venerdì 28 gennaio 2022

IL NUOVO INQUILINO DI LAGRANGE 2

Il telescopio Webb è arrivato a destinazione. Per quanto riguarda il telescopio in sé rimando a Luca Signorelli (
https://www.facebook.com/luca.signorelli.33/posts/10226308309834653), ma vorrei soffermarmi appunto sulla meta di Webb, il Punto di Lagrange 2 (https://it.wikipedia.org/wiki/Punti_di_Lagrange).
I Punti di Lagrange vengono fuori dal problema dei tre corpi (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../le-nuvole-del...), che ricordo non è risolvibile nella sua forma generalizzata. Ma in forme semplificate lo è, eccome. E una possibile semplificazione è postulare che uno dei tre corpi abbia una massa molto piccola rispetto agli altri.
Joseph-Louis Lagrange (1736-1813, che in realtà di cognome faceva Lagrangia ed era italiano) fu quello che li scoprì, nel 1772, calcolandone la posizione. Li scoprì sulla carta, ovviamente: cinque punti dello spazio in cui l'oggetto piccolo è in equilibrio gravitazionale con i due oggetti grandi.
Due secoli dopo lo sviluppo dell'astronautica ha verificato l'esistenza dei Punti di Lagrange per il sistema Sole-Terra. Lagrange 2, in particolare, è situato ben oltre l'orbita lunare, una posizione eccellente per "guardare fuori".
Inutile dire che i punti lagrangiani sono diventati un topos della fantascienza: sono i punti in cui vengono collocati futuribili habitat spaziali.
E qua non posso non ricordare Gundam Universal Century: attorno a Lagrange 2 orbita Side 3, il Principato di Zeon ( e A Baoa Qu, e Solomon http://www.japananimerobot.com/gundam/colonie/colonie.html).
A proposito di Principato di Zeon, e poi Repubblica etc, ai più viene in mente il primo, indimenticato Gundam, altresì noto come Gundam 0079 (https://it.wikipedia.org/wiki/Mobile_Suit_Gundam ). Io invece vorrei ricordare Gundam 0083 (https://it.wikipedia.org/wiki/Mobile_Suit_Gundam_0083:_Stardust_Memory), noto anche come Stardust Memory.
E lo ricorderei con due video.

 

 L'altro (senza molesti pop up) pare si trovi solo so facebook: https://www.facebook.com/watch/?v=372261789811739

giovedì 27 gennaio 2022

PERCHE' QUEL CHE E' FATTO E' FATTO

 
Alcune debite premesse: il numero viene da qua:
 
Era il 2019, quindi l'altro ieri. Ma in realtà oggi siamo in una nuova era, rispetto al 2019, e la fondazione, o meglio il suo volto pubblico, nella nuova era ha trovato una nuova dimensione e nuovi temi - i vecchi cavalli di battaglia sono spariti dalla circolazione. L'obiezione classica è "si tratta di tagli al tendenziale, la spesa sanitaria invece è aumentata". Parrebbe che quindi siano aumentate le risorse del comparto sanità pubblica. Poi fai il conto di quante strutture sanitarie sono state chiuse, di quanto è calato il numero delle guardie mediche e dei medici di base e francamente viene difficile credere a "più risorse per la sanità pubblica negli ultimi 10 anni".
Detto questo...
 
La vertenza del personale sanitario non dovrebbe essere con i cittadini.
La vertenza dei pazienti non dovrebbe essere con altri pazienti.
Ma quel che è fatto è fatto, pare.
Il 14 dicembre scorso Jeremy Corbyn twittava: "Stasera mi opporrò all'obbligo vaccinale per lo staff di NHS e l'introduzione di passaporti vaccinali. Entrambe le misure sono controproduttive e creeranno divisione quando abbiamo bisogno di cooperazione e unità".
Esattamente ciò di cui si preoccupa la sinistra parlamentare italiana, vero?
Questo è il punto di arrivo di quella tendenza che su questa pagina è stata osservata e deprecata fin dagli inizi, cinque anni fa. E fin da cinque anni fa qua sopra si è osservato che una parte della classe medica nonché TUTTA la medicina istituzionale erano coinvolte in questo processo, che è un processo involutivo dal punto di vista dei diritti dei cittadini.
Arrivati al punto critico della pandemia COVID19, questa involuzione ha avuto la sua accelerazione finale. I casi di medici e strutture sanitarie che respingono i non vaccinati sono diventati frequenti.
In Lazio, e l'Huffington insiste su "non vaccinata"  (https://www.huffingtonpost.it/.../mamma_morta_di_covid.../), come se Adriana Tanoni sia morta in quanto tale. Ma la cronaca racconta che alla giovane, in quanto non vaccinata, è stata prima negata e poi ritardata l'assistenza.
In Lombardia Notevole il caso del Galeazzi (Pregliasco), dove il "non vaccinato" è chi non ha la terza dose (open.online/.../covid-19-ospedale-galeazzi.../).
In Toscana (https://www.lanazione.it/.../ospedale-no-vax-1.7292920), dove pare che, stando all'AOUP, ci sia stato "un disguido di comunicazione e a un fraintendimento delle nuove disposizioni sul Green pass rafforzato da parte della dottoressa che ha risposto al telefono". Guarda caso questi disguidi vanno sempre verso un'interpretazione più restrittiva, nell'altro senso mai.
 
In questa situazione le procure intervengono, gli ordini dei medici e le istituzioni tacciono. Chissà perché.

 

mercoledì 26 gennaio 2022

COVID, ANTIVIRALI, PAXLOVID: PROCESS CHEMISTRY, AGAIN




Forse qualcuno si ricorderà come nella primavera 2020 venne fuori il problema della disponibilità di remdesivir, in buona parte collegato al fatto che quel principio attivo (API, Active Pharmaceutical Ingredient) veniva prodotto con una sintesi poco ottimizzata.
Qualche problema potrebbe porsi di nuovo con paxlovid, perché come fa notare Chris McKay 360 tonnellate di principio attivo significano migliaia di tonnellate di solventi. E ipotizza il processo in continuo, in cui allo scale up (aumentare la dimensione del reattore usato) si sostituisce il numbering up (aumentare il numero di microreattori impiegati), che è quello che e' stato fatto per un passaggio chiave della produzione dei vaccini mRNA, il microincapsulamento in lipidi.
In realtà nella primavera del 2020 remdesivir ad occhio veniva prodotto ancora su impianto pilota, mentre per nilmatrevir (https://en.wikipedia.org/wiki/Nirmatrelvir) nel tardo autunno 2021 erano stati già prodotti batch commerciali per un totale di oltre 300 kg (shorturl.at/mwLZ1). Quindi siamo un bel pezzo avanti, quanto a lavoro svolto.
 

 
 
Per quanto l'idea di McKay sia attraente, è un po' difficile sovrapporla alla sintesi nota (https://www.science.org/doi/10.1126/science.abl4784 , la trovate nei supplementary materials, nel paragrafo "Synthesis of PF-07321332 (Compound 6)"). Si tratta della sintesi della chimica medicinale, che sappiamo ormai superata da quella della chimica di processo. Pare che Codexis, la specialista delle fermentazioni e degli enzimi, sia coinvolta, probabilmente nel produrre uno dei due amminoacidi non naturali di partenza, per esempio. E che altri aspetti critici siano stati risolti. Ad esempio alla scarsa disponibilità globale di di-t-butildicarbonato, necessario a produrre il materiale di partenza nella sintesi originaria, si è probabilmente ovviato cambiando il composto di partenza (utilizzando un amminoacido diversamente protetto (https://www.science.org/content/blog-post/making-paxlovid).
Tutto questo richiede know how, profonda conoscenza delle supply chain globali, e un network di collaborazioni specialistiche con produttori di intermedi e fornitori di tecnologia. Ma alla radice di tutto ciò resta la chimica di processo: prendere una sintesi di laboratorio e trasformarla in modo da renderla adatta ad una produzione industriale.

 

lunedì 24 gennaio 2022

FAR FROM THE FUCKED UP COUNTRY

FAR FROM THE FUCKED UP COUNTRY
Non c'è mai stato un momento migliore negli ultimi 70 anni per vivere a distanza di sicurezza da una nazione completamente uscita di testa.
La disposizione di cui si parla nell'immagine, poi rimasta fuori dal DPCM (non la parte sul rinnovo passaporto), ha comunque riempito le pagine dei giornali. E dà un'idea fin troppo esatta non solo del clima, ma anche degli effettivi orientamenti della politica governativa italiana.
Breve "round trip home", sceso dall'aereo andando verso casa ho visto che circa il 60% di chi incontravo per strada aveva la mascherina. E mi sono ricordato, all'improvviso, che vige l'obbligo di mascherina all'aperto. Sensazione al limite del culture shock.
Poi, venendo da un contesto in cui un certificato vaccinale non serve a niente, so che in tutta l'Unione Europea quello di cui sono in possesso è valido nove mesi. Ma in Italia solo sei, a partire dal primo febbraio. Non solo: e' passato l'obbligo di terza dose per personale sanitario a qualsiasi titolo, militari, forze dell'ordine e insegnanti, e "La disposizione, inoltre, qualifica come illecito amministrativo la mancata verifica dell'adempimento dell'obbligo vaccinale da parte del datore di lavoro e lo svolgimento della prestazione lavorativa da parte del lavoratore inadempiente all'obbligo vaccinale" (https://www.quotidianosanita.it/governo-e.../articolo.php...).
Ma chi ha fatto il booster nello scorso autunno è fregato al di là di qualsiasi immaginazione, visto che in Italia al momento non si prevede quarta dose (https://www.pmi.it/.../scadenza-green-pass-dopo-terza...). Dovrà andare a tamponi, che comunque lo terrebbero fuori dai trasporti pubblici, finché lo stato italiano non ci metterà una pezza; pare che la cosa sia al vaglio del governo, la stampa dice che si sta valutando l'estensione della durata del GP per chi ha il booster. Scorcia la scadenza, allunga la scadenza.
Nel frattempo se accendevo la TV o la radio nei vuoti lasciati dall'elezione del presidente della repubblica continuavo a sentir parlare di no-vax. I famosi no-vax, quelli che non hanno un super GP valido, no-vax con una, due e tra poco anche tre dosi di vaccino.
Così mi imbarco sull' aereo del ritorno con un sorriso, pensando "Far from the fucked up country, again".

sabato 22 gennaio 2022

COVID E MODELLI (PER L'ULTIMA VOLTA, SUL SERIO)

Parlare di pandemia e modelli nel 2022 per me non ha ormai alcun senso. Tra i buffoni che producono buffonate, magari dicendo "Oh, non e' una previsione questa, solo un esercizio teorico" e i blasonati che continuano imperterriti a sfornarne, dopo due anni e performance che sono state quelle note, è inutile discuterne ancora, se non un'ultima volta.
L'articolo linkato merita di essere letto da capo a fondo. Quanto in media i modelli SAGE abbiano funzionato si vede benissimo dall'immagine. E veniamo al punto cruciale:
"Le difese dei modelli Sage lasciano molte domande senza risposta. Se i modelli sono solo "illustrativi" e non predicono, perché sono stati riassunti e presentati ai ministri in questo modo?
“Senza interventi in aggiunta alle misure già in atto i modelli indicano un picco di almeno 3000 ospedalizzazioni al giorno in Inghilterra".
E perché questi scenari sono stati descritti come probabili?
I modelli contano. Hanno conseguenze. Se gli scenari Sage sulla riapertura estiva fossero stati creduti il lockdown sarebbe stato esteso - con il relativo danno sociale ed economico. Se si fosse creduto ai modelli Sage per l'autunno le scuole potevano rimanere chiuse. Se solo un consiglio dei ministri di dicembre fosse andato diversamente ci sarebbero state restrizioni che i dati del mondo reale ora dicono sarebbero state completamente non necessarie"

Poi una cosa la dovrei aggiungere. Parlando di modelli a me viene da ricordare roba letta secoli fa, e precisamente questo:


Risfogliandolo, nella sua parte introduttiva questo ritrovo:


Prendiamo l'esempio del meccano. Pensiamo si chieda un modello di carrozza ferroviaria, per quanto approssimato possa venire usando quello strumento. Nel momento in cui ci viene consegnato invece un modello di gru c'è un problema. Non c'è dubbio che il modello di gru funzioni in sé, ma non è una carrozza ferroviaria, e non fa, per quanto con approssimazione e margine di incertezza, quello che fa una carrozza ferrovia, che è andare su rotaie avendo spazio per traportare merci o persone. Ma da due anni a questa parte, siccome parliamo di professionisti, c'è chi ha prodotto gru, e poi ci ha appiccicato un carrello ferroviario...

mercoledì 19 gennaio 2022

QUANDO LA SICUREZZA E' UN COSTO (O SOLO CARTA)

Quale è stato il motore dell'offshoring e dell'outsourcing verso la Cina, diventato compulsivo all'incirca dal 2005? I costi. E inutile girarci attorno, ambiente e sicurezza sono costi. Costi sacrosanti, sì, ma solo "da noi". Altrove no.
La sicurezza nei laboratori è cultura tecnico-scientifica: "Al di là delle leggi, i datori di lavoro e gli scienziati si ritengono responsabili del benessere di chi lavora nella struttura e del pubblico in generale. Lo sviluppo di una cultura della sicurezza - con responsabilità in basso e in alto alla catena amministrativa e scientifica - è risultata in laboratori che sono di fatto ambienti sicuri in cui insegnare, imparare, lavorare. Farsi male, per non parlare di martirio, non è più di moda" (così in "Prudent Practice in Laboratories", edito dalle National Academies of Science, Engeneering and Medicine (https://www.nap.edu/.../prudent-practices-in-the...).
Tra la citata "cultura della sicurezza" e i corsi di formazione all'italiana c'è parecchia differenza. E, generalizzando oltre i laboratori, la differenza diventa abissale quando si va a considerare quella tra le leggi italiane e la realtà del mondo.
Post testo unico 2008 un consulente mi raccontò che in un'azienda il responsabile per la sicurezza esigette di avere la Scheda di Sicurezza per... l'acqua della caldaia (se ti infili dentro la caldaia puoi annegare, se l'acqua è molto calda ti puoi scottare, voleva roba del genere).
Ad alcuni anni luce dalle disposizioni del legislatore italiano c'è il mondo reale, in cui periodicamente qualcuno muore asfissiato operando in una vasca o in una cisterna e altri, alle volte un sindacalista, più spesso un generico commentatore, dicono "se avesse avuto una mascherina..." - se avesse avuto una mascherina sarebbe morto lo stesso, non si va a uno scontro a fuoco con un coltello e con una mascherina dove serve un autorespiratore.
Ma ritorniamo a sicurezza, costi e formazione (non corsi di formazione all'italiana). La formazione, specialmente universitaria, è un problema serio, e la mancanza di formazione in materia di sicurezza ha provocato tragedie in contesti dove, in teoria, non te le aspettersti (https://cen.acs.org/.../10-years-Sheri-Sangjis-death/97/i1, per un conciso commento tecnico https://twitter.com/ChimicoSce.../status/1482762151207002113). Se contesti come quello americano hanno saputo reagire in qualche modo dopo episodi tragici, altrove le cose sono sempre state differenti: sicurezza e ambiente solo costi, per l'appunto - un motivo culturale.
Quindi non stupisce che in Cina il problema della sicurezza nei laboratori persista, e faccia vittime.

 

martedì 18 gennaio 2022

STATI D'ANIMO E NARRAZIONE



C'è da chiedersi perché la pandemia abbia spinto tanti che competenze le hanno, e non poche (https://it.wikipedia.org/wiki/Pierangelo_Marcati), a buttarle nel cesso e tirare l'acqua. Per rivestirsi di una comunicazione pubblica "edificante", poi.  E' successo anche a un recente Nobel per la Fisica, E quanto all'autore del tweet in materia di matematica, in teoria, se parla io potrei solo ascoltare, tacendo, e sicuramente solo comprendendo una piccola frazione di quel che dice. E allora perché?

Ma forse si è capito: non importa se sembra scendere o salire, la curva pandemica. Quel che importa è il messaggio. Si è passati da comunicare la scienza a martellare con il messaggio. Sul messaggio giusto non è possibile dibattito: l'unico giusto è "restate paranoici". Per il bene del sistema sanitario italiano.

E per ribadire che cresce, esponenzialmente, no matter what. "Esponenziale" ha un messaggio, e qualcuno ha saputo dirlo molto meglio di quanto posso farlo:

 


 Se dici "esponenziale" dici "guarda, cresce in modo incontrollabile!".  Ma gli oubreak epidemici  non crescono, crescono, crescono finché tutti sono malati o morti. Non ha mai funzionato così, altrimenti ci saremmo estinti tempo fa. Un'ondata epidemica raggiunge un massimo e poi cala,va così da che mondo è mondo - e sì, c'è di mezzo della matematica, modelli descrittivi, ma ormai è del tutto futile parlarne ancora.  

Quindi, da due anni a questa parte non è questione di descrivere il fenomeno. Il potere descrittivo non interessa a nessuno, pare. Quel che interessa è comunicare ai cittadini che un'inarrestabile catastrofe è in corso e che LORO devono "comportarsi bene" o saranno dannati; se la paura della malattia grave non basta si provvede legislativamente con il Green Pass all'italiana, super o mega o platinum, senza il quale l'inferno è certo: niente lavoro, niente stipendio, niente mezzi pubblici, niente acquisti in esercizi commerciali, etc etc etc. Era stato venduto come strumento per il controllo dell'epidemia, il Green Pass all'italiana, ma ormai anche tra chi lo aveva comprato soddisfatto compaiono i primi velati dubbi...


https://natangelo.it/2022/01/17/il-greenpass-non-serve-a-un-cazzo/

I dati delle multe e delle sanzioni dicono che i cittadini italiani in maggioranza si sono comportati benissimo, durante il primo outbreak. E di base hanno continuato a farlo, pure troppo. Non lo stesso si può dire riguardo allo stato italiano in tutte le sue articolazioni, che poi ha continuato imperterrito a seguire la vecchia linea guida non scritta, "trattali come funghi" (leave them in the dark and feed them shit). Non c'è da stupirsi se ancora in così tanti sono entusiasti nel collaborare, solo per esserne parte. Parte della narrazione dominante e quindi, in spirito, del potere costituito.

 

domenica 16 gennaio 2022

COVID: UNA MAGNIFICA OCCASIONE PER FINIRE IL LAVORO

 

https://twitter.com/maxdantoni/status/1481773470409183233


Questa ormai è storia antica:
"A further change that is set to transform future pharmaceutical activities and operations irrevocably is the increased emphasis on preventive rather than curative healthcare. As the population ages and demand on healthcare budgets increases, pre-empting rather than reacting to illness and disease constitutes the prevailing aspirational mission statement driving the direction of modern healthcare policy" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/…/2009-houston-we-ha…).
Le moderne politiche sanitarie, quelle che da 30 anni si preoccupano in primo luogo della sostenibilità della spesa. Già, battaglia decennale quella per sostenibilità della spesa sanitaria, che detto così sembra buono e giusto, ma sarebbe meglio chiamare le cose con il loro vero nome, molto più brutto: la lunga guerra per i tagli alla spesa sanitaria. Una guerra che in Italia fu dichiarata da De Lorenzo: i bisogni sanitari non più ariabile indipendente ma funzione dei fondi allocati (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/…/la-battaglia-contr…), ed eravamo all'inizio degli anni novanta. La guerra fu vinta velocemente: gli anni passarono, e passarono, e alla fine questa dottrina fu talmente assorbita dal corpo del sistema sanitario che le polemiche sui costi e sui prezzi finivano per arrivare all'assurdo: in anni in cui la rivoluzione dei farmaci oncologici targeted era una solida realtà c'era chi rimpiangeva il cisplatino a 50 cent la fiala, il suo farmaco ideale (costa niente, il resto poco importa https://ilchimicoscettico.blogspot.com/…/la-radice-marcia-d…).
Ora con COVID19 pare che sia la volta buona per dare una spallata definitiva a questo fastidioso residuo del vecchio welfare state italiano: la sanità pubblica ad accesso universale.


giovedì 13 gennaio 2022

VACCINI mRNA E MIOCARDITI NEI GIOVANI

 

https://www.facebook.com/SaraGandini68/posts/288190840033817

Magari non ve ne ricordate, ma quando la campagna di vaccinazione italiana è cominciata è cominciata con la parola d'ordine "non esistono vaccini di serie b": un vaccino anticovid vale l'altro. Probabilmente in qualche manuale di comunicazione delle pandemie sta scritto così e sta scritto che è la cosa giusta da dire. Ma i dati di autorizzazione dicevano diversamente. E quando col vaccino AZ in primavera vennero fuori casi di trombosi del seno venoso cerebrale e trombi in presenza di piastrinopenia (nonché decessi) in giovani donne, ma non solo, fu un coro di "correlation is not causation" (la cosa "giusta" da dire, ancora). Peccato che questi effetti collaterali siano poi stati attestati dalle autorità di diversi paesi europei e poi da EMA (al che ricordo impagabili dissertazioni su rischio di trombosi nei voli aerei e nelle donne che prendono anticoncezionali).
Per l'ennesima volta, pressoché impossibile ricavare da trial su decine di migliaia di soggetti eventi con una frequenza di unità su centomila. Non era una questione di trial inadeguati (anche se quelli AZ lo sono stati, per molti versi, da cui la mancata autorizzazione FDA a quel vaccino), era questione di farmacovigilanza e, passiva o no, la farmacovigilanza ha funzionato in diversi paesi europei. Non in Italia, nella migliore delle tradizioni, dove si è preferito andare avanti con calma (e nel frattempo i danni si accumulavano).
Su altro fronte, da tempo si andavano delineando evidenze su una certa incidenza di miocarditi nei giovani che ricevevano vaccini mRNA (specialmente il vaccino Moderna, e specialmente nei giovani maschi). Mentre in altri paesi si sono presi provvedimenti in Italia si fa ancora come niente fosse (e sicuramente andando a leggere in giro troverete la dose standard di "correlation is not causation" anche in questo caso).
Insomma, a differenza dei disciplinati europei del nord (tipo quelli che a Rotterdam davano fuoco alle auto, o quelli contro cui sono stati aizzati i cani della polizia ad Amsterdam), i cittadini italiani non si meritano troppi distinguo e troppe sottigliezze. E se qualcuno avesse voglia di dare dei fascisti ai protagonisti dei tumulti di Rotterdam e delle manifestazioni ad Amsterdam vada a dirglielo di persona, e vediamo come va a finire...
Ma la nuova frontiera del moralismo peloso in Italia è che i cittadini avrebbero doveri nei confronti del sistema sanitario nazionale, enunciato a cui l'unica risposta razionale è : take your duty and shove it.
Vorrei chiarire che, nell'attuale ordinamento italiano, NESSUN cittadino ha NESSUN DOVERE nei confronti del sistema sanitario, dei medici, degli infermieri o degli OSS.
NESSUNO e NESSUNO.
Abbastanza chiaro? Magari servirebbe un giurista, per spiegarlo meglio
Sono enti e categorie citate che invece i doveri li hanno, mentre diritti sui pazienti no, non ne hanno. Bel gioco di prestigio, il provare a trasformare diritti in doveri, roba da maghi della truffa.
E se un sistema sanitario pubblico pretende qualcosa da me, scusate tanto, preferisco una sanità privata che pago per avere quello che voglio.
 
 

lunedì 10 gennaio 2022

RESTO FUORI - By Starbuck

Ad inizio dicembre mi sono trovata in giro nel centro blindato di un nota località turistica alpina: mascherine obbligatorie in centro, uno per nucleo familiare dentro i negozi e GP per accedere a quasi tutto, famosi (o famigerati) mercatini natalizi inclusi. L'effetto di ritorno è stato, devo ammetterlo, piuttosto devastante. Ho improvvisamente capito che avevo bisogno di vedere volti e che quella ordinata fila di occhi tra cappucci ed FFP2 che mostrava QR code per entrare nell'area transennata dei mercatini non faceva per me. Soprattutto non faceva per me sapere che qualcuno doveva rimanere fuori. "Noi non entriamo?" mi ha chiesto la mano che stringevo nella mia. "No. Almeno io no." ho risposto con lo sguardo straniato ed un senso di angoscia crescente.
E così ce ne siamo usciti. Dal centro storico, dalla città, e nel giro di una settimana anche dalla nazione. "Ci si rivede verso fine gennaio" ho scritto ai colleghi. Poi dopo il punto ho aggiunto "forse".
Qual è il prezzo di una passeggiata in centro bevendosi una cioccolata calda mentre davanti a te i bambini ti sorridono o piangono sguaiatamente mentre si appendono al braccio dei genitori? Il costo di una ruota panoramica, in cui devi solo i soldi del biglietto? L'espatrio forse? Riguardo all'Italia e penso che no, non ci voglio tornare.
Penso ai miei colleghi che, nella maggioranza, con un abbondante uso di salti di logica, giustificheranno il SPG sui mezzi pubblici, la chiusura delle scuole, terzo richiamo e quarta dose urbi et orbi, e via dicendo. Lo dice Tizio, il giornale Caio ha scritto, fidati di quello che dicono gli esperti, dimenticandosi come funzionano le commissioni di "esperti".
Ricordo ancora una delle riunioni di progetto del 2019: F. aveva chiesto "...che poi io da dove salti fuori quel 25% di incertezza limite non l'ho capito...". Il capoprogetto, senior scientist prossimo alla pensione aveva dato LA risposta " ma lo sai come funziona, no? ad un certo punto a quell'ente o a quell'Istituzione serve un numero, un parametro, chiamano i 6 o 7 esperti internazionali e gli chiede di tirare fuori un valore e questi... in qualche modo lo tirano fuori, agganciandosi ai loro lavori precedenti e citando quello che trovano in giro".
Ma oggi quegli stessi colleghi, si dimenticheranno di "come funzionano le commissioni". Diranno che le risposte sono sicure e nel contempo che bisogna adattarsi. E che comunque stanno facendo tutti cosi'. Non distingueranno tecnica dalla politica. Non terranno conto della socialità. Confonderanno moralità e giustizia. Condanneranno in maniera politicamente corretta, chi non si adegua, chi non fa il suo "dovere". E se domani tutto questo dovesse cambiare, si riposizioneranno, ma senza malizia, senza neanche rendersene conto.
Ecco, in tutto questo io, io resto fuori. Forse perché non sono mai stata dentro. Mai stata dentro a certa ipocrisia conformante, che non ha nulla a che vedere con una emergenza sanitaria.
Io resto fuori. Dai comitati. Quelli pro e quelli contro. Perché i comitati, le commissioni sono parte di questo sistema fatto di fazioni e riconoscimenti e contrapposizioni e strumentalizzazioni.
Resto fuori. Di me non dovete sapere nulla. Non sono affari vostri se vado avanti (un cupo "tirare a campare") a tamponi, a vaccini, a guarigioni.
Nel dubbio resto fuori, nel silenzio, nell'oblio e financo nella derisione. Come un quindicenne arrabbiato in mezzo a volti tutti uguali. In mezzo a mattoni tutti uguali dello stesso muro.

 

domenica 9 gennaio 2022

50ENNI DI PARTE BIANCA?


"Duro, marchese, allor che de la vita
L’ arco piega e il pensiero in su le bianche
Urne de’ padri si raccoglie intorno
A i templi noti, oh duro allor, marchese
Malaspina, lasciar la patria! A cui
Rida nel core e ne le forti membra
La giovinezza, è un’ avventura, un gioco
De la vita che s’apre a nuovi casi,
Con l’ esilio mutar le dolci soglie
De la magion de’ padri suoi Ma io
Non vedrò piú da l’Apparita al piano
La mia città fiorente; ahi lasso, e lunghi
Corron due lustri omai che aspetto e piango!"
 
La prima parte di "Poeti di parte bianca" del Carducci è l'iconica rievocazione di uno degli episodi chiave del basso medioevo italiano: l'esodo dei fiorentini "di parte bianca", espropriati dei propri averi e della propria cittadinanza dai guelfi di parte nera. Episodio cruciale nella vita di Dante Alighieri: ”Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e com'è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.”
In realtà questa descrizione della condizione di esule è estendibile a quella di cui è un caso particolare, quella dell'espatriato. Al riguardo, facendo ormai parte di questo gruppo, facendone parte amici e parenti, direi che il rimpianto per la magione dei padri non sembra l'attitudine prevalente.
Quello dell'espatrio è un fenomeno che riguarda l'Italia in misura crescente, negli ultimi anni.
Non è fenomeno nuovo (per esempio la nazione esporta mente d'opera da sempre). Il trend è stato rafforzato da circa tre decenni di deflazione salariale.
Mi ricordo un parente, che riferendosi a un figlio, anni fa, disse: certo, ragionando con gli standard dei miei tempi è una vergogna che in Italia voi (la mia generazione nella famiglia), con le vostre lauree, finiate con un'aspettativa di retribuzione non molto diversa da una cassiera della COOP. Esagerava (le aspettative di retribuzione erano un poco più alte, non molto, ma un poco sì). Già più di una ventina di anni fa un broker di attivi farmaceutici tedesco con cui ero finito a un pranzo di lavoro, dopo caffè e sambuca (la sua doppia) mi prese da parte per chiedermi quale fosse il mio stipendio. Quando glielo dissi sbuffò: "Lo sa che da noi prenderebbe quasi il doppio?". Allora avevo sentito solo voci al riguardo, e poi le cose, pure in Germania, sono un poco cambiate. "Anyway my german is non-existent",gli dissi. Quello sbottò in italiano "Le lingue si imparano!". Non aveva tutti i torti.
In tempi recenti la tendenza a cambiare orizzonti ha acquisito maggior forza. E questo anche a causa delle disposizioni antipandemiche italiane: per la prima volta nella storia dal dopoguerra una minoranza (una minoranza destinata ad ingrossarsi, ad occhio) rischia di essere privata di lavoro e retribuzione. Destinata a crescere, questa minoranza, grazie a disposizioni oculatamente demenziali ("il governo non ha prorogato la norma secondo cui la quarantena obbligatoria è da considerarsi come periodo di malattia" https://quifinanza.it/.../quarantena-covid.../597233/). E non è più questione di no-vax o non vaccinati come si intendeva fino a qualche mese fa. La categoria ormai include, di fatto ufficialmente, i non n-dosati (dove oggi n=3, domani numero a piacere). E quando un self styled civil servant, categoria che oggi include i burocrati e quelli che venivano chiamati boiardi, dice che per i non vaccinati ci vorrebbe l'arresto c'è proprio da stare tranquilli (https://www.fanpage.it/.../miozzo-dice-che-ci-vuole.../).
Ma in realtà si tratta di qualcosa di assai più profondo.
Alla fin fine il punto lo centra una strepitosa Arianna Porcelli Safonov: il benessere danneggia gli Italiani - sono straconvinto che questo sia davvero il retropensiero delle correnti di potere che si alternano al governo della nazione da un po' di tempo a questa parte. E chi non ci sta, potendo, sempre più spesso fa le valige.
 
 
 

 

venerdì 7 gennaio 2022

CHI HA PAURA DEL VACCINO?

Di Maddalena Loy, giornalista, Elena Dragagna, avvocato, Maria Luisa Iannuzzo, medico legale, Maurizio Rainisio, statistico, Francesca Capelli, sociologa e scrittrice, Remo Bassini, scrittore e giornalista, Thomas Fazi, giornalista e saggista, Gilda Ripamonti, giurista, Marilena Falcone, ingegnere, Maria Sabina Sabatino, storica dell'arte, Luciana Apicella, giornalista, Elena Flati, nutrizionista, Ugo Bardi, chimico, Maurizio Matteoli, pediatra, Clementina Sasso, astrofisica, Sara Gandini, epidemiologa/biostatistica 
 
Il dibattito pubblico si sta infiammando sempre di più intorno al tema della campagna di vaccinazione.
Esattamente un anno fa l'Italia aveva chiarito la propria posizione ufficiale: il vaccino sarebbe stato gratuito e non obbligatorio (1). Tuttavia, alcuni rappresentanti delle istituzioni avevano già allora più o meno esplicitamente anticipato che la volontarietà della vaccinazione sarebbe stata condizionata dal raggiungimento della cosiddetta “immunità di comunità”, o di gregge. Qualora questa non fosse stata raggiunta, compatibilmente con i tempi di distribuzione del vaccino, si sarebbero verificate, a dir loro, le condizioni per promuovere l'obbligo vaccinale o, in alternativa, gli incentivi alla vaccinazione (2).
Questa seconda alternativa, definita “spinta gentile” (in inglese, “nudge”) avrebbe portato ad alcune iniziative come l'istituzione di un “passaporto vaccinale” così da “consentire” ai vaccinati di tornare a partecipare pienamente alla vita pubblica (prendere un treno o un aereo, assistere a un concerto) o addirittura ottenere una riduzione nei tempi di accesso a prestazioni sanitarie non salvavita (3). Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dichiarò per primo: "La Campania darà una card a tutti i cittadini vaccinati. Ci auguriamo che i cittadini la possano esibire per andare al cinema, al ristorante con più tranquillità avendo la certificazione di avvenuta vaccinazione” (3bis).
Tra i due estremi di chi attendeva con trepidazione l'arrivo del vaccino e chi, dall'altra parte, rifuggiva non soltanto l'obbligo vaccinale ma il vaccino stesso (i cosiddetti “no-vax”) è da sempre esistita una vasta zona grigia che si è sempre posta domande.
Esistono diversi fattori che portano gli autori di questo documento a ritenere che l'obbligo non sia efficace e corretto. Tali fattori attingono alle seguenti aree di competenza:
- etica
- epidemiologica e statistica
- giuridica
L'eventualità di rendere la vaccinazione contro il Covid-19 obbligatoria è stata esaminata, nel mondo, già da diversi mesi.
Il 7 dicembre 2020, annunciando lo sbarco del vaccino negli Stati Uniti, l'Organizzazione Mondiale della Sanità aveva chiarito che la strada della “scelta informata” e delle “campagne d’informazione” sarebbe stata senz’altro preferibile a quella dell'obbligatorietà, “soprattutto per questo vaccino”.
“L’obbligo imposto con il fine di migliorare la copertura vaccinale in un Paese a volte ha raggiunto il risultato opposto”, aveva spiegato Kate O’ Brien, direttrice del Dipartimento Immunizzazione e Vaccini dell’OMS (4), secondo la quale “l’evidenza è che in realtà l’obbligo possa portare verso entrambe le direzioni”. Per O’Brien, sostanzialmente, non ci sarebbe stato neanche bisogno di imporlo, “perché la maggior parte delle persone chiede questo vaccino, vuole questo vaccino”.
L'importante rivista scientifica JAMA ha affrontato il discorso sull'obbligo lo scorso 29 dicembre 2020, partendo proprio dalla problematicità della procedura di autorizzazione delle autorità regolatorie che approvano i farmaci (ricordiamo che in USA l’unico vaccino “approvato” da Fda è quello Pfizer per gli over 16, tutti gli altri hanno EUA - autorizzazione di emergenza-. In Ue, e quindi in Italia, i vaccini di qualsiasi casa farmaceutica e per qualsiasi fascia di età, hanno ricevuto da EMA solo autorizzazione “condizionata”, per quella standard occorrono anni).
“L'obbligo di vaccini Covid-19 nell'ambito di un'EUA (l’Autorizzazione ad Uso in Emergenza concessa dall’FDA ai due vaccini Pfizer e Moderna) – scrive JAMA - è giuridicamente ed eticamente problematico. L'obbligatorietà di vaccinazione non è giustificata perché un'autorizzazione di emergenza richiede meno dati di sicurezza ed efficacia rispetto all'approvazione completa (BLA - Biologics License Application). È verosimile che i cittadini possano diffidare dell'obbligo di vaccinazione in caso di uso di emergenza, considerandola come una ricerca medica in corso”. Così è avvenuto.
La Commissione USA per le pari opportunità di lavoro (EEOC) aveva stabilito sin dall’inizio che i datori di lavoro potessero richiedere i vaccini contro Covid-19 ed escludere i dipendenti dall’attività produttiva in caso di rifiuto. JAMA aveva circoscritto tuttavia a una serie di aree professionali (soprattutto medici e operatori sanitari) il possibile obbligo di vaccinazione. Quanto al turismo, incluso da JAMA tra le aree suscettibili, Gloria Guevara, presidente del World Travel and Tourism Council, aveva rilevato che imporre il passaporto vaccinale sarebbe equivalso a “uccidere il settore”, dato che peraltro sarebbero stati gli anziani, coloro che viaggiano di meno, ad essere vaccinati per primi nel mondo (5).
Al problema del turismo si è aggiunta a situazione dei cittadini stranieri e italiani residenti all’estero in Paesi che vaccinano con prodotti non riconosciuti da Ema e Aifa, come quelli russi e cinesi. A queste persone, che per lo Stato italiano sono equiparate a chi non ha ricevuto alcuna dose, le autorità sanitarie consigliano di farsi dosi supplementari di un vaccino riconosciuto, senza una reale evidenza medica, ma meramente burocratica. Risultato: diversi cittadini italiani che hanno già ricevuto un vaccino, ad esempio Sinopharm, nel loro Paese di residenza, hanno dovuto ricevere altre due dosi di vaccino - uno su tutti Pfizer - per rientrare in possesso di diritti fondamentali (libera circolazione, lavoro) soppressi senza vaccinazione. Questa disparità di trattamento ha esercitato una pressione sui governi di tali Paesi affinché cambiassero le loro politiche sanitarie e adottassero altri prodotti, con un’ingerenza inaccettabile nella sovranità di altri Stati.
Tornando a JAMA, nelle conclusioni, la rivista aveva preso in considerazione un’eventuale obbligatorietà del vaccino ad alcune condizioni: “la ricerca deve prima accertare se i vaccini prevengono il contagio o soltanto i sintomi della malattia”. Se non viene dimostrato che un vaccino riduce la trasmissione”, scriveva JAMA la base etica per renderlo obbligatorio viene indebolita. Secondo JAMA, qualsiasi certificazione o passaporto vaccinale avrebbe dovuto esplicitamente poter attestare garanzie di protezione contro il contagio da Covid-19. “L'obiettivo della comunicazione del rischio è informare sul processo decisionale, nel rispetto delle scelte individuali: gli obblighi alterano fondamentalmente questa dinamica, prevalendo sull'autonomia personale”. Più in generale, “non esistono meccanismi chiari per applicare l'obbligo di vaccinazione a livello di popolazione” (6).
In assenza di evidenze sull'efficacia della vaccinazione nel bloccare i contagi (li riduce ma non li blocca), è stato utilizzato come argomento a favore dell'obbligatorietà la necessità di non intasare ospedali e terapie intensive. Ma tale argomento non regge davanti a obiezioni sia di tipo giuridico (se si crea questo precedente, quale altro "sacrificio" potrà essere chiesto al cittadino per proteggere il sistema sanitario? Forse il suicidio assistito in caso di una malattia non guaribile che richiede assistenza costosa e occupa risorse in ospedale o sul territorio?) sia di tipo medico: inoculazioni tanto ravvicinate potrebbero provocare un aumento delle malattie autoimmuni e un numero crescente di effetti indesiderati con conseguente aumento di stress per il sistema sanitario e il welfare dello Stato.
Ricordiamo che un enorme recente studio di coorte danese di 4 931 775 individui di età pari o superiore a 12 anni, seguiti dal 1° ottobre 2020 al 5 ottobre 2021, pubblicato su BMJ, ha mostrato che la vaccinazione con mRNA-1273 (Modena) è stata associata a un rischio significativamente aumentato di miocardite o pericardite principalmente guidato da un aumento del rischio tra gli individui di età compresa tra 12-39 anni. Infatti vari paesi europei non vaccinano più con Moderna sotto i 30 anni. La vaccinazione BNT162b2 è stata associata a un rischio significativamente aumentato tra le donne. Fortunatamente il tasso assoluto di miocardite o pericardite dopo la vaccinazione SARS-CoV-2 mRNA è risultato relativamente basso (Husby, BMJ, 2021 -6a) ma gli studi sono ancora in corso e non si conoscono eventuali effetti collaterali a lungo termine.
Il 3/12 EMA ha reso pubbliche le considerazioni del PRAC sul rischio di miocardite e pericardite con i vaccini mRNA.
In breve le conclusioni sono che con il vaccino Pfizer il rischio di miocardite e pericardite nei giovani maschi è valutabile tra 26 e 57 su un milione; con Moderna è tra 130 e 190 per milione.
Vedendo la macroscopica differenza tra il rischio legato a Pfizer e quello legato a Moderna (l'incidenza di miocarditi o pericarditi sarebbe circa 5 volte superiore), potrebbe essere necessario riconsiderare l'uso di Moderna nei giovani maschi. Questo in particolare considerando l'accelerazione impressa a Moderna all’inizio di dicembre 2021 in Italia. Il numero di dosi di Moderna somministrate ai giovani maschi (età 12-29) è passato da circa 20% del totale dei mesi precedenti al 41% di dicembre (38.500 dosi Moderna contro 55.000 dosi Pfizer).
Il dibattito è stato sin dall’inizio molto acceso nei Paesi anglosassoni. Il Governo Britannico è finora l’unico che, dopo aver interrogato un gruppo di scienziati sull'etica della vaccinazione obbligatoria, ha pubblicato i documenti sul sito web del Parlamento (7), (😎, sollevando numerose polemiche. Il Governo UK ha dovuto precisare che non stava prendendo in considerazione la vaccinazione obbligatoria, anche se il Ministro della Salute, il conservatore Matt Hancock, non ha voluto escludere l’ipotesi (9).
La prestigiosa rivista BMJ (British Medical Journal) ha ospitato l’intervento del filosofo e bioetico australiano Julian Savulescu, direttore dell'Uehiro Center for Practical Ethics dell'Università di Oxford, sull’obbligo di vaccinazione. Savulescu ha suggerito un sistema di incentivi a ricompensa, anziché a punizione (10). Lo snodo è proprio questo: gli incentivi alla vaccinazione possono funzionare come sistema a premio, ma non a punizione, altrimenti si rischia di scendere su un piano pericoloso, che rischia di creare sacche discriminatorie tra cittadini. Il cosiddetto “patentino vaccinale” si presenta come un sistema “ad incentivi”, ma in realtà è a punizione, in quanto non offre una ricompensa al cittadino “virtuoso”, colui che si vaccina, ma sottrae diritti fondamentali e inalienabili (quello alla libera circolazione, o quello dell’accesso all’istruzione) al cittadino considerato meno virtuoso, creando un pericoloso precedente. Una tale previsione rischierebbe inoltre di eludere il principio costituzionale della responsabilità penale personale, per introdurre una sorta di responsabilità di categoria (quella dei “non vaccinati”), creando così un precedente normativo preoccupante perché estensibile in futuro ad altri contesti. Si configurerebbe una sorta di “reato d’autore”, ossia la punizione del reo per quello che è - ebreo, rom, musulmano, donna, comunista, anarchico, gay… - e non per quello che fa, pratica tipica dei totalitarismi e dei regimi teocratici, mentre nelle democrazie la sanzione è sempre esteriore, cioè riguarda i comportamenti e non le idee o le opinioni (anche il senso comune prevede che non si faccia il processo alle intenzioni) (10a).
Si noti, tuttavia, che non tutti la pensano come Savulescu: secondo Alberto Giubilini, Senior Research Fellow dello stesso Uehiro, “la vaccinazione dovrebbe essere obbligatoria, almeno per alcuni gruppi. Ciò significa che ci sarebbero sanzioni in caso di mancata vaccinazione, come multe o limitazioni alla libertà di movimento” (11).
Il concetto chiaro già allora fu che “c'è un dibattito su quale sia la soglia", come dichiarò Thomas Douglas dell'Università di Oxford. "Molti avvocati ed esperti di etica presumono che il diritto all'integrità fisica sia in qualche modo più fondamentale e più forte del diritto alla libera circolazione e associazione”. Il Nuffield Council on Bioethics aveva emesso delle Linee guida in cui sosteneva che i vaccini obbligatori sono accettabili solo quando la malattia in questione è estremamente mortale o se un Paese è molto vicino all'eradicazione completa della stessa. Secondo Hugh Whittall, direttore del Nuffield, "è difficile sostenere che la situazione attuale possa soddisfare questi criteri" (12).
Oggi, un anno dopo, men che meno.
Una recensione del noto epidemiologo John P.A. Ioannidis (professore della Stanford University che ha contribuito alla medicina evidence-based, all'epidemiologia e alla ricerca clinica) pubblicata ad ottobre nel Bulletin del WHO, aveva calcolato un IFR (Infection Fatality Rate, letalità per casi totali) medio di 0,23% (range 0-1,31%) in cinquantuno località del mondo (13). La Public Health England decise, già il 19 marzo 2020, di non annoverare il Covid-19 tra le malattie infettive ad alto rischio a causa del suo “tasso di letalità relativamente basso” (14).
Secondo Whittall, l'istituzione di un “passaporto vaccinale” sarebbe stata potenzialmente discriminatoria: "Sarà sempre preferibile informare le persone, incoraggiarle, al limite incentivarle, piuttosto che interferire con la loro libertà".
In Francia, il dibattito sull’obbligo della vaccinazione ha preso corpo già a fine 2020. Il 21 dicembre 2020, il governo presieduto da Jean Castex aveva presentato a sorpresa all’Assemblea Nazionale (la Camera dei Deputati francese) un disegno di legge (Projet de Loi n. 3714) intitolato “Istituzione di un regime PERENNE di gestione delle emergenze sanitarie” (15). Nell’articolo 3131-9, comma 6, l’esecutivo prevedeva che durante lo stato di urgenza sanitaria "il Governo possa (...) subordinare la circolazione delle persone, il loro accesso ai mezzi di trasporto o ad alcuni luoghi, oltre all'esercizio di determinate attività (...) a un trattamento preventivo, compresa la somministrazione di un vaccino o di un trattamento curativo”. Dopo le forti polemiche sollevate da maggioranza e opposizioni, il ddl fu ritirato. E ancora pochi giorni fa, il voto sul progetto di legge per l’istituzione del “pass vaccinale” è stato rimandato.
In Italia si era espresso a tale proposito il Consiglio Nazionale di Bioetica. Nelle indicazioni rilasciate del 27 novembre 2020, il CNB ritenne che “debbano essere fatti tutti gli sforzi per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale, non escludendo l'obbligatorietà in casi di emergenza soprattutto per gruppi professionali maggiormente esposti all’infezione e alla trasmissione della stessa. Il Comitato auspica che tale obbligo “sia revocato qualora non sussista più un pericolo importante per la società e sia privilegiata e incoraggiata l’adesione spontanea da parte della popolazione” (16).
A livello epidemiologico l’eradicazione di SARS-CoV-2 è impossibile, considerando che il virus sopravvive in serbatoi animali, che è ormai chiaro che il vaccino protegge da malattia grave e morte dai sintomi ma non azzera la contagiosità (il cosiddetto “effetto sterilizzante”) e che i tempi esatti della durata della copertura vaccinale non sono noti.
A questo proposito, un’elaborazione effettuata sulla base dei dati ISS e ISTAT da marzo 2020 alla fine di dicembre 2021 per calcolare l’NNT (Number Needed to Treat, unità di misura epidemiologica per valutare l’efficacia di un trattamento medico o di un vaccino, su base annua), stima che per evitare il decesso una persona di 90 anni o più per un anno, bisognerebbe vaccinarne 55, mentre per evitare il decesso di una persona tra i 20 e i 29 anni per un anno, sarebbe necessario vaccinarne 139.000. Questo assumendo conservativamente un'efficacia del vaccino del 100%. Quindi, se si avessero a disposizione soltanto un milione di vaccini si dovrebbe decidere se salvare 18.000 novantenni (con questo la popolazione guadagnerebbe circa 54.000 anni di speranza di vita) oppure 7 ventenni (con questo la popolazione guadagnerebbe circa 400 anni di vita). Naturalmente, si tratta di un calcolo che non tiene conto di implicazioni etiche sull'importanza per la società e per il sentire comune di ciascuna vita, con implicazioni socioeconomiche diverse e tutte rilevanti.
Per comprendere le motivazioni giuridiche che portano ad escludere l’eventualità di un obbligo vaccinale o di soluzioni che contemplino una qualsiasi limitazione all’esercizio dei diritti è necessario partire da alcune importanti pronunce della Corte Costituzionale tra le quali, da ultima, la sentenza n.5/2018, senza perdere di vista il contesto in cui questa pronuncia si è espressa (17). Tale sentenza ha infatti riguardato tipologie di vaccini somministrati da almeno trent’anni nella popolazione in età pediatrica. In questo ambito e contesto specifico, la Corte ha affermato la legittimità dell’imposizione di un obbligo vaccinale laddove ricorrano determinati, specifici presupposti che, nel concreto, risiedevano nei dati relativi sia al forte calo delle coperture vaccinali raccomandate, anche a livello internazionale, sia ai rischi irrisori di reazioni avverse legati alla somministrazione di questi vaccini (dati da tempo consolidati nella comunità scientifica).
Più specificamente, nel caso esaminato dalla Corte, gli studi condotti in Italia prima dell’emanazione del D.L.73/20917 convertito in legge n. 119/2017 e, in particolare, i dati statistici sull’accesso alle terapie mediche, attestavano un progressivo calo delle coperture vaccinali rispetto alla soglia del 95% (18). La rilevanza di tale soglia era stata accertata da numerosi studi condotti a livello internazionale, la cui solidità aveva indotto l’OMS a raccomandarne il raggiungimento, al fine di ottenere la cosiddetta immunità di comunità.
L’insieme di tali specifiche valutazioni ha spinto la Corte a ritenere rispettato il principio dell'equo contemperamento dei contrapposti interessi (del singolo e della collettività), nell’esercizio di quella discrezionalità del legislatore che lo aveva portato ad optare per l’obbligatorietà di alcune vaccinazioni. La Consulta ha anche specificato, nella medesima sentenza, come tale discrezionalità possa considerarsi legittima fintantoché non mutino i presupposti che l’hanno giustificata. Il mutare delle condizioni epidemiologiche e delle conoscenze scientifiche comporta, infatti, la necessità di riconsiderare la scelta dell’obbligo, come già accaduto in passato.
Ebbene, proprio i limiti delle conoscenze medico-scientifiche a disposizione non consentono oggi di addivenire ad una conclusione favorevole all’obbligatorietà, né ad alcuna forma di limitazione di libertà e diritti volta a promuovere la vaccinazione contro Covid-19.
Uno dei motivi addotti a sostegno dell’imposizione risiede nella necessità di addivenire alla maggiore copertura vaccinale possibile della popolazione, allo scopo di ottenere la cosiddetta “herd immunity”, possibilità tuttora oggetto di studio.
Ancor più dirimente è la definizione del concetto di “obbligo vaccinale”, per com’è stato sempre inteso nel nostro Paese, da quando si diede corso alla prima campagna vaccinale sino ad oggi.
Si deve, in primis, rammentare che il tema degli obblighi vaccinali si è sempre posto in riferimento alle vaccinazioni riservate alle fasce di prima infanzia o, comunque, ai bambini/ragazzi e con la finalità di ottenere l’eradicazione di determinate malattie e la tutela dei minori. La Corte Costituzionale ha precisato come “la norma del citato art. 32 postuli il necessario contemperamento del diritto alla salute del singolo (anche nel suo contenuto negativo di non assoggettabilità a trattamenti sanitari non richiesti od accettati) con il coesistente e reciproco diritto di ciascun individuo (sentenza 1994 n. 218) e con la salute della collettività (sentenza 1990 n. 307); nonché, nel caso in particolare di vaccinazioni obbligatorie, "con l’interesse del bambino", che esige "tutela anche nei confronti dei genitori che non adempiono ai compiti inerenti alla cura del minore" (sentenza 132/1992)” (19,20). Tale posizione è stata ulteriormente confermata da altre sentenze, tra cui la citata sent. n. 5 del 2018.
Anche con quest’ultima pronuncia la Corte ha ribadito che “la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l’art. 32 Cost.: se il trattamento è diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri; se si prevede che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che è obbligato, salvo che per quelle sole conseguenze che appaiano normali e, pertanto, tollerabili; e se, nell’ipotesi di danno ulteriore, sia prevista comunque la corresponsione di una equa indennità in favore del danneggiato, e ciò a prescindere dalla parallela tutela risarcitoria”.
Tuttavia, va rimarcato che in tutti questi casi, all’inosservanza dell’obbligazione imposta non è mai stata collegata alcuna forma punitiva, men che meno la compromissione dei diritti e delle libertà fondamentali. È difatti previsto solo un procedimento (regolato dall’art. 1 comma 4 del decreto-legge n. 73 del 2017) strutturato tramite apposito colloquio organizzato con le autorità sanitarie, al fine di favorire la comprensione reciproca, la persuasione e l’adesione consapevole e, in caso di persistenza della violazione dell’obbligo vaccinale, l’applicazione di una misura punitiva che è rappresentata da una sanzione amministrativa pecuniaria – il cui importo massimo è pari ed Euro 500,00 – senza, quindi, alcun pregiudizio sulla frequenza della scuola dell’obbligo per i bambini/ragazzi di elementari e medie non vaccinati (solo i bambini di asili nidi e scuola materna possono, infatti, essere esclusi dalla frequenza se non vaccinati).
Quello che, quindi, emerge dal quadro normativo e giurisprudenziale è che alla violazione degli obblighi vaccinali ad oggi previsti in Italia non sia stata collegata la soppressione dei diritti e delle libertà fondamentali nell’individuo (21).
A ben vedere, considerando sia i limitati effetti sanzionatori legati all'obbligatorietà vaccinale esistente in Italia, sia la sussistenza di un procedimento volto a cercare di far comprendere l’importanza di tali vaccinazioni ai genitori che rifiutano la vaccinazione, sebbene venga utilizzata la parola “obbligo”, lo stesso sembra assumere più che altro i connotati di un onere particolarmente (ma non assolutamente) stringente.
Va, infine, considerato che le eventuali restrizioni o limitazioni imposte in caso di mancata sottoposizione al vaccino (cd. “Passaporto vaccinale”) hanno determinato una situazione profondamente discriminatoria a carico dei cittadini non vaccinati, in quanto si sono visti penalizzati nell’accesso ai servizi (al cui funzionamento sono, comunque, tenuti a contribuire con la propria attività lavorativa ed il versamento delle imposte) o nell’esercizio delle proprie libertà per aver esercitato il diritto di rifiutare un trattamento sanitario, con conseguente disparità di trattamento rispetto ai propri connazionali e ai cittadini stranieri presenti sul territorio italiano, potenzialmente non vaccinati (sulla non discriminazione nell'accesso all'assistenza sociale, rispetto a servizi e prestazioni v. Corte Cost. sent. n.222 del 2013) (22).
CONCLUSIONI
In definitiva, tutti gli aspetti innanzi esposti non possono essere ignorati ai fini della determinazione di una campagna di vaccinazione che sia al tempo stesso legittima ed ottimale, sussistendo validi modelli alternativi di tutela del diritto individuale alla salute e dell’interesse generale, a cominciare da una comunicazione capillare e comprensibile ai più.
Visti i dati epidemiologici, avendo vaccinato le categorie a rischio, la mortalità per COVID-19 si è ridotta, così come il sovraccarico delle strutture ospedaliere. Malattia e contagi potrebbero essere ulteriormente abbassati considerando ulteriori dosi per le categorie a rischio (valutando i singoli casi con l’ausilio del MMG), rinforzando la sanità territoriale e i trasporti, l'aerazione nelle scuole e aumentando eventuali particolari forme di tutela ai soli soggetti fragili che non possono ricorrere al vaccino. Gli autori di questo testo sono, quindi, convinti che l'applicazione del "passaporto vaccinale" in Italia risulti discriminatoria, da un punto di vista etico e giuridico, e che Green Pass e obbligo vaccinale non portino un guadagno sostanziale nei termini di una una minore mortalità e sovraccarico ospedaliero.
Gli autori di questo testo ritengono che la vaccinazione debba essere accolta da tutti i soggetti idonei che vogliono spontaneamente vaccinarsi, sentendosi parte di una comunità la cui salute e le cui libertà sono state fortemente minate nel corso della pandemia.
***
Il medico che ha a che fare con gli uomini liberi – diversamente dal medico degli schiavi – deve convincere il suo paziente a sottomettersi alla cura, e ragionare con lui per mezzo di argomenti razionali, cioè persuaderlo, non minacciarlo soltanto.
Platone
2)
3)
Thaler e Sunstein, Nudge, Yale University Press, 2008 (trad. It. a cura di Feltrinelli, La spinta gentile, 2014)
18)
Decreto Legge 7 giugno 2017, n. 73 - Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale - Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla L. 31 luglio 2017, n. 119 (in G.U. 05/08/2017, n. 182): https://www.gazzettaufficiale.it/.../2017/06/7/17G00095/sg
20)
sentenza n.258 del 1994 della Corte Costituzionale: https://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia...
21)
“Quarant’anni di politiche vaccinali in Italia”, del Prof. Carlo Signorelli su Acta Biomedica: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6502166/
22)
sentenza n.222 del 2013 Corte Costituzionale:https://www.giurcost.org/decisioni/2013/0222s-13.html

 

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...