dovrebbe essere inserito nella categorie armi chimiche. Il suo status di arma incendiaria è forse è collegato all'uso storico nella manifattura di fiammiferi. Il fosforo bianco è uno dei vari allotropi del fosforo (gli altri sono vari, il rosso, il violetto, il teorizzato difosforo etc). Argomento affascinante, gli allotropi del fosforo, che ha molto a che fare con l'appartenenza del fosforo al terzo periodo della tavola degli elementi. Ma all'atto pratico quel che conta è che questo specifico allotropo è estremamente reattivo nei confronti dell'ossigeno (quindi piroforico, da cui l'uso nei fiammiferi e come arma incendiaria). Ma la cosa non finisce qui, Reagendo con l'ossigeno dell'aria il fosforo bianco forma anidride fosforica. L'anidride fosforica reagisce violentemente con l'acqua, e sublima (passa da solido a gas) a 360 °C, quindi la temperatura e la forza meccanica di un'esplosione sono più che sufficienti a vaporizzarla, nebulzzarla etc. E a questo punto funziona come un gas asfissiante, anzi, peggio: ustioni sulla pelle per contatto, estese in caso di esposizione massiccia, nei casi peggiori ustioni paragonabili riguardanti l'endotelio dell'apparato respiratorio. 


https://www.nzherald.co.nz/world/witnesses-report-return-of-white-phosphorus-as-weapon-of-war/LTQKP7EQXWLTDCB53OZTTAOW2Q/

Il munizionamento a fosforo bianco è stato largamente usato fin dalla prima guerra mondiale. E si è continuato a usarlo. 

Ma che dire del suo uso in un territorio densamente popolato di civili? (https://www.aa.com.tr/en/middle-east/amnesty-international-shares-proof-on-israels-use-of-white-phosphorus-in-gaza/3020340). Israele non è nuovo all'uso di munizioni al fosforo bianco, le usò in Libano nel 2006 (http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/6075408.stm). L'uso in un territorio densamente popolato dovrebbe essere catalogato come "crimine di guerra". Un crimine tuttora in corso, si direbbe.

Detto questo, mi pare doveroso riportare quanto ha disegnato Zerocalcare in risposta alla sua assenza a Lucca Comics a causa del patrocinio dell'ambasciata israeliana alla manifestazione (https://www.internazionale.it/reportage/zerocalcare/2023/11/03/zerocalcare-lucca-comics-fumetto?fbclid=IwAR0jkgH9W7UlxyFPdI4y1m8rlBIjhtw_XmVHaAUWkHMhRQAIPwDHbIktiII).









E il resto ve lo leggete nel link.

PS: L'anidride fosforica la conosco molto bene... e mi ricordo come ero bardato, a temperatura ambiente. E mi ricordo come erano conciati i fustini di ferro svuotati dopo un giorno. Pensarla nebulizzata (direttamente o indirettamente) mi dà i brividi.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...