lunedì 26 dicembre 2022

YES, IT WAS (YES, IT IS)

 

Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto

E' una delle più note citazioni di G.K. Chesterton. Ma Chesterton non faceva altro che riecheggiare Chateaubriand:

Si è pronti a credere a tutto quando non si crede a nulla; si hanno degli indovini quando non si hanno più i profeti; si hanno sortilegi quando si rinuncia alle cerimonie religiose, e si aprono le spelonche degli stregoni quando si chiudono i templi del Signore 

La fine delle ideologie novecentesche non è stata la fine delle ideologie, finite come era finita la Storia, secondo qualcuno. Il vuoto tende ad essere riempito, è come se esistesse una legge di conservazione dei belief systems : quelli che spariscono vengono velocemente rimpiazzati da altro - ed è esattamente quel che dicevano Chesterton e Chateaubriand.

E' nel contesto non post-ideologico ma neo-ideologico del nuovo millennio che è stata possibile l'operazione "Vota la Scienza, vota PD". Ma è stata possibile solo perché ai tempi i 5 Stelle, la minaccia politica numero uno, avevano raccolto come elementi costitutivi della loro non-ideologia (in realtà un'altra neo-ideologia) la maggior parte dei temi "anti" similscientifici in circolazione all'epoca - un'operazione che doveva il proprio successo alla crepe e ai vuoti provocati dalla decadenza della "scienza" istituzionale, perlopiù identificata con la medicina, che però scienza non è, etc. Una contrapposizione che faceva venire una struggente nostalgia di quella "Dio vs Stalin", leit motiv del dopoguerra italiano.

E' più o meno così che in una sessantina di anni o poco più in politica si è passati dal clericalismo al clericalismo medico (o scientifico). Che ha tutta la sua collezione di santini, dall'astronauta al "ricercatore". E non è un caso che tutto questo sia successo mentre si verificava lo sfascio della sanità pubblica, della ricerca pubblica, dell'università.

Quanto questa ideologia fosse pervasiva nelle istituzioni italiane lo abbiamo visto con le misure antiCOVID. Alcune erano così totalmente prive di qualsiasi senso che era impossibile non riconoscerle come tali (sanificazione delle spiagge e mascherina all'aperto i due esempi più eclatanti). Ma erano comunque diventate indiscutibili.

Parrebbe che, con le ultime elezioni politiche, questa agenda sia stata sloggiata dalle istituzioni e dal potere esecutivo italiano (per quel che riguarda le cose che contano, economia e politica estera, è invece difficile percepire un qualsiasi cambiamento). Ma sì, that was somebody's bullshit political agenda. E forse lo è ancora.

Ma al di là di neoideologie, bandiere e striscioni da stadio, proclami e dichiarazioni cosa resta?

Resta il precedente del metodo, politico e giuridico. Resta l'emergenza come strumento. Ai tempi di "Vota la Scienza" veniva proclamata un'emergenza che non esisteva (il crollo delle vaccinazioni pediatriche), e su quella base si agì. L'emergenza vera, COVID19 nel 2020, è stata sfruttata esattamente nello stesso modo. Tutte queste prassi, ormai consolidate, sono lì, pronte ad essere usate da qualunque configurazione politica al governo per qualunque emergenza, reale o fittizia. 

E' stato il metodo (a-democratico, nella migliore delle ipotesi) che non è stato sottoscritto da molte socialdemocrazie del continente europeo (e non solo da quelle nordiche). Governi conservatori o reazionari lo hanno rigettato velocemente, perché politicamente insostenibile. La storia recentissima dice che era politicamente insostenibile anche in Italia. Ma il metodo, nella sua declinazione "Scientia vult", resta l'unico elemento ideologico forte della "sinistra" parlamentare italiana. 

E' il rigetto totale del metodo che oggi può essere il principale elemento costitutivo di una vera sinistra in Italia, che dovrebbe avere nel proprio DNA la frase di Thomas Jefferson: 

I would rather be exposed to the inconveniences attending too much liberty than to those attending too small a degree of it.

Invece purtroppo al borsino dei valori dei media italiani c'è la fiera del trash, che dovrebbe essere l'ultima proposta "quasi forte" quanto a contenuti fondanti: e chiaramente c'è il rispetto delle diversità con debite eccezioni, dove il rispetto deve essere sostituito dall'avversione militante.


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