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martedì 25 febbraio 2025

CRISI DEGLI OPPIACEI E UNA NOVITA': SUZETRIGINA

 

https://www.cdc.gov/overdose-prevention/about/understanding-the-opioid-overdose-epidemic.html

Dal '99 al 2022 circa 700.000 persone sono morte per overdose da oppiacei, negli USA. Circa 80.000 decessi nel solo 2022.

Su una cosa devo dare ragione a RFK jr: la crisi degli oppiacei in USA comincia con la prima, scellerata gestione Woodcock di FDA e l'approvazione di Oxycontin, un antidolorifico oppioide che avrebbe dovuto essere migliore di morfina e codeina, con una ridotta capacità di indurre dipendenza. Invece provocò un'ondata di dipendenza iatrogena da oppiacei : ovvero i medici prescrivevano ossicodone per dolori postoperatori e post-traumatici e una significativa percentuale di pazienti diventava dipendente. In breve vennero fuori studi medici che altro non erano che fabbriche di prescrizioni che lucravano sul mercato della dipendenza da oppiacei. Su questa storia ci hanno pure fatto un film (Crisis, 2021, con Gary Oldman) e una serie (Dopesick, 2021, con Michael Keaton). I numeri non sono solidissimi, ma sembra che tra coloro a cui sono prescritti oppioidi uno su tre sia a rischio di dipendenza e uno su otto a rischio di morte per overdose.

Come si vede dal grafico la cosa è completamente sfuggita di mano a partire dal 2013 con la terza ondata, provocata da fentanyl e, a sorpresa, tramadol, che qualcuno forse ricorderà come la droga dei miliziani dell'ISIS. Il fentanyl, che viene trafficato ormai da tempo dai cartelli messicani, è diventata un'autentica piaga sociale


Il questo panorama desolante a gennaio si è verificato un fatto nuovo. La suzetrigina, un antidolorifico sviluppato da Vertex, è stato approvato da FDA.

Suzetrigina

Quale è la novità? Il meccanismo di azione. Mentre gli oppiacei agiscono sul recettore μ nel sistema nervoso centrale (agonisti μ), la suzetrigina è un inibitore selettivo del meccanismo  Nav1.8-dipendente di trasmissione del dolore nel sistema nervoso periferico, e quindi evita i guai caratteristici degli agonisti di μ, primo tra tutti la capacità di provocare dipendenze. Ma c'è un problema: due compresse di suzetrigina al giorno costano 30 dollari, la dose equivalente di un oppiaceo pochi centesimi. Il che fa pensare che per anni saranno al riparo del rischio dipendenza solo i pazienti con assicurazioni o sistemi sanitari disposti a rimborsare il farmaco (sempre meno disposti a farlo), o quelli in grado di pagarselo di tasca propria. Come al solito.

domenica 9 febbraio 2025

VOLATILI A PH 1 - TRUMP, PHARMA, DAZI

Quell'occidente che si è organizzato per non camminare sulle proprie gambe senza i fondi federali dello zio Sam ha avuto un brusco risveglio. Si è accorto all'ímprovviso che da solo non si regge in piedi. E questo dovrebbe far riflettere profondamente, mentre ci si limita a comportarsi, specie in Italia, come adolescenti a cui i genitori hanno sospeso la paghetta. Come se L'UE non avesse un bilancio, come se gli stati coinvolti non stessero prospettando un'innalzamento delle quote destinate alle spese militari e alla NATO e non altre.

Ma, per rimanere strettamente nel mio settore, sono state pronunciate le parole "dazi" e "farmaci".

Mentre 20 anni fa tutti si preoccupavano di guadagnarsi una fetta del mercato cinese (solo per scoprire poi che il mercato interno cinese non funziona esattamente come quello dei paesi occidentali) il grande importatore mondiale restavano gli USA, che di conseguenza continuavano a inondare il mondo di dollari. Per il farmaceutico in particolare gli USA sono sempre stati il mercato di riferimento. La maggior parte dei farmaci dei farmaci prodotti in Europa continua a finire negli USA: 92 miliardi di euro nel 2023. Ma 20 anni prima il valore di questa quota di export era molto più alto, perché allora il 42% dei principi attivi farmaceutici usati negli USA veniva dall'Europa, mentre nel 2023 quella quota è solo il 7% : un aggiustamento brutale avvenuto nel primo decennio di questo secolo con conseguenze devastanti per il settore in Europa (e soprattutto in Italia).

Parlando di principi attivi farmaceutici, la struttura del fabbisogno americano è questa:

https://www.researchgate.net/figure/Country-of-origin-of-API-manufacturers-supplying-the-EU-left-and-the-US-right-data_fig2_348994292

Quindi quanto ad API gli USA riescono a coprire solo il 22% del proprio fabbisogno, il resto lo importano. In questo quadro eventuali dazi sui prodotti provenienti da Cina e Europa comporterebbero una profonda ristrutturazione dell'import americano, con una ridistriduzione di quote di import che molto probabilmente andranno a spostarsi verso India, UK, Giappone e altri - il tutto accompagnato da un aumento della produzione domestica, grazie magari a investimenti industriali che si spostano dalle aree soggette ai nuovi dazi - del resto in altro settore Acelormittal sta facendo esattamente questo, investendo 1.2 miliardi in Alabama mentre sospende investimenti previsti in Europa, con l'effetto occupazionale prevedibile (più nuove posizioni negli USA, meno in Europa). Tutto ciò nell'ottica industriale e geopolitica di un'amministrazione USA "isolazionista" e in rotta con Cina e EU avrebbe perfettamente senso, non fosse che le capacità produttive non sono fattori infinitamente elastici: il tutto si basa sul presupposto che ci si sia capacità produttiva inutilizzata nei paesi verso cui si vogliono spostare quote di importazione. Ma non una capacità produttiva qualsiasi, una capacità produttiva cGMP - current Good Manufactuirng Practice, quelle Buone Norme di Fabbricazione che devono essere certificate per gli API usati negli USA (e in Europa, in teoria, ma il discorso è più complesso). E qui casca l'asino, come si dice.

Di dati sulla sovracapacità produttiva GMP in India non ce ne sono - si sa che esiste sovracapacità "fuorni norma" di per certo. Nel caso di re-shoring (spostare attività produttive negli USA da altri paesi) anche qua non si tratta di una soluzione a breve termine (per installare e certificare una produzione di API servono mesi e mesi). E in ogni caso, anche con tempi di realizzazione mai visti prima è semplicemente impossibile rimpiazzare in questo modo più di un quarto del fabbisogno USA e senza aumenti di prezzi. Ora è vero che ci sono produttori di API (europei e non) che hanno strutture in India, in America Latina e in nazioni asiatiche non colpite dai dazi, ma anche in questi casi la capacità produttiva non è infinitamente elastica e gli investimenti non danno effetto nel breve periodo.

Già nel quadro pre-dazi le carenze di farmaci erano gravi e frequenti (carenze spesso dovute alla perdita di certificazione GMP di produttori e poi alla crisi COVID). Quindi che faranno oltreoceano? Faranno come fece l'Europa nel 2004, quando usò la bacchetta magica per trasformare quello che a norma non era in GMP? FDA nel caso sarà forzata ad assecondare il piano o l'agenzia, come è accaduto in passato, resisterà al processo? (con l'amministrazione Biden combatté una breve lotta impari e soccombette)

Qualsiasi cosa faranno, l'impatto sui pazienti americani, su costo e disponibilità dei farmaci in USA e sulla filiera produttiva globale non sarà né positivo né trascurabile. Ma questa partita, come tante altre, non si limita a dati e analisi tecniche: la palla è in campo politico e da anni vediamo come una generazione di decisori politici possa prendere scelte suicide (non per chi decide, ma per la maggioranza dei cittadini/sudditi delle loro nazioni).


martedì 4 febbraio 2025

I BIOSIMILARI NON SONO PROPRIO EQUIVALENTI, ALLE VOLTE

 

https://nursetimes.org/palermo-lo-sfogo-di-una-paziente-affetta-da-malattia-cronica-mi-hanno-cambiato-il-farmaco-quello-nuovo-mi-provoca-reazioni-avverse

I biosimilari sono giovani, rispetto ai farmaci biologici, e non sono affatto assimilabili ai generici, che riguardano le piccole molecole, ovvero i principi attivi farmaceutici di sintesi. Ricordo che per i generici è richiesta una prova di bioequivalenza che non sono assolutamente paragonabili a un trial trial clinico (cosa che ha reso le bioequivalenze falsificabili, come dimostrò lo scandalo GVK Bio, che fece ritirare 700 farmaci generici dal mercato in Europa). Per i biosimilari è prevista la prova clinica e precisamente studi clinici comparativi tra il biosimilare e il farmaco dell'originatore. Di fatto, data la complessità strutturale di un biologico che non può essere replicato esattemente al 100% da terzi, vengono trattati come un farmaco nuovo che deve dimostrare la sua efficacia in uno studio clinico comparativo.

La spinta verso i biosimilari ha le stesse ragioni della spinta verso i generici: taglio della spesa farmaceutica. La santa causa del taglio della spesa provocò negli anni '90 un numero considerevole di interviste a medici che dicevano "la molecola è la stessa", dimostrando di non capire assolutamente niente del tema. Se il punto fosse "la molecola è la stessa" non si spiegherebbe, per fare un esempio, lo scandalo del Wellbutrin generico, o quello Ranbaxy. Ma, come dicevo, i biosimilari sono un film differente. E questo, in teoria, la medicina lo dovrebbe sapere: ma in realtà il livello di competenza in materia è esattemente quello verificato rispetto ai generici: se è equivalente è equivalente e basta.

E questo provoca sacrosante proteste quando un paziente si trova sostituito al farmaco originale il biosimilare e non funziona nello stesso modo. In un mondo "normale" la prescrizione dovrebbe tornare a quella dell'orginale nel più breve tempo possibile. Ma il taglio della spesa sanitaria funziona per valori medi e il singolo paziente ormai conta molto poco o nulla.

 


giovedì 14 novembre 2024

FARMACI E VACCINI, UNA PROSPETTIVA PERSONALE


Sono stato vaccinato da piccolo con DPT, Salk e antivaiolosa. L'antivaiolosa si faceva in comune, e le tracce della cicatrice le ho ancora, sulla spalla, all'altezza del deltoide. Alle elementari sono stato vaccinato col BCG, quindi so di essere positivo alla tubercolina ma non immune alla TBC. Ho fatto due o tre volte l'antitifica in vista di viaggi. Quelle che al tempo si chiamavano malattie esantematiche le ho fatte tutte da bambino tranne la varicella, presa in età adolescenziale. Mi guardavo allo specchio e mi sembravo un appestato. Quaranta giorni e di nuovo a scuola.

Senza che nessuno mi obbligasse e senza alcuna nudge, lontano all'Italia, nell'autunno '21 mi sono liberamente vaccinato contro il COVID richiedendo espressamente il vaccino Janssen (questa cosa urtò molti "libertari" per cui la libertà era evidentemente solo la loro e che probabilmente ora sono tra le cheerleaders di Vannacci e Musk). Alcuni amici miei che se lo erano fatto mi avvisarono: preparati a rimanere ko due o tre giorni. Invece niente, il giorno dopo ero regolarmente al lavoro. A dimostrazione del banalissimo fatto che quando si parla di vaccini e farmaci si parla di medie, e con le medie vale la storia del mezzo pollo a testa, che non vuol dire mezzo pollo per tutti: a qualcuno capita un pollo intero, ad altri 0 pollo.

Essendo la demenza senile con onset dopo i 70 un tratto familiare, devo trovare un modo per aver accesso alla nicergolina (difficilmente prescritta dai medici in Italia dopo che venne fuori l'aumentata incidenza di infarto della valvola atriale). Lo ho visto da vicino con parenti anziani, che hanno vissuto per anni fuori di cervello perché nessun medico di base o specialista voleva prendersi la responsabilità in caso di eventi cardiaci. Io preferisco pochi giorni in più da lucido che molti da demente.

Se, Dio non voglia, avessi una diagnosi di tumore rifiuterei ogni terapia basata su quelle linee guida che (spesso) sono "intanto cisplatino e 4FU, poi vediamo", come se fossimo ancora negli anni 80, quando una diagnosi di tumore era una sentenza di morte. Vorrei conoscere il genotipo del tumore per scegliere la terapia più appropriata, visto che abbiamo tipo 25 anni di farmaci targeted approvati e accuratamente non prescritti in diversi casi. Alcuni fa una mia vecchia conoscenza è morta di un mieloma multiplo, qualche anno fa: cisplatino, 4FU, doxirubicina e via dicendo fino all'autotrapianto di staminali, non gli fecero vedere un inibitore di proteasoma neanche da lontano e morì ridotta a una larva.

Se c'è un virus che mi fece vedere i sorci verdi è stato H3N2, quello dell'"Australiana" del '99. Per questo la faccenda influenza non la liquido come un malanno stagionale qualsiasi, anche se non la prendo da tipo 7 anni - senza aver mai fatto il vaccino, per la precisione.  E ho perso il conto delle volte in cui conoscenti vaccinati se la prendevano e me la prendevo pure io e delle volte in cui conoscenti vaccinati la prendevano e io no. Una volta, molti molti anni fa, negli anni '90,  ai primi sintomi presi Relenza (zenamivir, sviluppato da Glaxo Wellcome), che ha una modalità di somministrazione assurda. E mi ricordo che gente di Glaxo Wellcome con cui stavo lavorando mi prese bonariamente in giro, per questo. Non faccio alcun affidamento su nessuno dei presenti vaccini: ad oggi in prospettiva preferirei avere a a portata di mano peramivir IV (che però in Europa non è più disponibile).

Ora, andando a memoria, tutto ciò farebbe di me un'antivaccinista (per una parte) e un vaccinista sierato (per l'altra parte). Il che, se le cose negli ultimi due anni non sono cambiate, dovrebbe far riflettere almeno un poco, ma solo uno zinzino, almeno. Dovrebbe far riflettere semplicemente per una banale evidenza logica: non si può contemporaneamente essere e non essere x (a meno che non si parli di un oggetto descritto da una funzione d'onda e parlando di esseri umano questo non è certo il caso). Se la definizione x può nella percezione di due diversi sottoinsiemi di pubblico essere o non essere vera vuol dire solo una cosa: che la definizione è inadeguata ed incapace di descrivere il suo oggetto in maniera univoca. E direi di più: certe etichette sono appropriate, sì, ma per sottoinsiemi ristretti della popolazione, molto ristretti (anche se guardando isocial potevano sembrare maggioritari). Io continuo a ritenere che la maggioranza della popolazione italiana voglia veramente esprimere una decisione seriamente informata e non ideologica, quanto alle  pratiche sanitarie che la riguardano in prima persona. Una decisione che può andare in un senso o nell'altro, sulla base di un istintivo rapporto rischio/benefici. E ritengo che qualsiasi impostazione "devi fare così perché lo dice la scienza" generi inevitabilmente una quota rilevante di rifiuti altrettanto istintivi. Che magari saranno pure sbagliati, dal punto di vista del rapporto rischio/beneficio per il soggetto, ma restano comunque il frutto di decisioni personali, perfettamente legittime e che meritano il massimo rispetto. Quindi, opinione mia, chi parte con "La scienza lo dice, devi ottemperare" è direttamente responsabile di una quota di rifiuto (e se qualcuno partisse con me con questo mantra gli direi che ho sempre trovato la maggioranza dei medici che parlano di scienza ... preposterous - termine che non ha una precisa traduzione italiana, come accountability, pari pari).


venerdì 11 ottobre 2024

BRAVI

 


Bravi collaboratori ai disastri. Applausi a scena aperta. Tranquilli, le broncopolmoniti da micoplasmi resistenti sono già all'opera.


https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9686491/


martedì 27 agosto 2024

IVERMECTINA: GLI SVERMINATORI *NON* VINCONO IN LOUSIANA, NESSUNA INVERSIONE A U

https://apnews.com/article/coronavirus-ivermectin-fda-doctors-lawsuit-bbc8d4fc726c08940ae4b0dad70170e0

Devo dire che negli anni ho perso il conto delle occasioni in cui un medico o un'associazione di medici o una società medica ha alzato la voce contro la regolazione farmaceutica, sostenendo le loro tesi contro le indicazioni e le linee guida delle agenzie e a volte riuscendo a imporle grazie a una sponda politica.

Le linee guida e sopratutto le indicazioni di FDA e EMA non sono frutto di decisioni arbitrarie o, come piace pensare a molti ignoranti in materia, di articoli peer reviewed, né tantomeno del dettato delle aziende farmaceutiche. Se è lo sviluppatore del farmaco che svolge i trial, il regolatore è quello che li controlla e ne giudica la qualità, bocciando il farmaco a priori quando ritiene che i trial siano fatti male (sull'inconclusività o meno dei trial il discorso è più complesso). E fin qui la teoria. Poi essendo le agenzie regolatorie un sistema umano capita che si allontanino dalla teoria per soddisfare pressioni politiche, ma generalmente direi che questi casi sono le eccezioni e non la regola. Il caso recente più eclatante di bocciatura dei trial riguarda FDA e il vaccino anticovid Astrazeneca. Questo controllo (piuttosto rigido) dei trial non esiste per i tanti studi clinici pubblicati per quanto peer reviewed. Detto questo passiamo all'Ivermectina

Le radici del fenomeno ivermectina (e di quello idrossiclorochina) sono da collocarsi nei primi mesi del 2020, quando ci fu uno screening disseminato su migliaia e migliaia di composti per trovarne uno attivo contro il virus. Non solo, ma sono pure italianissime, queste radici (CNR). In quei mesi arrivava anche un'articolo australiano che rilevava l'attività in vitro contro la replicazione di SARS-COV2: IC50 circa 2uM, che tradotto significa tra il lusco e il brusco, o se preferite forse che sì forse che no. Ripeto per l'ennesima volta che tra qualcosa attivo in vitro e qualcosa che funziona in clinica ce ne corre, in primo luogo perché il farmaco deve arrivare dove interessa che arrivi in concentrazione sufficiente a svolgere il suo lavoro.

Quella dell'ivermectina era all'incirca la stessa attività della clorochina (ma non dell'idrossiclorochina, qualcosa tipo 5-10 volte meno attiva). Sorvoliamo sull'attività di Lopinavir, il cui uso a fiumi fu giustificato come "razionale fino a evidenza contraria". L'evidenza clinica contraria arrivò nell'estate 2020, ma l'evidenza scientifica contraria era lì fin dall'inizio: lopinavir aveva un IC50 10uM, ritonavir 15 uM. Quindi ulteriori indagini sull'ivermectina erano giustificate, in quel contesto. E notare bene: ulteriori indagini non vogliono dire "La cura c'è!!!". Che è quel che è stato detto quando con attività borderline in vitro mancava l'evidenza clinica. Notare bene: quando l'evidenza clinica mancava, per farmaci ideologici tanto quanto l'ivermectina, cioè l'idrossiclochina, furono messi su siti che linkavano decine di studi osservazionali su campioni minuscoli e tutto questo tipo di monnezza. Perché questa era l'aria che tirava.

Il primo trial inerente l'ivermectina comincia nel 2020 e va avanti trascinandosi a lungo. Nel frattempo vengono fuori progressivamente antivirali ad attività in vitro maggiore. Remdesivir, che in vitro ha attività submicromolare, mostra una certa efficacia clinica per i pazienti appena ospedalizzati. Poi arrivano altri nuovi antivirali: paxlovid e molnupiravir. Ma mentre paxlovid ha un'indubbia efficacia se somministrato entro alcuni giorni dell'insorgenza dei sintomi, le evidenze cliniche su molnupiravir furono molto più traballanti. Nel frattempo le voci degli inossidabili supporter dell'ivermectina continuavano ad essere forti, molto forti sulla rete. La conseguenza fu che negli USA cominciarono ad arrivare in ospedale pazienti con intossicazione da ivermectina, perché avevano assunto dosaggi da cavallo, usando le formulazioni per uso veterinario. FDA iniziò una campagna sui social

Questa campagna è inerente la sentenza in Lousiana. Perché secondo tre medici che erano entusiasti sostenitori dell'ivermectina in funzione antiCOVID di fatto gli è costata il posto di lavoro o la reputazione.

Il tempo passò e alla fine nel 2022 arrivò la conclusione del trial sull'ivermectina iniziato nel 2020:

In this randomized trial, the administration of ivermectin did not result in a lower incidence of medical admission to a hospital or prolonged emergency department observation for Covid-19 among outpatients at high risk for serious illness.

In breve: inefficace.

Quel che è successo di recente è che a New Orleans un tribunale ha giudicato la campagna di FDA eccessiva: quindi l'agenzia ha cancellato tutti quei tweet in uno scambio in cui i querelanti non si vedevano riconosciuto alcun indennizzo. 

The ruling acknowledged FDA’s receiving reports of some people requiring hospitalization after self-medicating with ivermectin intended for livestock. But the ruling said the campaign — which at times featured the slogan “You are not a horse!” — too often left out that the drug is sometimes prescribed for humans.

(Prescritta alle volte come antielmintico).

Questa cosa si è tradotta su isocial mondiali in una valanga di cazzate sull'inversione a U di FDA a proposito dell'ivermectina. Ma non c'è stata nessuna inversione, le indicazioni sono rimaste esattamente le stesse, cioè: no, l'ivermectina non funziona per il COVID.

PS: Se definisco "gli sverminatori" e ho definito gli "ivermectinologi" i più invasati medici che sostenevano e sostengono l'uso di ivermectina in funzione anticovid  è perché invariabilmente il pacchetto includeva "i vaccini e gli antivirali uccidono". Insomma, lo stesso tipo di fauna che potevate trovare tra il 99% dei sostenitori dell'idrossiclorochina. Quindi non piango alcuna lacrima per quelli che in ragione delle loro convinzioni ideologiche hanno perso il posto: la loro ideologia ha in primo luogo danneggiato i loro pazienti quindi sono stati in prima fila nel mandare al diavolo lo stracitato "primum non nocere". Quanto a antielmintici vorrei ricordare che nei "giri bene" ci fu un certo entusiasmo per la niclosamide in funzione anticovid (a differenza dell'ivermectina la niclosamide era un farmaco ideologicamente accettabile). Utile ricordare un'altra volta come è finita. Eh, questi "grandi scienziati", una vera e propria garanzia.

PPS: Un caro saluto a quanti avevano studiato sul Manuale del Piccolo Idrossiclorochinista.

domenica 11 agosto 2024

ALL'IMPROVVISO GILEAD E' DIVENTATA "SCIENZA"

Lenacapavir
 

La prova ennesima di quanto sia rivoltante il discorso sugli antivirali in Italia è la recente copertura mediatica su lenacapivir, la cui approvazione qua era stata coperta per tempo - ma era il 2022, di Gilead si parlava malissimo da un anno e mezzo per via di remdesivir e c'era stata una gran quantità di discorsi altamente demenziali e faziosi sugli antivirali che non funzionano.

Ricordiamoci che quando Gilead ebbe approvato sofosbuvir, la prima cura per l'epatite C, la notizia non fu "C'è una cura per l'epatite C", ma "Questi avvoltoi chiedeno cifre assurde per un farmaco". E in Italia i malati andavano in Egitto o altrove, dove il farmaco costava poco, pagandoselo di tasca propria (la politica di uno stato che fa lo straccione con la sanità, la scuola e l'università ma non esita ad aumentare il budget militare). Ovviamente la "scienza" su isocial (tanta roba, davvero) cantava nel coro insieme agli altri. Ai tempi della pagina facebook CS un ex malato raccontò pubblicamente la sua personale odissea per la guarigione, mentre lo Stato riservava il trattamento a quelli per cui era ormai inutile (quelli con il fegato ormai distrutto). Ovviamente una delle tante testimonianze finite nel nulla, e non perché la pagina non esiste più. E poi chi è che aveva portato al Parlamento Europeo la questione? Un parlamentare della Lega, quindi il problema non era da prendere in considerazione, non esisteva (detto da qualcuno che non può essere sospettato di simpatie leghiste). E questo da parte di gente che poi si riempiva la bocca di "salvare vite", ovviamente.

Quanto a lenacapavir all'ultimo giro viene fuori che due iniezioni all'anno prevengono al 100% l'insorgenza dell'AIDS e stavolta gli applausi a scena aperta arrivano, negli USA come in Italia - dove è subito una vittoria della scienza, cosa che evidentemente non era la prima cura per l'epatite C (non cercate coerenza nei media italiani, annessi e connessi inclusi: non ne troverete e a nessuno frega niente della cosa perché la memoria del sistema mediatico ormai non arriva a due settimane).

Questo dovrebbe far concludere alcune cose. La prima è che il discorso pubblico sui farmaci in Italia non è scienza ma politica. La seconda è chi parla di farmaci (e di "scienza") nel sistema mediatico esteso lo fa con competenze, spesso nulle, che sono completamete cancellate dall'approccio ideologico. La terza è che oggi forse l'asticella per l'approvazione di un eventuale vaccino anti HIV è stata alzata di alcune decine di metri. Ma poiché nella vita di cose ne ho viste più che abbastanza, sono piuttosto sicuro che un eventuale vaccino con efficacia un po' così così ma prezzo basso vedrebbe l'asticella riposizionata raso terra. Perché la faccenda è sempre stata salvare vite, come no, ma solo a prezzi di saldo.

PS: Riguardo le competenze nulle ho perso il conto dei medici che hanno parlato di generici dicendo "la molecola è la stessa". Ignorando completamente che ci sono di mezzo una serie di fattori di capitale importanza che vanno dalla biodisponibilità alla produzione di principio attivo e formulazione in accordo con le Norme di Buona Fabbricazione (Good Manufacturing Practice). Cosa c'entra il GMP? Semplice, mentre quelli dicevano "La molecola è la stessa" sui genericisti asiatici piovevano Warning Letters di FDA come se non ci fosse domani.

DISCLOSURE: Non sono mai stato un dipendente di Gilead, né ho mai lavorato su progetti Gilead per terze parti. Certa bella gente sparse questa voce completamente infondata, 3-4 anni fa. Per ribadire quale sia il livello di chi parla di scienza o "comunica scienza" su isocial.

domenica 17 dicembre 2023

PER RICORDARE (CRISI DELL'INDUSTRIA FARMACEUTICA ITALIANA E COMMENTATORI SOCIOPATICI)

Secondo qualcuno all'industria farmautica italiana tra il 2008 al 2015 non è successo niente e il settore oggi è in eccellente salute.

Sigma Tau aveva un fatturato consolidato sui 2 miliardi. In seguito alla crisi ci fu una fusione con Alfa Wassermann e il fatturato della fusione faticava ad arrivare ad un miliardo di euro (https://www.milanofinanza.it/news/dalla-fusione-alfa-wassermann-sigma-tau-nasce-alfasigma-1987523). Ma ancora, per molti giornalisti etc, tutto normale.

CS in un certo senso è nato da quelle singole crisi che si sgranarono una dopo l'altra nel giro di pochi anni: nel complesso una crisi occupazionale del settore senza precedenti storici, una specie di apocalisse, ma un'apocalisse invisibile, di cui quasì nessuno parlò - Sigma Tau fu l'eccezione che confermò la regola (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/05/cronistoria-dell-apocalisse-della.html)

La cosa  tristissima è che nel frattempo il dibattito pubblico su farmaci e vaccini aveva preso una piega aberrante e su ogni boiata veniva messa l'etichetta "scienza". CS nel suo piccolo diventò più visibile, per esempio, della pagina facebook dei lavoratori dei laboratori Praxis. Ricordo che quelli che giocano all'istuzione scientifica si comportavano come perfetti sociopatici e ironizzavano quando, raccontavo certe cose (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/07/invisibili-quindi-inesistenti.html). Perché nell'industria non si fa "scienza", mica come nelle università. Eppure...

...eppure per esempio le prime mosse significatica nell'esplorazione dell'albero delle TK furono fatte nel privato. Nessuno si ricoda di Sugen (https://en.wikipedia.org/wiki/SUGEN). La scienza, come direbbe qualcuno, era tutta lì, e fu per mancanza di fondi e sfortuna che sunitinib (https://en.wikipedia.org/wiki/Sunitinib) non fu il primo inibitore di TK approvato (il primo fu glivec).

Sunitinib

Sugen, azienda in cui si lavorò a far luce sull' "albero delle chinasi" molto più che in tanti laboratori accademici. Furono loro a tirar fuori i primi inibitori di chinasi sperimentali. Nel 99 Sugen fu comprata da Pharmacia, e più o meno tutto il lavoro continuò come prima. Ma nel 2003 Pfizer comprò Pharmacia, e chiuse tutte le ricerche dell'acquisito. Un mio contatto, e altri che conosco, si ritrovarono per strada. Pfizer si ritrovò proprietaria del Sutent (sunitinib), approvato nel 2006 per cancro colorettale.

Il mio contatto lo ho conosciuto anni fa: un ex Sugen, proprio del gruppo da cui venì fuori sunitib. Mi raccontò che anni e anni dopo degli avvocati che lavoravano per Pfizer lo contattaro per una testimonianza riguardo la proprietà della "prior art" in una questione di beghe brevettuali su sunitib. Lui era stato tra i licenziati dopo l'acquisto di Pharmacia da parte di Pfizer. Ascoltò tutto quello che gli avvocati di Pfizer avevano da dire e poi rispose: No, non testimonierò a favore di Pfizer. Contattò l'altra parte e testimoniò per loro. Gli diede un minimo assaggio della loro medicina. 

mercoledì 18 ottobre 2023

VECCHIE STORIE; SOCIETA' SCIENTIFICHE ITALIANE ETC

 

https://www.theguardian.com/business/1999/jul/01/18

La storia di British Biotech ai tempi fece scalpore (sono passati 25 anni). BB spinse fino alla sperimentazione clinica un inibitore di MMP2, un acido idrossamico che purtroppo aveva aveva effetti collaterali devastanti, e quando iniziarono a manifestarsi nei trial provò ad occultare la cosa. Una storia che  costò all'azienda roba tipo 40 miliardi di danni richiesti in cause. E questo è il motivo per cui il 99.9% di voi non ha mai sentito parlare di British Biotech, che da allora non esiste più.

Ovviamente gli acidi idrossamici inibitori di MMP2 da allora sono diventati pariah e MMP2 un target completamete discreditato. Nell'industria, dico.

Invece nell'accademia cinque anni dopo i fatti indovinate chi brevettava una serie di acidi idrossamici inibitori di MMP? Una spin off dell' università di Firenze, spin off guidata da quello che all'epoca era presidente a vita o giù di lì di una società scientifica italiana. Una società scientifica notevole, perché nel tempo il numero dei sui iscritti è salito in maniera inversamente proporzionale alla probabilità di assunzione di un laureato in chimica in Italia. Ma del resto...

Ora certa gente occorre anche capirla. L'uomo era stato il bullizzatisssimo sottoposto di un certo soggettone storico (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/09/chimici-resistenza-contestazione.html). La società ovviamente assegna una medaglia in memoria del personaggio.

Alla dipartita dell'emerito fiorentino degli acidi idrossamici arrivarono mesaggi di condoglianze e di commemorazione di Renzi, Nardella e del rettore dell'Università di Tblisi - questo per dare una misura dello spessore internazionale del personaggio e del rapporto attività scientifica/politica. E' un personaggio a cui comunque la società in questione ha dedicato una medaglia (un'altra) che assegna annualmente o giù di lì.
Qualcuno vanta questa società scientifica come una delle più "grosse" in Europa. Io mi ricordo i suoi vertici che dicevano che il problema delle università italiane era che sfornavano chimici troppo qualificati. Molti iscritti, tanta politica, poco lavoro: un' immagine perfetta dell'Italia contemporanea. Ah, scordavo, con degni corripondenti europei. Ve la ricordate all'epoca di COVID la storia di Trump con la candeggina? Una buffonata (solo che dopo l'uomo ha messo in piedi Warp Speed e dato la paga a mezzo mondo). E tra chi stigmatizzò la buffonata (giustamente) ci fu gente che poi... si produsse in begli endorsement di TEMPO (2,2,6,6-Tetramethylpiperidin-1-yl)oxyl) in funzione anticovid (che è come dire candeggina o acqua ossigenata o ozono etc). Fate un po' voi (soluzione facile: tutti amici, tutto va bene, una mano lava l'altra). In tempi di COVID chi sviluppava e vedeva approvate soluzioni di vario genere (da FDA, da EMA) volava miglia sopra le testoline di questa gente. Ma forti di incarichi che suonavano "alti" etc sparlavano di FDA e delle farmaceutiche a cui aveva approvato farmaci (scordandosi convenientemente che era la stessa agenzia che aveva approvato i vaccini che gli piacevano tanto). Un branco di perfetti esemplari dell'Italia odierna. Nota personale: di EMA e FDA puoi sparlare pubblicamente quando non sarai mai uno dei nomi sui dossier per Investigational New Drug da presentare a questi enti. A buon intenditor...

Poi, parlando del loro piccolo stagnetto...Target vecchi di 30 anni? Discreditati da 5, 10 anni? Non si butta via niente. Fanno progetti, brevetti, pubblicazioni (se va bene). E se non va bene comunque qualcosa fanno. Questo è il modo in cui funziona parte dell'università italiana, e quando se ne esce con certi manuali (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/06/basterebbe-aprire-un-libro-o-no.html) invece che gridare allo scandalo va tutto, bene, avevano ragione e comunque lo studente dovrà sborsare 200 carte per la nuova edizione. Enjoy.

PS Prima di diventare "chi tocca muore" (come CS), in certi ambienti, chiesi a accademico informato dei fatti, cosa ne pensasse della Gran Società Scientifica. Mi rispose che chi sa fa (ricerca), chi non sa fa politica.



domenica 24 settembre 2023

FALLIMENTI POLITICI E POLITICHE FALLIMENTARI

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/09/20/dopo-il-covid-va-constatata-la-mancanza-di-dialogo-da-sinistra-e-questo-per-due-motivi/7295702/


Chi voleva ragionare sugli effetti delle chiusure sulla società, nei termini di ampliamento delle diseguaglianze e quindi delle sofferenze per l’intera collettività, così come chi ha sollevato il problema delle discriminazioni con l’arrivo del green-pass, è stato qualificato come integralmente “reazionario” senza alcun approfondimento delle obiezioni sollevate.

Ma non c’è solo questo. Noi individuiamo anche un’altra dinamica profonda, che interessa strutturalmente le cosiddette sinistre, quelle riformiste subalterne al neoliberismo e quelle antagoniste minoritarie. Crediamo che, per spiegare i molti errori compiuti in merito alla questione sindemica, sia necessario invocare un meccanismo di compensazione psicologico.

Un pregevole seminario residenziale organizzato questo settembre da LABOSS (Laboratorio su salute e sanità), con presenti personalità rilevanti come Nicoletta Dentico e Silvio Garattini, nonostante un’impostazione complessiva assai condivisibile, centrata sull’urgenza di proteggere il servizio sanitario nazionale dall’attacco a cui è sottoposto da anni e sulla necessità di rilanciare la ricerca e l’intervento pubblici per limitare lo strapotere delle case farmaceutiche, segnala ancora la difficoltà, e persino la ritrosia, a esprimere parole nette e inequivoche sugli errori fatti dalle istituzioni nella gestione autoritaria della pandemia/sindemia.

Gandini e Bartolini fanno notare per l'ennesima volta un fatto che dovrebbe essere assodato da un bel po': l'area collettivamente definibile "sinistra" ANCHE fuori dal parlamento ha largamente espresso questo genere di posizioni. Per fortuna c'era anche altro. Un ragionamento su quel che la gestione COVID ha voluto dire in Italia c'è stato, in pezzi della base. Ma mi hanno raccontato un episodio significativo, inerente una delle poche manifestazioni di sinistra contro il green pass. Una manifestazione senza infiltrazioni fascistoidi o del fronte del delirio. Gruppetti desinistra contromanifestarono e un ragazzetto andò a urlare in faccia a un manifestante, un attempato sindacalista con una lunga storia di sinistra extraparlamentare: "Fascista!". Il contestato conosceva il ragazzetto, figlio di un suo amico e lo apostrofò con "Ma finiscila, se no lo dico a tu' pa'!".

Dopodiché vorrei far notare un errore di metodo: inserire nel discorso Nicoletta Dentico e Garattini e lamentare che non abbiano espresso critiche. Non lo hanno fatto perché non perché loro non hanno mai avuto motivo di criticare.

Nicoletta Dentico ha da sempre le classiche posizioni "uova gratis, abbasso le galline"  (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/04/uova-gratis-per-tutti-abbasso-le-galline.html), la stessa demenzialità politica che permea la sinistra dem USA (Ocasio Cortez) nonché tutte le ONG che possono venire in mente. Quanto all'ormai senile Garattini è tra quelli che da sempre predica il genericista asiatico (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/11/lideologia-sanitaria-e-il-dilagare-dei.html), come se il profitto di Cipla o Aurobindo pur essendo profitto industriale sia "buono" mentre il profitto di Novartis o Gilhead è "cattivo".  Guarda caso il genericista asiatico è da sempre la scelta OMS, che di fatto ha anche dichiarato di volersi porre al di fuori della regolazione farmaceutica occidentale

Cosa ci sia dietro l'industria asiatica dei generici ormai si sa (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/11/differenze.html). Ormai l'80% e passa dei principi attivi a brevetto scaduto viene comunque da lì e di fatto se il sistema più o meno regge è grazie alla "messa in sicurezza" delle supply chain da parte delle aziende occidentali. Chi come Dentico e Garattini presenta false soluzioni dettate da ideologia e/o profonda ignoranza in materia di fatto fa il gioco di quanti predicano la riduzione della spesa sanitaria o la ignorano ostentatamente.

La risposta a costo e disponibilità di farmaci è una sola: industria pubblica. L'industria finanziata dal pubblico l'abbiamo ben vista nel periodo COVID: negli USA vaccini e farmaci sono stati resi disponibili anche ai non assicurati. Il che è più di quanto sia successo nell'Europa dei sistemi sanitari pubblici o misti, un'Europa che ha essa stessa beneficiato, alla fine, dei miliardi di Warp Speed. Ne ha beneficiato con la disponibilità di quei prodotti sviluppati grazie a quell'immenso finanziamento, perché se vedete quanto è stato finanziato nell EU e a chi sono andati i finanziamenti (CureVac, un vicolo cieco)... Senza USA e UK l'EU sarebbe rimasta a mani vuote e lasciamo perdere quel che è stato all'inizio del 2021 (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/03/vaccine-wars-lescalation.html).

Il "piccolo" particolare del finanziamento pubblico USA: i profitti sono rimasti strettamente privati.

Quindi il modello da seguire sarebbe Cuba?  A ben vedere sì. La vicenda Soberana dimostra che anche una nazione piccola e povera di mezzi può mettere in pratica questo genere di politiche. Cuba, ma con standard regolatori occidentali, magari. Perché con la sottesa storia del doppio binario per cui per i paesi poveri vanno bene standard più bassi sarebbe anche ora di finirla. Eppure è la dottrina OMS nonché quella di diversi medici, farmacologi (tipo Garattini) e altri soggetti che di come viene sviluppato e prodotto un farmaco non hanno idea, però pontificano al riguardo.


lunedì 21 agosto 2023

I NOBEL, LO SQUALO, I TRAFFICI CON FDA E ALLA FINE PAGANO I SOLITI

https://www.fiercepharma.com/pharma/biogen-kicks-1000-layoffs-ceo-viehbachers-complete-redesign-biotech

C'erano una volta Kenneth Murray (Università di Edinburgo), Philip Allen Sharp (MIT), Walter Gilbert (Harvard), Heinz Schaller (Heidelberg) and Charles Weissman (Zurigo). Erano tutti biologi. Gilbert e Sharp ebbero il Nobel per Chimica 1980 per il lavoro sul sequenziamento del DNA. Lunga storia quella dei Nobel per Chimica assegnati ai biologi. Tra gli effetti collaterali della coabitazione di chimici e biologi in un solo Nobel, provocata dal fatto che non esiste Nobel per la biologia, c'è forse una diffusa convinzione che le due categorie siano fondamentalmente intercambiabili, cosa del tutto assurda. Sharp ricevette il Nobel per la Medicina nel 1993, per la scoperta dei geni a struttura discontinua. Questo gruppo di biologi fondò Biogen, che sviluppò Interferon alfa-2b, universalmente noto come "l'interferone", approvato per la prima volta da FDA nel 1996, commercializzato da Schering-Plough (poi sono arrivate la versione pegilata e i biosimilari, ma questo è un altro discorso).

Nel 2003 Biogen si fonde con la californiana IDEC. IDEC aveva sviluppato rituximab, il primo anticorpo monoclonale antitumorale, approvato da FDA nel 1997. E non passa molto tempo dalla fusione che inizia una delle vicende  di cui più si è parlato nell'ambito dell'industria farmaceutica nel primo decennio del secolo: Biogen IDEC finisce nel mirino di Carl Icahn. Icahn è uno dei più noti corporate raider (Gordon Gekko in Wall Street di Oliver Stone è l'immagine di raider più nota al grande pubblico). La vicenda è stata piuttosto lunga e fu seguita pure da Nature (https://www.nature.com/articles/4531149a).  Il primo decennnio del secolo è stato caratterizzato dalla grande crescita delle biotech classiche, cioè di aziende che sviluppavano farmaci biotecnologici (principalmente mAB, anticorpi monoclonali). Le grandi farmaceutiche globali erano rimaste indietro al riguardo e si stavano mettendo in pari con acquisizioni e fusioni - l'episodio più rilevante fu la completa acquisizione di Genentech da parte di Roche nel 2009. 

Si può pensare che Icahn volesse ripetere in grande con Biogen quello che aveva testato con Medimmune: aveva rastrellato azioni e poi aveva forzato il consiglio di amministrazione a vendere a Astra Zeneca, che aveva sborsato ben 15 miliardi di dollari. L'acquisizione da parte di Icahn dell'1% delle azioni di Biogen aveva evidentemente un simile scopo, ma la manovra non andò liscia perché il magement Biogen mise su una resistenza piuttosto efficace. Piuttosto efficace ma non risolutiva: dopo due anni, nel 2010, viene firmata una sorta di pace (https://www.reuters.com/article/us-biogen-idUSTRE62L30920100322). Ma non si tratta di una sconfitta di Icahn, anzi: la pace porta a 3 i membri del consiglio di amministrazione designati da Icahn che in breve riesce anche ad imporre il CEO, George Scangos. Scangos "riplasma" la compagnia. Siamo nel momento dei grandi sforzi in campo Alzheimer basati sull'ipotesi amiloide (citofonare Eli Lilly) e con una mossa molto icahniana Scangos molla il 40% della pipeline Biogen per rifocalizzare l'azienda in una sola area terapeutica: sistema nervoso centrale e nello specifico malattie neurodegenerative. A questo riguardo il Wall Street Journal parla di "decimazione della pipeline" (https://www.science.org/content/blog-post/biogen-decimated-pipeline). E a stretto giro taglia pesantemente la ricerca e sviluppo (https://www.fiercebiotech.com/r-d/biogen-spells-out-its-moonshot-r-d-strategy-amid-deep-cost-cuts), inviando 800 buste rosa. Scangos se ne va l'anno dopo. A parte i tagli il suo regno è caratterizzato dall'approvazione di Tecfidera, cioè il dimetilfumarato per la sclerosi multipla, storia nel suo complesso piuttosto triste (https://www.npr.org/sections/health-shots/2013/10/28/241365414/unlikely-multiple-sclerosis-pill-on-track-to-become-blockbuster). Verrebbe da pensare che Icahn con i suoi avesse intenzione di replicare il colpaccio Medimmune, Ma purtroppissimo la frenesia anti amiloide si stava sgretolando sotto il macigno delle evidenze cliniche.

I miliardi bruciati da Lilly nei trial dei suoi anticorpi anti beta amiloidi non avevano dato alcun risultato e Biogen si ritrova con una pipeline principalmente focalizzata su quella roba lì, che va avanti a fatica, senza nessuno a cui vendere asset che avrebbero dovuto essere tra i più "caldi" del momento. E si arriva alle vicende più recenti, con il breve periodo di Janet Woodcock acting commissioner di FDA. Sono i tempi della coda di COVID19; dopo aver aspramente criticato le ingerenze di Trump in FDA i democratici vincono le presidenziali, inizia l'amministrazione Biden. E a FDA c'è un vero e proprio terremoto (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/09/maretta-fda.html). Non so se quello che ha fatto più rumore sia stata la faccenda dei booster dei vaccini anticovid (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/09/non-andartene-docile-in-quella-buona.html) o l'approvazione  del primo anticorpo anti beta amiloidi da parte dell'agenzia, Aduhelm, perlappunto un prodotto Biogen (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/06/un-sistema-che-funziona-nonostante-tutto.html). L'approvazione di Aduhelm venne fuori dopo lunghi rapporti irrituali, per usare un eufemismo, tra il capo delle neuroscienze a FDA e l'azienda. Ma la povera Woodcock non ne sapeva niente perché non era nel loop, proprio lei, alla testa dell'agenzia. Aduhelm, tra polemiche sul suo prezzo e critiche alla sua efficacia, non è diventato il blockbuster che qualcuno sperava. E oggi siamo di nuovo a un sostanzioso pacchetto di licenziamenti in casa Biogen. Pagano sempre i soliti.




mercoledì 19 luglio 2023

I BEATI E LA BELLADONNA


Einhart (noto anche come Eginhard, latino Eginardus) fu direttore della Schola Palatina e consigliere di Lotario, primogenito di Ludovico il Pio. Ludovico gli conferì abbazie (Saint Waindrille, San Bavone di Gand, San Servais di Maastricht). Una breve nota su questi santi nordeuropei: Waindrille (Vandregisilo) fu un santo monaco franco del VII secolo. Bavone (Bavo di Ghent) altro franco del VII secolo, nobile di nascita, che dopo una gioventù dissoluta rigettò la vita materiale prendendo la tonsura. Servais (o Servatius, Serbatius o Aravatius, meglio noto come Servaas) fu un uomo di chiesa armeno del V secolo che finì per diventare il primo vescovo di quelle che oggi sono le Fiandre.

Tornando a Einhart, Ludovico il pio gli donò anche possedimenti nelle sue terre di origine, al confine tra Assia e Baviera. Einhart era entrato in possesso di alcune reliquie dei santi Marcellino e Pietro l'Esorcista.

Marcellino e Pietro erano stati martirizzati a Roma nel 304, durante le persecuzioni di Diocleziano. Una matrona romana a nome Lucilla ne aveva ricomposto le spoglie, seppellendole in una catacomba presso l'attuale Torpignattara. Qualche secolo dopo le loro reliquie furono quasi completamente trasferite oltralpe e alcune in qualche modo finirono nelle mani di Einhart, che nel 828 fondò sul Meno l'abbazia di Seligenstadt trasferendovi i resti -  da cui il nome del luogo, Seligenstadt sta per "città dei beati".

L'abbazia tutta, diventata benedettina, fu ampiamente rimaneggiata in epoca barocca. A quell'epoca si deve anche la risistemazione e l'espansione del chiostro in un giardino con alberi da frutta potati in modo da restare poco più che bonsai. Non so se il giardino dei semplici (https://it.wikipedia.org/wiki/Monastero#Architettura) esistesse nelle epoche precedenti, ma direi che sia leggittimo ipotizzarlo. Vederlo seguito e curato oggi mi ha fatto un certo effetto - il gran festival dei metaboliti secondari. Come portabandiera del giardino dei semplici scelgo questa


La Belladonna, dal significativo nome inglese Deadly Nightshade, è una fonte di alcaloidi tropanici. La classe di composti, vicini strutturalmente alla cocaina, comprende scopolamina, hyoscina e atropina, in particolare propria della Belladonna. 


Di base l'atropina è un antimuscarinico, quindi tra l'altro miorilassante (https://en.wikipedia.org/wiki/Muscarinic_antagonist) e in passato era usata anche in protocolli di rianimazione. Ma il complesso vegetale vede una serie di usi autorizzati: per dire, AIFA lo inserisce non solo tra gli antimuscarinici, ma anche tra gli antiemorroidali lenitivi. 

Nell'orto non poteva mancare la Digitale Purpurea, che grazie al suo contenuto di digitossina ha trovato da secoli impiego negli scompensi cardiaci.

E non poteva mancare una Vinca, in particolare una Vinca Minor. In questo caso credo che si tratti di un'aggiunta recente al giardino, perché il genus Vinca deve la sua fama principalmente al Catharanthus Roseu, membro africano della famiglia e sorgente più nota degli alcaloidi della Vinca, molti dei quali sono stati autorizzati da tempo come antitumorali (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3883245/).

Il giardino dei semplici dell'abbazia di Seligenstadt è ampiamente bordato di timo. Per me il timo selvatico è quello che dà l'aroma irresistibile alla zuppa, che in certe parti della Toscana viene chiamata minestra di pane. Ma il suo uso va ben oltre la cucina e ha radici antichissime. Per esempio gli egizi usavano l'olio essenziale di timo come uno degli ingredienti per gli unguenti dell'imbalsamazione. Azione antibatterica, quella del timo, dovuta principalmente al suo contenuto di timolo.

Non intendo dire che era già tutto lì, nel giardino dei semplici di Seligenstadt e di cento altre abbazie. Me ne guardo bene.

Ma guardano a questo giardino con gli occhi di oggi percepisco un alto grado di continuità. Se l'etnobotanica ha costituito un capitolo importante dello sviluppo farmaceutico moderno (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/il-serpente-e-la-tetrodotossina.html) la nostra stessa erboristeria, i nostri giardini dei semplici sono stati una delle fonti più importanti delle attuali farmacopee.

Verrebbe da fare un'ultima considerazione riguardo tutte le chiacchere su "naturale" e sintetico. Per fare un esempio, c'erano in circolazione antociani di sintesi molto più puri di quelli ottenuti per estrazione da vegetali. Mi vengono in mente anche tanti discorsi sulle "innaturali chemoterapie" che invece erano spesso a base di composti "naturalissimi" (alcaloidi della vinca, appunto, e tassani).

"Naturale" non è mai stato buono a priori. Guardate bene la foto dell'Atropa Belladonna: il cartellino ha un teschio con tibie incrociate - è una pianta velenosa (eppure utile). Ancora una volta mi viene da pensare che certe credenze - "naturale" vs "non naturale" - derivino principalmente dalla medicina di massa, cioè la medicina odierna, che quasi sempre ha solo vaghe cognizioni sui farmaci che usa e che è perlopiù  ispirata al principio "Fatto, avanti un altro". Una medicina spersonalizzata e impersonale, che come effetto collaterale produce individui sfiduciati o colti da da una cronica sindrome di rigetto nei confronti dei suoi metodi. Il problema principale è che sfiducia e rigetto trovano rifugio troppo spesso nella ciarlateneria. I fallimenti del sistema generano mostri, e l'unica risposta che il sistema pare conoscere sia lo stigma. Il risultato finale è una cancrena apparentemente incurabile.


venerdì 9 giugno 2023

DOPO LE NITROSOAMMINE NEI SARTANI GUARDANDO INDIETRO: TRATTARLI COME FUNGHI

 

https://www.fda.gov/media/141720/download

Cioè lasciarli al buio e dargli da mangiare letame.

Mi ricordo che al tempo delle nitrosammine nei sartani vennero fuori a frotte i pompieri (spesso farmacisti) a dire: è un residuo della pulizia degli impianti (col beeeep). Non avete idea delle conseguenze di quegli eventi.

Al di là degli shortage di principi attivi che si verificarono allora, oggi esistono liste di solventi e reagenti evitati in fase di sviluppo chimico perché "a rischio nitrosoammine" e sottolineo rischio (spesso remoto). E quando il rischio remoto esiste, occorre mettere in opera metodi analitici per rilevarne l'eventuale presenza.

Al tempo della crisi nitrosoammine ricordo una attiva farmacista arruolata nella squadra pompieri che quando il tutto venne fuori in pieno ricommentò "ok, mi sono sbagliata, che sarà mai". Quando si dice la scienza. Dei farmacisti. Vai avanti tu che mi viene da ridere. 

Fui addirittura contattato da un grossista di farmaci USA che aveva cominciato ad analizzare una serie di farmaci che gli arrivavano per la distribuzione (con suo orrore) e mi ringraziava per il lavoro di informazione che stavo facendo. Ma in Italia dai tempi dei politrasfusi l'approccio è sempre stato lo stesso, tutto bene, il problema non esiste. Peccato che i politrasfusi esistevano, eccome. Ma avanti popolo e peggio per loro.

Ai tempi del problema con i sartani un qualche de(med)bunker aveva tirato fuori i nitriti nei salumi e altre amenità per dire tutto ok, niente di preoccupante. Vogliamo definirlo un atteggiamento leggermente discutibile? Ma occorreva tranquillizzare i pazienti, cioè mangia la minestra che passa il convento e zitto.

A stretto giro arrivò COVID19 e tutti costoro hanno dato il proprio meglio, esattamente in linea con il loro impeccabile curriculum.Tra gennaio e febbraio 2020 erano tutti iscritti al partito "il problema è il razzismo". Dopo ground zero Codogno passarono compatti nelle fila terrore & chiusure e ci sono rimasti più o meno fino ai tempi della temibilissima "variante Kraken", cioè fino all'altro ieri. 

Gente di una prevedibilità desolante.

https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/01/n-nitrosoammine-nel-valsartan-e-negli.html

https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/04/ndea-nel-valsartan-mylan-regolazione.html

https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/09/sandoz-molla-lo-zantac-frenesia-n.html

https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/09/una-cosa-sistemica.html

 

 



venerdì 6 gennaio 2023

TOPPANE UN'ALTRA, CICCIO (ENNESIMA DI N)

 

https://tinyurl.com/bdzmnbc3

Eh, la fretta di quelli che applaudono questo o quello - niclosamide e colchicina in funzione antiCOVID etc . Anvedi iscienziati e tutto il resto dell fauna mediatico/social tricolore.

Biogen ebbe approvato il suo anticorpo anti beta amiloidi, tra una tempesta di polemiche oltreoceano (https://edition.cnn.com/2022/12/29/health/biogen-aduhelm-alzheimers-drug-investigation/index.html) e in Italia qualche applauso di gente rubata allo straccio e al secchio per per pulire i pavimenti.

Oggi siamo all'inchiesta del congresso USA sugli "estremamente atipici legami" tra FDA e Biogen, e purtroppo, nei fatti, la cosa finisce nel nulla. Ma di solito questo tipo di storie oltreoceano non finiscono così. Nello stivale invece si fa commedia lowbrow anche con i farmaci e la loro approvazione. 

Comunque, riguardo le meraviglie dell'eccelsa gestione di Janet Woodcock, che era già stata commissioner di FDA  alle origini della crisi degli oppiacei:

I revisori statistici a FDA erano a i ferri corti con Dunn (Head della neurologia dell'Agenzia, NdCS) e con l'azienda e la sua interpretazione dei risultati dei trial che hanno portato all'approvazione di Aduhelm, primo della sua classe,
“Riguardo la disputa scientifica tra l'Ufficio Neuroscienze e il team statistico della Divisione Biometria non sono stata coinvolta abbastanza in tempo nel processo, rendendo difficile il coinvolgimento della catena di gestione prima della riunione dell'Advisory Committee meeting,” Questo riconosceva FDA in una review interna, secondo i documenti rilasciati dal comitato.

Ovvero "Purtroppissimo mi hanno inserito nel loop in ritardo". Che disdetta.

La Woodcock, che era provvisoria e che non è mai stata presentata al Senato per la convalida della sua nomina, è stata rimpiazzata qualche mese fa. Non troppo presto, si direbbe.



domenica 27 novembre 2022

DIFFERENZE

 


Questo è l'aspetto tipico di un reparto di produzione di principi attivi farmaceutici di sintesi (occidentale). A gestirlo con la massima probabilità ci saranno ingegneri chimici. Ma nel trasferire qua una sintesi non può mancare il chimico di processo, che è la figura con le maggiori informazioni su cosa succede dentro questi reattori. E spesso è stato lui quello che ha effettuato i primi scale up della sintesi, portandola in un kilolab o su un impianto pilota. E non lo ha fatto da solo: senza chi sviluppa e valida metodi analitici non si fa molta strada. Chimica organica, termodinamica, dinamica dei fluidi (e quindi ingegneri chimici), chimica analitica: serve tutto questo. 

Poi c'è chi, siccome è "scienziato", pensa di poter discettare di costi di produzione di principi attivi farmaceutici di sintesi semplicemente perché ha per le mani qualche prezzo bulk indiano o cinese, ma senza avere pratica o adeguata conoscenza della materia. Sul rapporto "complicato", diciamo, tra produttori asiatici e current Good Manufacturing Practice qua sopra negli anni è stato scritto molto. E alcuni produttori non hanno avuto alcun problema ad esprimere il loro punto di vista riguardo al sistema occidentale della regolazione farmaceutica

https://finshots.in/markets/an-overview-of-cipla-and-the-pharma-industry/

"spendiamo milioni di dollari per costruire fabbriche, vogliamo esportare in USA, e FDA arriva, ispeziona e può bloccare le esportazioni in USA di interi impianti" (Cattiva FDA, cattiva).

Qualcosa è stato anche scritto riguardo il difficile rapporto con la disciplina stessa di alcune aziende che spesso sono state portate ad esempio da certe ONG quanto a "reale costo dei farmaci" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/06/indiani-generici-paper-e-risse.html). Il primo contatto di un chimico di processo occidentale con le realtà produttive asiatiche di fascia medio-bassa può essere abbastanza scioccante. "Certi popo' di serpenti!" disse un mio collega, e qualcun altro passando dalle espressioni figurate alla lettera davvero trovò dei cobra nel sistema dell'acqua purificata (Vero JDB?). Personalmente mi ricordo di uno che mi spiegava come aveva ridotto il tempo di isolamento per centrifugazione di un prodotto... applicando il vuoto in uscita alla centrifuga ("Lucky you!" avevo commentato "About speeding the process?" aveva chiesto "About being still alive" avevo risposto).

Tutto questo dovrebbe dare una qualche idea dell'incredibile complessità di questo tema. Ma ho perso il conto delle volte in cui qualcuno ha voluto cancellare tutto questo con un tratto di penna, una direttiva comunitaria (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/10/report-principi-cattivi-leuropa.html), un articolo di giornale o un post su isocial parlando in nome de "La Scienza" (prima o poi qualcuno dovrà darmi il numero di cell de "La Scienza", avrei due o tre cosette da dirgli in privato). 

(I could write all this in a way less polite manner...)

mercoledì 7 settembre 2022

CHE E' SUCCESSO? (COVID, FARMACI)



    Lasciate perdere idrossiclorochina e ivermectina.
    Ah, l'ivermectina, sarebbe stata appoggiata se non se la fossero presa i soliti (e prima che se la prendessero Magrini, a capo di AIFA, aveva detto sì ai trial). Ma c'erano altri antielmintici in circolazione. Quindi...
    Che è successo alla niclosamide? Quella che ricevette l'endorsement dei "buoni scienziati"? Quella che, a dispetto di tutto, doveva funzionare perché con le formulazioni si fanno miracoli, anche se non viene assorbita nel tratto intestinale (e su quello una formulazione può fare, sì, forse, ma ha molte più chances qualcosa che venga fuori bene da un test su linea cellulare CACO - https://www.cyprotex.com/.../in-vitro.../caco-2-permeability ). Quindi certe obiezioni non erano poi così peregrine, a dispetto della posizione dei pellegrini di turno (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../covid-farmaci...).
    Spoiler: nessuna notizia sui trial basati sulla nuova formulazione, un deprimente "our study did not find significant differences between niclosamide and placebo in viral clearing" come ultima notizia (https://jamanetwork.com/.../jamanetwo.../fullarticle/2788857). Eppure in vitro funzionava, dicono. Ma guarda un po', funziona in vitro e non nell'uomo. Strano, davvero.

    E che è successo alla colchicina? Ve la ricordate la colchicina? Stesso film, stessi endorsement. A dispetto dei risultati dei trial (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../the-endless...).
    Spoiler: come è finita con la colchicina? Raccomandazione contro l'uso nei pazienti non ospedalizzati, raccomandazione contro l'uso nei pazienti ospedalizzati (https://www.covid19treatmentguidelines.nih.gov/.../colch.../).

    Tutti possono prendere cantonate, prenderle sempre nella stessa direzione è indicativo.
    Che questa area coincida con quella vasta grossolanamente etichettata teammorte è ovviamente una pura coincidenza, non pensate male (Ma del resto sesi imbarca chiunque, ingegneri gestionali compresi che ci si può aspettare?)

    Poi se chi comunica si fosse limitato alle sue competenze (la comunicazione non è una compenza in sé, perché c'è pure l'oggetto del comunicare) sarebbe stata una gran cosa.
    (c'erano anche "competenti," nel mucchio? Ah sì, davvero?).
     
    Quando parlavo di farmaci AUTORIZZATI o APPROVATI, una nota piattoforma attaccava l'etichetta "Trattamenti non autorizzati per COVID-19 possono provocare seri danni". Erano i tempi in cui menti illuminate parlavano di confllitto di interesse per il sottoscritto- perché si sa che dal 2020 al 2021 avevo molteplici rapporti di lavoro e l'agenda piena (lunedì e martedì Gilead, mercoledì Merck, giovedì Pfizer, venerdì pesce... )

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...