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mercoledì 4 giugno 2025

LA VERITA' SULLA SCIENZA - FAVOLA CON ANIMALI


 

Non lontano dai confini del bosco, nascosti tra i cespugli, un coniglio, un topo e uno scoiattolo dibattevano animatamente di scienza.

"La scienza è l´unico modo per sapere come funziona il mondo." disse il coniglio.

"Ho sentito dire che un tuo cugino era della stessa idea ed è morto per sostenerla" disse il topo "Io preferisco non sapere come funziona il mondo in genere, ma sapere come funziona il mio, di mondo, mettere insieme il pranzo con la cena e vivere tranquillo."

"Ho sentito che invece un tuo cugino credeva che mettono nell´aria tante porcherie" disse lo scoiattolo al topo "Ed è morto per sostenere la sua tesi. Comunque credo che nessuno di voi due sappia davvero come funziona la scienza."

"E tu lo sai?" chiese il coniglio allo scoiattolo.

"Io? No, al limite posso farti una lunga lezione su nocciole, noci e pinoli, dove trovarli e come aprirli, ma di scienza non so niente. Però mi hanno detto che l´unico che conosce la verità sulla scienza è un vecchio rospo che vive nella palude."

"Sul serio?" chiese il topo.

"Davvero. Dicono che lui la sa bene, la verità sulla scienza."

"Cioè che è l'unico modo per capire il mondo?" chiese il coniglio.

"Cioè che è una truffa del Nuovo Ordine del Bosco?" chiese il topo.

"Ah, non saprei. Non ci ho mai parlato."

Così il gruppo si avviò verso la palude alla ricerca del vecchio rospo. Mentre erano ancora nel bosco incrociarono il pipistrello, che se ne stava attaccato a testa in giù a un ramo che sovrastava il sentiero. "Un topo, un coniglio e uno scoiattolo... buongiorno roditori, dove ve ne andate di bello?"

Il coniglio alzò lo sguardo "Ce ne andiamo a cercare il vecchio rospo, che sta nella palude e sa la verità sulla scienza."

"Ma sarebbero pure fatti nostri." Chiosò il topo.

"Il vecchio rospo non sa niente. Si dice che sia sul libro paga dei rapaci e si dice anche che sia stato una salamandra illuminista, ma poi ha venduto l´anima alle rane." disse il pipistrello. "Ora che lo sapete cosa pensate di fare?"

"Continueremo a farci i fatti nostri, se non ti dispiace." disse il topo, provando a tirar via il coniglio per la coda. Lo scoiattolo non si era fermato ed era già avanti sul sentiero, quindi si adoperarono per raggiungerlo.

Sul confine tra palude e bosco si fermarono. Più avanti, posato su un ramo che si allungava sul canneto, c´era un nibbio. "Meglio fare il giro lungo" bisbigliò lo scoiattolo, ma il nibbio si girò verso di loro.

"Che credete, vi ho visti! Venite pure avanti senza paura, ho già mangiato." disse il nibbio.

I tre si avvicinarono tremebondi. 

"Cosa andate a cercare nella palude, voi tre?"

Lo scoiattolo rispose: "Andiamo a cercare il vecchio rospo che sa la verità sulla scienza."

"Ma guarda un po´... "disse il nibbio "E quando il vecchio rospo ve la dirà che ci farete?"

La domanda lasciò molto interdetti il coniglio e il topo. Il nibbio non si aspettava una risposta.

"Il pipistrello ci ha detto che in realtà il vecchio rospo non sa niente di niente e che è sul libro paga di voi rapaci." disse il topo. Il nibbio si fece una gran risata stridente "Sempre tanta bella gente, nel bosco... pettegola, pronta a sparlare degli altri e a metter zizzania. Il vecchio rospo è notevole, invece. Vi saluto, buona ricerca della verità sulla scienza". E se ne volò via.

Alla fine i tre trovarono il vecchio rospo.

Lo trovarono accovacciato su una grande pietra muscosa al bordo dell´acqua.

"Sei tu il vecchio rospo che conosce la verità sulla scienza? E' vero che è l´unico modo per capire il mondo?" chiese il coniglio.

Il vecchio rospo gracidò e disse "Bah!"

"Sei tu il vecchio rospo che conosce la verità sulla scienza? E´ vero che è una truffa del Nuovo Ordine del Bosco?" chiese il topo.

Il vecchio rospo gracidò e disse "Ohibò!"

"Buonasera, reverendo Rospo" disse lo scoiattolo "Potresti dirci la verità sulla scienza?" 

Il vecchio rospo gracidò e disse "Eccellenti camici fanno eccellenti scienziati."

I tre se ne tornarono nel bosco e solo lo scoiattolo salutò il vecchio rospo. Coniglio e topo erano molto, molto perplessi. 

"Perché non gli ho chiesto cosa volesse dire"? disse il coniglio.

"Perché ti avrebbe risposto gracidando, hai visto, no? Questi gran saggi fanno a non farsi capire." disse il topo, che per la prima volta si trovava completamente d´accordo con il coniglio. Lo scoiattolo invece li seguì in silenzio, perché la risposta del vecchio rospo gli aveva dato da pensare. Alla fine disse agli altri due: "Come ha detto il nibbio, il vecchio rospo è notevole. E la sua risposta è stata densa di significati. Potreste cercare di coglierli e magari..."

Nel frattempo arrivò trafelato, di corsa (per quanto gli potesse riuscire di correre), un porcospino.

"Ragazzi, ragazzi! E' un'ora che vi cerco." disse "Avete mai pensato che ieri era oggi e oggi era domani?"

I tre lo guardarono per un istante. Poi lo mandarono al diavolo. 

NB: A parte che la morale della favola è che quando si cerca qualcosa non si sa mai cosa si trova, il vecchio rospo non è un parziale plagio ma una dichiarazione di amore per l'opera di James Branch Cabell.

martedì 6 maggio 2025

IL TEST DI TURING: l'IA NON CAPISCE MA MOLTI UMANI SONO MESSI PEGGIO


(che non è propriamente un test di Turing)

Si parla molto e sempre di più di Intelligenza Artificiale. Quindi cominciamo con un glossario:

IA: intelligenza artificiale, in inglese AI, Artificial Intelligence.

ML: Machine Learning 

LLM: Large Language Model, Modello Linguistico di Grandi Dimensioni.

GPT: Generative Pretrained Transformer

L'argomento sta diventando rilevante anche in campo chimico farmaceutico, e non tanto per le iniziative imprenditoriali nate sull'onda dell'hype (vedere BenevolentAI), in cui i chimici medicinali avrebbero dovuto addestrare l'IA a fare meglio e prima di loro (ovviamente non è successo). Ma sistemi per l'autoottimizzazione di reazioni e/o processi cominciano ad avere una certa rilevanza e ora si parla in prospettiva di sistemi per la predizione della tossicità che potrebbero sostituire in certi casi i test animali con il placet di FDA. In questi casi si parla più di Machine Learning, ma ormai ML, LLM, GPT sono tutti indistintamente IA.

Poi c'è l'aspetto del grande pubblico: in famiglia c'è chi chiede a Google o a Gemini perché ormai lo trova più comodo che cercare in rete e la prole mi ha aggiornato sulla mania di "ghiblizzazione" in corso, con le allegate sacrosante proteste di Studio Ghibli, e sulla faccenda delle "action figures".

Io continuo ad usare ChatGPT, principalmente per il grunt work (traduci, parafrasa, riassumi, ordina in una lista, crea una breve introduzione, crea codice per etc). Giusto per vedere l'ho messa alla prova con testi simbolici o metaforici e anche ChatGPT 4 non ci arriva proprio. La sua capacità di analisi in quei casi crolla verticalmente. Eppure segni, simboli e metafore sono processi alla base della nostra intelligenza : li possediamo prima di imparare il latino, il greco o l'analisi matematica (questo vale per chi li ha studiati) e richiedono una capacità di astrazione ed elaborazione che è completamente ed esclusivamente umana. Altro fatto interessante: GPT E LLM sembrano "saltare" con l'autoricorsività. E mi spiego: sia la domanda all'IA una quasiasi, e la sua risposta A(1). Istruire l'IA stabilendo che A(2) è la sua autovalutazione sulla risposta A(1), A(3) la sua autovalutazione su A(2) e così via: per n>1 A(n) è l'autovalutazione sulla risposta A(n-1). Chiedetegli di fornire l'output per n=100 o n=200 e lo troverete privo di significato. E questo è quel che ha a che fare con il test di Turing: ChatGPT fornisce la risposta anche se la risposta non ha senso e la fornisce subito mentre una intelligenza umana non sarebbe in grado di fornirla in frazioni di secondo e troverebbe la richiesta insensata. 

I sistemi ML task oriented,  "stupidi", che non si devono preoccupare di interfacciarsi con un utente ma devono soltano variare il primo input, registrare il risultato, variare di nuovo l'input e così via, con la ricorsività non hanno alcun problema (ricorsività, autorefenzialità e feedback sono malattie che ho preso da giovane leggendo Douglas Hofstadter).

Ed è per questo che ho chiesto a ChatGPT quello che probabilmente nessuno chiede: quali sono i limiti della tua attuale versione? La risposta dovrebbe essere illuminante, almeno per qualcuno:

Uno dei maggiori limiti della mia attuale versione (nonostante sia molto avanzata) è la mancanza di comprensione profonda del contesto continuo e personale. In altre parole:

  • Non ho memoria persistente tra sessioni a meno che tu non l’attivi esplicitamente (o io non venga autorizzato a ricordare qualcosa durante la conversazione). Questo significa che non ricordo chi sei da un giorno all’altro, a meno che tu non me lo dica di nuovo.

  • Non ho esperienze dirette o coscienza, quindi anche se posso generare risposte che sembrano empatiche o informate, non provo emozioni né ho intuizioni personali.

  • Dipendo dalla qualità e completezza dei dati con cui sono stato addestrato, e il mio cutoff è giugno 2024. Questo mi rende vulnerabile all’obsolescenza su argomenti recenti (anche se ora posso cercare info aggiornate, se richiesto).

  • Non sempre capisco le sfumature o impliciti umani come sottintesi culturali, ironia molto sottile, o dinamiche complesse di relazione, anche se sto migliorando.

Interessante la mancanza di memoria persistente. Mi ha ricordato un passo di Neuromancer di William Gibson :

Accese la lampada da tavolo accanto all’Hosaka. Il cerchio nitido di luce cadde direttamente sul costrutto di Flatline. Inserì un po’ di ICE, collegò il costrutto e si connesso.

Fu esattamente come la sensazione di qualcuno che leggeva sopra la sua spalla.

Tossì. «Dix? McCoy? Sei tu, amico?» La gola gli era stretta.

«Ehi, fratello,» disse una voce senza direzione.

«Sono Case, amico. Ti ricordi?»

«Miami, l'apprendista, svelto a imparare.»

«Qual è l’ultima cosa che ricordi prima che ti parlassi, Dix?»

«Niente.»

«Aspetta un attimo.» Disconnesse il costrutto. La presenza era sparita. Lo riconnesse. «Dix? Chi sono?»

«Mi hai fregato, Jack. Chi cazzo sei?»

«Ca... il tuo amico. Socio. Che succede, amico?»

«Bella domanda.»

«Ti ricordi di essere stato qui, un attimo fa?»

«No.»

«Sai come funziona una matrice di personalità ROM?»

«Certo, fratello, è un costrutto firmware.»

«Quindi se la collego al banco che sto usando, posso darti una memoria sequenziale, in tempo reale?»

«Immagino di sì,» disse il costrutto.

«Okay, Dix. Tu sei un costrutto ROM. Mi segui?»

«Se lo dici tu,» disse il costrutto. «Chi sei?»

«Case.»

«Miami,» disse la voce, «l'apprendista, svelto a imparare.»


Ho chiesto ancora a ChatGPT: a comprensione del testo come sei messa?

Molto bene, in generale.

Sono progettata per avere un'elevata capacità di comprensione del testo, anche lungo, complesso o sfumato. Questo include:

  • Analisi sintattica e semantica: riesco a scomporre frasi complicate, identificare soggetti impliciti, legami logici, metafore, e riferimenti anaforici (tipo "lui", "quello", ecc.).

  • Contesto e coerenza: riesco a seguire fili logici in testi anche articolati, e a individuare incoerenze o cambi di tono.

  • Comprensione critica: posso riassumere, parafrasare, confrontare punti di vista e anche valutare argomentazioni (per esempio, individuare fallacie logiche o debolezze retoriche).

  • Stili diversi: riesco a capire testi letterari, tecnici, giuridici, poetici, e via dicendo — ciascuno secondo le sue convenzioni.

Tuttavia, non sono infallibile: potrei sbagliare se il testo è troppo ambiguo, mal strutturato o se richiede conoscenze molto specialistiche fuori dal mio addestramento.

Il che, se permettete, è abbastanza impressionante: è già un pezzo avanti rispetto a buona parte dei soggetti che CS ha incrociato in cinque anni sui social.

giovedì 10 aprile 2025

PAUSA PASQUALE

Un augurio, se non di pace almeno di una tregua pasquale. Questo blog ritorna, con calma, dopo la settimana santa.

giovedì 20 febbraio 2025

ESPERIMENTI IN CUCINA: LA TERZA VIA, TRA KABOOM E CRISTALLI BLU - by Starbuck

Il weekend trascorre a casa in solitaria per recupero da una serie di malanni da raffreddamento, mentre il resto della famiglia è in gita da parenti. Mangio gli avanzi del pranzo del venerdì in piedi davanti al camino, mentre concedo uno sguardo al cellulare. Ed ecco la foto dell’ "impiatto perfetto" del CS, che –per pranzo altrettanto solitario – confeziona manicaretti dal bell’aspetto.

Perché ammettiamolo pure, il finesettimana giù al Nord Europa –prendi un aereo e vai a trovare un vecchio amico – ha anche questo tra i suoi vantaggi: i chimici cucinano. Tendenzialmente bene. Ora a dirla tutta il CS non copre l’area "baking", cioè non fa torte: in passato avrei rotto ogni rapporto per molto meno, però in questo caso compensa con sformati e sformatini e cotture a forno a vapore, per cui... l’amicizia tra noi è ancora salda. Già, i chimici cucinano. Si stupiva la mia collega di ufficio appena arrivata (un'ingegneria in qualcosa) che il tipo burbero in fondo al corridoio al pranzo di team avesse cucinato spettacolarmente: "E ci credo, è un chimico! I chimici tre cose: kaboom, cristallini blu e cucina. Ah, lavano i piatti in maniera spettacolare!”

Si perché di queste tre cose si parla alla fine nei finesettimana o nei uotsap “col CS”:

1)      Argomento tipo 1 – e risate, ovvero roba che è saltata: KA-boom! Si va dal posacenere con il fulminato di mercurio ai reattorini da 5l, passando per il goccio di azoto liquido in bottiglia di plastica, ma il repertorio è piu’ ampio e sodio e magnesio non mancano mai di essere citati;

2)      Argomento tipo 2 – e futuri alternativi -: racconti di tizio e caio e delle loro sintesi alternative o al limite del legale e della famigerata alternativa di lavoro in Messico-e-Nuvole come ultima scialuppa al definitivo crollo della chimica europea;

3)      Argomento tipo 3 – mentre si sorseggia vino, con sguardo attento: come far convivere funghi e tonno felicemente o creare una carbonara di carciofi (con la mia solita conclusione “per me va tutto bene basta che non cucino io stasera”)

Non è un caso che l’omino di Breaking Bad facesse saltare laboratori con fulminato d’argento, o che l’altro omino di Smetto quando voglio, fosse finito a lavorare in una cucina (nota: non ho visto nessuno die due, ma il precedente collega polacco, scienze naturali, mi teneva aggiornata tra un “non puoi non guardarlo!” e un “devi guardarlo!”, e poi si addormentava alle due del pomeriggio sullo spettrofotometro...)

O poi, non è vero, tra chimici si parla anche occasionalmente di altro, di musica ad esempio o se prendere l’ombrello o meno “che quasi fuori piove” - giù al Nord Europa il meteo è quello lì, e anche il poker cambia acronimi - ma le tre vie del chimico sono sempre quelle lì.

NdCS: Quanto a esperimenti in cucina il progetto di ricerca in corso riguarda l'ottimizzazione di un crostino di petto d'anatra al vino. Parametri: numero di foglie di alloro, numero di bacche di ginepro, tipo e quantità di vino. Nell'esperimento n*1 per un petto di anatra una foglia di alloro, 6 bacche di ginepro, due bicchieri di porto bianco. Risultato: buono, ma ulteriore ottimizzazione necessaria. D'obbligo un cetriolino sottaceto per un crostino piccolo. Da indagare la possibile marinatura nel vino del petto d'anatra prima della cottura (lunga, almeno 5 ore a fuoco basso, per ottenere pulled duck).

giovedì 9 gennaio 2025

PROPOSITI PER IL NUOVO ANNO

 

Perché non vorrei mai fare parte d'un club che accetti tra i suoi iscritti un tipo come me.

Dopo la tardiva istallazione di una VPN mi sono reso conto che mi ha esposto a quel che perlopiù non mi mancava: la RAI attuale. E ho notato un certo qual fervore di fiction risorgimentale: Mameli prima, Leopardi poi. Ma la voce risorgimentale a cui sono più attaccato è la voce di Giuseppe Giusti, una voce che a differenza di Mameli e del suo brano più classico nessun governo italiano ha mai potuto piegare ai suoi fini. Dopo anni e anni continuo a riconoscervi il miglior spirito toscano. Mi permisi di semicitarlo, volendo riproporne l'attitudine, e di citarlo in toto, rendendomi conto nella rilettura di quanto più le cose cambiano e più rimangono le stesse. 

Guardando indietro, ancora una volta faccio mie le sue parole.

Io non son della solita vacchetta,
né sono uno stival da contadino;
e se pajo tagliato coll'accetta,
chi lavorò non era un ciabattino:
mi fece a doppie suola e alla scudiera,
e per servir da bosco e da riviera.

Dalla coscia giù giù sino al tallone
sempre all'umido sto senza marcire;
son buono a caccia e per menar di sprone,
e molti ciuchi ve lo posson dire:
tacconato di solida impuntura,
ho l'orlo in cima, e in mezzo la costura.

Ma l'infilarmi poi non è sì facile,
né portar mi potrebbe ogni arfasatto;
anzi affatico e stroppio un piede gracile,
e alla gamba dei più son disadatto;
portarmi molto non potè nessuno,
m'hanno sempre portato a un po' per uno.

lunedì 6 gennaio 2025

UN (RI)ADDIO AI MONTI (ANCORA ESPATRIO DEGLI ITALIANI E DINTORNI)


Il giorno del mio ritorno a nord dopo le vacanze di Natale era freddo e limpido, molto limpido. Da fuori dell'aeroporto il profilo dei monti era estremamente nitido. Mi sono ricordato di quando, in moto, salivo fino alla cima, in estate. Mi sono ricordato di quanto l'aria diventava fresca quando arrivavo al livello dei castagneti. Più in alto mi fermavo a guardare, da nord a sud: le Apuane, il lago di Massaciuccoli, la piana e più a sud le gru del porto di Livorno. Al largo, sul mare, Capraia, Gorgona, la Corsica e nelle giornate giuste anche, in lontananza a sud, l'Elba. E mi ricordo che guardando il panorama pensavo: "Il mondo della mia vita".

Beh, il mondo della mia vita si è dilatato non poco ed è un mondo diverso, più di trent'anni dopo, Non avrei mai potuto immaginarlo, ma mi sono mosso verso l'aeroporto dalla stessa fermata del bus dove arrivai, più di trenta anni fa, zaino in spalla, di ritorno da quello che fu il mio ultimo Interrail. Di quel viaggio tra l'altro mi ricordo Kirkwall, il suo porto con il mercato del pesce e velieri che erano arrivati lì da tutto il nord, incluso uno che veniva da Nantucket, Massachusetts: si erano fatti a vela il nord Atlantico.

Il porto di Kirkwall, Isole Orcadi, 1991

Fu l'occasione in cui incontrai per la prima volta l'Highland Park, fatto usando torba di erica (la torba di Hobbister Hill). A quei tempi non era un marchio ma il prodotto di una distilleria locale che aveva ancora solo piccole quote di esportazione. Veniva venduto negli spacci locali in bottigliette piatte da mezzo litro, cask strenght (56-60°, la quota da esportazione era in pezzi da 750 cc di solito con una più moderata gradazione di 40°), e il modo in cui andava giù liscio era piuttosto pericoloso. La sua versione attuale  più vicina al prodotto di allora secondo me è la 10 y.o. Ambassador's Choice. 

The snotgreen sea. The scrotumtightening sea. Epi oinopa
ponton. Ah, Dedalus, the Greeks! I must teach you. You must read them
in the original. Thalatta! Thalatta! She is our great sweet mother.
Come and look. 

E su un mare non color del vino ma del piombo traghettammo di ritorno verso Thurso...

Al di là di vecchie familiarità con il nord Europa, al di là di un inevitabile attaccamento alle mie radici, c'è tutto il resto, cioè la banale realtà del fatti.

https://forbes.it/2024/10/23/fuga-cervelli-costata-italia-134-miliardi-13-anni/

Nel movimento di giovani persone tra i Paesi europei l’Italia partecipa da grande fornitrice di persone ed è quindi fuori dalla circolazione di talenti perché è ultima per attrattività. È pericoloso continuare a cullarsi nella favola bella che facciamo parte di quella circolazione, perché vuol dire fingere che la bassa attrattività non esista. L’emigrazione dei giovani italiani non solo rende più difficile per le imprese la ricerca di persone da assumere ma accentua enormemente il mis-match tra domanda e offerta di competenze

That's it, e che in Italia si sia maestri nel distruggere valore non è certo una novità, ormai.  L'articolo evidentemente attinge a voci e fonti assai diverse tra loro, infatti a un certo punto si scrive: "L’Italia affronta una forte carenza di profili tecnici. Eppure, il 58,2% di chi è andato a lavorare all’estero svolge ruoli che nel nostro Paese le aziende faticano a ricoprire: professioni qualificate nei servizi, operai specializzati e semi-specializzati, personale senza qualifica."

E' del tutto chiaro che il punto è esattamente questo: è il ritratto di un sistema, quello italiano, che oggi ha bisogno di low skilled workers (un bisogno facile da soddisfare, se si offrissero stipendi dignitosi e se l'Italia non fosse il campione occidentale di stagnazione salariale). E a questo punto si è arrivati con un apparentemente irrefrenabile declino industriale. Intendiamoxi, esistono (o esistevano) in Europa esempi di grandi importatori di lavoratori low skilled: lo era il Regno Unito in era pre Brexit, continua ad esserlo la Germania, almeno fino all'altroieri. La capacità di attrazione di lavoratori low skilled è/era strettamente correlata all'offerta salariale: quale addetto alle pulizie in Italia può contare su un contrattto a tempo indeterminato e 1.700 eur di stipendio? Per quanto riguarda la Germania non dovrebbe essere dimenticata la "genialata" del nazismo di importare lavoratori low skilled ridotti in condizioni di schiavitù, non semplicemente  un episodio di un periodo orribile del XX secolo ma anche un indizio significativo sulla natura profonda di un sistema al di là delle sue vicende politiche. Perché la Germania è grande, produce(va) laureati sufficenti al suo fabbisogno di lavoro high skilled, quindi si è sempre potuta permettere di importare solo lavoratori altamente qualificati che rispondevano al suo requisito primario: tedesco almeno B2 (una classica attitudine imperiale non estranea anche alla Francia). Nel settore farmaceutico se c'è l'esempio di Biontech a sparigliare le carte, Bayer, in tempi remoti all'avanguardia, fornisce un caso tipico: unica statina revocata dal mercato per effetti collaterali, cosviluppa con Onyx Sorafenib (il farmaco antitumorale targeted con il peggior profilo di effetti collaterali della sua classe) e alla fine compra da Pfizer Monsanto, giusto in tempo per perdere una causa miliardaria negli USA a carico del suo nuovo acquisto. In generale poi resta il problema di dove vada la lealtà dei lavoratori low skilled importati: quando non molto tempo fa il governo tedesco presentò l'opzione per la cittadinanza buona parte dei 3.5 milioni di turchi in Germania scelse passaporto e cittadinanza turca (per quel che mi riguarda per la determinazione della mia lealtà nei confronti dell'attuale stato italiano, indipendentemente da chi governi, serve uno strumento capace di apprezzare 10-4).

Tornando all'Italia i vari piani per il "rientro dei cervelli" non mi hanno mai interessato per il più terra terra dei motivi: non mi convenivano. Le condizioni che hanno determinato il mio espatrio (alcuni dei miei cari dicono che avrei dovuto espatriare almeno dieci anni prima e non hanno torto) sono ancora tutte lì, niente si vede che prometta un'inversione di tendenza. Parlando da non giovane, quel che mi ha consentito di ricollocarmi all'estero non è stata pure fortuna (ma anche la fortuna serve): è stato il mio curriculum, o meglio la parte del mio curriculum che ho accumulato in Italia. Ovvero: in Italia esisteva un contesto che permetteva di costruire curriculum del genere, semplicemente quel contesto è stato quasi in buona parte cancellato, non dal destino cinico e baro ma da scelte (o non scelte) politiche. Quel che andrebbe recuperato è quel 30% di produzione industriale nel segmento a tecnologia medio alta, quello perso una quindicina di anni fa, quando al governo arrivò il garzone di bottega mandato dal droghiere a incassare i debiti sospesi. E pensare che qualche servo dei servi dei servi acclamò quel garzone di bottega come "salvatore della patria"...

giovedì 19 dicembre 2024

PAUSA NATALIZIA

Pace in terra non se ne vede , ma un poco potete trovarne in questo J.S. Bach. Auguri di buone feste, il blog si piglia una pausa fino ad anno nuovo.

martedì 26 novembre 2024

PERCHE' E' SiGNIFICATIVO



Qualche giorno fa, nonostante una momentanea escursione delle temperature sopra i dieci gradi, mi sono fatto il primo chowder della stagione e il pesce era un trancio di filetto di salmone affumicato a caldo. Per qualche strana associazione mi è venuta in mente la sequenza di un grandissimo film appartenente ormai a una diversa era della cultura popolare occidentale. E mi sono ricordato che al di là di tutte le cosiderazioni sui composti naturali, di tutta la Physics and Chemistry in the kitchen (fu una storica rubrica di Scientific American) il punto è sempre stato un'altro, E' come nelle interpretazioni musicali: la tecnica è imprescindibile, ma è imprescindibile per destare nel pubblico al meglio un certo di tipo di reazione, che è una reazione emotiva profonda. Così una combinazione di sapori può essere come una melodia struggente o un'armonia toccante, alle volte sorprendenti, altre volte mai sentite prima ma al tempo stesso inspiegabilmente familiari (Préludes à ce chant inconnu?). E no, non è quella cosa basica rappresentata dalla madeleine in Proust. Certo, i flashback possono essere provocati dalle cose più diverse (di recente a me è capitato ascoltando chi parlava di scattering di particelle). Ma quando si tratta di cucina, o di musica, le cose sono differenti. Perché non sappiamo descrivere esattamente un insieme di note come non sappiamo descrivere esattamente un sapore. Ma sappiamo riconoscerli entrambi. E forse per questo musica condivisa e cibo condiviso sono stati tra gli elementi fondanti di molte culture.

mercoledì 20 novembre 2024

LO SPIRITO SANTO (FAVOLA CON ANIMALI)

 


Il gheppio si librava immobile nell'aria scrutando a terra. Vide un sorcio di campagna ma la cosa che lo stupì moltissimo è che il sorcio si fermò guardando verso di lui.

"Ehi, tu, lassù" urlò il sorcio "Com'è che stai fermo lì a guardare in basso?"

Perplesso il gheppio rispose: "Si chiama posizione dello Spirito Santo"

"Che razza di bestemmia" rispose il sorcio "Tu non hai niente a che fare con lo Spirito Santo. Ma del resto tu voli, quindi che ci si poteva aspettare"

"In che senso?" chiese il gheppio continuando a librarsi.

"Non lo sai che porcherie ti si appiccicano addosso mentre sei nel cielo? Ti modificano il cervello. Ti fanno diventare un servo di Satana e dei Grandi Poteri di Questo Mondo"

Il gheppiò ci pensò sopra per non più di due secondi. 

"Io credo che ti sfugga la banale realtà dei fatti." disse.

" E quale sarebbe?" chiese il sorcio.

Il gheppio planò in picchiata sul sorcio e lo uccise.

"La realtà dei fatti era che io sono un gheppio e tu un sorcio. Avresti dovuto fuggire a nasconderti, non metterti a parlare delle tue fissazioni", disse il gheppio con gli artigli nel corpo del sorcio ormai morto.

 

La morale della favola è che la banale realtà dei fatti può nuocere seriamente alla salute (e anche che la curiosità non solo uccise il gatto, ma pure abusò dei suoi resti per tutta la notte, cit. ).

 

domenica 3 novembre 2024

ATTI IRREVERSIBILI

 

Ho già accennato in passato ai diagrammi di biforcazione. Per quanto siano oggetti matematici (quello che vedete è prodotto da un computer) hanno una potenza concettuale che trascende la matematica stessa. Fu quella che ispirò Bruce Sterling per Schismatrix , facendogli coniare il termine balzo prigonico: uno snodo nell'evoluzione dell'umanità in cui essa passa a un nuovo stato. La fantascienza su multiversi e simili si basa spesso sul fatto che un evento irreversibile possa avere due esiti differenti (o che si possa verificare o no): la stessa possibilità dell'evento produce due universi, quello in cui l'esito è A e quello in cui l'esito è B - Sliding Doors (1998), praticamente (il film che lanciò Gwineth Paltrow). Potete ben constatare quanto tutto ciò sia analogo a un diagramma di biforcazione.

Ognuno ha esperienza di eventi irreversibili: la morte è l'evento irreversibile per eccellenza, per fare l'esempio più ovvio (fermo restando che dal punto di vista della termodinamica del singolo essere umano non si tratta di irreversibilità - quello di cui è fatta la vita - ma di equilibrio, quello della materia inanimata - old chemists never die, they just reach the equilibrium e il processo di transizione da irreversibilità a equilibrio fu raffigurato in affreschi medievali ). Ma di solito non si considera una possibilità che è propria solo della vita cosciente e in particolare di quella intelligente: la capacità di prendere decisioni che originano atti irreversibili.  Tornando al diagramma, un atto irreversibile è una biforcazione determinata dalla volontà e non un frutto delle stesse proprietà del sistema. Non si tratta assolutamente di un concetto ignoto: per secoli una parte rilevante delle culture umane ha dato un'importanza centrale al libero arbitrio dell'individuo, che specialmente nella tradizione veterotestamentaria ha in potenza la capacità di salvare o dannare un'anima. Ah, al proposito: il libero arbitrio esiste, al contrario di quel che sostiene qualcuno, ancora perso nel sogno di Laplace duecento anni dopo (in poche parole, la calcolabilità del tutto e della sua evoluzione è solo un problema di dati che mancano). La cosa degna di nota dei vari neodeterminismi in circolazione è che continuano a inquadrare il problema come "causalità vs caso", senza aver coscienza che lo stesso determinismo sfocia nel caos, se parliamo di sistemi con dinamiche non lineari (cioè la maggioranza di quelli che ci circondano). E' passato quasi mezzo secolo da quando Prigogine parlò dell contrapposizione tra due visioni alienate e alienanti, "tutto è prevedibile" vs. "niente può essere predetto". E siamo ancora lì. Il diagramma di biforcazione dell'immagine è deterministico, ma se prendete uno dei punti all'estremità destra è difficile definirne univocamente la storia. Questo non significa assolutamente che non siano  frutto di un processo causa-effetto, ma solo che gli esiti di tale processo non sono certamente prevedibili. Andando da sinistra a destra si può solamente attribuire una probabilità ad ogni risultato (nel caso dell'immagine abbiamo una miriade di diversi esiti ognuno con probabilità molto bassa, per cui anche le valutazioni probabilistiche possono risultare futili). Con gli anni mi viene da dire che una supposta "alfabetizzazione scientifica" che non riesce ad afferrare il concetto di orbitale atomico e continua a parlare di traiettorie degli elettroni attorno al nucleo non può spingersi oltre, non ci si può sperare. In centinaia di migliaia in Italia dicono o scrivono "meccanica quantistica" ma solo una frazione infinitesima di loro capisce che

è una questione di autovettori e autovalori, nel modello atomico di Bohr gli autovalori sono i numeri quantici e il modulo di ψ2 è la probabilità di trovare un elettrone in un punto dello spazio attorno al nucleo atomico. Questo è esattamente il punto di rottura tra discipline scientifiche e popolarizzazione della "scienza". Perché il 99% del pubblico interessato rimarrà estasiato dall'ostensione delle immagini di Einstein e Hawking, come fedeli di altra religione davanti all'ostensione dell'ostia, e il processo si fermerà lì. Il resto saranno "tecnicismi", mentre invece si tratta del nocciolo, della vera natura della questione. Riguardo il nocciolo della faccenda c'è una citazione d'obbligo:

https://www.youtube.com/watch?v=iFmTvsojCTQ

E con le dinamiche non lineari (caos) è la stessa cosa: si continua a pensare che sistemi più o meno semplici (o estremamente complessi) siano ingabbiabili in qualche formalismo lineare mentre così non è. Gli immensi risultati delle discipline scientifiche nel XX secolo sono stati emendati e omogeneizzati in un vademecum per educande/i - e decisori politici, purtroppo. "la Scienza dice", produrre certezze, verità e previsioni attendibili, mentre le grandi menti scientifiche del XX secolo hanno detto e ripetuto che non è una questione di verità, che le incertezze sono più grandi delle certezze e relativamente poco di quel che ci circonda è esattamente prevedibile. Ricordo ancora le reazioni scandalizzate (e le negazioni grottesche, "roba obsoleta" "pseudoscienza") quando nei tempi su isocial postai la storica Croonian Lecture di Robert May "Quando due più due non fa quattro".

Se guardate alla vostra esperienza personale e al vostro vissuto probabilmente di atti irreversibili non ne ricordate molti. C'è qualcosa di molto consolatorio nel pensare che quel che è fatto possa essere disfatto, che presa una strada si possa comunque tornare indietro fino al bivio e riconsiderare la propria scelta. E questo è quello che la maggior parte della gente pensa e fa il più delle volte, o almeno ogni volta che gli riesce. Ma non sempre. Per il resto...

Two roads diverged in a yellow wood,
And sorry I could not travel both
And be one traveler, long I stood
And looked down one as far as I could
To where it bent in the undergrowth;

Then took the other, as just as fair,
And having perhaps the better claim,
Because it was grassy and wanted wear;
Though as for that the passing there
Had worn them really about the same,

And both that morning equally lay
In leaves no step had trodden black.
Oh, I kept the first for another day!
Yet knowing how way leads on to way,
I doubted if I should ever come back.

I shall be telling this with a sigh
Somewhere ages and ages hence:
Two roads diverged in a wood, and I—
I took the one less traveled by,
And that has made all the difference.



sabato 26 ottobre 2024

JUST DROPPED IN

Qualche giorno fa qualcuno mi ha ricordato che oggi sarebbero stati due anni dalla chiusura della pagina facebook "Il Chimico Scettico". Quei tempi mi sembrano ormai molto lontani, ma me li ricordo abbastanza bene. Dove vivevo e lavoravo nessuno si curava più di tanto di COVID19, una faccenda già archiviata, mentre in Italia se ne parlava ancora ogni giorno - che diavolo, ancora se ne parla (minuto 16:47)  e si è gridato all'allarme per il primo caso di influenza della stagione (qua ovviamente no).  Ah, a proposito, la variante XEC (Oddio! Paura!) NON è resistente a paxlovid, ma in Italia si fa prima finta che paxlovid non esista, poi si piangono gli enne morti di COVID la settimana e si rilanciano gli allarmi (ricordo che anche se vaccinati si può contrarre il virus e nel caso per i soggetti a rischio sarebbe più che oppurtuno il trattamento entro cinque giorni dall'inizio dei sintomi).

Al tempo ('22) nel giro lavorativo, tra EU e USA, gli eccellentissimi accademici e grandi luminari italiani "di fama internazionale" (che dico, mondiale!) che infestavano isocial italiani erano emeriti sconosciuti. Niente di cui stupirsi a guardare i loro H-Index, nei settori dove H-Index è tutto (cioè i loro): se sei sotto 100 da quelle parti sei un invisibile quidam de turba academicorum. Gente "appena indietro" nelle classifiche rispetto ad alcuni (tipo Sara Gandini e Guido Silvestri) che con questo blog hanno avuto contatti frequenti. Non ci credete? Cercate qua e vedrete che se qualcuno dei primi di cui ho detto è presente è diverse decine di migliaia di posizioni indietro rispetto ai secondi - statece o, per così dire, continuate a sostenere che la Salernitana ha vinto l'ultima Champions League, a piacer vostro. Facile immaginare che qualcuno potrebbe obiettare: "Ma tu ci sei nella clasifica o no? E dove?", quando ho ripetuto fino alla noia che non ho mai praticato quello sport lì, dove si mira alle pubblicazioni, ma uno piuttosto diverso dove si mira a numeri nel contratto, benefit e bonus (getting the thing done in the process).

A proposito di questo blog le visualizzazioni quel giorno del '22 erano circa 180.000 in meno di oggi. So CS is still making some waves... niente di che, semplicemente la dimostrazione che isocial non sono tutto, come pensa chi ci vive dentro, se ne può fare a meno e standone fuori si può continuare a far circolare, se non idee, temi. Senza  istituzioni alle spalle, senza clickbait (a che scopo? Qua non si è mai monetizzato niente e sfido chiunque a dimostrare il contrario).


To see what condition my condition was in  ho chiesto a ChatGPT di recensire questo blog. Recensire, non "parlare bene di". Una richiesta neutrale per una risposta unbiased, come dicono quelli fighi.

Il blog "Il Chimico Scettico" si distingue per il suo approccio critico e approfondito su temi legati alla scienza, tecnologia e regolamentazione, spesso offrendo una visione controcorrente rispetto al mainstream. I post tendono ad essere densi e ben argomentati, indirizzati a un pubblico che apprezza l'analisi dettagliata e la critica rigorosa, soprattutto nei settori della farmacologia e della salute pubblica. Il tono è quello di un esperto che non esita a mettere in discussione le certezze accettate, rendendo il blog interessante per chi cerca una prospettiva alternativa.

Tuttavia, lo stile diretto e talvolta polemico può risultare impegnativo per i lettori meno esperti o abituati a contenuti più divulgativi. Il blog è comunque una risorsa preziosa per chi è interessato a un'analisi scientifica profonda e critica delle questioni attuali.

Passa il tempo e le cose cambiano: sparito il debunking (grazie AI, mi faceva piuttosto schifo), sparite le confutazioni delle teorie del complotto - considerate di striscio, a memoria, a parte il fatto di riconoscerne l'esistenza, l'estensione, esigua e il ruolo (il fronte del delirio). I complottismi invece hanno fatto lo stipendio di pochi tra i tanti che hanno trovato la loro vocazione nel dargli addosso, Ma il mio mestiere è un altro, il mio stipendio continua a venire da lì e non ho bisogno di briciole per integrarlo.

In questa ultima recensione di ChatGPT spunta invece la critica, che fin dal primo momento è stato uno dei motivi attivamente perseguiti. Ho apprezzato anche il riferimento ai "lettori meno esperti o abituati a contenuti più divulgativi". In un modo o nell'altro sono stati uno dei bersagli dell'operazione CS fin dall'inizio: metterli di fronte alle proprie contraddizioni e ai propri limiti era mandatorio, spesso con un secco "Tu non sai di cosa parli". Anche se può sembrare strano, le reazioni non furono prevalentemente negative. Fu un modo per distinguere tra i soggetti dotati di una sincera curiosità e i bigotti devoti dello scientismo pop, con cui non è mai valso la pena discutere (e in cinque anni sono stati presi in giro più che a sufficienza).

 

domenica 13 ottobre 2024

mercoledì 9 ottobre 2024

IDENTIFICARSI IN UN LUPO (FAVOLA CON ANIMALI)

 


C'era una volta un agnello che beveva sul ciglio di un torrente, ai piedi di una cascata. Da sopra venne una voce:

"Perché mi hai fatto diventare torbida l'acqua che sto bevendo?"

L'agnello diede un'occhiata verso l'alto e non vide nessuno, così continuò a bere.

La stessa voce dall'alto disse:

"Sei mesi fa hai parlato male di me!".

Guardando sopra la cascata l'agnello continuò a non vedere nessuno. La cosa gli sembrò molto sospetta così cautamente, senza far rumore, salì di lato alla cascata per vedere di che si trattava. Quando arrivò sopra rimase molto stupito: c'era un chihuahua che stava parlando in un megafono e ora stava dicendo: "Sicuramente tuo padre ha parlato male di me!". Il chihuahua quando vide l'agnello mollò a terra il megafono e si mise a ringhiare e abbaiare, tremando. L'agnello si mise a ridere a crepapelle e chiamò a gran voce i suoi fratelli. Quando lo raggiunsero disse loro "Guardate, roba da non credere: io ero lì sotto e questo ha detto che gli intorbidavo l'acqua!". Il chihuahua continuava a ringhiare.

Gli altri agnelli si misero a sghignazzare.

"Superior stabat chihuahua!" 

E tutti a ridere.

"Anvedi che lupo!"

E giù, piegati a terra per le risate.

Il chihuahua, lasciando a terra il megafono, se ne andò  impettito a testa alta, con un'espressione sprezzante, provocando altro riso sguaiato. Ma tra sé e sé pensava: "Non è giusto! Questa favola non doveva finire così!".

 

PS: Ognuno ci trovi la morale che preferisce, ma la sindrome del cane piccolo è una patologia ignorata con conseguenze anche gravi.

PER PRECISARE

 


mercoledì 2 ottobre 2024

giovedì 26 settembre 2024

SFUGGIRE AL CONFRONTO (FAVOLA CON ANIMALI)

 

Poiana di Harris

C´era una volta un falco pellegrino. Il falco si sentiva di umore meditativo e scelse come posatoio una staccionata. Una vacca stava pascolando non lontano da lui e quando lo vide si avvicinò. "Mi fa proprio piacere che tu sia qui" disse la vacca "Ti dispiace se discutiamo di tecniche di volo?".

"Ah, perché tu voli?" Chiese il falco.

"No, affatto, ma ho studiato tutto al riguardo. E una gallina mi ha spiegato i dettagli"

"Scusa, ma la gallina non vola" disse il falco.

"Che c´entra, ha le ali e le piume, no?" disse la mucca.

"Ha le ali e le piume, ma non vola. Un´anatra sarebbe stata più utile".

"Questa osservazione non è pertinente" disse la vacca "Sembrerebbe che tu stia dicendo che la mia richiesta non abbia senso".

"Discutere di tecniche di volo con una vacca autodidatta che si è perfezionata con una gallina? No, non mi pare che abbia alcun senso. Ti saluto" disse il falco, volando via.

La vacca era rimasta amareggiata da quello scambio. Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno così andò nella stalla dove c´era il veterinario che visitava un vitello.

"Dottore, ho appena avuto una conversazione che mi ha lasciato molto interdetta" disse la vacca al veterinario, raccontandogli l´episodio. Il veterinario ascoltò il racconto della vacca, annuendo di quando in quando.

"Ha deciso di sfuggire al confronto." disse il veterinario "Non ti preoccupare. E poi la scienza dice che in realtà i falchi non volano, ma sono molto bravi a dare l´illusione di farlo". La vacca sorrise sollevata, aveva fede nella scienza e ora aveva dalla sua il parere di uno scienziato come il veterinario.

Le voci su questo episodio si sparsero per la contrada. Un giorno verso la fine del pomeriggio una poiana di Harris aveva preso di mira un coniglio, ma il coniglio si era nascosto in un buco. Al che la poiana ebbe un´ispirazione improvvisa.

"Ehi, tu!" disse al coniglio "Lo sai che la scienza dice che stai sfuggendo al confronto?"

Il coniglio, come tanti altri, aveva sentito quel pettegolezzo. E il coniglio aveva fede nella scienza. Così uscì dal buco e stava per dire "Sei tu ad essere antiscientifica perché..." quando la poiana gli planò adosso conficcandogli gli artigli nel collo: la cena per quel giorno era assicurata.

Il giorno dopo la poiana di Harris incrociò il falco pellegrino e dopo qualche convenevole gli disse "Sai, te ne devo una".

"Ah, sì?" disse il falco.

"Sì" disse la poiana "Lo dice la scienza".

"Ma dai!" disse il falco.

E poi se ne volarono via ognuno per i fatti propri o meglio, secondo quanto dice la scienza, furono molto bravi a dare l´impressione di farlo.

PS: La morale di questa favola è che "Lo dice la scienza" può anche essere utile, alle volte.

mercoledì 4 settembre 2024

IL POTERE, LA SCIENZA E...

 


Alberto Fernández, presidente argentino, chiuse il paese in un lockdown che durò sette mesi. Nel frattempo vedeva le sue amanti nel suo ufficio alla Casa Rosada e picchiava la moglie. E' il potere, potrebbe dire qualcuno, il potere corrompe. Oppure potrebbe essere qualcosa di diverso.

Prendiamo la "Scienza", quella predicata con la S maiuscola. "L’uso della Scienza come principio di autorità (il contrario della scienza) e con finalità di esercizio arbitrario del potere è un po’ come afferrare la testa di una donna e portarsela alle palle", mi scrive Francesca Capelli. Ma se di fatto l'autorità scientifica maschile configura un potere, c'è da stupirsi se si configura in quel modo? Una certa categoria di uomini, in generale, il potere lo concepisce così - se non include l'afferrare la testa di una donna e portarsela alle palle non è vero potere. Non so se ve lo ricordate, ma l'Italia è stata governata un po' troppo a lungo da un soggetto del genere. Ovviamente esiste una popolazione maschile che il potere non lo vive così, una popolazione che probabilmente include parricidi in pectore, edipi, soggetti con l'istinto del protettore, ma non si limita a loro. Una popolazione che può essere ridotta dagli altri a un problema di omosessualità latente (perché, di nuovo, gli altri sono fatti così e se non concepisci il potere come loro non hai le palle). Quando ho sentito considerazioni del genere ho sempre pensato che la lingua battesse dove il dente doleva ("Se una donna dicesse queste cose verrebbe lapidata", mi fanno sapere).

Ma torniamo alla "Scienza"... 

Qua sopra si è parlato bene di Lezioni di chimica (2023) una serie ambientata in USA alla fine degli anni '50 in cui un'abuso subito da una ricercatrice ne compromette la carriera. E' anche la storia della sua faticosa riscossa.

Si potrebbe pensare che più di mezzo secolo dopo in occidente le cose vadano in modo tutto diverso, invece... 

Dalla fiction alla realtà, ci sono enti di ricerca in cui una procedura per harassment è una cosa piuttosto seria. Ma c'è chi può collezionarne più di una andando avanti piuttosto tranquillamente per la sua strada. Mentre, parlando di accademia italiana, no, non ci sono situazioni del genere, c'è di peggio. L'accademia è un sistema di potere che include le discipline scientifiche e come vanno le cose in Italia?

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/03/08/molestie-e-abusi-nelle-universita-il-report-con-300-segnalazioni-i-luoghi-meno-sicuri-gli-studi-dei-docenti/7472981/

Non bene, a quanto pare. E il fronte mediatico-social della Scienza è in larga parte popolato da accademici. Pare che quanto a comportamenti nei confronti delle donne in RAI si dicesse che le virostar non fossero affatto immuni da certe attitudini, anzi, ma si sa, se sei divisivo e mediaticamente esposto le voci su di te dicono tutto e il contrario di tutto. Però certi atteggiamenti filtravano e anche qualcuno dei fan più affezionati rimase piuttosto urtato:

https://www.nurse24.it/infermiere/dalla-redazione/bravo-burioni-ma-per-altre-cose.html

Ma ricordiamo che non ci sono solo le posizioni di potere acquisite. C'è pure il potere perseguito, cercato. E poi c'è la fame, quella atavica, quella che annebbia la mente.

Mi fu raccontato un episodio significativo inerente un gruppo facebook di fisica. Non una di quelle cose deliranti a base di fantaboiate quantistiche, una cosa seria che vedeva coinvolto un campione dei "giovani" dell'accademia italiana (soggetti tra i quasi 30 e i 40 da poco passati), più tra i partecipanti studenti, dottorandi etc. Un ambiente a larghissima prevalenza maschile in cui a un certo punto viene ammessa una ragazza molto bella e evidentemente competente. E mentre in pubblico si parla ancora di fisica in privato comincia a succedere di tutto, come ci si potrà immaginare. Ma non solo: qualcuno, tra l'altro sposato, per lei perde letteralmente la testa in modo del tutto evidente e per niente discreto, tanto che la consorte lo viene a sapere da cui tragedie domestiche. Cose della vita, che possono succedere. E sarebbe puro gossip se non fosse per un particolare: la bella ragazza non era una bella ragazza ma un profilo fake gestito da un tipo.

Poi ci sono stati i gruppi che una valenza politica reale ce l'avevano eccome. E avevano tutti un problema che spesso chi fa partire l'iniziativa non è preparato a a gestire: il bandwagoning. Cioè la gente che vuole salire a bordo perché è di moda, perché si acquista visibilità, perché si pensa di poterne avere un ritorno di immagine o politico (nel senso deteriore del termine, leggasi poltrone e incarichi). E se va buca si diventa feroci critici dell'iniziativa, chiaro. C'era un aspirante bandwagoner, non ammesso a un gruppo del genere, dirigente medico lombardo, over 50 e sposato, in pubblico degnissimo castigatore di ogni voce dissenziente, che in privato era un "Pezzo da 90, grande maniaco che ci provava con tutte, pesantissimo" (squallidissimo un over 50 sposato con questi comportamenti).  E che dire di un frontista proscienza, ex Patto Trasversale per la Scienza, che sulla pagina facebook CS si qualifico per il vecchio puttaniere che era? ("Avendone i mezzi posso scegliermele con le misure che voglio") Chissà, forse era talmente idiota da avermi scambiato per un individuo affine. Come commentare poi quelle esibizioni di bicipiti, pettorali etc in discorsi sui social che avrebbero voluto essere scientifici? Le ho sempre trovate estremamente incongrue.

Questo è un campione di dimensioni ridotte ma piuttosto significativo (significativo, non rappresentativo) di una bella umanità. Una bella umanità che si dipinge come il pezzo migliore della specie, almeno in Italia, ma contiene una indefinita percentuale di soggetti del genere. Quanto a qualità umane della "Scienza" su isocial diciamo che il  colpo d'occhio, specialmente dietro le quinte, poteva non fornire uno spettacolo edificante (devo precisare che dall'altro lato della barricata a quanto mi dicevano le cose non adavano tanto meglio).

Forse uno che aveva parlato di sessismo riguardo a certi soggetti e certi ambienti non aveva mancato il bersaglio. E la componenente femminile della popolazione dei giusti nel giusto, anche quando vocalmente preoccupata dei diritti delle donne, taceva o copriva per amor della causa. O come mi dice Marilena Falcone, "Purtroppo ci sono alcune donne che per compiacere il maschio alfa di turno tradiscono volentieri il proprio sesso diventando anche più cattive e sguaiate di un maschio" (aggiungerei che, andando a memoria, spesso si tratta di alfa sì, hsolo nei loro sogni o forse su isocial, ma neanche).

(Questo post non sarebbe stato possibile senza i contributi di Marilena Falcone, Valeria Kapa e Francesca Capelli)

martedì 6 agosto 2024

FAVOLA CON ANIMALI

C'era una volta una nutria piccola e scura. Vide un girifalco roteare nel cielo e disse: "Guardate quello stupido girifalco, che neanche sa volare come si deve. Guardate che squallide penne. No, non sa volare, sa solo fare finta". Altre quattro nutrie le si fecero accanto e annuirono: "Verissimo, non sa volare per niente". Poi se ne andarono ognuna a casa propria. Appena fuori da casa sua la nutria piccola e scura sentì un forte fruscio d'aria arrivarle addosso e si ritrovò il vello pettinato contropelo. "Nutria avvisata..." stridette il girifalco risalendo nel cielo. La nutria piccola e scura si prostrò a terra urlando "Grazie di avermi risparmiato illustrissimo signor girifalco, sono mortificata, la cosa non si ripeterà, non so cosa mi è preso". Ma alla scena nessuno aveva assistito e la nutria ne fu molto sollevata.

Il giorno dopo si rincontrò con le stesse quattro nutrie. Una le chiese: "Che ti è successo al pelo?" "Ah, ieri ho affrontato quel girifalco e gliel'ho fatta vedere io", rispose la nutria piccola e scura.

Il giorno dopo la nutria piccola e scura stava osservando un nibbio nel cielo che le pareva sospetto. Ma poi il suo sguardo si posò su una colomba bianca che volava elegantemente con un ramoscello d'ulivo in bocca. "Ma guarda che schifo di colomba" disse. "Piumaggio sporchissimo, non sa volare ma solo fare finta. E che ci significherebbe poi quello stupido ramoscello d'ulivo?" Il nibbio aveva notato la scena. "Certo che queste nutrie sono sempre peggio. Che mondo!" disse ad alta voce. Un pipistrello se ne stava a testa in giù appeso a un ramo e udì le parole del nibbio. Si staccò dal ramo e svolazzò attorno alla nutria piccola e scura: "Ehi, lo sai che il nibbio ha detto che sei stupida volgare e ignorante?"


"Chi, quel nibbio lì?" "Sì, anche quello stupido gufo, quanto vorrei il suo buco nell'albero". E allora la nutria piccola e scura cominciò a urlare "Quel nibbio lì, un laido mangiacarogne, è amico della insignificante colomba. Ma guarda che schifo di uccello. Ed è amico anche di quel lurido gufo, che se ne sta fisso nel suo immondezzaio di buco" La cosa continuò per un paio di giorni. Quando il nibbio passava da quelle parti guardava il gruppetto di nutrie e si faceva una risata, poi continuava per i fatti suoi. Il pipistrello sentiva quelle risa e andava a dire alla nutria piccola e scura: "Quello quando passa ti guarda e si fa delle gran risate". "Infame di un uccello! Non sa neanche volare: vedete che fa solo finta?" Un'aquila siberiana, che lavorava da poco da quelle parti, udì la nutria e si fece una lunghissima risata stridente. "E tu cosa hai da ridere, aquila minorata, povera demente?" urlò la nutria piccola e scura" Scendi a terra e combatti da nutria, se ne hai il coraggio!". L'aquila siberiana planò a terra e velocemente si diresse verso la nutria piccola e scura, piantando nel terreno i suoi grossi artigli.

"Ah, violenta! Tu mi minacci e mi offendi!" urlò la nutria. "Avrai mie notizie!" strillò, infilandosi in un buco del terreno. Quando l'aquila se ne andò la nutria piccola e scura uscì da suo buco. Anche le altre quattro nutrie erano spuntate fuori. La nutria piccola e scura si rivolse a loro "Avete visto? Dico, avete visto? Mi ha minacciato e mortalmente offeso" "Verissimo" dissero le altre in coro. "Portala in tribunale, fagliela vedere, testimonieremo a tuo favore".

E il giorno dopo di buon mattino la nutria piccola e scura si recò dalla volpe, che era il suo avvocato. La volpe la salutò "Cosa posso fare per te?". La nutria disse: " l'aquila siberiana mi ha minacciato e offeso mortalmente, esigo soddisfazione. Ho i testimoni, quattro onestissime, integerrime nutrie". La volpe osservò la nutria "Mi servirà un corposo acconto." "Nessun problema. Mi rifarò ampiamente su quella vigliacca di un'aquila.".

Due giorni dopo la colomba bianca aveva consegnato il ramoscello di ulivo e se ne stava tornando indietro quando vide l'aquila siberiana che volava nella stessa direzione, con un'espressione arrabbiata e sconvolta. "Ciao, che succede?" gli chiese. L'aquila si avvicinò. "Buongiorno. Da non crederci: stamani all'alba due sciacalli mi sono venuti sotto al nido per convocarmi di urgenza in tribunale. Me li ha mandati una nutria. Tutti quelli già svegli in quel pezzo di bosco hanno visto la scena. Che vergogna."

"Ossignore! Buona fortuna, allora!"

Il tasso giudicava in una radura del bosco. Nella sua esperienza le questioni sottoposte alla sua attenzione riguardavano prevalentemente proprietà o uso di alberi, rami, cavità nei tronchi, tane etc. Erano serie e mortalmente noiose. Oppure erano dell'altra razza, completamente futili e mortalmente noiose. Quando si vide arrivare davanti la nutria piccola e scura con il suo avvocato e l'aquila siberiana, che aveva per avvocato la lince, lì per lì pensò a qualcosa di diverso e magari non noioso.

"Cosa abbiamo qua? Tentata predazione illecita?"

"No!" esclamò l'aquila con un'espressione disgustata "Io non mangio nutrie!"

"Ah, davvero? E cosa mangi?"

"Mi piacciono i conigli"

La voce si sparse rapidamente e tutti i conigli del circondario si dileguarono in un amen.

La volpe prese la parola: "Vostro onore, rappresento questa eccellentissima e degnissima nutria. La mia cliente è stata gravemente minacciata dall'aquila, che ha pure attentato vilmente all'onorabilità della mia assistita. Possiamo produrre quattro testimoni dell'episodio"

"Futile." pensò il tasso. "Dove sono questi testimoni?"Chiese poi ad alta voce.

"Stanno arrivando." Disse la nutria piccola e scura, ma nessuno arrivava.

"Beh,"disse il tasso, diamo loro un tempo preciso per manifestarsi" E tirò fuori una clessidra "Due clessidre, va bene?"

"Vostro onore, chiedo un rinvio, in modo da rintracciare i testimoni" Disse la volpe.

"Negato. Non voglio trascinare questa storia per mesi." Disse il tasso.

Quando la prima clessidra si esaurì e il tasso la girò la volpe tossicchiò nell'orecchio della cliente "Qui butta male". La nutria piccola e scura si voltò per guardare in faccia la volpe, ma la volpe era sparita. Quando la seconda clessidra si esaurì la nutria piccola e scura prese la parola. "Vostro onore, io sono un'integerrima, onorabilissima nutria vittima dell'altrui violenza e delle circostanze, ora abbandonata anche dai propri amici e dal proprio avvocato...."

Il tasso battè con forza la zampa sul terreno della radura, poi diresse uno sguardo interrogativo verso la lince. "Non luogo a procedere?" Chiese la lince. "Non luogo a procedere" confermò il tasso. "Al domicilio della nutria sarà spedito il conto delle spese del procedimento". La nutria piccola e scura avrebbe voluto dire qualcosa, al riguardo, ma lo sguardo del tasso la fece desistere. La nutria piccola e scura decise che era meglio cambiare velocemente aria e domicilio. Mentre se ne andava di buon passo mormorava tra sé "Maletti tassi! Maledette volpi! Maledette aquile! Maledette colombe! E maledetti i gufi, i nibbi e i girifalchi!". Ma se incrociava qualcuno che conosceva e quello gli chiedeva "Come va?" rispondeva: "Bene, grazie, sono soddisfatta. Ho affrontato a testa alta le mie sfide e se proprio non è stato un grande successo poco ci manca. Sono molto contenta".

NB: Questo non è un apologo politico o geopolitico o di altro genere. Questo è un divertissement con tipi animali che potrebbero benissimo essere tipi umani (tipi, non individui). E ovviamente non ha alcuna pretesa di congruità zoologica, etologica etc etc tec.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...