giovedì 28 settembre 2023

2022, COVID, MASCHERINE, CULTURE CLASH

Erano i tempi...

I tempi in cui, per esempio, su tutti i treni italiani era d'obbligo maschera e green pass. Ma da Milano partiva un eurocity per Francoforte cogestito con le ferrovie svizzere in cui non serviva né pass né mascherina.

Erano i tempi in cui il personale di un volo partito dall'Italia faceva la voce grossa senza considerare che erano atterrati in una nazione in cui le regole erano tutte diverse.

   

Erano i tempi in cui fare avanti-indietro tra paesi nordeuropei isole comprese e Italia era surreale (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/04/back-and-forth-from-fucked-up-country.html): Italia e italiani offrivano uno spettacolo di comicità involontaria da branco di lobotomizzati. Ovviamente i probiviri e le buonedonne sostenevano a voce fin troppo alta (per il branco italiano) che non era vero, che altrove le restrizioni erano esattamente le stesse- grande scemenza. E il branco annuiva e applaudiva, salvo restare interdetto quando sbarcava. Allora l'italiano atterrava e si rendeva conto da subito di ritrovarsi rara avis. Guarda caso, dal giorno due dall'atterraggio, perlopiù si adeguava. A dimostrare che non si tratta di convinzioni, il tratto prevalente italiano è il conformismo. E il conformismo di quelli che da altrove twittavano e postavano in italiano questo e quello era solo perché volevano fortissimamente tornare nello stivale, da mamma. Expat senza convinzione, expat ma non cosmopoliti. Il peggio del peggio del peggio. All'epoca più del solito i media italiani dipingevano gli italiani cone riottosi e indisciplinati. Magari fosse stato! La maggioranza si è conformata in silenzio. Ma la maggioranza conforme uscendo dai confini ci metteva niente a conformarsi a regole del tutto differenti. Erano quelli convinti, tipo l'equipaggio di quel volo, che raccatavano figure escremenziali.

PS: Chi ha i numeri se ne va, chi non li ha resta: peggio per voi.




mercoledì 27 settembre 2023

C'ERA UNA VOLTA UN NETWORK PROFESSIONALE

https://www.lettera43.it/linkedin-social-guru-storytelling/
Non sarebbe dovuta andare a finire così, forse.

Da più di una ventina di anni uso linkedin strettamente per lavoro. Solo per quello. E per lavoro, nel tempo, si è dimostrato di una certa utilità, per quanto non manchi gente che lo giudica completaente inutile... e al riguardo l'unico commento possibile da parte mia è questo:


All'inizio linkedin era solo quello: network professionale, con le aziende che si promuovono e gi annunci di lavoro. E se si ha a che fare sempre per lavoro con qualcuno è facile risalire al suo profilo e vedere in passato per chi ha lavorato facendo cosa. In breve linkedin può essere anche un discreto strumento di business intelligence. Breve nota per le aziende che promuovono la propria immagine: puro marketing che spesso fa sembrare autentici scalzacani leader del mercato. Colpa anche di PR men un po' troppo incompetenti ma molto entusiasti e scintillanti. Un esempio? Un'univeristà aveva assoldato qualcuno per fare promozione e questo ne è uscito, su linkedin:


Ovviamente agrari, forestali e scienziati della produzione animale con equazioni differenziali, vettori etc non hanno niente a che fare (e neppure con la chimica), ma tanto è tutto "scienza", no? Le risate che si sono fatti amici e colleghi su questa cosa ve le potete immaginare.

Comunque tutto questo è rimasto. Ma nel tempo si è aggiunto molto altro. Nel tempo l'aspetto "social media" è cresciuto a dismisura. E oggi...

Una volta era il social del recruitment e del lavoro. Ora è uno spazio in cui guru sconosciuti fuori dalla loro bolla promuovono uno storytelling atteggiandosi da Dalai Lama e sperando di essere i nuovi Aranzulla. Basta avere un ego esuberante, fingere di non essere dei cazzari e non temere di apparire ridicoli.

«Specchio social delle mie brame, chi è il professionista più figo del reame ?». A Linkedin ci riferiamo, anche se la domanda si pone per tutti i social media, in modi diversi ma con identica propensione narcisistica e risposta dopaminica. Parlare di sé dà molto piacere e in Rete è possibile farlo senza freni, perché manca l’interlocutore dal vivo. Dati empirici e ricerche scientifiche dicono che se nella relazione faccia a faccia uno può parlare di sé per il 20/30 per cento del tempo, nelle conversazioni sul web si può arrivare sino al 70/80 per cento. Insomma che sia un commento, una foto, una condivisione quasi tutto tende sempre a gravitare attorno al postatore. «Io sono io e voi non siete un cazzo!»: fatte le debite differenze socio-tecnologiche, ci troviamo sempre nei paraggi de Il marchese del Grillo.

E questo spiega, quanto all'Italia, che ci facciano su linkedin debunker e divulgatori, gente il cui curriculum non interesserebbe a nessun reclutatore. Comunque non hanno bucato il linkedin social, che resta in qualche modo professionale e business oriented - e poco interessatato alla divulgazione.

Ma l'aspetto social non si limita a questo: su linkedin ormai si convide anche da altre piattaforme, come succede isu un'altra qualsiasi piattaforma: ci sono professionisti sul viale del tramonto che su linkedin postano la propria pagina facebook, o che ripostano lì quello che hanno postato su facebook, o twitter. Fu con grande sgomento che mi trovai davanti agli occhi su linkedin un repost della pagina fb CS - perché, ripeto, per me linkedin è stata sempre e soltanto una cosa di lavoro mentre ogni attività CS per me è sempre stata altamente extracurriculare (roba che non fa curriculum). Detto questo e potendolo fare senza essere notato, ho dato un occhio a certi divulgattori di poca competenza e di una certa notorietà e like sul fronte italiano con cui ci furono alterne vicende, quando CS era su isocial. Quelli più giovani, poveretti, mettono a curriculum il poco che hanno, cioè perlappunto la militanza social assieme altre 2 cose. Ovviamente da un punto di vista professionale non gli è fruttato gran che - diciamo pure nulla. Perché non hanno capito le regole del gioco e per capire gli serviranno anni e anni: il carosello delle vanità narcisistiche (isocial) interessa ai reclutatori solo per capire se sei persona problematica e quindi da evitare. E specialmente fuori dal teatrino italiano parlando di professione, cosa hai potuto fare o non fare di "scienza" su isocial tricolori non interessa, neanche un po'.

Quanto a linkedin e alle cose serie, la situazione non è cambata negli ultimi anni (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/12/chimica-cercare-lavoro-online.html). E il modo migliore per far sembrare linkedin quello che era è evitare di seguire guru, CEO di sé stessi e professionisti preda di una irrefrenabile bulimia social.

martedì 26 settembre 2023

ORWELL NON ERA UN MANUALE DI ISTRUZIONI. PERO'...

La frase l'ho letta scritta da qualcuno, non ricordo dove né quando, e l'ho trovata significativa. 

Per fare un esempio, la faccenda dei due minuti di odio sembra qualcosa di perfettamente attuale

 

(Il film uscì nel 1984 - ovviamente - ed era una trasposizione piuttosto fedele del romanzo di Orwell. Fu l'ultima apparizione di Richard Burton in un film e Winston Smith fu interpretato da un immenso John Hurt).

A parte i due minuti di odio, non si sono visti negli ultimi anni tentativi di riscrivere la storia?

Per esempio la maggior parte dei giornalisti italiani, per tacere di fact checkers e debunkers, sembrano dipendenti modello del Ministero della Verità.

Poi più di una volta mi è capitato di scrivere che se i vari no-qualcosa non ci fossero sarebbero stati inventati. Non sono forse una perfetta incarnazione volontaria di Goldstein e non hanno forse esercitato la medesima funzione? Rendetevi conto del livello: identificarsi nell'essere funzionali credendo fermamente di essere antagonisti.

E' la forza delle distopie classiche. Direi che il discorso è largamente allargabile a "Il tallone di ferro" di Jack London (romanzo che conobbe una versione cinematografica russa, film muto del 1919).

E' bene ricordare che un'esperienza determinante per Orwell, che influirà molto sulla sua opera, è stata la sua militanza nel POUM (Partido Obrero de Unification Marxista https://en.wikipedia.org/wiki/POUM) ai tempi della guerra civile spagnola. E in questa esperienza particolarmente importanti furono gli eventi del 1937-38 a Barcellona, dove gli stalinisti approfittarono della situazione di guerra ormai persa per regolare i conti in casa, dichiarando fuorilegge sia gli anarchici che i troskisti del POUM, con una triste coda di arresti ed esecuzioni sommarie. L'episodio più infame fu forse l'assassinio di Andrés Nin, cofondatore del POUM, seguito al suo arresto (https://it.wikipedia.org/wiki/Andr%C3%A9s_Nin). Di film in film se qualcuno si definisce "di sinistra" Terra e Libertà di Ken Loach se lo potrebbe pure rivedere. E magari si potrebbe leggere (o rileggere) Storia della guerra civile spagnola di Hugh Thomas, che ai tempi fu tradotto e pubblicato da Einaudi (pensate un po').



I comunisti, socialisti, anarchici  o altro che combatterono per la Repubblica, se sopravvissuti, ebbero storie alterne. Perché l'avevano vissuta, fino alla fine, e avevano visto tutto, compreso quel che alla fine successe . E quindi spesso furono guardati con odio (dai nemici) o con estremo sospetto (dai supposti amici). Ormai dimenticata dai più, al di fuori della Spagna, resta uno dei momenti salienti della storia del XX secolo. E la storia del come e del perché di una lunga serie di sconfitte. 

Nella vicende recenti la guerra civile spagnola è citata in Oppenheimer di Nolan, ma è largamente presente nella grande storia della letteratura del 900: a parte Hemingway, mi piace ricordarla come elemento di sfondo in Under the volcano di Malcom Lowry: nel romanzo Hugh, il fratello del Console, è in procinto di contrabbandare armi per la Repubblica.


domenica 24 settembre 2023

FALLIMENTI POLITICI E POLITICHE FALLIMENTARI

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/09/20/dopo-il-covid-va-constatata-la-mancanza-di-dialogo-da-sinistra-e-questo-per-due-motivi/7295702/


Chi voleva ragionare sugli effetti delle chiusure sulla società, nei termini di ampliamento delle diseguaglianze e quindi delle sofferenze per l’intera collettività, così come chi ha sollevato il problema delle discriminazioni con l’arrivo del green-pass, è stato qualificato come integralmente “reazionario” senza alcun approfondimento delle obiezioni sollevate.

Ma non c’è solo questo. Noi individuiamo anche un’altra dinamica profonda, che interessa strutturalmente le cosiddette sinistre, quelle riformiste subalterne al neoliberismo e quelle antagoniste minoritarie. Crediamo che, per spiegare i molti errori compiuti in merito alla questione sindemica, sia necessario invocare un meccanismo di compensazione psicologico.

Un pregevole seminario residenziale organizzato questo settembre da LABOSS (Laboratorio su salute e sanità), con presenti personalità rilevanti come Nicoletta Dentico e Silvio Garattini, nonostante un’impostazione complessiva assai condivisibile, centrata sull’urgenza di proteggere il servizio sanitario nazionale dall’attacco a cui è sottoposto da anni e sulla necessità di rilanciare la ricerca e l’intervento pubblici per limitare lo strapotere delle case farmaceutiche, segnala ancora la difficoltà, e persino la ritrosia, a esprimere parole nette e inequivoche sugli errori fatti dalle istituzioni nella gestione autoritaria della pandemia/sindemia.

Gandini e Bartolini fanno notare per l'ennesima volta un fatto che dovrebbe essere assodato da un bel po': l'area collettivamente definibile "sinistra" ANCHE fuori dal parlamento ha largamente espresso questo genere di posizioni. Per fortuna c'era anche altro. Un ragionamento su quel che la gestione COVID ha voluto dire in Italia c'è stato, in pezzi della base. Ma mi hanno raccontato un episodio significativo, inerente una delle poche manifestazioni di sinistra contro il green pass. Una manifestazione senza infiltrazioni fascistoidi o del fronte del delirio. Gruppetti desinistra contromanifestarono e un ragazzetto andò a urlare in faccia a un manifestante, un attempato sindacalista con una lunga storia di sinistra extraparlamentare: "Fascista!". Il contestato conosceva il ragazzetto, figlio di un suo amico e lo apostrofò con "Ma finiscila, se no lo dico a tu' pa'!".

Dopodiché vorrei far notare un errore di metodo: inserire nel discorso Nicoletta Dentico e Garattini e lamentare che non abbiano espresso critiche. Non lo hanno fatto perché non perché loro non hanno mai avuto motivo di criticare.

Nicoletta Dentico ha da sempre le classiche posizioni "uova gratis, abbasso le galline"  (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/04/uova-gratis-per-tutti-abbasso-le-galline.html), la stessa demenzialità politica che permea la sinistra dem USA (Ocasio Cortez) nonché tutte le ONG che possono venire in mente. Quanto all'ormai senile Garattini è tra quelli che da sempre predica il genericista asiatico (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/11/lideologia-sanitaria-e-il-dilagare-dei.html), come se il profitto di Cipla o Aurobindo pur essendo profitto industriale sia "buono" mentre il profitto di Novartis o Gilhead è "cattivo".  Guarda caso il genericista asiatico è da sempre la scelta OMS, che di fatto ha anche dichiarato di volersi porre al di fuori della regolazione farmaceutica occidentale

Cosa ci sia dietro l'industria asiatica dei generici ormai si sa (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/11/differenze.html). Ormai l'80% e passa dei principi attivi a brevetto scaduto viene comunque da lì e di fatto se il sistema più o meno regge è grazie alla "messa in sicurezza" delle supply chain da parte delle aziende occidentali. Chi come Dentico e Garattini presenta false soluzioni dettate da ideologia e/o profonda ignoranza in materia di fatto fa il gioco di quanti predicano la riduzione della spesa sanitaria o la ignorano ostentatamente.

La risposta a costo e disponibilità di farmaci è una sola: industria pubblica. L'industria finanziata dal pubblico l'abbiamo ben vista nel periodo COVID: negli USA vaccini e farmaci sono stati resi disponibili anche ai non assicurati. Il che è più di quanto sia successo nell'Europa dei sistemi sanitari pubblici o misti, un'Europa che ha essa stessa beneficiato, alla fine, dei miliardi di Warp Speed. Ne ha beneficiato con la disponibilità di quei prodotti sviluppati grazie a quell'immenso finanziamento, perché se vedete quanto è stato finanziato nell EU e a chi sono andati i finanziamenti (CureVac, un vicolo cieco)... Senza USA e UK l'EU sarebbe rimasta a mani vuote e lasciamo perdere quel che è stato all'inizio del 2021 (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/03/vaccine-wars-lescalation.html).

Il "piccolo" particolare del finanziamento pubblico USA: i profitti sono rimasti strettamente privati.

Quindi il modello da seguire sarebbe Cuba?  A ben vedere sì. La vicenda Soberana dimostra che anche una nazione piccola e povera di mezzi può mettere in pratica questo genere di politiche. Cuba, ma con standard regolatori occidentali, magari. Perché con la sottesa storia del doppio binario per cui per i paesi poveri vanno bene standard più bassi sarebbe anche ora di finirla. Eppure è la dottrina OMS nonché quella di diversi medici, farmacologi (tipo Garattini) e altri soggetti che di come viene sviluppato e prodotto un farmaco non hanno idea, però pontificano al riguardo.


giovedì 21 settembre 2023

LONTANO DALL'EQUILIBRIO, DA 2.500 ANNI

Ignis mutat res, il fuoco trasforma la materia. Il fuoco porta a reazioni chimiche, a processi come fusione e evaporazione. Il fuoco fa esplodere il carburante e rilascia calore. Da tutte queste comuni cognizioni del XIX secolo la scienza ricavò il singolo fatto che la combustione produce calore e che il calore può produrre aumento di volume; e come risultato finale la combustione produce lavoro. Il fuoco porta quindi a una nuova macchina, la macchina termica, l'innovazione tecnologica su cui è stata fondata la società industriale.

Quale è il nesso tra "calore" e "lavoro"? Questa domanda fu all'origine della formulazione del principio di conservazione dell'energia. Il calore ha la stessa natura dell'energia, il calore è trasformato in lavoro ma l'energia è conservata. Ma c'era di più.

Nel 1811 il barone Joseph Fourier, prefetto di Isere (quello della trasformata, NdCS), vinse la medaglia dell'Accademia Francese delle Scienze per la sua descrizione matematica della propagazione del calore nei solidi. Il risultato formulato da Fourier era sorprendentemente semplice ed elegante: il flusso di calore è proporzionale al gradiente di temperatura. E' degno di nota che questa semplice legge si applichi alla materia qualunque sia il suo stato, solido, liquido o gassoso. Inoltre rimane valido qualsiasi sia la composizione chimica del materiale, sia esso ferro o oro. E' soltanto il coefficiente di proporzionalità tra flusso di calore e gradiente di temperatura che è specifico di ogni sostanza. La legge di Fourier fu la prima a descrivere un processo irreversibile. C'è una direzione privilegiata del tempo quando il calore fluisce secondo la legge di Fourier, dalle alte alle basse temperature. Questo è in contrasto con le leggi della dinamica newtoniana in cui passato e futuro hanno lo stesso ruolo (il tempo entra nella legge di Newton solo tramite derivate seconde, quindi la legge di Newton è invariante rispetto alla inversione del tempo t -t). E' la seconda legge della termodinamica che esprime la differenza tra processi "reversibili" e irreversibili attraverso l'introduzione dell'entropia. I processi irreversibili producono entropia.

La storia dei due principi della termodinamica è estremamente curiosa. Nati nel mezzo di questioni tecnologiche acquisirono rapidamente uno status cosmologico.
 

Infatti se esponiamo i principi come formulati da Rudolf Clausius (1822-1888) in the year 1865:


"L'energia dell'universo è costante"

"L'entropia dell'universo procede verso un massimo".


Fu la prima formulazione cosmologica  evoluzionistica. 

Fu una dichiarazione rivoluzionaria perché asserire l'esistenza dei processi irreversibili (e quindi dell'entropia) confligge con la visione della dinamica, reversibile rispetto al tempo. Certo, la dinamica classica è stata superata da meccanica quantistica e relatività. Ma il conflitto rimane perché sia nella meccanica quantistica che nella relatività le leggi dinamiche di base sono reversibili rispetto al tempo.
La risposta tradizionale a questo punto è l'enfatizzare il fatto che i sistemi considerati dalla termodinamica sono così complessi (contengono un numero immenso di particelle) che siamo obbligati ad introdurre approssimazioni. La seconda legge della termodinamica avrebbe la sua radice nelle approssimazioni! Alcuni autori si spingono a sostenere che l'entropia è solo un'espressione della nostra ignoranza.

Di nuovo la recente estensione della termodinamica a situazioni lontane dall'equilibrio è essenziiale. I processi irreversibili portano a nuove strutture spazio-tempo. Giocano un ruolo costruttivo fondamentale. Nessuna vita sarebbe possibile senza processi irreversibili. Sembra assurdo suggerire che la vita sia il frutto delle nostre approssimazioni! Quindi non possiamo negare la realtà dell'entropia, l'autentica essenza della freccia del tempo in natura. Siamo i figli dell'evoluzione, non i suoi progenitori.
Domande inerenti la relazione tra entropia e dinamica hanno ricevuto una grande attenzione recentemente ma sono tutto tranne che semplici. Non tutti i processi dinamici richiedono il concetto di entropia. Il moto della terra attorno al sole è un esempio in cui l'irreversibilità (dovuta all'attrito delle maree, per esempio) può essere ignorata e il moto può essere descritto da equazioni simmetriche rispetto al tempo. Ma recenti sviluppi nella dinamica nonlineare hanno mostrato che tali sistemi sono eccezioni. La maggior parte dei sistemi esibisce un comportamento irreversibile e caotico.

(D. Kondepudi, I. Prigogine, 2014)

Già, la maggioranza dei sistemi esibisce un comportamento irrevesibile, caotico (che non vuol dire casuale o confuso https://ilchimicoscettico.blogspot.com/search/label/Caos ). Ma questo semplice assunto sembra sfuggire ai più, specialmente tra quanti oggi come oggi vengono definiti "scienza" o "comunità scientifica". E così abbiamo sentito parlare di crescita lineare di casi di morbillo nel 2017 e di "esponenziali" COVID nel 2020 (in fondo un esponenziale in scala logaritmica è una retta) - e ancora si continua.

Il che mi fa citare per l'ennesima volta Lord Robert May con le sue parole del 1989:
"Il messaggio che mi parve urgente più di dieci anni fa è ancor più vero oggi: non solo nella ricerca biologica ma anche nel quotidiano di politica ed economia le cose sarebbero molto migliori se si comprendesse che semplici sistemi nonlineari non possiedono necessariamente proprietà dinamiche semplici"
 
Ma niente da fare: per quanto il messaggio fosse urgente nel 1979 e nel 1989 e ancora più urgente nel 2023 continua ad essere fondamentalmente ignorato. E sembra una cosa profondamente connaturata nella maggioranza degli esseri umani, da tempi immemorabili.
 
Solo rileggendolo ho notato il sapore eracliteo dell'incipit del brano di Kondepudi e Prigogine. Ma in fondo Eraclito ci ha dato la prima formulazione della freccia del tempo a suo modo, mentre gli eleatici ritenerro il tempo illusorio. E non solo. Se siamo debitori di un gallo ad Asclepio e dell'entropia a Carnot ( https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/11/entropia-in-uk-e-imparare-ad-essere.html), a Eraclito dobbiamo anche il λόγος. Eppure cosa scriveva ai suoi tempi?
E' bene riportare una delle note di France Fronterotta, curatore di questa edizione dei Frammenti:

Il verbo φρονέυω significa in generale «riflettere», «ragionare» o anche «pensare», ma in questo caso sembra alludere piuttosto a un processo di comprensione o di consapevolezza, che i più non riescono
a porre in atto, rivolto a oggetti e fenomeni dell’esperienza ordinaria e quotidiana, verosimilmente proprio quelli che invece essi avrebbero la capacità di comprendere se, come indica il fr. 1 [1 DK; 1 Marc.], prestassero attenzione all’ascolto e all’insegnamento del «ragionamento», che appunto rivela «ogni cosa in base alla sua natura e dicendo com’è»

No, non è possibile immergersi due volte nello stesso fiume, eppure da 2.500 anni ci si continua a scordare di questa semplice evidenza. Questo frammento eracliteo, come altri, proviene dagli Stromata di Clemente Alessandrino e questa provenienza non è che l'ennesimo segno della forza intelletuale dei padri alessandrini, che ebbero a scontrarsi con sette dualiste più o meno cristianeggianti. Queste sette predicavano l'inferiorità ontologica di buona parte degli esseri umani rispetto agli πνευµατικοi, gli spirituali (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/01/divagazioni-antiche-tardo-antiche-etc.html). Il che a ben vedere, mutatis mutandis, è una delle ideologie più diffuse in questo secolo: le istanze tese a privare di diritti costituzionali i non conformi le abbiamo ben viste e l'infinita invettiva contro gli analfabeti funzionali o di ritorno da parte quelli che "leggono" o "hanno studiato". Ma nel frammento eracliteo non si parla di lettura o studio: φρονέυω, appunto, che è tutta un'altra cosa.

mercoledì 20 settembre 2023

MEDICI A PERDERE

https://www.raiplaysound.it/audio/2023/09/Giu-la-maschera-del-19092023-105a8b96-6bcd-4115-a9f7-a8d1783d9d48.html

Galli o Citro? Scelta impossibile. Obbligato con una pistola alla tempia potrei solo rispondere "Just kill me, let's stop this".

Galli (retired) vs Citro: l'errore sistematico che va sempre dalla stessa parte vs un custode del manuale del piccolo idrossiclorochinista e gran seguace dell'ivermectinologist in chief. Poi ci si chiede se in Italia esista o meno un problema di classe medica... direi che le sua estensione è una copia conforme di un piccolo problemino di classe politica.

Riguardo l'errore sistematico: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/05/errore-sistematico.html

Riguardo l'idrossiclorochina: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/05/idrossiclorochina-effetto-antivirale.html

Riguardo l'ivermectina: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/01/ivermectina-non-imparano-mai.html

Poi ci sarebbe da dire sugli scienziatoni ivermectina NO, idrossiclorochina NO, ma niclosamide SI e colchicina SI (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/09/che-e-successo-covid-farmaci.html). Ma vuoi mettere? Le cazzate di chi è "scienza" (e prof di qui e prof di là e gran cav. del bud. e gran lup. mann.) profumano di mughetto e rose.

La cosa più avvilente: che verso il finire del 2023 si continui a parlare di COVID. E qualcuno pensa pure che Foa sia più indegno della media delle trasmissioni radiotelevisive italiane... bah.

Se avessi bisogno di un medico, trovandomi in Italia, eviterei come la peste chiunque di loro abbia un profilo o una pagina o un blog in cui parla di medicina o di scienza o di omeopatia o di laqualunque e chiunque si sia fatto ospitate televisive: trattandosi della mia salute preferirei qualcuno focalizzato su quel che fa, e non sulla propria immagine o il proprio ego o che magari soffre di una bulimia social totalizzante. Ovviamente di loro Fnomceo non si preoccupa, ma di questa trasmissione. Perché fin dall'inizio antivaccinismo, omeopatia, nuova medicina tedesca etc etc sono una cosa di medici e tra medici. Usciti dalle stesse facoltà, dalle stesse università. Magari se la potessero regolare tra di loro e basta. Purtroppo ci sono di mezzo gli altri. i non medici, pazienti compresi.

(Dottore è vero questo par di sfere? Risposta: facciamo 3 sfere e tre fatture, la vastra P.I. la ho, grazie)



martedì 19 settembre 2023

LEGGITI KUHN... (3/3)

Ma in fondo il grande pregio di Kuhn è stato quello di portare la sociologia nella filosofia e nella storia della scienza. Perché troppi, compreso la politica, hanno messo "la scienza" ad un livello superiore (magari perché gli faceva molto comodo, vedere gestione italiana della pandemia). Ma dinamiche umane governano i fenomeni umani e "la scienza" è un fenomeno umano, pure troppo.

Le puntate precedenti:

https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-2x-by-starbuck.html

https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-1-di-x.html

domenica 17 settembre 2023

LEGGITI KUHN 2/3 - BY STARBUCK

“La verità emerge più facilmente dall’errore che dalla confusione”
Gli ultimi tre confronti che ho avuto su “la strutura delle rivoluzioni scientifiche” e su Kuhn in generale,
evidenziamo come secondo me l’autore avesse colto bene alcuni aspetti del funzionamento dell’odierno
mondo scientifico. Sottolineavo – e rielaboravo – che per come la osservo e la vivo io, nella “comuntità
scientifica” (o meglio, nelle tante piccolo sotto-comunità scientifiche) si tende a spolpare l’osso della
ricerca principale senza aggiungere nulla di veramente significativo: se si hanno idee divergenti o i conti
non tornano meglio in caso tacere (quantomeno fino ad avere il prossimo postdoc-barra-progetto in
mano). Curioso però come i miei interlocutori mi chiedessero se coglievo l’aspetto di influenza della
società nelle rivoluzioni scientifiche.
Il libro in questione può essere letto in molti modi. La prima e andarci in mezzo in maniera spontanea.
La seconda è chiedersi chi era Kuhn e notare a questo punto che ha coperto due distinte cattedre: di
Storia della Scienza e di Filosofia della Scienza. La terza (e qui siamo già un passo avanti)
contestualizzare in che dibattito si situava Kuhn: Popper, Lakatos, Feyenman. Ho un simpatico libro
(curato da Giorello) che raccoglie gli atti di un congresso dove facevano allegramente a sportellate. Su
cose tipo “esiste una storia della scienza” o c’è solo una “filosofia della scienza”. Si perché dalla
cattedra in epistemiologia di Mach passando dal circolo di Vienna, bisognerebbe un attimo gettare uno
sguardo su tutto il dibattito che si sviluppava a inizio secolo sulla epistemiologia. Ora io non entro in
dettagli (perché sarebbero discussioni e le discussioni preferisco affrontarle in flesh and bone e non in
versione virtuale) però Kuhn va letto nel contesto di questo dibattito. Leggerlo dal punto di vista di
quello che erano le scoperte che si agitavano attorno agli anni 60, secondo me è forzato, così come la
prospettiva delle “rivoluzioni scientifiche” è di prospettiva più lunga, molto più lunga di un secolo.

E l’aspetto sociale. Perché se lo chiedete a uno che di mestiere fa qualcosa-di-filosofico, la domanda
sarà sul peso che Kuhn dà all’influenza della società e al contesto sociale sull’avvenire della
rivoluzione. “Leggiti Lakatos” mi dirà uno, “è più equilibrato, una posizione intermedia tra lui e
Popper”. E al di là che poi a uno piaccia o meno Lakatos, riconosco che Kuhn va anche situato (forse
primariamente contestualizzato) nel dibattito filosofico sulle scienze del suo periodo ( ... e dovrei mettere filosofico tra virgolette perché ad un certo punto della storia si giunge a fare il funerale alla filosofia ).
Insomma, difficile capirlo fino in fondo senza essere passati da Popper e da un po’ di epistemiologia del
periodo.
Quindi il mio “leggiti Kuhn”, è stato seguito poi da qualche scambio sul tema ed un “ma guarda  CS che
bisogna che te lo leggi contestualizzato nel suo terreno” da parte mia, perché altrimenti si rischia
comunque di ridurre un tema complesso, e questa che avete tra le mani è una risposta un po’ più
estesa riuardo a come secondo me andrebbe letto Kuhn (o almeno la via da percorrere per chi ne avesse tempo e mezzi). Ah, dimenticavo: Kuhn è un piacione, scrive bene e vi convince altrettanto, se vi addentrate nella lettura, tenetelo a mente.
Chiudo a cerchio sulla citazione iniziale, che si ritrova anche ne “ la struttura delle Rivoluzioni
Scientiticihe” di Kuhn, e che è di Francesco Bacone da Novum Organum. Se avete presente la Royal
Society, sappiate che l'opera di Francesco Bacone è una influenza massiccia nella sua genesi, ed è il metodo di Bacone quello che Boyle recupera come fondante della famosa società. Uno di quelli che vengono dalla filosofia mi faceva notare che “il puparo” (Boyle, affettuosamente appellato “il puparo della Royal Society”, N.d.A.) “recupera Bacone e il Novum Organum, ma solo la prima parte, quella che gli serviva... leggiti la seconda parte e poi ne riparliamo”. Ovviamente sto leggendo.​ 

NdCS: Il primo post è qua https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-1-di-x.html

giovedì 14 settembre 2023

LO STATO DELLA RECESSIONE

Eccerto...  nessuna parola sui gli ingredienti farmaceutici generici cinesi (per tacere di CRO e CDMO cinesi), ma le auto elettriche no, non ce le toccate (che Mercedes e Volkswagen ci hanno investito tanto).

Perché dico questo? Perché... è lunga e ormai troppo vecchia (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/10/report-principi-cattivi-leuropa.html)

Fa un po' ridere sentire "non lasceremo indietro nessuno" quando tra i lasciati indietro ci sono Spagna, Portogallo, Italia e Grecia. E' una cosa di cui ogni tanto si parla, alla macchina del caffè, tipo "Noi che veniamo dai PIGS". All'ingegnere chimico spagnolo (lei alla fine l'ha sfangata, è sopravvissuta) lo dicevo: pensa agli anni 70, Portogallo Salazar, Spagna Franco (e dava rifugio ai neofascisti italiani), Grecia i colonnelli. L'Italia aveva il più grosso partito comunista europeo è si è beccata il low intensity warfare (stragi, strategia della tensione etc). Io ormai non sono solo un expat tra gli expat. Sono anche un cosmopolita di quelli (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/10/cosmopolitismo.html), per formazione e necessità.

La prospettiva storica (il contesto) al solito manca. Come diceva Ken Loach, alla fine l'Unione Europea è una sovrastruttura del capitalismo (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/04/satira-e-politica.html).

Questo è un post che non ha senso se non vi fate un giro tra i post linkati. Ma vi posso garantire che c'è ancora vita (per ora, ma la situazione sta peggiorando molto) nelle nazioni vincenti dell'Unione. Purtroppo, e la Van der Leyen non lo può dire, fuori dall'EU c'è di più. Più speranza, più prosperità,  etc etc.

Il format "Lo stato di..." ormai l'ho visto replicato in quantità di contesti. Essendo il modello l'archetipico "Stato dell'Unione" yankee, ogni replica ai più diversi livelli mi è sembrata... preposterous. Esattamente come questa. L'EU avrebbe dovuto essere protagonista, nel percorso della storia dell'umanità. Di questo passo finirà per essere un nano più basso di quanto non sia oggi. E hanno fatto tutto con le loro manine.

mercoledì 13 settembre 2023

IL CONTESTO, PER CHI SE LO E' SCORDATO

https://www.repubblica.it/salute/2023/09/13/news/covid_vaccini_cdc_pfizer_moderna-414305781/

Non c'è bisogno che vi ricordi quanto, a livello globale (cioè anche in Italia) si siano levati cachinni su Trump che si era messo in tasca FDA. In realtà l'agenzia e il suo Commissioner (da Trump voluto) esercitarono tutto il loro potere per rimanere l'Agenzia e rimandare al mittente i tentavi di mettergli una cavezza. Poi sono arrivati i democratici e tutto questo è ovviamente finito e diventanto un lontano ricordo... ops, no.

Poi è arrivata l'amministrazione Biden e la morsa sull'agenzia è diventata 10 volte più forte, tanto da far dimettere in blocco i vertici dei vaccini a FDA (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/09/maretta-fda.html). E non solo, non se andarono in silenzio. Parlarono ad alta voce, e non per strada davanti alla Casa Bianca. No, lo fecero su Nature (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/09/non-andartene-docile-in-quella-buona.html). Ma in realtà questo non è accaduto, è roba che non esiste. I media italiani, anche quelli specializzati in sanità, i vari pensieri scientifici e annessi più o meno senili non spiccicarono una mezza parola al riguardo. Silenzio e mutismo. Un silenzio e un mutismo talmente assordanti che un mio vecchio amico che mi segue, a distanza di due anni, quando ricitai i fatti mi rispose "E' pazzesco, non è possibile che non se ne sia parlato".

Invece dando un occhio alle tendenze italiane non solo è possibilissimo, ma lo scrivente ritiene di essere l'unico ad aver rilanciato queste notizie in italiano. Roba da complottisti, beninteso: Nature, FiercePharma...

Inutile ribadire che c'è un problema di "comunicazione della scienza" in Italia. Sì, e il problema sono quelli che la vogliono comunicare o si piccano di comunicarla per mestiere.

Inutile ribadire che le politiche sanitarie sono al 95% politica e al 5% sanità (se va bene).

Vorrei solamente porre una nota su alcune tonnellate di "contesto mancante". Ecco, se volete il contesto della notizia dello screenshot nei link trovate tutto. Quanto al link sotto all'immagine: Repubblica, what else?

lunedì 11 settembre 2023

RICCIARDI: UNA GARANZIA

 

Bisogna riconoscere a Walter Ricciardi una coerenza fuori della norma, ferrea, senza traccia di incrinature.

E' SEMPRE stato dalla parte sbagliata dei dati, MAI ha azzeccato una previsione (non a caso è stato il superconsulente di Roberto Speranza). E almeno dal 2016, mica bruscolini. Sì, perché in sette anni ho visto fare dietro front a moltissimi soggetti, e quando non erano inversioni a U erano almeno sensibili aggiustamenti di tiro (in un senso o nell'altro).

Il Walterone invece? Tirava diritto, senza esitazioni. E ha continuato a farlo. Una garanzia, incurante dei ceffoni che gli avvenimenti gli tiravano. Al confronto Brusaferro che dava per buoni dati di grandezza inferiore al Confidence Interval (cioè indistinguibili dall'errore di misura) ha fatto la figura della comparsa, del dilettante.

Nel 2016 era ben chiaro perché non si dovevano accettare caramelle dagli sconosciuti e numeri da Ricciardi (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/dichiarazioni-dannata-2016-docg.html). Il gran ritorno di polio e difterite in Italia: mai verificatosi. Nel 2017 sparava alto sull'outbreak di morbillo in Italia (troppo alto e completamente fuori bersaglio https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/modelli-art-attack-numeri-al-lotto-e.html).

Nel 2018 si pronunciava contro la correlazione tra alcuni lotti Fluad e decessi inaspettati - ma i lotti di Fluad invece furono ritirati (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/vaccini-eparina-politica.html).

Sempre nel 2018 Vittorio Demicheli implorava trasparenza come antidoto contro i complottismi e Ricciardi fu in prima fila tra quelli che ne chiesero la testa (assieme alla crème de la crème, cioè la sanità politicizzata al 200%, Siquilini, Guerra etc https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/coc hrane-sulla-vaccinazione-antimorbillo.html )

Uno che nel 2019 si dimetteva dalla direzione ISS per incompatibilità con una componente minoritaria del nuovo governo (mentre scandali di falso in ricerca e vaccini anti AIDS che avevano avuto l'endorsement dell'instituto ovviamente non c'entravano niente https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/03/il-punto-politico-una-crisi-di-nervi-in.html)

Nel 2020 era tra quelli che declamavano l'efficacia anticovid di qualsiasi altro vaccino (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/05/obbligo-per-lantiinfluenzale.html), grande cazzata prontamente caduta nel nulla.

Nel 2021 si scagliava contro la perfida Albione e il suo freedom day (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/11/poi-ingrani-la-sesta-e-produci-meno-co2.html)

Nel 2022 dava dei volgari mentitori al governo danese, e su twitter mi scappò una precisazione:

https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/02/la-fine-della-pandemia-la-decidiamo-noi.html

 

Quindi se la notizia è che Ricciardi è terrorizzato possiamo tranquillamente evitare ogni chiusura e dormire tra due guanciali. 

(E non vedo mezza ragione per attaccare volgarmente chi dice prudenza ma niente paura)



domenica 10 settembre 2023

GLI ALLARMI CHE NON ESISTEVANO (COVID)

https://www.ilsole24ore.com/art/allarme-suicidi-i-giovani-vicari-sono-70percento-ricoveri-AF6SHCm
 

A proposito di quelli hail to the chief che dicevano di parlare nel nome della scienza, nella fattispecie su scuole chiuse, didattica a distanza etc etc etc. - e me ne ricordo uno che parlava del dramma dei minori che avevano perso uno o entrambi i genitori per COVID, in opposizione, come se la cosa fosse la conseguenza della mancata applicazione della demenza zerocovid. L'articolo si nasconde dietro un generico "colpa del COVID", come se non ci fossero state misure che colpivano pesantemente i giovani in età scolastica. E allora forse chi decideva, potendo, di scegliere scuole al di là del confine che non chiudevano e campionati di calcio tra ragazzi che andavano avanti ha fatto la scelta più razionale che si poteva fare (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/10/la-spocchia-dellemigrante-ed-il.html).

La dementocrazia italiana tra il 2020 e il 2022 ha dato il peggio di sé: una dementocrazia mal vissuta, di una senilità traboccante di vituperio per tutto ciò che è ancora giovane o vitale.

Solo pochi, quando si urlava all'apocalisse magnificando i decessi del giorno e il collasso delle terapie intensive, hanno osato parlare dei rischi e dei costi delle misure antipandemiche, e mediamente sono stati seppelliti di insulti. Insulti che venivano dal basso del moralismo d'accatto dei "giusti". Quei giusti che volevano tutto chiuso e sprangato, mentre a febbraio 2020 si scagliavano contro le autoquarantene dei cinesi che tornavano in Italia. Ma erano soltanto bigottismo e conformismo, che si spacciavano per scienza e comunicazione della scienza e si riempivano la bocca di scienza senza sapere dove stesse di casa una disciplina scientifica.

Eh già. A proposito di allarmi che non esistevano, come durante i lockdown non esisteva il problema giovani: pochi mesi prima non esisteva il problema virus e guai a chiamarlo "virus cinese".

https://www.la7.it/piazzapulita/video/coronavirus-selvaggia-lucarelli-abbiamo-paura-dellinvoltino-

Lo spettacolo di schifo profondo che è stato offerto dall'informazione italiana degli ultimi anni non lo vuole vedere solo chi ogni svolta sventola la giusta bandiera. Dietro lo schifo del declamare la parola d'ordine del momento sotto i riflettori dei media ci sono poi i danni, quelli veri. Quelli di Ground Zero Codogno sarebbero arrivati poco dopo il video, quelli inflitti ai giovani sono una cosa permanente e persistente, molto più del Log Covid.

A dare un occhio alla stampa italiana oggi pare che ci sia, di nuovo, chi tifa COVID, comprese le ovvie sbucciate di turno (https://www.ilfoglio.it/scienza/2023/09/06/news/perche-il-professor-palu-sbaglia-a-banalizzare-quando-parla-di-covid-5647498/ in sintesi: Palù sbaglia a dire che non bisogna mettere paura alla gente, vogliamo una nuova stagione di terrore, oggi, subito). Dopodiché una considerazione terra terra: se nel 2023 ci sono soggetti a rischio che finiscono in ospedale per COVID e muoiono la cosa è da ascrivere a:

1) Mancato accesso alla medicina di base o profonda ignoranza della stessa (paxlovid  approvato da mo', basta somministrarlo, perché le mutazioni non riguardano la proteasi del virus e l'apocallise varianti resistenti non si è ancora materializzata)

2) Mancato accesso a un trattamento decente nelle terapie intensive. A marzo 2020 c'era già chi li riusciva a salvare i pazienti in intensiva, oggi ci sono forse meno strumenti di allora? No, ce ne sono di più. Quindi fatevi i vostri conti.

Ma c'è chi è ben felice di galleggiare sulle correnti del declino della nazione e della sua società, e quindi recita ancora una volta quel che si deve riguardo il tema del giorno.

giovedì 7 settembre 2023

MONTAGNIER?

Ogni tanto capita che arrivi una mail con un "Cha ne pensa di...". A questo giro qualcuno probabilmente arrivato di fresco a leggere il blog voleva sapere che ne penso di un certo premio Nobel deceduto non troppo tempo fa. E credo sia il caso di rendere pubblica la risposta. E non parlerò di HIV o COVID.

Penso che puoi essere un Nobel o puoi essere anche essere il Padreterno in persona. Se affermi "Il DNA può essere teletrasportato via oscillazioni del campo elettromagnetico"e sei il Padreterno ci sta, è nelle tue prerogative. Magari è articolo di fede.

Ma se dici "E ora ve lo dimostro" e la dimostrazione riesce solo a te mentre ogni verifica altrui fallisce miseramente... 

Montagnier, assieme a Benveniste, in un curioso articolo su una rivista di cui era editor in chief, sostenne che aveva rilevato segnali elettromagnetici in un campione di acqua che precedentemente aveva contenuto DNA virale anche dopo che il DNA era stato eliminato per filtrazione e l'acqua era stata diluita molte volte. I segnali erano stati registrati dalla bobina di un microfono e inviati via mail a un gruppo in Italia (similes cum similibus, NdCS), che aveva trasmesso il segnale a un campione di  acqua distillata in un tubo di metallo sigillato. Questa acqua, che non conteneva niente, messa in uno strumento PCR era stata poi in grado di sintetizzare un DNA identico a quello originale di Montagnier.  E di base questo era dichiarare che il DNA era stato teletrasportato (“Beam me up, Scottie!”). La dichiarazione era pazzesca. C'è un Nobel che sostiene l'impossibile. Inutile dire che nessuno è stato in grado di replicare questo risultato. (cenere alla cenere, polvere alla polvere etc etc NdCS)

In poche parole il DNA eliminato (spero almeno fosse almeno una ultrafiltrazione) avrebbe dimostrato di lasciare una firma elettromagnetica in grado di riprodurre tale DNA a distanza. Ovvio che nessuno è riuscito a replicare l'esperimento (https://www.mcgill.ca/oss/article/health-and-nutrition/dna-teleportation-really). Perché la scienza normale è scienza normale (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-1-di-x.html)? No, perché non si cava sangue da una rapa. E tantomeno da Nobel svaniti, candidati al Nobel e altri articoli del genere.

Se metti su questo teatrino dimostri di essere uno che ha preso per la tangente (affermazioni eccezionali richiedono dimostrazioni eccezionalmente solide assolutamente riproducibili). Dimostri solo che, se non morivi prima, assumendo allucinogeni potevi arrivare a dire che eri stato rapito dagli alieni (cfr Kary Mullis & LSD, Nobel anche lui - lui, non l'LSD). Quindi non riconosco alcuna autorevolezza a tutto quello che hai detto da lì in poi.

Ah, scordavo: chi era Jaques Benveniste? Un fiero sostenitore della memoria dell'acqua. Alla memoria dell'acqua preferisco alla grande la letizia del vino: vinum laetificat cor hominum , dicevano gli antichi. 





lunedì 4 settembre 2023

LEGGITI KUHN... (1 di 3)

 ... mi disse Starbuck, e io l'ho fatto. E ne abbiamo parlato. Perché le nostre intepretazioni de La
struttura delle rivoluzioni scientifiche
(LSRS, da qui in poi) sono un po' diverse. Con una precisazione: l'assenza del contesto, cioè di come Kuhn con il suo lavoro si inseriva nella fisolofia della scienza e nella sua storia. Ma LSRS è stato spesso citato fuori contesto (come Feyerabend) sui social media, quindi è in questa chiave che mi interessa parlarne - cioè in funzione del suo rapporto con la cultura pop e con quella pop-similscienza che da anni imperversa in rete.

Centrale in LSRS è il concetto di paradigma, l'insieme di principi, cognizioni e metodi consolidati costruito da una disciplina scientifica nel suo processo di maturazione. In breve quello che finisce cristallizato nei manuali universitari. E la "scienza normale", secondo Kuhn, è quella che si muove esclusivamente nel territorio del paradigma, andando a caccia di fenomeni spiegabili con detto paradigma ed escludendo gli altri.

Per Kuhn le rivoluzioni scientifiche avvengono quando un paradigma scientifico diventa completamente inadeguato davanti all'emergere di qualcosa che per natura ha escluso: fenomeni non spiegabili dal paradigma stesso e nuovi modi per descriverli e trovare soluzioni ai problemi che pongono. Si noti bene che Kuhn distingue tra "scienza" e "tecnologia". Questa distinzione nella attuale cultura pop è sparita. Nel contesto pop medicina è scienza quanto è scienza un rover che atterra su Marte che è scienza come la Relatività Generale. E non si fa differenza tra ricerca tecnologica e ricerca scientifica.

Starbuck, essendo nella ricerca scientifica che produce carta (quella carta che poi viene usata spesso come base fondante dell'ideologia del momento o peggio, come base per indirizzi politici) si focalizza sui paradigmi della "scienza normale" che tralasciano o negano quello che dai paradigmi stessi non è contemplato o spiegato.

Io, per quanto qualificato come scientist,  sono nella ricerca tecnologica che produce (o dovrebbe produrre) Return On Investment, EBDITA etc.. ovvero in parole povere soldi. E non ho mai potuto fare a meno di pensare che la mia capacità di produrre risultati concreti e materiali deriva dal mio essere stato formato in un paradigma (l'ultimo paradigma della mia disciplina, a quanto ne so). In più lavoro in un contesto in cui se qualcosa per i più "makes no sense" ma alla fine funziona ed è l'unica cosa che funziona, va tutto bene.

Una doverosa premessa: Kuhn pubblica il suo lavoro negli anni 60 dello scorso secolo. Le rivoluzioni scientifiche dei primi 40 anni del secolo hanno costituito nuovi paradigmi - relatività, meccanica quantistica, etc. Ma di discipline scientifiche veramente "mature" non ce ne erano molte ai tempi in cui Kuhn scriveva il suo libro, nonostante quello che si potesse pensare allora. 

Anni 60. A braccio, l'elettrodinamica quantistica, dopo 40 anni di esistenza problematica, è stata risolta da Dyson e Feynman, che ottengono il Nobel, e l'edificio del modello standard è in fase avanzata di costruzione. Sono gli anni in cui Penrose e Prigogine stanno producendo le fondamenta del loro lavoro. In chimica organica Woodward e Corey hanno dimostrato la potenza concettuale della retrosintesi, tra l'altro, e la determinazione della struttura dei composti naturali per sintesi totale è uno dei grandi risultati dell'epoca. Poi mi verrebbe da dire che di lì a poco May, poi assieme con Anderson, riprende Kermack e MacCarthy e il suo lavoro di rielaborazione finirà per renderlo uno dei nomi delle cosiddette "teorie del caos". E questo è un tassello ulteriore di cui Kuhn al tempo non poteva essere al corrente perché ancora non era "storia".

In breve Kuhn scrive e pubblica in tempi in cui cambiamenti o sostanziali upgrade di molti paradigmi sono in fieri: un tempo, il 1962, infinitamente diverso dall'attuale . Perché?

Perché i paradigmi delle discipline scientifiche hard non cambiano da quasi 50 anni. Qualsiasi avanzamento, scoperta o innovazione è avvenuto all'interno dei "paradigmi maggiori" (che tra l'altro sono quelli in cui sono stato educato e cresciuto). Ma...

Ma ci sono un paio di problemi. Il primo è costituito dal mainstream scientifico del momento da 40 anni a questa parte. Se Feynman e Dyson e il modello standard sono stati incorporati di fatto nel corrente paradigma della fisica, con Prigogine, May e Anderson le cose sono andate un po' diversamente. Perché? Perché strutture dissipative e termodinamica del non equilibrio sono state incorporate in unico manuale, di uso limitato. Quanto a May e Anderson, beh... il primo è stato a lungo presidente della Royal Society, il secondo è stato a lungo advisor scientifico del governo britannico, ma per il resto? Per il resto non sono stati incorporati in nessun paradigma, nella prospettiva di Kuhn. Hanno ritrovato attenzione nei primi anni 90, ma è stata una stagione breve, per quanto abbia lasciato impronte durature nella produzione mediatica (si pensi a Jurassic Park, se non si vuole ricordare la fantascienza cyberpunk). Il meccanismo delle rivoluzioni scientifiche di cui Kuhn parla si è inceppato in qualche punto tra la seconda metà dei 90 e l'inizio del nuovo millennio, periodo che segna l'ascesa permanente delle scienze soft (troppe volte delle scienze molli). Forse vi ricorderete la stagione, Crichton, da grande osservatore dei tempi, già l'aveva inscritta in Jurassic Park. Il progetto Human Genome, Craig Venter, gene=proteina e tutto il resto. Da lì a medicina/scienza ci sono voluti una decina di anni o poco più.

Parlare di un "paradigma delle scienze della vita" non so se sia possibile. Si ok, DNA e RNA, che sono cose del secolo scorso. Ma poi? Non vorrei essere nei panni di per lavoro scrive manuali universitari nell'area life sciences. Perché l'hype del momento, da almeno 20 anni, si esaurisce in una fiammata. Esistono ancora manuali che riguardo l'alzheimer declinano l'ipotesi amiloide? Ce ne è qualcuno che racconta ancora la storia del junk DNA? E i siRNA?

Le "rivoluzioni" degli ultimi 40 anni sono state dipinte come tali ma non lo erano: non implicavano un vero cambio di paradigma. Pernsiamo solo a uno dei santini più venerati dai fedeli de lascienza, Rita Levi Montalcini, laureata Nobel assieme a Stanley Cohen per la scoperta dei fattori di crescita. Il lavoro (separato) di Montalcini e Cohen usciva dallo schema di un qualche paradigma? Non direi proprio. Quel lavoro (solo quello di Cohen, in realtà) è stato la radice della successiva esplorazione dell'albero delle chinasi, che ha avuto conseguenze applicative estremamente importanti (farmaci antitumorali targeted). Ma non ha cambiato alcun paradigma, è solo stata una delle tante estensioni di paradigmi già esistenti. Negli ultimi dieci anni al riguardo ci sono stati due fatti degni di nota, al riguardo.

Il primo riguarda i ricercatori di Amgen che verificarono trovandoli non riproducibili i risultati dei paper definiti "rivoluzionari" in oncologia (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/credibilita-e-riproducibilita.html). Il secondo riguarda il "minimo genoma funzionante". In tempi di enfasi sulla biologia sintetica. Un gruppo esteso guidato da Craig Venter nel 2016 sintetizzò lo "smallest viable genome", quello di un mycoplasma (https://it.wikipedia.org/wiki/Mycoplasma). E di 473 geni, 149 avevano funzione ignota (https://www.science.org/content/blog-post/smallest-viable-genome-very-weird). Che vuol dire, in parole povere: "c'è un 31.5% di cui non sappiamo niente", e questo parlando di un mycoplasma che è il più semplice dei batteri. Il che non testimonia a favore della solidità del "paradigma" delle scienze della vita. Di momento in momento il paradigma delle life sciences è percepibile, ma è sfocato, estremamente instabile.

Immunooncologia, CRISPR, terapie geniche etc hanno messo poco a dimostrare una loro natura: nell'ordine niente di nuovo, bolla speculativa e genialata applicativa,  pochi risultati e tanti fallimenti. In effetti credo si possa parlare di paradigma nelle life sciences solo in termini empirici: Credo che il suo principale aspetto critico sia l'essere legato a doppio filo con la medicina, che scienza non è (e non sto dicendo che non ci siano medici che fanno ricerca). La cosa è complicata dal fatto che siano esistiti medici che hanno infranto il paradigma della medicina dei loro tempi (Simmelweis, per citare un esempio tipico), e che la cosa ha avuto ricadute in campo scientifico. Con ciò i medici esercitanti la professione usano (o dovrebbero usare) i risultati delle discipline scientifiche, ma non ne praticano una. Questo è stato fatto notare ripetutamente, ma il concetto soccombe davanti alla massa di medici praticanti che oggi dicono di fare scienza o che la scienza (quale?) la vogliono "divulgare".

Servirebbe un nuovo e aggiornato lavoro di Kuhn oggi, perché la "scienza normale" che descrive ha lasciato il passo a una "scienza anormale". La scienza anormale, incapace di costruire nuovi paradigmi  o consolidare quelli presenti, ma troppo spesso sprezzante nei confronti dell'ultimo paradigma affermato e solido. Una "scienza anormale" praticata da quanti sputano sui libri su cui hanno studiato per far numero (di articoli) o fare audience sui media sociali e non. Il rigetto della classicità, che è una cifra dei tempi attuali, non è senza conseguenze per quel che riguarda la fenomenologia delle scienze.

Nel panorama accademico attuale devi lavorare su qualcosa di figo e vendibile, se ci riesci, o altrimenti attinente ai temi correnti nel mainstream e per la più semplice delle ragioni: se non lo fai non ti finanziano il progetto. Quanto al lavorare su qualcosa di figo, in una prospettiva ormai storica, non è possibile non citare il campo del lifespan, in breve gli "elisir di lunga vita" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/fior-di-giglio-intascare-700-milioni.html e https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/07/la-contessa-bathory-e-viva-e-lotta.html). Fallimenti che non hanno avuto la triste sorte del campo della fusione fredda, diventato qualcosa davvero simile a una setta iniziatica, una minoranza esoterica. Tutta sta' roba, che ai suoi tempi di casino ne ha fatto un bel po', non è finita né finirà in nessun paradigma, in nessun manuale - sarebbe bello se ci finissero come "cose da evitare", ma non succederà.

La scienza anormale è incapace di produrre o consolidare nuovi paradigmi e ha un difficile rapporto con gli stessi. La scienza anormale è centrata su regole e sono regole effimere, che possono essere cambiate a seconda del bisogno. Basta guardare ai due anni di pandemia COVID: gente come Ioannidis e Tom Jefferson non si pronunciava al di fuori di nessun paradigma. Si pronuciava contro e al di fuori delle regole del momento, un group thinking più politico che scientifico. Nel contesto della scienza anormale, che è il contesto della scienza "terzo ladro" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/12/il-terzo-ladro.html), l'incapacità di elaborare nuovi paradigmi è un'incapacità concettuale, e quando si prova a forzare un paradigma consolidato a supporto del set di regole del momento i risultati sono grotteschi (vedere alla voce "pandemia e modelli"). La scienza anormale, in ottemperanza al "publish or perish", garantisce la prolificazione di articoli che presentano ricerche un tasso di riproducibilità sempre più basso, e sopravvive anche alle ritrattazioni come niente fosse (alla voce puttanate sparate ed eseguite su COVID, farmaci e vaccini durante la pandemia). Nessuno di quelli che ha pubblicato aberrazioni e artifici sperimentali tra 2020 e 2022 è mai stato discreditato per aver pubblicato puttanate - se ne pubblicano tante, ed è nell'interesse di tutti che siano pubblicate. Il sistema della scienza anormale è identico a quel che è stato il sistema della scienza normale solo in apparenza. Sull'etichetta "metodo scientifico", nella sostanza "come ci pare, anche a cazzo di cane se serve". La lotta al "scientific misconduct", che da Retraction Watch a Elizabeth Blik  si è guadagnata una sua nicchia, per quanto praticata da espulsi dal sistema o fuori dal sistema, alla fin fine finisce per legittimarlo: denunciamo le mele marce perché il sistema si emendi. Ma il sistema non intende emendarsi, è sempre lì e il dubbio che sia fondato su una maggioranza connivente è piuttosto fondato. Connivenza per convenienza.

(To be continued)

sabato 2 settembre 2023

GUERRA FREDDA, ARMI NUCLEARI: THE BEDFORD INCIDENT (STATO D'ALLARME)

 

Sara Gandini mi ha detto che ha postato la mia minirecensione di Oppenheimer (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/08/oppenheimer-il-film.html) e che sotto il post c'è stato un certo movimento. Io continuo ad essere soddisfatto di essere lontano da quel dibattito, che per il fatto di essere collocato lì è nella migliore delle ipotesi la quintessenza dell'effimero (i social media non hanno memoria, né a breve né a lungo termine). E voglio ricollegarmi a quella mia recensione, di film in film, per ricordare quello a cui Oppenheimer si oppose (senza successo).

Nella filmografia su guerra fredda e rischio nucleare The Bedford Incident (1965, in italiano Stato di Allarme) non è certo tra i film più citati. Non certo quanto Fail Safe (A prova di errore) di Sidney Lumet, di un anno prima, con Henry Fonda attore protagonista, o Il Dottor Stranamore, capolavoro di Kubrick, o la produzione anni 80 (The day after, Wargames). Unici film più recenti degni di essere menzionati, a parte Oppenheimer Thirteen Days (2000) , di Roger Donaldson, con Kevin Costner, sulla crisi dei missili a Cuba, e The Sum Of All Fears (2002   https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/03/la-somma-di-tutte-le-paure.html), dal romanzo di Tom Clancy. Da un certo punto di vista The Bedford Incident, con la coppia di protagonisti Richard Widmark e Sidney Poitier prefigura Gene Hackman e Denzel Washington in Crimson Tide (Allarme rosso, 1995), da cui mi piace citare questo: nell'era nucleare il nemico è la guerra stessa, battuta affidata al secondo ufficiale del sottomarino, interpretato da Denzel Washington. Una nota a fondo pagina per The Wolf Call (2019), che più che altro ci ricorda che la force de frappe francese ha anche vettori sottomarini (e che dava per scontata la presenza di truppe di èlite fancesi durante la guerra in Siria). Ovviamente questa è una mia filmografia, che non pretende di essere esaustiva. EDIT: infatti manca Threads (Iptesi sopravvivenza, 1984) e non sarei dovuto scordarmene.

The Bedford Incident, che per più di un verso anticipa un realismo alla Tom Clancy, parla di un giornalista a bordo di un incrociatore lanciamissili americano che assiste alla tesa caccia a un sottomarino russo dotato di siluri nucleari. Una caccia tutta basata sulla deterrenza portata al limite, nel tentativo di fare emergere il sottomarino. La situazione sfuggirà di mano in un finale tragico - e scusate l'eventuale spoiler per chi il film non lo ha visto.

Guardando indietro mi pare che nei media e nella società occidentale e italiana in particolare il dibattito sulle armi nucleari abbia fatto molti passi indietro proprio come hanno fatto incredibili passi indietro i dibattiti su tutti i temi più rilevanti. Non saprei se questo sia dovuto all'avvento dei social media vecchi e nuovi o al crollo verticale della qualità della scolarizzazione italiana negli ultimi trenta anni. Ma chissà. Chissà che effetto potrebbero fare questi film su un ventenne con una qualche bandiera sul suo profilo social. Molto probabilmente reagirebbe dicendo: ma oggi è diverso. Eccerto, diverso abbestia.

Perché tutto questo diventa incredibilmente attuale? Per quello che preoccupa più gli svizzeri che gli italiani, addormentati da giornalismo mediamente demenziale:

https://www.tio.ch/dal-mondo/attualita/1693729/putin-schiera-il-sarmat-il-missile-piu-temuto

Avendo amici "informati dei fatti" ho chiesto un parere veloce. La risposta è stata "In realtà non hanno schierato nulla, semplicemente è operativo dopo parecchi anni e parecchi ritardi (è il sostituto del R-36M Satan). Va bene a Putin per motivi pubblicitari e va bene a noi per altrettanti motivi pubblicitari".

Detto questo il problema resta più o meno lo stesso. Ma a porre problemi del genere, oggi, in Italia, spunta quello che urla "pacifinto"!

E "pacifinti", tra i tanti neologismi degli ultimi tempi, è quello che definisce meglio l'ottundimento ideologico di chi lo usa. Ed è pure finito sulla Treccani (https://www.treccani.it/vocabolario/pacifinto_%28Neologismi%29/). Ah, anche ottundimento lo trovate sulla Treccani (https://www.treccani.it/vocabolario/ottundimento/). Quanto a pacifinti lo abbiamo trovato per esempio qua: https://www.ilfoglio.it/esteri/2023/01/27/news/contro-i-pacifinti-sulla-guerra-in-ucraina-4891615/. E non è che sia stato un caso isolato e appassito dopo qualche mese. E' una vecchia manfrina, "troppo cattolicesimo, troppo grande il passato PCI" (come se ci fossero eredi di quel passato). E diciamolo, pure la Costituzione è un inutile aggeggio obsoleto e forzabile a piacere, Certo, come no. Ma mi raccomando, tenete a portata un antiemetico prima di leggere certa roba, se proprio volete leggerla. Io certe volte ci casco, a leggere roba del genere, e invariabilmente me ne pento.



CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...