Sacconi (https://toscano27.wordpress.com/i-compagni-di-firenze/luigi-sacconi/), ex partigiano, barone universitario, è figura storica estremamente istituzionale, non inquadrabile altrove che nella sinistra falce e martello, quella del partito clandestino prima del 45 e poi del PCI del dopoguerra.
Eppure... durante la turbolenta fine degli anni sessanta il suo assistente e braccio destro Paoletti fu bersaglio di lancio di monetine in aula, ed emerse lo slogan "Sacconi e Paoletti fascisti perfetti".
E non è che gli studenti contestatori ignorassero il curriculum di Sacconi. Quello che bollavano come fascista era l'autoritarismo con cui esercitava il suo ruolo accademico. Per fare un esempio al riguardo ho sentito narrare che all'epoca, alla fine di un esame, si rivolse al membro più giovane della commissione dicendo "Lei, ora ci faccia vedere come cancella bene la lavagna uno con il dottorato".
(Una curiosità: una società scientifica italiana conferisce una medagia Luigi Sacconi)
Nell'altra parrocchia, quella dove avrei invece studiato io, gli studenti si opposero alle richieste di occupazione che venivano dai collettivi di altre facoltà, opponendo sacrosanti problemi di sicurezza.
Però si raccontava che in uno dei laboratori di organica fosse stata messa su una piccola produzione di LSD, da un laureando che poi sarebbe diventato professore.
E più di vent'anni dopo sentii lodare da un direttore di dipartimento il cambiamento che quegli anni produssero, perché prima la baracca era mandata avanti da vecchi arnesi spesso di una arretratezza spaventosa, tra cui alcuni che si facevano gioco della chimica organica moderna chiamandola "la chimica delle casine" (in riferimento alle formule strutturali di tanti composti naturali) - e tutto questo negli anni in cui il lavoro di Woodward era già storia.
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